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Pesticidi nelle acque: “Quanti dubbi in Puglia!”
I parlamentari pugliesi Donno e L’Abbate (M5S) presentano una interrogazione ai Ministri Martina (Agricoltura) e Galletti (Ambiente) per chiedere chiarezza sui risultati del rapporto nazionale ISPRA sui pesticidi nelle acque e sui limiti di monitoraggio in Puglia
Nell’edizione 2014 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha reso noti i livelli di contaminazione regionali relativi agli anni 2011-2012. I dati a disposizione sono allarmanti: sono state trovate ben 175 sostanze diverse, in aumento rispetto agli anni precedenti e gli erbicidi sono in testa tra le sostanze più rinvenute.
Per la Regione Puglia, nelle acque superficiali, i cui dati si riferiscono al 2012, sono stati indagati 58 punti di monitoraggio e sono state cercate 30 sostanze, al di sotto della media italiana. Per le acque sotterranee, invece, i punti individuati sono stati solo 13 a causa di una disomogeneità dei controlli e di una evidente limitatezza della rete di monitoraggio rispetto all’estensione regionale. L’insufficienza dei dati disponibili, perciò, non ha consentito all’ISPRA di esprimere un giudizio adeguato sullo stato di qualità delle acque pugliesi. I risultati, non proprio rappresentativi dell’impatto dei pesticidi a livello territoriale, ha spinto i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Puglia in Commissione Agricoltura Daniela Donno, al Senato, e Giuseppe L’Abbate, alla Camera, a presentare una doppia interrogazione al Governo Renzi con l’obiettivo di chiarire tali deficit.
“Chiediamo al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ed al collega del dicastero dell’Ambiente Gian Luca Galletti di avviare un’indagine riguardo i limiti del monitoraggio segnalati in molte regioni, con particolare riferimento alla Puglia, dove si è riscontrata l’indisponibilità di molti dati”, dichiarano la senatrice Daniela Donno ed il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), primi firmatari dell’interrogazione parlamentare rispettivamente al Senato ed alla Camera, “è indispensabile, inoltre, un aggiornamento complessivo dei programmi di monitoraggio che tenga conto delle sostanze immesse sul mercato di recente per individuare, in maniera utile ed efficace, tutte le componenti dannose per l’ambiente acquatico. Questi rappresentano degli imprescindibili passi per arrestare il fenomeno di contaminazione delle acque, dei terreni, dell’ambiente, degli organismi e degli ecosistemi esposti, sia a livello nazionali sia regionale. Sarebbe, al contempo, interessante”, concludono i due parlamentari pugliesi 5 Stelle, “conoscere il punto di vista del Governatore Vendola, di Sinistra Ecologia e Libertà, e del sempre silenzioso assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro”.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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