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Cronaca

Altro morto sul posto di lavoro. “La sicurezza non è un lusso”

Dolore e rabbia per l’operaio morto sul posto di lavoro a Gallipoli

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Dolore e rabbia per l’ennesima morte sul lavoro: a Gallipoli in in un drammatico incidente ha perso la vita Piero Colazzo, operaio 29enne originario di Galatone, a residente nella cittadina jonica. È accaduto in riviera Armando Diaz.


morte biancaColazzo, che lavorava per la ditta “Dipe srl” di Gravina si occupava di lavori di manutenzione sull’illuminazione pubblica per conto dell’Enel. È Precipitato al suolo da un’altezza di tre metri: ha perso l’equilibrio mentre era sulla sommità di una scala di alluminio intento a ripristinare un lampione. È morto sul colpo e inutile è stato l’intervento del 118.


Tanti ovviamente i messaggi di cordoglio. Come quello dell’On. Teresa Bellanova, Sottosegretaria al Lavoro: Un abbraccio alla famiglia dell’operaio che ha perso la vita oggi a Gallipoli. Questo è il mio primo pensiero di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro. Perché parole a commento di un fatto così drammatico, poiché si perde una vita e la si perde sul luogo di lavoro, rischiano di restare sterili se non sono seguite da atti, concreti, incisivi”.


L'On. Teresa Bellanova, sottosegretario al lavoro

L’On. Teresa Bellanova, sottosegretario al lavoro

La morte di un operaio”, prosegue Teresa Bellanova, “ci interpella ancora una volta, dolorosamente, drammaticamente, sull’impegno necessario, forte, determinato, che ribadiamo ma che forse ancora non ha raggiunto l’obiettivo: quello di creare le condizioni affinché sia sempre più rara, fino a essere scongiurata, la eventualità di perdere la vita sul lavoro. E mentre attendiamo le indispensabili valutazioni della magistratura su quanto accaduto, mai abbassare la guardia, tutti: istituzioni, imprese, lavoratori. La sicurezza non è un lusso”, conclude la Sottosegretaria, “non è un costo, è un investimento sulla civiltà di un Paese”.


filctemcgilIl Segretario generale della FILCTEM Cgil di Lecce, Giuseppe Guagnano, esprime “profondo cordoglio” e manifesta “vicinanza e solidarietà alla famiglia del lavoratore. Augurandoci che quanto prima le autorità preposte possano chiarire le cause di questo tragico incidente”, aggiunge, “non possiamo non esprimere dolore e costernazione per l’ennesima morte sul posto di lavoro e riflettere su quanto sia necessario aumentare l’impegno di tutte le parti interessate affinché tragedie come queste possano essere scongiurate”.


Casarano

Con un drone tentano di calare droga e telefoni in carcere. Intercettati

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici….

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Prosegue l’azione di contrasto dei Carabinieri al fenomeno dell’introduzione illecita di sostanze stupefacenti e oggetti proibiti all’interno degli istituti penitenziari, fenomeno che si avvale sempre più spesso dell’utilizzo di droni tecnologicamente sofisticati.

Nella serata di ieri, è stato intercettato un drone in volo nelle immediate vicinanze di un noto esercizio commerciale, in un’area compatibile con una possibile rotta diretta verso il carcere di Borgo San Nicola.

L’intervento dei militari del NORM di Lecce ha consentito di bloccare il velivolo e recuperare il carico trasportato, evitando che il materiale illecito potesse raggiungere il carcere.

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici.

I Carabinieri hanno proceduto al sequestro di un ingente quantitativo di sostanze verosimilmente stupefacenti, tra cui cocaina e hashish, per un peso complessivo di circa 150 grammi, abilmente occultate anche all’interno di confezioni di chewing gum, bilancini di precisione, telefoni cellulari di varie tipologie (compresi mini-telefoni), cavi, auricolari e caricabatteria, materiale destinato a supportare attività illecite all’interno del carcere.

Il sequestro è stato effettuato in via d’urgenza, considerata l’assenza, in quel momento, della direzione delle indagini da parte dell’AG e il concreto pericolo di dispersione o alterazione delle prove.

Il materiale sequestrato è stato posto a disposizione della Procura di Lecce mentre sono in corso indagini dei Carabinieri volte a individuare i responsabili e a ricostruire l’intera filiera organizzativa.

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Casarano

Che fine ha fatto il gatto Cesare?

A Casarano scompare gatto di quartiere, la comunità sgomenta chiede chiarezza e tutele

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Sta suscitando profonda emozione e sgomento, a Casarano, la scomparsa di Cesare, un gatto di quartiere molto conosciuto e amato dai residenti di via Montesanto, nel centro cittadino.

Del gatto non si hanno più notizie dal pomeriggio di martedì 9 dicembre, intorno alle 16,20.

Cesare viveva da anni nella zona ed era diventato una presenza familiare per molti abitanti del quartiere, che nel tempo si erano presi cura di lui garantendogli cibo, attenzioni e assistenza.

Negli ultimi giorni il gatto non stava bene ed era seguito da un veterinario, con un controllo programmato il giorno successivo.

Proprio per proteggerlo dal freddo e offrirgli un luogo riparato e caldo in attesa della visita veterinaria, nei giorni precedenti alcuni volontari avevano realizzato e posizionato una cuccia impermeabile, collocata sotto il porticato della via.

Secondo le testimonianze raccolte, Cesare si trovava all’interno di questa sistemazione poco prima dell’orario indicato.

In una finestra temporale di circa dieci minuti, il gatto e la cuccia sono scomparsi, senza che vi siano stati avvistamenti successivi o segnalazioni utili a chiarirne la sorte.

«Cesare non era un randagio nel senso comune del termine», spiega un volontario che da tempo si occupava di lui, «ma un gatto seguito, curato e amato da tante persone. Negli ultimi giorni stavamo facendo il possibile per proteggerlo dal freddo, trovargli una sistemazione più sicura e accompagnarlo alle cure veterinarie. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme e ci ricorda quanto sia importante riconoscere e tutelare ufficialmente i gatti liberi, per evitare che situazioni simili possano ripetersi».

La notizia si è rapidamente diffusa in città e sui social network, dove in molti hanno condiviso appelli e messaggi di solidarietà. Cesare non era soltanto un gatto di quartiere: nel tempo era diventato amico di passanti, bambini e negozianti, che gli riservavano quotidianamente carezze, giochi e cibo, rendendolo una presenza rassicurante e familiare nella vita di via Montesanto.

La vicenda ha riacceso il dibattito sul tema della tutela dei gatti liberi e sulla necessità di strumenti chiari e condivisi per la loro protezione.

In diverse città italiane, infatti, le colonie feline sono riconosciute ufficialmente e gestite in collaborazione tra cittadini, Comuni e servizi veterinari, al fine di garantire benessere animale e convivenza civile.

L’episodio richiama inoltre l’attenzione sul quadro normativo italiano, che riconosce e tutela gli animali in quanto esseri senzienti e prevede specifiche responsabilità per chiunque compia atti di maltrattamento o violenza nei loro confronti.

Un impianto giuridico che affida anche alle istituzioni locali un ruolo centrale nella prevenzione, nella tutela e nella promozione di una convivenza rispettosa tra cittadini e animali.

Al momento non sono emersi elementi certi sulla sorte di Cesare.

Le autorità competenti sono state informate dei fatti e stanno svolgendo gli accertamenti necessari per ricostruire quanto accaduto.

Nel frattempo, i residenti chiedono soprattutto chiarezza e auspicano che episodi come questo possano diventare occasione per una maggiore sensibilizzazione e per politiche di tutela più strutturate sul territorio.

La storia di Cesare resta oggi il simbolo di un legame profondo tra una comunità e un animale che, pur senza padrone, era diventato parte integrante della vita quotidiana di tutti.

Salvatore Primiceri

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Campi Salentina

Carabinieri bloccano furgone carico di rame e alluminio rubati

Arrestato 43nne originario di Torino senza fissa dimora. Nella concitazione i suoi complici sono riusciti a dileguarsi. Proseguono le indagini per indentificarli

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È stata una notte di intensa attività per i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina, che hanno messo a segno un importante intervento a tutela della legalità permettendo di sventare un furto ai danni della stazione ferroviaria di Campi Salentina e di assicurare alla giustizia uno dei responsabili.

È accaduto nelle ore notturne, a Squinzano, dove i militari della Sezione Radiomobile sono intervenuti a seguito di una segnalazione.

In pochi minuti è scattato il dispositivo di controllo del territorio.

Ne è nato un inseguimento serrato, conclusosi con il blocco di un furgoncino carico di refurtiva.

Alla guida del mezzo un 43nne originario di Torino, di fatto senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, che viaggiava insieme a due complici.

Questi ultimi, approfittando dei momenti concitati, sono riusciti a dileguarsi a piedi, facendo perdere le proprie tracce.

All’interno del veicolo i Carabinieri hanno rinvenuto circa 100 chilogrammi di cavi di rame e 200 chilogrammi di tubi in alluminio, materiale appena rubato dalla stazione ferroviaria di Campi Salentina.

La refurtiva è stata recuperata e restituita, evitando conseguenze gravi per le infrastrutture e i servizi collegati.

L’uomo è stato arrestato per furto aggravato in concorso e, dopo le formalità di rito, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.

Proseguono intanto le indagini dei Carabinieri per risalire all’identità dei due complici fuggiti, mentre l’operazione conferma ancora una volta l’efficacia dell’azione dell’Arma nel contrasto ai reati predatori, anche nelle ore più silenziose della notte.

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