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Attualità

8 marzo: dici donna…dici dono!

E Festa della donna sia, dunque! La gioia di chi ce l’ha fatta e la fatica di chi lotta per farcela. A confronto la storia di Irene, docente dell’Università del Salento, madre di una bimba di 7 mesi, di Antonietta, disoccupata, ex-cassintegrata Adelchi, madre di tre figli di 15, 12 e 11 anni, e Filomena, consigliera di Pari Opportunità per la Provincia di Lecce.

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E Festa della donna sia, dunque! Forse, se un’attuale e, per questo agghiacciante, retorica non ci costringesse a parlare delle profonde disuguaglianze tra uomini e donne nell’occupazione, nelle carriere, nei ruoli decisionali, del desiderio di maternità delle lavoratrici messo a dura prova, di una crisi che nella sua morsa letale ha colpito più duramente il gentil sesso, del divario sempre più marcato di donne disoccupate tra Mezzogiorno e resto del Paese, forse questo giorno sarebbe davvero una Festa.


mimosaA noi tuttavia piace testimoniare la gioia di chi, nonostante tutto, ce l’ha fatta, e la fatica di chi, nonostante tutto, lotta per farcela. A confronto la storia di Irene Petrosillo, docente dell’Università del Salento, madre di una bimba di 7 mesi, e di Antonietta Mariano, disoccupata, ex-cassintegrata Adelchi, madre di tre figli di 15, 12 e 11 anni. Ultima ma solo cronologicamente l’intervista a tema con Filomena D’Antini Solero, Consigliera di Pari Opportunità per la Provincia di Lecce.


“Ancora pregiudizi nel mondo del lavoro”


Irene Petrosillo

Irene Petrosillo


Scienziata, madre, moglie, qual è la sua classifica? “Si sono combinati i ruoli di moglie e ricercatrice, ma attualmente al top della classifica c’è decisamente il ruolo di madre!”.

Come ha fatto a realizzare tutto questo? “Con non poche difficoltà… studiare per laurearsi e poi studiare ancora di più dopo la laurea. Un dottorato di ricerca in Ecologia, un lungo precariato e finalmente il concorso nazionale come ricercatore e l’abilitazione a livello nazionale come professore associato di Ecologia”.

Sono richiesti più sacrifici agli uomini o alle donne per raggiungere i suoi livelli? “I sacrifici direi che sono gli stessi. La donna però nella famiglia ha un ruolo diverso, anche in una famiglia dove il padre/marito è molto presente. Il problema è che sembrerebbe nel mondo del lavoro che una donna dia meno garanzie di un uomo. La donna si sposa, va in maternità… vale a dire che non produce! È questo pregiudizio che ci rende diverse dagli uomini. Io ho lavorato sino all’ottavo mese e quando mia figlia ha compiuto il quarto mese sono rientrata a lavoro”. Baby sitter o nonni, lei come si organizza? “Non direi che si tratti di differenze di genere è proprio che dietro una madre che lavora c’è un’organizzazione non da poco e deve essere la madre ad organizzare il tutto, poi una volta messa in moto la macchina il tutto fila. Nella sfortuna di non poter affidare mia figlia ai nonni sono stata fortunata, perché in Università fruisco dell’asilo nido aziendale che, secondo me, è un grande vantaggio oltre che un evidente segno di civiltà e un’opportunità che l’Università ha garantito non solo ai suoi dipendenti ma anche ai precari. Avere, infatti, una struttura all’interno dell’azienda/ente per cui si lavora aiuta anche psicologicamente la madre ad accettare la separazione dal bambino nelle ore lavorative”.

Si considera agevolata o piuttosto ostacolata nel suo doppio ruolo di madre lavoratrice? “Poter continuare a svolgere il mio lavoro, se da un lato può comportare alcuni sacrifici per mia figlia, dall’altro le procura i benefici di una mamma soddisfatta della sua vita e senza rimpianti”. Sulla base della sua esperienza, che cosa si sente di dire a sua figlia? “Di seguire sempre i suoi sogni e di lottare per raggiungerli, noi non possiamo fare altro che starle vicino in questo suo percorso e sostenerla tutte le volte che ne avrà bisogno”.


“Cerchi lavoro? La discriminante è sempre se sei nubile o sposata”


Antonietta Mariano

Antonietta Mariano


Qual è la sua situazione attuale? “Fino al 2002 sia io che mio marito abbiamo lavorato nell’azienda Adelchi. Nel febbraio del 2002 mi hanno messa in cassintegrazione, purtroppo sono stata tra le prime ad essere mandata a casa, anche perché hanno deciso di eliminare per primo il settore “orlatura” nel quale lavoravano quasi esclusivamente donne. La mia mobilità è terminata nel 2007, mentre per mio marito il 2015 sarà l’ultimo anno di mobilità. In generale adesso svolgo lavori occasionali, pulizie delle case, lavori in campagna quando capitano. Anche mio marito si adatta a dei lavoretti per le ore che la mobilità gli consente”. Ha cercato in seguito? “All’inizio del periodo di mobilità sinceramente no perché avendo tre figli piccoli a cui badare servivo in casa; poi ho cominciato con un paio di ore al giorno, sempre temporeggiando per i bambini, non per mancanza di volontà. Nel momento in cui si cerca lavoro la discriminante è essere nubile o sposata, madre o non madre. Ti fanno sempre domande per cercare di capire quanto sei o meno impegnata. Se cerchi un lavoro ti devi rendere disponibile anche se non lo sei, altrimenti non lavori”.

Come affronta la quotidianità? “La prima cosa è il taglio delle spese, soprattutto il superfluo, ma a volte anche il necessario. Siamo andati avanti con sacrifici e con il risparmio. Di sicuro quello che preoccupa è la mancanza di una sicurezza economica stabile, anche minima, sulla quale poter contare. Manca la tranquillità nell’affrontare anche ad esempio l’acquisto di un’automobile. Sono passi che in questa situazione fanno paura”. Il rapporto con i figli? “I ragazzi stanno crescendo e con loro anche le esigenze, allo stesso tempo le risorse economiche sono diminuite. D’altro canto, non si può rispondere sempre “no” a tutte le loro richieste, anche se può essere formativo: è importante che imparino anche a saper rinunciare. Se si troveranno di fronte ad una difficoltà non dovranno stare male. In ogni caso abbiamo comunque fatto in modo di non fargli mancare alcunchè”.

Quali le speranze, le aspettative? “Poter mandare i figli all’università se ne avranno voglia. Cerco per quanto posso di risparmiare e mettere qualcosa da parte proprio per permettere loro di studiare”. Cosa direbbe oggi alle sue figlie? “Di impegnarsi nello studio, che è la cosa più importante e di affrontare le situazioni con forza e consapevolezza”.


“In Puglia lavorano metà donne in meno rispetto al resto d’Italia”


Filomena D'Antini Solero

Filomena D’Antini Solero


Cosa vuol dire oggi Pari Opportunità in Italia? “Ho partecipato a Roma ad un incontro, con la presenza di Valeria Fedele, vice presidente del Senato, Mara Carfagna, deputato di Forza Italia, il ministro Maria Elena Boschi, il Presidente emerito Giorgio Napolitano e Pietro Grasso che ha introdotto la Tavola Rotonda, durante il quale si è fatto il punto della situazione. Il Tema era proprio “a che punto siamo con la Parità di genere in Italia” e dall’incontro è emerso che i dati non sono certo gratificanti: la Puglia in merito all’occupazione lavorativa delle donne è perfettamente a metà rispetto ad altre Regioni d’Italia.

In Italia solo 1 milione e mezzo di donne lavorano, quindi circa il 46% dell’universo femminile, mentre il 27,1 %, ovvero 1 donna su 4, lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio. Abbiamo lamentato l’assenza di un Ministro per le Pari Opportunità. Si è pensato a congedi parentali obbligatori, ad una leva fiscale per incentivare l’occupazione femminile ed è stato ribadito più volte che dalla crisi non si esce senza il contributo delle donne.

L’occupazione femminile mette in moto una serie di circuiti del sistema produttivo: aumenta la capacità di spesa perché aumentano i redditi familiari, c’è una produttività diversa in termini di efficienza, si raggiunge una serenità familiare come riflesso di una serenità economica evitando così molte crisi coniugali”.

E nel Salento? “Come Assessorato attraverso il Patto Sociale di Genere abbiamo sperimentato l’avviamento al lavoro di donne in condizione di fragilità attraverso i voucher di conciliazione, il turn-over nella grande e media distribuzione per la liberalizzazione del mercato”.

Una donna per le donne, dunque… “Ci sono due punti sui quali ci siamo mossi come Amministrazione provinciale: il primo legato al tema “violenza sulle donne” con specifico riferimento alla violenza intrafamiliare e a tutte le dinamiche che ruotano intorno alla gestione dei conflitti familiari (“sono stati aperti 6 centri antiviolenza gratuiti e una casa-rifugio in provincia di Lecce”); l’altro aspetto che si cercherà di curare riguarda la conciliazione dei tempi di vita familiare con vita lavorativa.

Pensiamo di attingere a risorse comunitarie: dal concorso di idee (“Paridee”) lanciato insieme al presidente Antonio Gabellone, sono pervenuti 31 proposte, che saranno confrontati con le misure comunitarie per verificare se ci possa essere qualche idea finanziabile. Naturalmente i proponenti saranno partner della progettazione”.


Donatella Valente


Attualità

San Cassiano, arriva il Corpo Europeo di Solidarietà

Il gruppo giovanile “San Cassiano 2030”, vincitore del Corpo Europeo di Solidarietà, con il progetto “Europa, Solidarietà e Costituzione”, realizzerà iniziative destinate a tutta la cittadinanza, con un ruolo da protagonisti per i più giovani

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Un gruppo di giovani di San Cassiano è risultato vincitore del Corpo Europeo di Solidarietà, con il progettoEuropa, Solidarietà e Costituzione”, che finanzierà con oltre 10mila euro eventi e iniziative per i giovani del territorio.

Il programma si inserisce nelle fonti di finanziamento europeo per progetti di volontariato e solidarietà di giovani under 35 e associazioni giovanili.

Il gruppo giovanile “San Cassiano 2030” realizzerà iniziative destinate a tutta la cittadinanza, con un ruolo da protagonisti per i più giovani.

«Siamo davvero felici di poter dare il nostro contributo e di realizzare idee innovative per il nostro paese, dove siamo nate e cresciute. Il progetto è davvero aperto a tutti e ognuno potrà partecipare con le proprie passioni e competenze», affermano Luisa Corrado, Alessia Catamo, Marialuisa Marra, Francesca Merico e Meriam Mohmal, componenti del gruppo vincitore San Cassiano 2030.

Il progetto mira a potenziare la partecipazione dei giovani alla vita pubblica, sociale e associativa all’interno del territorio locale e la conoscenza dei valori costituzionali ed europei tramite eventi e iniziative coinvolgenti come un’Institutional Visit al Parlamento Europeo, la giornata della gioventù, realizzazione di murales, incontri formativi su violenza di genere ed empowerment femminile.

«Sono orgoglioso di essere parte di questo percorso», continua il tutor del progetto Salvatore Ciriolo, giovane imprenditore e consulente politico al Parlamento Europeo, «sono certo sarà un’opportunità per i giovani e per tutti i cittadini, per costruire insieme il futuro della nostra bellissima terra».

 

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Appuntamenti

Poggiardo, un secolo con il Circolo Forchetta

Il circolo ricreativo costituito nel luglio 1924. Da 100 anni un punto di riferimento per agricoltori, artigiani, professionisti, piccoli imprenditori e cittadini comuni, un luogo di ritrovo e di convivialità. Gli eventi in programma per celebrare la ricorrenza

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Poggiardo si prepara a festeggiare i 100 anni dalla nascita del Circolo Forchetta.

Nel luglio 1924 venne costituito, nel comune di Poggiardo, un Circolo Ricreativo che, nel tempo, assunse la denominazione di Circolo Forchetta.

Fin dalla sua istituzione il Circolo ha rappresentato un punto di riferimento per agricoltori, artigiani, professionisti, piccoli imprenditori e cittadini comuni, un luogo di ritrovo e di convivialità.

Nel contesto dell’epoca, il Circolo ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità, favorito in questo anche dalla centralità della sede associativa: Piazza Umberto I, principale luogo di ritrovo per tanti cittadini, in una stanza del Castello Guarini, immobile di rilevante pregio storico-architettonico, di proprietà privata.

Non era certamente usuale, nella prima metà del secolo scorso, registrare la presenza di un luogo di ritrovo associativo in una piccola comunità del Salento. Ancora più inusuale è la presenza del Circolo oggi, dopo un secolo dalla sua fondazione: infatti, la storia del Circolo Forchetta è un raro esempio di organismo associativo sopravvissuto ad un secolo di vita.

Con la costituzione di circoli e associazioni nel territorio comunale, il Circolo Forchetta ha corso il rischio di essere chiuso.

Un’importante novità è stata registrata negli ultimi anni: diversi cittadini di Poggiardo hanno deciso di sostenere il Circolo per evitare un destino che ai più sembrava ormai inevitabile: la chiusura definitiva, con conseguente oblio, di un pezzo di storia di questa città e del Salento.

La spinta portata dai nuovi ingressi si è tramutata in una vera e propria ondata di sentimenti e di voglia di tenere in vita il Circolo: ad oggi l’elenco soci annovera circa 100 iscritti, con una presenza significativa di donne nella compagine sociale.

Tutto questo è Storia.

Una Storia importante, che si interseca con quella della città e che deve essere conservata e valorizzata affinché non vada dispersa ma diventi un valore da tramandare alle nuove generazioni.

Nasce da questo nobile intento il progetto 100 anni del Circolo Forchetta, un evento voluto dal direttivo e dai soci del Circolo per celebrare un secolo di vita dell’associazione.

Numerosi gli eventi in programma per celebrare la ricorrenza e che coinvolgeranno diverse realtà del territorio comunale: amministrazione, istituti di istruzione scolastica, associazioni, operatori economici, cittadini e altri soggetti animati dalla voglia di valorizzare una bella pagina di storia di una “vivace comunità del Salento”.

ESTEMPORANEA DI SCULTURA

Il primo evento inizierà il sabato 18 maggio (fino al 2 giugno), nella splendida cornice di Villa Episcopo, dove cinque scultori cominceranno la realizzazione di altrettante sculture in pietra leccese che il Circolo Forchetta donerà al comune di Poggiardo per l’arredo urbano della Ccittà.

Durante la realizzazione delle opere, gli artisti riceveranno anche la visita delle scuole del Salento interessate al progetto. Nei giorni di sabato e domenica del periodo interessato dall’iniziativa, Villa Episcopo e la strada comunale antistante saranno sede di altre attività culturali aperte al pubblico.

Nello stesso periodo, alcuni studenti del Liceo Artistico “Nino Della Notte” di Poggiardo realizzeranno piccole sculture in pietra leccese, anch’esse destinate all’arredo urbano.

100 TELE PER 100 PICCOLI ARTISTI

Manifestazione culturale destinata ai ragazzi della scuola primaria e secondaria dell’Istituto comprensivo statale di Poggiardo.

Ai ragazzi sono state consegnate 100 tele per la realizzazione di altrettanti lavori sul tema dell’amicizia, della convivialità e del rispetto. I dipinti saranno esposti al pubblico in un’altra iniziativa programmata per il mese estivo.

FIERA MERCATO DELL’ARTIGIANATO LECCESE

Evento organizzato in collaborazione con Crazy Art Salento, in programma sabato 25 e domenica 26 maggio.

EVENTO ENOGASTROMICO

Per un’associazione che nel nome porta un elemento importante della cucina, quale la forchetta, non potevano mancare appuntamenti enogastronomici.

Tra questi, si segnala quello che verrà organizzato in collaborazione con il Polo Tecnico del Mediterraneo di S. Cesarea Terme – sede distaccata di Poggiardo.

L’Istituto Alberghiero sarà il protagonista di un evento che esalterà alcune specialità della tradizione culinaria del Salento e che si terrà nello spazio antistante la Villa Episcopo sabato 25 maggio dalle ore 20:.

Altri eventi in programma sono dettagliati nel programma composto dal Circolo, organizzati con il patrocinio e la collaborazione del comune di Poggiardo.

Il Circolo ha realizzato anche un volume dedicato all’evento, distribuito sia in formato elettronico che cartaceo durante gli eventi, compresi quelli che verranno organizzati nel periodo estivo, fra cui la sesta edizione della Frisellata sotto le stelle, evento dedicato alla valorizzazione di un alimento tipico della dieta mediterranea e della cultura enogastronomica del Salento.

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Attualità

Nasce la Rete delle Università pugliesi per lo Sviluppo sostenibile

Siglato accordo interuniversitario. La “RUS Puglia” rappresenterà un punto di riferimento non solo per il mondo accademico, ma anche per le istituzioni pubbliche del territorio, a partire dalla Regione Puglia, per il tessuto economico e per la società civile pugliese

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Per la prima volta le cinque Università danno vita a una rete regionale di coordinamento per lo sviluppo sostenibile, denominata “RUS Puglia”.

L’accordo interuniversitario è stato sottoscritto ieri dai rispettivi rettori.

Si tratta di una novità di grande rilievo perché, sinora, solo in cinque Regioni (Piemonte, Lombardia, Campania, Abruzzo e Toscana) le Università sono riuscite a costituire una RUS regionale, all’interno della quale “fare sistema” per la promozione delle strategie di sviluppo sostenibile lavorando in sinergia anziché individualmente. Ad esse ora si aggiunge la Puglia.

La “RUS Puglia” rappresenterà un punto di riferimento non solo per il mondo accademico, ma anche per le istituzioni pubbliche del territorio, a partire dalla Regione Puglia, per il tessuto economico e per la società civile pugliese.

I compiti affidati alla “RUS Puglia” sono molteplici e di notevole impatto: ideare iniziative congiunte su scala territoriale in coordinamento con la RUS nazionale; elaborare proposte, iniziative e documenti da sottoporre congiuntamente alla Regione Puglia e a soggetti pubblici o privati del territorio, sugli aspetti istituzionali, sociali, economici e culturali legati alla sostenibilità; mettere in comune conoscenze, competenze, proposte e progettualità promuovendo la collaborazione, lo scambio di informazioni, le attività di disseminazione e comunicazione sulla sostenibilità in ambito intra ed extra universitario; diffondere buone pratiche emerse a livello locale, regionale, nazionale o internazionale per favorire lo sviluppo sostenibile; incrementare gli impatti positivi in termini ambientali, etici, sociali ed economici delle azioni poste in essere sinergicamente dalle cinque Università, in modo da contribuire al raggiungimento degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile con riferimento al territorio pugliese nel suo complesso.

«Con grande soddisfazione ho firmato pubblicamente l’Accordo per istituire la RUS Puglia, approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo nei mesi scorsi», dichiara il Rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, «e sono convinto che si tratterà di un punto di svolta, perché ci darà l’opportunità di lavorare sulla sostenibilità tutti insieme, mettendo a valor comune l’immenso patrimonio di conoscenze e capacità dei cinque Atenei e ponendolo al servizio della Puglia tutta; la sostenibilità implica processi di transizione multidimensionali, complessi, che richiedono visione sistemica e devono essere accompagnati da una forte volontà di cooperare per il bene comune, oltre gli steccati e al di là di valutazioni di parte o di breve termine”.

Presente all’evento anche il delegato del Rettore alla Sostenibilità per l’Università del Salento, prof. Massimo Monteduro, che aggiunge: «Per forte impulso del Rettore Fabio Pollice e della Prorettrice Maria Antonietta Aiello, in questi anni l’Università del Salento si sta impegnando a fondo nelle politiche di sostenibilità, lavorando per unire: la firma dell’Accordo di oggi è un ulteriore traguardo di questo percorso. Personalmente sono molto grato ai colleghi Delegati alla Sostenibilità degli altri Atenei pugliesi, Isabella Pisano (Università di Bari), Giulio Cappelletti (Università di Foggia), Michele Dassisti (Poliba) e Angelo Russo (Università LUM), con i quali ho lavorato, fianco a fianco, per oltre un anno al fine di elaborare e sostenere il progetto di costituzione della RUS Puglia, oggi coronato da successo. Come Delegati alla Sostenibilità dei rispettivi Rettori saremo noi a rappresentare i nostri Atenei nel Comitato di Coordinamento della “RUS Puglia”; la Presidenza sarà di ciascun Ateneo a rotazione, con cadenza annuale. Il nostro spirito di coesione è forte: avvertiamo la responsabilità della sfida, ma la affronteremo con entusiasmo e passione».

«Ci impegniamo come Atenei Pugliesi», ha dichiarato il Rettore di UniBa Stefano Bronzini, «a fare rete su un tema decisivo per il futuro, un impegno che ci eravamo assunti in seno alla CRUI già nel 2016 e che oggi con grande soddisfazione facciamo proprio come sistema universitario pugliese. Una corretta e efficace transizione ecologica coinvolge trasformazioni sociali, culturali ed economiche. Per questo occorre partire dalla missione universitaria della formazione e costruire una politica educativa e formativa trasversale a tutte le discipline impegnate per la sostenibilità. Le Università italiane hanno un importante ruolo nel cambiamento della società proprio in virtù del loro compito istituzionale nel campo della formazione, della ricerca scientifica e della terza missione»

Per la prof.ssa Isabella Pisano delegata del Rettore alla sostenibilità, «la creazione della RUS Puglia rappresenta un formidabile esempio di sinergia accademica votata alla promozione di uno sviluppo armonioso e sostenibile nel territorio pugliese. Questa iniziativa, derivante dalla volontà delle Università pugliesi aderenti alla Rete nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, incarna un catalizzatore cruciale per la convergenza di conoscenze, competenze e iniziative mirate a un futuro più resiliente e sostenibile. La RUS Puglia rappresenta un importante passo avanti nella collaborazione tra le istituzioni accademiche regionali, evidenziando un impegno congiunto nel promuovere pratiche avanzate e soluzioni innovative orientate al benessere sociale e alla salvaguardia ambientale. La sua genesi rappresenta una pietra miliare nella progressione verso una governance universitaria responsabile e consapevole dei temi emergenti legati alla sostenibilità. La RUS Puglia assume un ruolo di primo piano nella formulazione e presentazione di proposte e documenti da presentare sia al Comitato di Coordinamento della RUS nazionale che alla Regione Puglia, oltre che ad altre istituzioni pubbliche e private, al fine di favorire lo sviluppo sostenibile del territorio. Questo impegno strategico mira a influenzare positivamente le politiche e le azioni volte allo sviluppo sostenibile delle comunità locali, promuovendo l’adozione di pratiche innovative e soluzioni integrate. Con il suo chiaro focus sui principi degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, la RUS Puglia si propone come un faro di speranza e progresso, contribuendo alla costruzione di un futuro più equo, inclusivo e rispettoso dell’ambiente»,

«Nella strategia della LUM la sostenibilità ha da sempre giocato un ruolo fondamentale», afferma il Rettore dell’Università LUM, Antonello Garzoni, «per consentire il raggiungimento di un posizionamento distintivo, nonché per attrarre i migliori talenti e rassicurare gli stakeholder della società civile circa gli standard adottati nello sviluppo e attuazione di tutti i nostri processi, relativi alla didattica, alla ricerca e alla terza missione. Partecipare alla costituzione della RUS Puglia è stato, dunque, per noi, assolutamente naturale. Questo è un ulteriore tassello che si inserisce all’interno del piano strategico del nostro Ateneo, che contribuisce a portare ulteriore impatto al territorio, ai nostri stakeholder, ai nostri partner e ovviamente a tutto il sistema economico-sociale pugliese».

Il progetto di costituzione della RUS Puglia è stato seguito per l’Unviersità LUM dal prof. Angelo Russo, Prorettore alla Ricerca e alla Sostenibilità: «Lo sviluppo del piano strategico dell’area Sostenibilità parte dalla radicata cultura dell’Università LUM storicamente orientata allo sviluppo e innovazione del territorio e delle persone. L’Università LUM ha da sempre dimostrato un orientamento verso queste tematiche. Ne è dimostrazione, per esempio, il Dottorato di Ricerca (PhD) in Economics and Management of Sustainability and Innovation, tra i primi a livello nazionale a essere dedicato a tali tematiche. Sono sicuro che la collaborazione con gli altri atenei pugliesi, grazie alla costituzione della RUS Puglia, rafforzerà ulteriormente l’impatto che le nostre istituzioni saranno in grado di generare, a beneficio in primis dei giovani, delle imprese e del territorio».

«Le università svolgono un ruolo chiave nella formazione delle nuove generazioni sulle tematiche legate alla sostenibilità ambientale e nella promozione di buone pratiche finalizzate a trasmettere una consapevolezza critica nei confronti delle principali problematiche quali il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento, le risorse naturali limitate», ha dichiarato il Rettore dell’Università di Foggia Lorenzo Lo Muzio, «l’Università di Foggia ha potenziato negli anni il suo impegno nell’adozione di politiche innovative sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. L’adesione a questa iniziativa che ci vede insieme agli altri Atenei protagonisti della costituzione di una rete regionale di coordinamento per lo sviluppo sostenibile, nasce dalla consapevolezza che solo uniti possiamo ambire a raggiungere un armonioso rapporto tra ambiente ed economia, in grado di assicurare la salute e il benessere delle persone».

Presente all’evento, per l’Università di Foggia, anche il delegato rettorale alle Performance socio-ambientali e alla sostenibilità prof. Giulio Mario Cappelletti, docente di Scienze Merceologiche: «Fondamentale è il ruolo delle università per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030, che si svolge attraverso le attività di ricerca, la didattica, la terza missione e con l’impegno in prima fila a ridurre i consumi di risorse e a gestire correttamente i rifiuti generati. Attraverso questa rete regionale, le università pugliesi potranno collaborare fattivamente mettendo in comune forze e risorse necessarie per creare sinergie e un tavolo di confronto sulle tematiche ambientali e sociali».

«La sostenibilità sarà la caratteristica principale dei nuovi modelli di sviluppo e il filo conduttore della ricerca scientifica», ha commentato il Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, «che dovrà sostenere la transizione ecologica ed energetica nei prossimi anni. In questa prospettiva di cambiamenti epocali la Puglia potrà contare su un sistema universitario unito e determinato a fare emergere le enormi potenzialità del Territorio e la sua vocazione all’innovazione, in tutti i settori strategici per lo sviluppo sostenibile. La sinergia tra gli atenei pugliesi, in particolare in questo ambito, conferma quanto sia importante oggi mettere insieme competenze tecnico scientifiche e umanistiche, in una nuova ottica di sana contaminazione tra i saperi».

«Questo sarà un elemento fondamentale», ha concluso il rettore del Politecnico, «per dare nuovo impulso alla ricerca e all’innovazione, sui grandi temi di comune interesse come l’energia, la mobilità, la tutela dell’ambiente e la salute, che avranno ricadute importanti sulla qualità di vita delle persone e delle organizzazioni sociali».

 

 

 

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