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Attualità

Ruffano lancia Ulivothon

Emergenza senza fine per i nostri ulivi, intanto il sindaco Russo lancia e promuove una raccolta di fondi tra Comuni per finanziare la ricerca

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Il sindaco di Ruffano, Carlo Russo, lancia una raccolta di fondi tra Comuni per finanziare la ricerca al fine di contenere le infezioni da Xylella (o altro patogeno responsabile del disseccamento) dai nostri ulivi. Una sorta di “Telethon dell’Ulivo o Ulivothon” se, come dice lo stesso sindaco di Ruffano, “condivisa in maniera unitaria da tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio senza perdersi in polemiche sterili e inutili”.


Il sindaco di Ruffano Carlo Russo

Il sindaco di Ruffano Carlo Russo


Nella nostra iniziativa”, spiega Carlo Russo, “abbiamo coinvolto il Consorzio di difesa e valorizzazione delle produzioni intensive dell’ambiente e del territorio rurale della Provincia di Lecce (CO.DI.LE). Ci siamo affidati al Consorzio innanzitutto perché è un Ente di diritto pubblico e poi per il fatto che collabora con  la Facoltà di Agraria-dipartimento di Scienze agrarie degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia. In tanti incontri sull’argomento Xylella, non ultimo quello tenutosi a Ruffano”, approfondisce, “ci siamo detti che, al momento, occorre cercare di superare questa fase critica, aiutando gli olivi a sopravvivere all’infezione, attraverso l’adozione delle buone pratiche inserite nelle linee guida regionali, in attesa che la ricerca consenta di aggredire direttamente l’agente eziologico della malattia”.


Dando vita a questa “colletta”, della quale il primo cittadino di Ruffano si farà portavoce e fautore presso i colleghi Sindaci, “mi auguro che vengano raccolte le somme necessarie affinché i ricercatori universitari possano, attraverso la sperimentazione, addivenire quanto prima alla soluzione radicale del problema Xylella”.


Il CO.DI.LE. ha acceso un conto corrente presso la BPP filiale di Lecce Viale Marche, dedicato, appunto, alla raccolta fondi per la ricerca, cui possono fare riferimento sia le strutture pubbliche che private per donazioni in denaro.


L’Amministrazione comunale di Ruffano ha già deliberato di “erogare in favore del Consorzio di difesa e Valorizzazione delle Produzioni Intensive dell’Ambiente e del Territorio Rurale della Provincia di Lecce, il contributo di euro 1.000,00 per avviare processi di ricerca e sperimentazione di cura per il problema del disseccamento rapido dell’olivo”.


(Giuseppe Cerfeda)


Xylella: emergenza continua


Il caso Xylella fastidiosa tiene banco in Salento da oltre un anno. La gravità della malattia che colpisce gli ulivi, ma anche altre piante come il pesco, il ciliegio o gli agrumi, è emersa lentamente fino a far puntare i riflettori sull’agro salentino, dove il batterio killer sta trasformando i danni in vera e propria strage di piante.


Stato d’emergenza


xylellacicaleAlla richiesta d’aiuto rrivata dalla nostra terra, il Governo ha risposto dichiarando lo stato d’emergenza.  La decisione è stata presa lo scorso febbraio dal Cdm, in seguito ad una analisi istruttoria tecnica con Presidenza del Consiglio, Ministero delle politiche agricole e Regione Puglia, in cui tra le altre cose si è deciso di stanziare 5 milioni di euro dal fondo nazionale di solidarietà, che si sono aggiunti ai 2,6 milioni del Ministero delle politiche agricole ed ai quasi 6 della Regione Puglia. Passo successivo è stato l’ingresso in campo della Protezione Civile. A guidare la lotta al batterio killer, in prima fila il Commissario straordinario Giuseppe Silletti, già comandante regionale del Corpo forestale dello Stato. Silletti, affiancato da una commissione di 5 tecnici, ha immediatamente raggiunto i punti nevralgici del Salento iniziando con una messa in sicurezza della fascia di protezione, onde evitare una diffusione della malattia.


La “proposta” dell’Ue


UEAlla propagazione del batterio è corrisposto un crescendo dell’allerta che ha travalicato i confini nazionali ed ha raggiunto, la settimana scorsa a Bruxelles, il tavolo dei 28 ministri dell’agricoltura comunitari. Netta e incontrovertibile la presa di posizione dell’Unione Europea, per bocca del Commissario alla salute e alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis: “Bisogna abbattere gli ulivi malati, ci vuole una soluzione dolorosa ma efficace”. Parole cui il ministro Maurizio Martina, ha risposto: “Il nostro intervento non sta sottovalutando il problema. Ben venga il dibattito, accettiamo proposte, purché concrete”.

Il dibattito


E mentre la questione rimbalza, irrisolta, tra i palazzi del potere, la polemica sulle decisione prese (o non prese) si alimenta. Un coro di voci spinge per frenare l’abbattimento selvaggio. Gli esperti ritengono sia inutile intervenire drasticamente, e propongono di tamponare la malattia e abituarsi all’idea di conviverci. Il presidente regionale dell’Udc, Salvatore Negro, chiede che si alimenti la ricerca, anziché intervenire drasticamente sul territorio.


Non si discosta molto l’idea di Copagri che, indignata, si domanda se sia mai possibile, nel 2015, arrendersi ad un germe e provoca: “La politica fa più danni del batteri”.


Alza la posta Coldiretti, che ritiene insufficiente lo stato emergenza e richiedere lo stato di calamità naturale.


“Dà ulteriori garanzie in termini di sgravi economici e contributi alle imprese colpite da questa situazione drammatica, oltre a innescare ulteriori misure urgenti”, sottolinea tra gli ulivi salentini il presidente Moncalvo.


Effetto boomerang


In questo trambusto, il piano d’intervento del commissario Silletti non si arresta. In programma misure di repressione chimiche anche nei mesi estivi. Inutile sottolineare come questo scenario non sia una gran cartolina per il Salento.


I primi a rendersene conto i titolari degli agriturismi, che nel mese di febbraio hanno registrato una percentuale di disdette, sulle prenotazioni per la prossima estate, che sfiora il 30%.


Consci della criticità della situazione, i Comuni leccesi hanno deciso di attivarsi per informare la cittadinanza sull’emergenza.


Un andirivieni di esperti sta percorrendo la provincia in un susseguirsi di incontri informativi in cui, a dispetto dell’incertezza che piove dall’alto, nella forbice del comparto di competenze tra Europa e Italia, si è deciso di spiegare concretamente alla gente come intervenire ed affrontare il problema nel proprio piccolo.


(Lorenzo Zito)


Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

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C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

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