Cronaca
Castello D’Amore ad Ugento: parla l’architetto
Il proprietario: “Il sequestro probatorio riguarda una civile abitazione e nulla a che fare con il castello”
L’architetto Rosa Carafa, coordinatore dell’Ufficio della direzione dei Lavori del “Restauro, recupero e rifunzionalizzazione del Castello di Ugento” interviene sul sequestro probatorio notificato ieri dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari (RGNR 8772/2015) e “preciso che riguarda un immobile di civile abitazione di proprietà privata, sita in angolo tra via d’Amore e via Porta Paradiso ad Ugento nelle vicinanze del Castello; l’area del Castello di Ugento e le zone ad essa limitrofe sono vincolate ai sensi del decreto ministeriale del 22 agosto 1994. L’immobile sottoposto a sequestro”, dichiara, “pur ricadendo nel perimetro del vincolo non ha nulla a che fare con il Castello d’Amore; i lavori sequestrati non hanno nulla a che fare con il cantiere del “Restauro, Recupero e rifunzionalizzazione del Castello di Ugento”che per giunta è in via di completamento”.
E ancora: “Nessuna comunicazione o fermo è stato notificato alla Ditta che sta eseguendo i lavori di restauro dell’immobile, ne alla Direzione dei Lavori, né tantomeno ai comproprietari eredi dei Principi d’Amore. I lavori in corso al castello”, conclude, “sono tutti approvati ed autorizzati dalle Soprintendenze competenti, ASL e Vigili del Fuoco, oltre ad essere costantemente monitorati da detti Enti per l’importanza dell’immobile ed il suo valore sia storico che artistico”.
All’architetto fa eco anche il proprietario del Castello Massimo Fasanella d’Amore: “Si tratta di un fermo dei lavori che nulla ha a che fare con i progetti di restauro che nello specifico interessano il castello di Ugento; di conseguenza nessuna responsabilità è stata imputata alla società che sta eseguendo i lavori di restauro dell’immobile, né ai privati comproprietari del Castello di Ugento né tantomeno al Comune di Ugento che, se i fatti verranno confermati, si configurano invece come parti lese della vicenda“.
Cronaca
L’incubo di incendi di auto nella notte: altre cinque coinvolte
I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli.
Lecce si sveglia ancora con l’incubo delle auto incendiate: questa volta sono cinque le auto interessate.
I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli ed altre tre auto danneggiate.
Il primo verso le 2 e mezzo nel rione Borgo Pace, dove una Fiat 600 è stata avvolta da una fiammata; l’auto è di proprietà di una 58enne di origini brasiliane.
Oltre ai pompieri sono intervenuti anche i carabinieri, gli stessi che hanno cercato le videocamere installate in zona, per avviare le indagini e stabilire l’origine dell’accaduto.
Cronaca
Ruba a casa di anziana vicina, donna nei guai
Aveva arraffato mobili in oro dalla cucina dell’anziana signora. Ora è ai domiciliari
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Arrestata in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Parabita, la donna ritenuta
presunta responsabile del furto perpetrato presso l’abitazione di un’anziana del posto.
La donna, di nazionalità italiana, poco prima, era entrata nell’abitazione di una vicina di casa.
Dopo alcuni minuti, all’insaputa della vittima,
la medesima iniziava a rovistare nell’appartamento, riuscendo ad arraffare alcuni monili in oro da un mobile della cucina.
I Carabinieri, in servizio di pattuglia nel centro abitato di Parabita, allertati da una segnalazione
al 112 (Numero Unico Emergenze), sono giunti sul luogo indicato e hanno individuato e bloccato la donna che usciva dalla casa.
Sottoposta a perquisizione personale è stata trovata ancora in possesso dei preziosi in oro del valore di circa 1500 Euro, nascosti
all’interno di una busta.
I militari hanno poi riconsegnato all’avente diritto tali preziosi.
La ladra è stata arrestata e, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotta presso la propria abitazione e sottoposta agli arresti domiciliari.
Cronaca
Lavoro… cinese: 4 lavoratori in nero e 4 ditte sospese
Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati. In provincia Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese. Elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro
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È prevalentemente in nero o sottopagato il lavoro cinese in Italia.
Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati.
È quanto risulta dall’operazione svolta dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Lecce unitamente a personale dell’ITL di lecce e dell’Arma territoriale nell’ambito di un’attività svolta dal 20 al 27 aprile nella provincia di lecce ed estesa a livello nazionale, coordinata dall’europol e finalizzata al contrasto dello sfruttamento del lavoro e irregolare delle imprese gestite da cittadini extracomunitari.
Le violazioni accertate hanno visto sia l’inosservanza della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che quelle di natura amministrativa.
Le prime riguardavano la mancata valutazione dei rischi, la mancata sorveglianza sanitaria dei dipendenti e la non conformità dei requisiti idonei sugli ambienti di lavoro e locali spogliatoi e igienici mentre, le seconde il lavoro nero, pagamento in contante di parte della retribuzione, la mancata tracciabilità della stessa e l’ inosservanza dell’ orario di lavoro previsto dai CCNL.
Le verifiche hanno interessato il settore edile, attività commerciali e la filiera della ristorazione presenti nel territorio della provincia di lecce.
Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese e sono state elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro.
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