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Cronaca

Rapina alle poste, Slc-Cgil: “Più sicurezza!”

Lettera del segretario generale della Slc-Cgil Lecce al responsabile Area territoriale Sud 1 di Bari dell’azienda

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«Subito una serie di interventi straordinari per mettere in sicurezza gli uffici postali più esposti al rischio rapina»
. Subito dopo l’ennesima rapina all’ufficio postale in piazza Napoli a Lecce, il segretario generale della Slc-Cgil Lecce (Sindacato Lavoratori della Comunicazione), Salvatore Labriola, ha scritto al responsabile Area territoriale Sud 1 di Bari dell’azienda. «L’ultimo evento criminoso fa il paio con le vicissitudini patite dallo stesso ufficio postale e dall’ufficio postale 6, in via Benedetto Croce, entrambi più volte “attenzionati” dai rapinatori. Dotare gli uffici postali di adeguati sistemi di sicurezza è una misura improcrastinabile».


«Le rapine producono conseguenze anche gravi sulla psiche dei lavoratori coinvolti. Ecco perché presento la mia vibrata protesta per la scarsa considerazione che Poste Italiane riserva alla sicurezza dei propri dipendenti. Per scelte incomprensibili ha deciso di non installare ingressi di sicurezza adeguati che, anche se non esaustivi, possono rappresentare strumenti dissuasivi per le menti criminali e di conforto psicologico per i dipendenti», prosegue Labriola.

«Quando furono presi di mira i distributori automatici (Atm), sull’intero territorio nazionale furono prese decisioni anche impopolari e penalizzanti per la clientela, pur di arginare il fenomeno. Non voglio quindi pensare che Poste Italiane decida di attivare interventi duri solo per limitare le perdite di denaro, mentre poi sottovaluta la sicurezza e la salute dei lavoratori. I ritardi accumulati in materia di prevenzione rapine non è giustificabile, nemmeno da chi ritiene che gli uffici non abbiano necessità di porte d’ingresso autobloccanti controllate da videocamere comandate dall’interno, come del resto avviene in altri uffici postali e in ogni banca. Non è infatti un caso se i rapinatori scelgono proprio gli uffici di Lecce 6 e Lecce 7 per i loro colpi. Poste Italiane ha l’obbligo per legge di mettere in sicurezza gli uffici e non basta la formazione tra i dipendenti sui soli elementi comportamentali per evitare le rapine; piuttosto servono investimenti urgenti per dotare gli uffici postali di sistemi idonei di sicurezza dei lavoratori e dei cittadini».


Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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