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Cronaca

Prof No Tap in Grecia può tornare a casa

Pati Luceri, l’attivista no tap di Martano, professore del Liceo Scientifico “Stampacchia” di Tricase è libero in attesa del processo del 12 luglio. Intanto Kavala gli conferisce la cittadinanza onoraria

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Pati Luceri, l’attivista no tap di Martano è libero.


L’insegnante di storia al Liceo Scientifico “Stampacchia” di Tricase era stato arrestato martedì scorso vicino alla città greca di Kavala (CLICCA QUI), nei pressi del confine con la Turchia, perché insieme ai no-tap locali aveva cercato di impedire l’accesso al sito agli operai che avrebbero dovuto realizzare le opere infrastrutturali per il gasdotto che, che partendo dall’Azerbaijan, attraverserà Turchia, Grecia e Albania per giungere fino in Italia, sulla spiaggia di San Foca a Melendugno.


Il 65enne professore potrà tornare nel Salento perché il processo nei suoi confronti e in quello dei greci arrestati è stato rinviato al 12 luglio.


Come dimostra il video qua sotto, Pati è diventato una sorta di eroe per la popolazione locale da sempre contraria alla realizzazione dell’opera tanto è vero che  l’amministrazione di Kavala gli ha anche conferito la cittadinanza onoraria per il suo impegno a favore del territorio.


Nel frattempo si era diffusa la voce che sia lui che il suo collega docente dall’altra parte del Mediterraneo, Themis Kalpakidis, avessero sospeso lo sciopero della fame. Lo stesso Pati però smentisce. Sul suo profilo facebook il professore no-tap ha scritto: “Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno espresso solidarietà ed anche coloro che pur avendolo voluto fare, non hanno potuto. Grazie di cuore a tutti! Solo una precisazione, però,  non ho sospeso lo sciopero della fame, perché finché anche il mio caro compagno di lotta Themis, non uscira dall’ospedale, per me il probema non si pone. Un abbraccio a tutti e .. a presto“. Firmando come sempre “Lu Pati de Martanu” e poi chiudendo con il suo “Mannaggia …alla fame ma alla TAP …de cchiui!!!“.




 


Cronaca

L’incubo di incendi di auto nella notte: altre cinque coinvolte

I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli.

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Lecce si sveglia ancora con l’incubo delle auto incendiate: questa volta sono cinque le auto interessate.

I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli ed altre tre auto danneggiate.

Il primo verso le 2 e mezzo nel rione Borgo Pace, dove una Fiat 600 è stata avvolta da una fiammata; l’auto è di proprietà di una 58enne di origini brasiliane.

Oltre ai pompieri sono intervenuti anche i carabinieri, gli stessi che hanno cercato le videocamere installate in zona, per avviare le indagini e stabilire l’origine dell’accaduto.

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Cronaca

Ruba a casa di anziana vicina, donna nei guai

Aveva arraffato mobili in oro dalla cucina dell’anziana signora. Ora è ai domiciliari

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Arrestata in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Parabita, la donna ritenuta
presunta responsabile del furto perpetrato presso l’abitazione di un’anziana del posto.

La donna, di nazionalità italiana, poco prima, era entrata nell’abitazione di una vicina di casa.

Dopo alcuni minuti, all’insaputa della vittima,
la medesima iniziava a rovistare nell’appartamento, riuscendo ad arraffare alcuni monili in oro da un mobile della cucina.

I Carabinieri, in servizio di pattuglia nel centro abitato di Parabita, allertati da una segnalazione
al 112 (Numero Unico Emergenze), sono giunti sul luogo indicato e hanno individuato e bloccato la donna che usciva dalla casa.

Sottoposta a perquisizione personale è stata trovata ancora in possesso dei preziosi in oro del valore di circa 1500 Euro, nascosti
all’interno di una busta.

I militari hanno poi riconsegnato all’avente diritto tali preziosi.

La ladra è stata arrestata e, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotta presso la propria abitazione e sottoposta agli arresti domiciliari.

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Cronaca

Lavoro… cinese: 4 lavoratori in nero e 4 ditte sospese

Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati. In provincia Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese. Elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro

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È prevalentemente in nero o sottopagato il lavoro cinese in Italia.

Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati.

È quanto risulta dall’operazione svolta dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Lecce unitamente a personale dell’ITL di lecce e dell’Arma territoriale nell’ambito di un’attività svolta dal 20 al 27 aprile nella provincia di lecce ed estesa a livello nazionale, coordinata dall’europol e finalizzata al contrasto dello sfruttamento del lavoro e irregolare delle imprese gestite da cittadini extracomunitari.

Le violazioni accertate hanno visto sia l’inosservanza della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che quelle di natura amministrativa.

Le prime riguardavano la mancata valutazione dei rischi, la mancata sorveglianza sanitaria dei dipendenti e la non conformità dei requisiti idonei sugli ambienti di lavoro e locali spogliatoi e igienici mentre, le seconde il lavoro nero, pagamento in contante di parte della retribuzione, la mancata tracciabilità della stessa e l’ inosservanza dell’ orario di lavoro previsto dai CCNL.

Le verifiche hanno interessato il settore edile, attività commerciali e la filiera della ristorazione presenti nel territorio della provincia di lecce.

Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese e sono state elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro.

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