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Agricoltura: “Ecco perché difendere il Protocollo d’intesa”

Raccolta delle angurie e dei pomodori nelle Campagne di Nardò: Ecco in cosa consiste il Protocollo d’intesa fra parti datoriali e sindacali.

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Presa di posizione della CGIL leccese a firma di Antonio Gagliardi (Segr. Gen. FLAI-CGIL Lecce) in merito al Protocollo sull’agricoltura.


In questi giorni su Boncuri abbiamo letto e ascoltato considerazioni, valutazioni e giudizi, dei più svariati.


La CGIL e la FLAI Cgil, cercando di mantenere alta l’attenzione sugli aspetti importanti della questione, hanno più volte manifestato il forte disappunto sulla decisione di non aprire le porte di Masseria Boncuri ai lavoratori stranieri che ogni anno vengono a lavorare nelle campagne di Nardò. Una decisione giustificata con ragioni aleatorie e che ci porta a ribadire con forza la necessità di garantire un’adeguata accoglienza per evitare che tanti, troppi lavoratori tornino ad accamparsi sotto gli alberi di ulivo, cancellando così, con un colpo di spugna, tutti gli sforzi compiuti per costruire un’esperienza nuova, indicata anche come modello da studiare e sviluppare a livello nazionale.


In questo contesto si inseriscono le dinamiche del mercato del lavoro sulla raccolta stagionale di angurie e pomodori. Dinamiche valutate dalle organizzazioni datoriali e sindacali, fino a convenire sulla necessità di dotarsi, senza abdicare al proprio ruolo, di uno strumento sperimentale, limitato al tempo necessario per la raccolta dei prodotti nell’area di Nardò, anche con l’auspicio che le aziende agricole possano in questo modo proseguire nel percorso di emersione dal lavoro nero.


Di qui la strutturazione di un protocollo d’intesa, sottoscritto a fine maggio tra associazioni datoriali e sindacali, che si basa sui contratti nazionali e provinciali e, naturalmente, sulle leggi vigenti.


Uno strumento di supporto a quello contrattuale che dà la possibilità di mettere in relazione diretta le aziende agricole e i lavoratori, svuotando il ruolo illecito del “caporale”.


Uno strumento che facilita l’incontro tra la reale domanda e l’offerta di lavoro attraverso l’utilizzo delle “liste di prenotazione” approntate in luoghi istituzionali, come i Centri per l’Impiego, di cui c’è una sede appositamente creata proprio a Nardò, grazie a una sperimentazione fortemente sostenuta da CGIL e FLAI CGIL che hanno attivato i tavoli istituzionali e di confronto per raggiungere tale obiettivo.


A maggior ragione lascia con l’amaro in bocca dover constatare che le istituzioni locali non abbiano considerato un’opportunità questo protocollo, in virtù del fatto che accoglienza, informazione e indirizzo sono alla base di esso per renderlo pienamente esigibile.


Infatti, concentrare la presenza dei lavoratori in un solo luogo di accoglienza, come Masseria Boncuri, avrebbe consentito una rapida diffusione tra i lavoratori degli aspetti virtuosi contenuti nel protocollo: legalità nel lavoro e nell’ingaggio.

A coloro che (per la verità un numero molto esiguo di persone) hanno definito, senza evidentemente conoscere, il protocollo d’intesa per l’impiego della manodopera nella produzione di prodotti ortofrutticoli per l’area nord-ovest della provincia di Lecce, come “un fortissimo arretramento” sulle conquiste salariali, è opportuno spiegare che esso non prevede la paga a cottimo, sebbene tale istituto contrattuale sia ampiamente previsto dal CCNL applicato nel settore agricolo e dal contratto provinciale di categoria.


Difatti, già nel lontano 1984 il Contratto Provinciale di Lavoro di questa provincia prevede la possibilità di regolamentare la paga a cottimo da stabilirsi direttamente tra azienda e singolo lavoratore. Le organizzazioni datoriali e sindacali hanno voluto, viceversa, mettere dei vincoli all’applicazione di tale istituto contrattuale, rendendo esigibile il salario di base e annullando qualunque “pattuizione” tra singoli soggetti.


Smentiamo, dunque, senza alcuna difficoltà, quanto dichiarato nei giorni scorsi da singolari depositari della conoscenza e delle soluzioni. A quanto pare, essi hanno in mano la soluzione per risolvere i problemi legati alle complesse dinamiche lavorative e sociali dei lavoratori migranti in agricoltura.


La storia ultracentenaria della CGIL, che ha visto grande protagonista Peppino Di Vittorio, insegna che l’emancipazione dei lavoratori e dei loro diritti passa attraverso le rivendicazioni collettive e la contrattazione costituzionalmente riconosciuta ed affidata alle organizzazioni sindacali.


Il sindacato che muove le proprie azioni, se condivise dai lavoratori, li organizza, senza presunzione, e per essi ne rivendica diritti e tutele. L’autotutela e l’autorganizzazione sono processi palesemente vuoti di contenuti e privi di potere contrattuale.


Come dire: “A ciascuno il proprio ruolo”; quando si sconfina, si corre sempre il rischio di fare una magra figura. E, purtroppo, non è la prima volta, per qualcuno, che questo accade”.


Antonio Gagliardi (Segr. Gen. FLAI-CGIL Lecce)


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Tricase: “I lavori in via F.lli Allatini un bel pasticciaccio”

L’intervento dei consiglieri di minoranza Carità, Ciardo e Baglivo

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I consiglieri comunali di minoranza del Comune di Tricase Giovanni Carità, Armando Ciardo, Antonio Luigi Baglivo intervengono con una nota sulla situazione riguardanti i lavori in corso in via Fratelli Allatini.

Capita spesso, soprattutto quando si ricopre il ruolo di Consiglieri Comunali di opposizione, di uscire di casa e scoprire l’apertura di nuovi cantieri pubblici. Raramente capita di essere chiamati alla condivisione di un’idea, di un progetto, di una visione della città. Ovviamente, non è questo il caso dei lavori in via Fratelli Allatini e, a dire il vero, di tanti altri casi, come accaduto di recente per il cantiere di via Lecce.

Preso atto dell’inizio dei lavori in via Fratelli Allatini, per quello che compete al nostro ruolo, abbiamo immediatamente protocollato una interrogazione consiliare in data 21/11/2025 (prot. N. 00023283). L’interrogazione è stata calendarizzata per il Consiglio Comunale del 26/11/2025 e in quella sede discussa. La discussione è agli atti, pubblica e visibile sul canale istituzionale del Comune di Tricase. 

Nel corso del dibattito abbiamo evidenziato le nostre perplessità, facendo spesso riferimento al rispetto del PEBA (Pieno di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), esposto le potenziali criticità e chiesto certezze sulla futura viabilità. Il Sindaco, che ricopre anche il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, ha risposto illustrando il progetto e dando garanzie sul rispetto del PEBA e sulla realizzazione dell’opera in funzione soprattutto del rispetto dei pedoni.

Questo è quanto avvenuto, nulla di più ma neanche nulla di meno. L’opposizione, che pare essere il problema di Tricase, ha svolto il suo ruolo, per quello che le compete.

Passiamo ora alle valutazione politiche, che poi sono quelle più importanti. L’opera in corso in via Fratelli Allatini parte da lontano, come da lontano vengono le tante criticità di questa nostra città. Come sempre manca una visione realistica e concreta di ciò che serve, ma anche di ciò che non serve e che paradossalmente peggiora la qualità della vita di tutti noi. 

La strada in questione è una delle arterie viarie più importanti di Tricase. E’ situata nel mezzo di un quartiere fatto di uno stretto reticolato di strade parallele e perpendicolari alla stessa. Stradine frutto di una politica disastrosa e che tuttavia fungono anche come parcheggio per i residenti. Persone che li vi abitano e che continueranno ad abitarci. Un quartiere con un’alta densità demografica sul quale insistono anche diverse attività commerciali. 

Preso atto di questo e anche delle difficoltà che l’area sopporta, a nostro parere, sarebbe stato necessario, e forse ancora lo è, soffermarsi sul da farsi con la giusta cautela, senza cedere alla cieca e disastrosa politica del fare tanto per fare.

In conseguenze di queste nostre pubbliche riflessioni e delle ulteriori criticità emerse, in particolare in via Massa e via Micetti, invitiamo il Sindaco, la Giunta e i colleghi di maggioranza ad una riflessione seria, urgente e pubblicasull’intero intervento.

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Con le donne, per le donne a Salve: Salento in Rosa

Da oggi la mostra organizzata dall’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù che sarà intitolato a Renata Fonte. Venerdì 5 convegno con la rettrice di UniSalento Maria Antonietta Aiello, il Commissario della Polizia di Taurisano Federica Mele, l’imprenditrice Tina De Francesco e Viviana Matrangola (figlia di Renata Fonte)

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Il convegnoSalento in rosa: Donne di Coraggio” è l’iniziativa che l’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù organizza nell’ambito della staffetta promossa dalla rete de Il Veliero parlanteDonne coraggio”, nata per celebrare storie di donne visionarie e rivoluzionarie.

Nella Scuola Secondaria di via Rosenberg, oggi si inaugura una mostra (aperta al pubblico fino al 5 dicembre) che presenterà storie, esempi di passione civile e di sfida ai pregiudizi: un’occasione per mettere al centro le donne non solo nella giornata del 25 novembre.

Al termine della mostra, alle ore 10 di venerdì 5 dicembre, quattro figure femminili che si sono distinte nel panorama socio-culturale ed istituzionale si confronteranno e si racconteranno.

Tenacia, talento e impegno nella loro cassetta degli attrezzi, a testimoniare un duro lavoro e anche un bagaglio di esperienze da trasmettere alle nuove generazioni.

Interverranno Maria Antonietta Aiello, (Rettrice dell’Università del Salento), Federica Mele (nuovo Commissario capo di Polizia a Taurisano), l’imprenditrice Tina De Francesco (dell’azienda DFV) e Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte.

A quest’ultima, prima donna vittima di mafia, assassinata più di 40 anni fa per aver difeso quel meraviglioso lembo di costa che grazie a lei oggi è il Parco Regionale di Porto Selvaggio, sarà denominato l’Istituto comprensivo Salve, Morciano Patù.

La conferma arriva dal dirigente scolastico Gianni Sergi: «Intitoleremo la scuola ad una donna salentina che ha pagato col sangue l’amore per la propria terra. La nostra scuola continuerà nel solco del suo esempio a educare al rispetto delle persone, dell’ambiente e della legalità».

Per le nuove generazioni che si affacciano in un mondo sempre più complesso, il convegno, la mostra, il confronto con donne che ce l’hanno fatta possono rappresentare un modello, un faro puntato sui diritti necessari e non negoziabili, che la scuola vuol tenere sempre acceso.

Come sottolinea il Dirigente, «oggi la scuola non può e non deve rimanere neutrale di fronte a queste tematiche. Il nostro Istituto è impegnato quotidianamente non solo nell’istruzione ma anche nell’educazione dei suoi allievi alla cittadinanza attiva, al rispetto e al riconoscimento del valore inestimabile del contributo femminile in ogni ambito della società. Il coraggio di cui parliamo è la forza quotidiana di resistere, di studiare, di lavorare e di credere nei propri sogni».

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Aldo, Giovanni e Giacomo hanno un messaggio per Tricase

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Un simpatico video destinato a Tricase da parte del mitico trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.

Il messaggio, indirizzato ai tricasini in vista del film Attitudini, in uscita al cinema, è stato recapitato al sindaco De Donno dalla regista della pellicola, Sophie Chiarello, passaporto francese, corsanese d’origine.

Ecco il video in cui il trio ironizza sul nome di Tricase e confida di essere…”culo e camicia” col primo cittadino.

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