Attualità
Carlo Capasa tra gli Ambasciatori di Terre di Puglia 2019
Insieme al salentino, presidente della Camera Nazionale della Moda: la cantante Mietta (Taranto), il comandante delle Frecce Tricolori, maggiore Gaetano Farina, (Francavilla Fontana) e Giovanna Iannantuoni (Foggia), Rettore dell’Università di Milano Bicocca

Il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa, di Otranto, la cantante tarantina Mietta, il comandante delle Frecce Tricolori, il maggiore Gaetano Farina, originario di Francavilla Fontana (Brindisi). Il Rettore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, la foggiana Giovanna Iannantuoni.
Sono queste le eccellenze pugliesi che saranno premiate come Ambasciatori di terre di Puglia 2019 nella cerimonia in programma a Milano domenica 10 novembre,alle ore 17 nella Sala Alessi di Palazzo Marino (piazza della Scala, 2).
Il Premio, giunto quest’anno alla quattordicesima edizione, è organizzato dall’Associazione regionale pugliesi di Milano, presieduta dal generale Camillo de Milato, e ha visto premiati, in passato, illustri personalità, istituzioni del mondo scientifico, culturale e caritativo, dal Carnevale di Putignano all’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, fino a personaggi del calibro di Lino Banfi e Checco Zalone, cantanti come Ron, Al Bano Carrisi, Renzo Arbore, i Negramaro, lo stilista Angelo Inglese, Teo Teocoli, i registi Sergio Rubini ed Edoardo Winspeare, lo scrittore Marcello Veneziani, il fisico Orazio Svelto, il Capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, il generale Salvatore Farina.
«Quest’iniziativa», afferma l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, presidente del Premio e pugliese doc, «è nata con l’intento di scoprire e far conoscere attraverso i protagonisti migliori, il pensiero, la cultura, la laboriosità e l’ingegno delle genti di Puglia, consegnando un riconoscimento a chi, in vari campi e non solo in Italia, ha contribuito alla valorizzazione del patrimonio umano, culturale e sociale della nostra regione e lo ha fatto conoscere nel mondo».
«L’evento», spiega il generale De Milato, «è destinato sempre di più ad essere un momento forte di aggregazione, confronto e condivisione tra vecchie e nuove migrazioni rappresenta un momento d’orgoglio ma anche uno sprone per i duecentomila pugliesi che vivono e lavorano a Milano».
Il logo ufficiale del Premio è un’immagine del faro di Santa Maria di Leuca che si erge sull’estremo promontorio di Puglia, de finibus terrae, che guarda a Oriente.
«Il Premio», dichiara Giuseppe Selvaggi, ideatore della manifestazione, «è un viaggio in lungo e largo in una terra la cui bellezza è nel cuore e negli occhi di chi sa amarla anche alla distanza. Nella valorizzazione conoscitiva e premiazione delle eccellenze si intende trasmette un’immagine in positivo di una regione e delle sue genti».
La serata sarà condotta dalla giornalista Nicla Pastore.
La prestigiosa giuria del Premio, presieduta dal generale Camillo de Milato, vede, tra gli altri, la presenza dell’attore Gerardo Placido, di Giovanna Mavelia, segretario generale di Confcommercio Lombardia, Giovanni Fantasia, generale di divisione Esercito Italiano, Maria Luisa Motolese, consigliere della Corte dei Conti, Giacomo De Laurentis, direttore EEOP SDA Bocconi.
Tra le personalità presenti nel Comitato d’onore del Premio ricordiamo, tra gli altri, Livia Pomodoro, ex presidente del Tribunale di Milano e attuale Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Angelo Maria Perrino, fondatore e direttore di Affari Italiani, Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione Don Tonino Bello, Fernando Cartenì, presidente del Premio Barocco, don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi.
Il Premio “Ambasciatore di terre di Puglia” è organizzato dall’Associazione regionale pugliesi di Milano con il patrocinio di Comune di Milano, Regione Lombardia, Regione Puglia e Città metropolitana di Milano.
MIETTA
La cantante di origine tarantina Daniela Miglietta, in arte Mietta, ha 49 anni ed è uno dei volti più noti della musica italiana.
Nella sua carriera ha realizzato tantissimi album, ma ha saputo anche spaziare in altri ambiti, dalla televisione alla scrittura. Nel 1987 ha debuttato come attrice radiofonica in Nasce una stella, mentre l’anno dopo ha partecipato al Festival di Sanremo.
La consacrazione arriva nel 1990, quando in coppia con Amedeo Minghi ritorna sul palco dell’Ariston con Vattene Amore, canzone italiana entrata nell’immaginario comune grazie anche al celebre verso «e allora ti chiamerò / trottolino amoroso dudù dadadà», e che si classifica terza.
La lunga carriera discografica l’ha portata a realizzare dieci dischi in studio dal 1990 al 2011, poi si è anche dedicata alla TV, prendendo parte a diversi talent e programmi televisivi come Music Farm, Tale e quale show, I migliori Anni e Star Academy. Inoltre ha preso parte a diverse fiction (La piovra 8, Stato di ebbrezza e L’ispettore Giusti) e anche al videoclip di Zucchero Menta e rosmarino.
Nel 2011 ha cominciato una carriera da scrittrice, esordendo con il romanzo L’albero delle giuggiole e continuando con Tra l’acqua e l’olio, uscito nel 2016.
GIOVANNA IANNANTUONI
Originaria di Foggia, Giovanna Iannantuoni dopo la laurea in Discipline Economiche e Sociali (DES) presso l’Università Bocconi, ha conseguito il PhD in Economics presso la Louvain Neuve University (2001). Ha trascorso diversi anni all’estero presso i più prestigiosi dipartimenti d’economia, quali Rochester University, Carlos III de Madrid, University of Cambridge. È stata fellow del Trinity Hall College (University of Cambridge).
Inoltre ha lavorato nella divisione equity-market della Credit Suisse First Boston di Londra.
Dopo questa avvincente esperienza internazionale è rientrata in Italia all’Università di Milano Bicocca, avendo appreso le migliori pratiche nella ricerca, nella didattica e nei rapporti con le imprese.
I suoi interessi di ricerca sono focalizzati su teoria dei giochi, decisioni di political economy e microeconomia. In particolare, si occupa di studiare le proprietà dei concetti di soluzione dei modelli di teoria dei giochi, e le loro applicazioni ai diversi sistemi elettorali.
Ha pubblicato sulle riviste internazionali più prestigiose in economia (tra le quali American Economic Review, Economica, Social Choice and Welfare, Mathematical Social Sciences).
Infine ha vinto molti progetti internazionali e nazionali come responsabile scientifico (quali la Ramon y Cajal Fellowship, Trinity Hall Fellowship, PRIN, Cariplo).
In Università Bicocca è stata prima coordinatrice del dottorato di Economia, e poi presidente della Scuola di Dottorato e, dal 1° novembre 2019 Rettore dell’Ateneo. Tra i frutti del suo impegno spiccano la valorizzazione dell’apporto dei dottorati sul fondo di finanziamento ordinario, l’innovazione della didattica multi-disciplinare offerta agli studenti; l’internazionalizzazione dei collegi docenti e degli studenti, l’implementazione del rapporto con le imprese nazionali ed internazionali.
CARLO CAPASA
Nato ad Otranto il 21 gennaio 1958, Carlo Capasa, insieme al fratello, lo stilista Ennio, ha fondato la Costume National operando professionalmente nel campo della moda.
Nato a Lecce nel 1958, dopo gli studi si è trasferito a Milano dove ha lavorato per diverse aziende del settore. In FTM ha gestito la distribuzione di vari brand tra cui Basile, Callaghan, Complice, Walter Albini e Issey Miyake.
All’inizio degli anni Ottanta, Capasa viene nominato Direttore Creativo di Zamasport Spa. In seguito, con la stessa società ha costituito una Joint Venture, ricoprendo dal 1984 al 1988 il ruolo di amministratore delegato e ha lanciato il marchio Romeo Gigli. Sempre in joint venture con Zamasport, nel 1993, ha creato un’azienda destinata alla distribuzione delle collezioni donna del marchio Gucci, ai tempi sotto la direzione creativa di Tom Ford, struttura che poi è stata poi integrata nel Gucci Group nel 2001.
Nel 1986 insieme al fratello Ennio ha realizzato il suo sogno: dare vita al suo marchio d’avanguardia, sartoriale e di qualità. Si tratta di Costume National, la Maison di cui è stato amministratore delegato per trent’anni fino al 2016, quando la compagnia è stata venduta al fondo giapponese Sedquedge. Nominato per la prima volta consigliere della Camera Nazionale della Moda (Cnmi) nel 2010, nel 2015 è stato chiamato alla presidenza dell’associazione ed è stato poiriconfermato alla presidenza per il biennio 2018-2020.
Allora, nel 2015, la sua nomina ha coinciso con una sfida non semplice perché in quegli anni Milano era alle prese con la serrata concorrenza di Londra e New York che rischiavano di scalzare la fashion week milanese dal podio delle settimane della moda più importanti e influenti al mondo. I tempi non erano semplici ma con piglio deciso Capasa è riuscito ad imprimere una nuova rotta alla fashion week milanese, rimettendo Milano di nuovo al centro del sistema moda.
Dal 2014, è sposato con l’attrice Stefania Rocca. Hanno due figli, Leone e Zeno.
MAGGIORE GAETANO FARINA
Nato a Francavilla Fontana (Brindisi), Gaetano Farina si diploma come geometra e poi frequenta l’Accademia aeronautica di Pozzuoli, dove consegue la laurea in Scienze Politiche e Aeronautiche e successivamente le abilitazioni per la guida di vari tipi di aerei.
Con un’esperienza pari a 1.100 ore di volo alle spalle, nel 2009 supera la selezione per entrare nella Pattuglia Aeronautica Nazionale (PAN).
Segue un addestramento duro, con una media di nove ore di allenamento al giorno.
Dal ruolo di Pony 7 a quello di Pony 1, ha portato a termine un brillante cursus honorum in soli otto anni, fino a ottenere l’anno scorso, a 38 anni, il comando delle Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale orgoglio dell’Aeronautica Militare Italiana.
Attualità
Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no
Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
di Giuseppe Cerfeda
In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.
Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.
Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.
IL SINDACO USCENTE
Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.
Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.
Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.
FRATELLI D’ITALIA
Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.
Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.
Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.
Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.
CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?
Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.
Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).
L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.
Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.
Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.
Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.
Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.
Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.
Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.
Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.
Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?
Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.
All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.
FANTAPOLITICA?
C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.
Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.
E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…
Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».
Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».
TRICASE INSIEME
«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.
Approfondimenti
“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

di Luigi Zito
Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.
Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.
Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.
Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.
Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.
Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.
Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.
Ricordiamocene.
Approfondimenti
L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”
«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,
Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.
È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.
Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.
Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).
Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.
La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.
La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.
Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.
La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.
L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Perché il Salento e Tricase?
«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».
È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?
«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».
«HO CONOSCIUTO PUTIN»
Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.
«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.
Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.
Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.
Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».
GLI OSTAGGI
Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.
«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.
Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.
Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.
I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.
Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».
IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA
La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?
«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.
Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano). Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».
Chroniques impertinentes
“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.
-
Attualità2 settimane fa
Laura Manta di Collepasso: “Non volevo diventare sindaco”
-
Attualità2 settimane fa
Periodo Unico di Valutazione, lo “Stampacchia” di Tricase dice addio ai quadrimestri
-
Cronaca4 settimane fa
Bambino travolto da furgone all’uscita da scuola a Tricase
-
Cronaca2 settimane fa
Specchia: scontro tra due auto
-
Cronaca4 settimane fa
Camion fuori strada sul ponte di Montesano: traffico bloccato
-
Corsano2 settimane fa
Corsano: cede solaio e inghiotte uomo di 58 anni
-
Attualità4 settimane fa
Olio lampante nelle mense scolastiche: a Taurisano la rabbia fa 90
-
Appuntamenti2 settimane fa
Corigliano d’Otranto: Premio Internazionale Victoria – Al Merito, all’Eccellenza