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Attualità

Cresce l’imprenditoria salentina

318 imprese in più tra luglio e settembre: crescita dello 0,4%

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Sono 318 le imprese in più iscrittesi all’anagrafe camerale tra luglio e settembre, saldo scaturito da 1.024 imprese nate  e 706 cancellate, che fanno registrare un tasso di crescita trimestrale dello 0,44%.  Complessivamente le imprese registrate nella provincia di Lecce sono 72.175 aumentate dello 0,39% rispetto a un anno fa (71.893), le localizzazioni sono 84.563 su base annua sono aumentate dello 0,6%.  Le iscrizioni sono rimaste sostanzialmente  stabili nell’arco degli ultimi quattro anni, mentre le cancellazioni sono diminuite, tant’ è che il tasso di mortalità imprenditoriale è il più basso (0,98%) degli ultimi anni. La provincia salentina in ogni caso con il tasso di crescita del 0,44% si colloca nella fascia alta della graduatoria provinciale,  preceduta, considerando le sole province pugliesi,  da Taranto (0,54%) e Foggia (0,47%),  mentre Bari (0,40%) e Brindisi (0,27% la seguono.





























































































































AnnoLocalizzazioniRegistrate

Attive



Iscritte


CessateSaldo

Tasso di natalità



Tasso di mortalità


Tasso di crescita

2007



85.178



75.529



64.468



1.360



1.061



299



1,81



1,41



0,40



2008



83.339



73.383



62.881



1.246



1.088



158



1,70



1,49



0,22



2009



82.029



72.118



62.577



1.276



886



390



1,78



1,24



0,54



2010



82.444



72.320



62.799



1.438



637



801



2,01



0,89



1,12



2011



83.984



73.189



63.787



1.295



844



451



1,78



1,16



0,62



2012



84.458



73.042



64.394



1.039



799



240



1,43



1,10



0,33



2013



84.274



72.448



63.747



1.059



908



151



1,46



1,26



0,21



2014



84.091



71.893



63.056



1.059



875



184



1,48



1,22



0,26



2015



84.563



72.175



63.061



1.024



706



318



1,43



0,98



0,44



Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


I saldi dei singoli settori sono “parziali” poichè ci sono 344 imprese non classificate, poichè  l’iter amministrativo  non si è concluso, ragion per cui non è stato attribuito loro un codice di attività. L’analisi dei saldi per i singoli settori economici evidenzia che tra luglio e settembre il comparto dell’agricoltura registra 21 imprese in più e un tasso di crescita dello 0,23%, positivi i saldi relativi ai servizi in generale, innanzi tutto il settore del commercio con un saldo di 29 aziende (0,13%) e i servizi inerenti al noleggio, agenzie viaggi e servizi di supporto alle imprese, con un  saldo di 11 aziende in più e un tasso di crescita dello 0,69%. Saldo rosso, invece, per le attività di servizi di alloggio e ristorazione settori che  perdono 33 aziende (-0,60%) e le attività manifatturiere che registrano un  saldo di -15  imprese (-0,22%).


Lo stock delle imprese registrate  su base annua cresce dello 0,39%, tutti i settori registrano un incremento delle aziende, in modo particolare sono aumentate quelle dei servizi legati alla sanità che sfiorano il 7%, crescono comunque tutte le attività legate ai servizi. Al contrario, invece, i comparti tradizionali registrano variazioni negative: l’agricoltura -1,31%, le attività manifatturiere  -1,57%, le costruzioni -1,27%.













































































































































































































































































Settore



Registrate



Attive



Iscrizioni



Cessazioni



Cessazioni non d’ufficio



Saldo



Tasso di sviluppo



Quota % del settore sul totale



Var. % annua dello stock


A Agricoltura, silvicoltura pesca

8.990



8.879



55



34



34



21



0,23



12,46



-1,31


B Estrazione di minerali da cave e miniere

63



60



0



1



1



-1



-1,56



0,09



-3,08


C Attività manifatturiere

6.657



5.884



24



41



39



-15



-0,22



9,22



-1,57


D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz…

171



169



0



2



2



-2



-1,16



0,24



2,40


E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d…

141



128



0



4



4



-4



-2,76



0,20



-3,42


F Costruzioni

10.277



9.517



95



127



125



-30



-0,29



14,24



-1,27


G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut…

22.663



21.485



293



267



264



29



0,13



31,40



0,59


H Trasporto e magazzinaggio

1.142



1.078



9



8



8



1



0,09



1,58



1,87


I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

5.434



5.001



43



77



76



-33



-0,60



7,53



2,41


J Servizi di informazione e comunicazione

1.024



929



14



11



11



3



0,29



1,42



3,02


K Attività finanziarie e assicurative

1.238



1.185



14



16



15



-1



-0,08



1,72



3,43


L Attività immobiliari

977



889



8



3



3



5



0,51



1,35



1,14


M Attività professionali, scientifiche e tecniche

1.528



1.379



18



15



15



3



0,20



2,12



3,59


N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp…

1.605



1.481



23



13



12



11



0,69



2,22



5,45


O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale…

1



1



0



0



0



0



0,00



0,00



0,00


P Istruzione

346



324



2



5



5



-3



-0,86



0,48



2,37


Q Sanità e assistenza sociale

600



565



2



2



2



0



0,00



0,83



6,95


R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver…

972



882



9



17



16



-7



-0,72



1,35



0,52


S Altre attività di servizi

3.247



3.201



26



29



29



-3



-0,09



4,50



0,59


X Imprese non classificate

5.099



24



389



89



45



344



7,23



7,06



1,39


Grand Total

72.175



63.061



1.024



761



706



318



0,44



100,00



0,39



Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


 


Analizzando la  crescita delle imprese dal punto di vista della forma giuridica, si osserva, come succede regolarmente da diversi anni, che  le società di capitali registrano il più alto tasso di crescita (+1,40%) con un saldo positivo di 189 società  e costituiscono il 19% dello stock delle imprese (pari a 13.728 aziende); le società di persone tra luglio e settembre perdono  21 imprese (-0,27%) e rappresentano il 10% della base imprenditoriale (7.690). Nel trimestre  crescono anche le  imprese individuali di 114 aziende (+0,24%), che con 47.791 imprese  rappresentano il 60% della struttura produttiva leccese,  mentre le altre forme societarie  registrano un saldo di 37 aziende (+1,26%) e al 30 settembre 2015 sono 2.966.



























































Classe di Natura Giuridica

Registrate



Attive



Iscrizioni



Cessazioni non d’ufficio



Saldo



Tasso di sviluppo


SOCIETA’ DI CAPITALE

13.728



9.010



234



45



189



1,40


SOCIETA’ DI PERSONE

7.690



5.605



36



58



-22



-0,29


IMPRESE INDIVIDUALI

47.791



46.572



704



590



114



0,24


ALTRE FORME

2.966



1.874



50



13



37



1,26


Totale

72.175



63.061



1.024



706



318



0,44



Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


Il grafico sottostante evidenzia visivamente la crescita delle società di capitale che  nel corso degli anni hanno eroso gradualmente  il peso delle imprese individuali.


Composizione % delle imprese per forma giuridica nel terzo trimestre- III trimestre   anni 2000-2015


 


Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


 


Le imprese artigiane


Le imprese artigiane registrano un saldo negativo di 19 imprese e un tasso di sviluppo pari a -0,10%, tra luglio e settembre si sono iscritte all’anagrafe camerale 198 aziende e cancellate 217, al 30 settembre il loro numero è di 18.262, ed è in costante diminuzione come si evince dalla tabella sottostante. Dal 20 settembre 2009 ad oggi complessivamente si sono perse 1.222 realtà produttive artigiane.





























































































AnnoRegistrate

Attive



Iscritte


CessateSaldo

Tasso di natalità



Tasso di mortalità


Tasso di crescita

2009



19.484



19.377



304



279



25



1,56



1,43



0,13



2010



19.499



19.396



321



246



75



1,65



1,27



0,39



2011



19.463



19.378



326



271



55



1,68



1,40



0,28



2012



19.581



19.500



274



232



42



1,40



1,19



0,21



2013



19.162



19.082



234



260



-26



1,22



1,36



-0,14



2014



18.633



18.565



224



275



-51



1,20



1,47



-0,27



2015



18.262



18.194



198



217



-19



1,08



1,19



-0,10



Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


Tra le province pugliesi solo Taranto ha registrato un saldo positivo di 24 unità (0,32%), Foggia chiude il trimestre con -1, Bari con -16 (-0,05%) e Brindisi -15 (-0,21%). Saldi negativi si registrano nella maggior parte delle province italiane e il saldo nazionale del trimestre appena concluso è di – 1.779 (-0,13%).


L’analisi settoriale delle imprese artigiane salentine evidenzia che il saldo negativo  è imputabile al settore dell’edilizia che registra un saldo negativo di -31 imprese; negli altri comparti non si registrano variazioni sostanziali.













































































































































































































Settore

Registrate



Attive



Iscrizioni



Cessazioni



Cessazioni non d’ufficio



Saldo



Tasso di sviluppo


A Agricoltura, silvicoltura pesca

55



55



0



0



0



0



0,00


B Estrazione di minerali da cave e miniere

33



33



0



1



1



-1



-2,94


C Attività manifatturiere

4.202



4.179



29



29



28



1



0,02


E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d…

37



36



0



4



4



-4



-9,76


F Costruzioni

7.025



6.994



87



119



118



-31



-0,44


G Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut…

1.649



1.645



11



10



10



1



0,06


H Trasporto e magazzinaggio

632



631



7



7



7



0



0,00


I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

785



783



18



17



17



1



0,13


J Servizi di informazione e comunicazione

117



115



4



2



2



2



1,74


K Attività finanziarie e assicurative

7



7



0



0



0



0



0,00


L Attività immobiliari

1



1



0



0



0



0



0,00


M Attività professionali, scientifiche e tecniche

292



291



5



4



4



1



0,34


N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp…

341



341



6



3



3



3



0,89


P Istruzione

78



78



0



0



0



0



0,00


Q Sanità e assistenza sociale

56



56



0



0



0



0



0,00


R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver…

86



86



1



1



1



0



0,00


S Altre attività di servizi

2.858



2.856



26



22



22



4



0,14


X Imprese non classificate

8



7



4



0



0



4



100,00


Totale

18.262



18.194



198



219



217



-19



-0,10



Fonte: banca dati stockview – Infocamere – elaborazioni Ufficio Statistica e Studi


Andrano

Tartaruga liberata da rete fantasma

Associazione “A Mare”, straordinario salvataggio a Marina di Andrano: la grande Caretta Caretta visibilmente provata ma in buone condizioni, ha potuto riprendere a nuotare libera

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Un commovente intervento di salvataggio ha avuto luogo oggi pomeriggio lungo la costa di Marina di Andrano, dove una tartaruga marina Caretta Caretta di grandi dimensioni è stata ritrovata in difficoltà, intrappolata in una rete fantasma.

A intervenire prontamente sono stati i rappresentanti dell’associazione A Mare, realtà da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino.

A guidare l’operazione tre volontari esperti: Dario Urso, Antonio Pellegrino e Danilo Minonne, che con grande abilità e delicatezza sono riusciti a liberare l’animale dalla rete e a restituirlo al mare in tutta sicurezza.

La tartaruga, visibilmente provata ma in buone condizioni, ha ripreso a nuotare libera.

Questi salvataggi sono la dimostrazione concreta di quanto sia urgente proteggere il nostro mare e le creature che lo abitano“, ha commentato uno dei volontari.

Le reti fantasma, abbandonate o perse in mare, continuano a rappresentare una delle più gravi minacce per la fauna marina, causando ogni anno la morte di migliaia di animali.

L’associazione A Mare lancia ancora una volta un appello alla cittadinanza: occhi aperti in mare e segnalazioni tempestive possono fare la differenza.

La salvaguardia dell’ecosistema marino è una responsabilità collettiva.

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Attualità

Olio lampante nelle mense scolastiche: a Taurisano la rabbia fa 90

Quasi cento famiglie si riuniscono in una class action per chiedere al Comune di recedere dal contratto con “La Fenice”, finita sotto inchiesta. Mentre un’assessora non è d’accordo con la decisione della maggioranza, il sindaco spiega: “Prendiamo decisioni oculate: e se la ditta fosse innocente?”

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di Lorenzo Zito

L’inchiesta che ha travolto la società La Fenice, con sede a Galatone, continua a scuotere il Salento. L’azienda gestisce da anni 25 centri di cottura su cui si struttura il servizio mensa per bambini e anziani in 38 Comuni, ma da mesi è al centro di un’indagine della Procura di Lecce che ipotizza una frode alimentare di vaste proporzioni: nei piatti sarebbero finiti migliaia di litri di olio non extravergine, in alcuni casi addirittura olio lampante, non idoneo al consumo umano. Un prodotto fornito da un’azienda calabrese, anch’essa finita nel mirino degli inquirenti.

Le accuse mosse dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi sono pesanti: frode nelle pubbliche forniture, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, violazioni delle denominazioni protette. Già nel luglio scorso erano stati sequestrati oltre 6mila litri di olio adulterato, mentre le indagini hanno stimato in almeno 38 tonnellate la quantità di prodotto non conforme utilizzata tra il 2023 e il 2024.

Le grandi domande che aleggiano attorno al caso sono principalemente due. La ditta La Fenice sapeva di utilizzare olio non conforme? Ed al netto di questo, oggi, i Comuni che con questa azienda hanno in essere un contratto d’appalto, come si devono comportare? Le risposte potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono. La riprova è nelle scelte divergenti delle amministrazioni travolte dalla questione.

CHI HA DETTO ‘STOP’

Alla luce dello scandalo, sono diversi i Comuni che hanno deciso di tagliare i rapporti con La Fenice. Tra questi figurano Racale, Casarano, Castrignano del Capo e Presicce-Acquarica. La linea seguita da queste amministrazioni è netta: la perdita di fiducia verso la ditta è tale da non consentire una prosecuzione, indipendentemente dall’esito finale del procedimento penale. In altri casi invece, laddove la scadenza naturale dell’incarico era prossima, si è deciso di non agire, lasciando che fosse il tempo a fare il suo corso.

Una posizione che va nella direzione opposta è quella di chi ha scelto la prudenza giuridica. Ed è qui che entra in gioco il caso più controverso: Taurisano.

AUMENTATE LE ISCRIZIONI A MENSA”

A Taurisano la vicenda ha assunto toni particolarmente accesi. Il Comune ha infatti deciso di non recedere dal contratto con La Fenice, scatenando le proteste di decine di famiglie e la nascita di una class action che oggi conta circa 90 adesioni.

Nonostante questo fronte comune, il sindaco Luigi Guidano non ha cambiato idea. Lo abbiamo allora interpellato per approfondire le ragioni della scelta: “La decisione del Comune è dettata da un duplice compito: da un lato tutelare la salute dei cittadini, dall’altro salvaguardare gli interessi della città”, ha spiegato. “Per il primo aspetto abbiamo approvato all’unanimità in Consiglio un nuovo regolamento comunale che ci consente maggiori possibilità di controllo e di sollecito agli organi competenti, come NAS e ASL. Per il secondo aspetto, invece, non abbiamo receduto dal contratto perché questa procedura esporrebbe il Comune a rischi notevoli.”

Il riferimento è alla possibilità che un’eventuale rescissione comporti l’interdizione della ditta dalle gare pubbliche. “Esiste un sistema giudiziario che stabilirà se quanto sospettato è effettivamente accaduto. Noi non possiamo sostituirci alla legge, che presume l’innocenza fino a prova contraria. Se a fine procedimento la società dovesse risultare innocente, si rivarrebbe automaticamente sul Comune. Chi pagherebbe a quel punto i danni?

Il sindaco riconosce la delicatezza della questione:“Senz’altro non è una decisione semplice. Allo stesso tempo, però, devo dire che quest’anno gli iscritti al servizio mensa sono più dell’anno scorso. Motivo per cui forse la scelta dell’amministrazione non è così azzardata.”

L’ASSESSORA CONTROCORRENTE

Durante l’ultimo consiglio comunale, però, non tutto è filato liscio. L’assessora Valeria Carolì, delegata tra le altre cose ad asili nido ed edilizia scolastica, pur appartenendo alla maggioranza, ha scelto di non allinearsi del tutto alla linea del sindaco. Mentre il primo cittadino, seduto alle sue spalle, le ricordava che il suo intervento esulava dall’ordine del giorno, tra gli applausi scroscianti di quanti erano accorsi a seguire di persona il consiglio comunale, ha affermato:“Ben venga il regolamento, ma potrebbe non bastare. Se è vero quanto emerso dalle ultime indagini, la ditta La Fenice sapeva. Questo rappresenterebbe un grave inadempimento, sufficiente ad una risoluzione contrattuale ai sensi della legge”.

Un gesto percepito da molti cittadini come un atto di coscienza e di onestà, che ha messo in evidenza come il dibattito non divida soltanto le famiglie e l’amministrazione, ma anche la stessa maggioranza.

Il sindaco tuttavia, interpellato sulla divergenza, ha minimizzato: “L’assessora ha esposto liberamente il suo punto di vista, come è giusto che sia, anche se non era quello l’oggetto del dibattimento. Non c’è nessuna frattura all’interno della maggioranza.”

GLI ULTIMI SVILUPPI

Le ultime rivelazioni cui fa riferimento l’assessora aggravano il quadro. Da quanto emerso, già nel 2019 un’analisi chimica segnalava come l’olio fornito non rispettasse i requisiti dell’extravergine. Nonostante ciò, la ditta avrebbe continuato a impiegarlo nei pasti destinati a bambini e anziani.

Dagli atti emergerebbe inoltre il ruolo di un dipendente di La Fenice, stretto collaboratore del legale rappresentante, già gravato da precedenti per frode nelle pubbliche forniture. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con il fornitore calabrese, ricevendo in cambio regalie alimentari — salumi, formaggi, vino — a testimonianza di un legame consolidato e di una consapevolezza interna alla ditta. Questi elementi spostano l’asse della responsabilità: non solo i fornitori calabresi, dunque, ma anche chi in La Fenice avrebbe dovuto vigilare sulla qualità dei prodotti distribuiti.

Mentre le indagini proseguono, le famiglie sono preoccupate e cresce la tensione. Attraverso gli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto, hanno annunciato nuove iniziative. La richiesta è chiara: rescindere il contratto. Nelle parole di alcuni genitori, che preferiscono restare anonimi, tutta la preoccupazione:“Non c’è più fiducia nella ditta. L’unica forma di garanzia è la rescissione. Il regolamento non è sufficiente. Gli ultimi sviluppi emersi, il sapere che sapevano, ci ha ulteriormente sconcertato”.

In queste ore, le famiglie sarebbero pronte a reiterare ufficialmente la richiesta al Comune e a rendere pubblica una nuova comunicazione nei prossimi giorni.

UNA PARTITA ANCORA APERTA

La vicenda delle mense non si chiude qui e tra divergenze, nuovi regolamenti (in più Comuni) ed indagini in corso, la partita è tutt’altro che conclusa. Tra diritto alla salute, presunzione di innocenza, conti pubblici da salvaguardare e fiducia ormai compromessa, il caso continua a rimanere un banco di prova delicato per l’intero territorio salentino.

L’esame delle responsabilità, a prescindere dall’esito giudiziario, fa scattare un campanello d’allarme. Possono trascorrere così tanti anni prima che le autorità approfondiscano a dovere cosa c’è dietro a dozzine di bandi pubblici vinti (su tutto il territorio provinciale e nello stesso settore) dallo stesso interlocutore?

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Attualità

Lettera senza…risposta: la “questione tempo pieno” a Racale

Niente sezione a 40 ore a Racale ed 8 bambini vanno ad Alliste. Le mamme non le mandano a dire: “La scuola non è solo abbecedario”. Ma la dirigente fa scena muta

Pubblicato

il

di Lorenzo Zito

Quest’anno otto bambini di Racale hanno iniziato la prima elementare fuori dal loro paese, ad Alliste. Una scelta non programmata, né desiderata dalle famiglie, ma resa necessaria dall’impossibilità di attivare una sezione a tempo pieno nella scuola primaria di via Mazzini.

Le mamme coinvolte hanno affidato il loro sfogo a una lettera indirizzata alla dirigente scolastica. Un testo appassionato, denso di delusione e di richiami al senso di comunità: «I nostri bambini, figli di Racale, frequenteranno la prima elementare ad Alliste, in una scuola dove ci hanno accolto felici e non ci hanno trattato come un problema da risolvere».

Il racconto parte da gennaio, quando le famiglie avevano regolarmente iscritto i figli al tempo pieno. Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata fino a fine giugno, quando — “da voci di corridoio” — si è diffusa la notizia che la classe non sarebbe partita e che i bambini erano stati spostati d’ufficio sul tempo normale. «Pensavamo di poter trovare una soluzione condivisa — scrivono — ma ci è stato detto che non c’erano possibilità e che l’unica strada era coinvolgere la politica».

Dopo un incontro con la dirigente e successivi contatti con l’Ufficio scolastico provinciale e il sindaco, la situazione non si è sbloccata. In una frase riportata dalle famiglie, rimasta particolarmente impressa, si legge: «Il nostro incontro si è concluso con lei che, inopportunamente, ci ha detto che in fondo lei non piangeva se otto bambini andavano via dalla sua scuola». Da quel momento è maturata la decisione di rivolgersi al comprensivo di Alliste, dove — raccontano — «ci hanno spalancato le porte, accogliendo i nostri bambini con entusiasmo».

Nei giorni seguenti è arrivata una nuova proposta da Racale: il tempo pieno sul plesso di via Siena. Ma ormai il dado era tratto. «Ci eravamo già sentiti accolti ad Alliste e sicuri di poter affidare loro i nostri bambini», scrivono le mamme. Una decisione che, spiegano, non è stata presa a cuor leggero: «La scuola non è solo abbecedario e operazioni matematiche: la scuola è sogno ed esempio».

IL SINDACO: «NON È GIUSTO»

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Racale, Antonio Salsetti, che rivendica l’impegno dell’amministrazione sul fronte scolastico e annuncia l’apertura di un confronto pubblico.

«In questi anni di impegno civile e istituzionale molto è stato fatto, sicuramente molto altro si potrà fare. Ma una cosa posso dirla senza timore di smentita: abbiamo investito sulla scuola da subito e continueremo a farlo», ha dichiarato.

Il primo cittadino, appreso del caso, ha convocato «un tavolo di comunità per analizzare e capire le ragioni di una serie di criticità che hanno portato alla lettera da parte di alcune mamme di Racale. I bambini sono il nostro futuro, la nostra priorità. Non è giusto che vadano via».

SCENA MUTA

Abbiamo contattato la dirigente scolastica del Comprensivo “Angelo Vassallo” di Racale, Stefania Manzo, per potervi illustrare con chiarezza e completezza quanto accaduto. Per indagare appieno le ragioni che hanno portato a questa situazione. Per offrire (a lei) l’opportunità di far sentire la propria versione dei fatti, anche in risposta ad una lettera (densa di comprensibile livore) che non le manda a dire. Ma non abbiamo trovato terreno fertile. La dirigente ha preferito non entrare nel merito: non ha colto il nostro invito. “Chiarirò nelle sedi opportune. E se lo riterrò, interverrò quando sarà il caso“, ha affermato, certamente con le sue ragioni. La risposta, a scanso di equivoci, non la deve a noi, ma ai veri protagonisti di questa vicenda. Quegli otto bambini, quei “figli di Racale” che, da oggi, sono un po’ anche figli di Alliste. Chissà loro, tra qualche anno, come racconteranno al mondo questa vicenda.

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