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Attualità

Fotovoltaico: vogliono tagliare gli incentivi!

Stop al Conto Energia per gli impianti che non entreranno in esercizio entro il prossimo 31 maggio. I casi che non riusciranno a rispettare la nuova scadenza saranno regolati da un Decreto

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Stop al Conto Energia per gli impianti che non entreranno in esercizio entro il prossimo 31 maggio. I casi che non riusciranno a rispettare la nuova scadenza saranno regolati da un Decreto che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare entro il prossimo 30 aprile.


 Giovanni Cerullo della Tecnolights di Soleto sostiene che “le aziende hanno bisogno di certezze del diritto e il Governo le sta affossando perché impedisce loro qualunque tipo di organizzazione. Il vecchio Conto Energia ci dava la sicurezza delle tariffe dal 2011 al 2013 e quindi tutte le aziende hanno programmato il loro lavoro prevedendo e poi provvedendo alla fornitura di moduli, cavi, cavi doppi, inverter e quant’altro. Invece è arrivato il decreto legislativo che ci dice che per i parchi non collegati in rete entro il 31 maggio le tariffe previste dal Conto Energia non sono più valide. E questo senza dirci con chiarezza cosa accadrà dopo. Un simile stato di incertezza ha già fatto fuggire tutti i finanziatori italiani che sono coloro che hanno bisogno di un prodotto fotovoltaico che offre un margine di rendimento”. Le ripercussioni, secondo Cerullo, “inevitabilmente ricadranno sulla manodopera locale. Perché se il parco viene preso in gestione dalle banche, dai grandi investitori che hanno a disposizione il capitale, le strutture che sorreggono i moduli vengono ordinate nelle acciaierie locali e chi installa gli impianti è del posto. In questo modo stanno ulteriormente affondando la nostra economia. Solo la mia impresa ha 80 operai e sono tutti della zona, ma se non ci fanno lavorare…”. A frittata fatta, cosa vi augurate in vista del nuovo Decreto Ministeriale? “Quantomeno che si possa graduare la riduzione degli incentivi. Che le nuove tariffe non siano troppo penalizzanti da far recedere dalle loro intenzioni gli investitori. Altrimenti come facciamo con gli investimenti già effettuati, i moduli e le strutture già pagate?”.


Salvatore Longo di Sole Vento Energia di Poggiardo: “Ci inducono innanzitutto a ridurre il personale e in un periodo di vacche magre come questo è un fattore che pesa come un macigno”. C’è ancora un certo alone di mistero riguardo ai contenuti del Decreto Ministeriale in arrivo ad aprile. Secondo Longo “non ci sono molte speranze per i grossi impianti. Secondo indiscrezioni ci sarà un taglio agli incentivi del 25%. Vale a dire 2,5 milioni di euro sui vent’anni. Ed è chiaro che in queste condizioni gli investitori non avranno alcun interesse a finanziare il settore. Da un lato”, aggiunge, “è anche giusto per evitare il proliferare di scempi come quelli a cui abbiamo assistito nel Salento negli ultimi anni. Riguardo agli impianti 20 a 200 mega si vocifera di una riduzione del 10%, da 0 a 20 mega del 6%. Tranne i grossi impianti, resta dunque una certa convenienza ad investire nel fotovoltaico. Certo, per togliere il timore a chi vuole investire, bisognerà al più presto superare questo clima di incertezza”.


Massimiliano Felline (Felline Energie, Giurdignano) si lascia prima andare ad uno sfogo: “In Italia quello che valeva ieri non vale oggi, si vive sempre alla giornata senza alcuna programmazione; in questo modo tolgono la possibilità di proliferare a quelle aziende che avevano investito nel settore e avevano programmato il loro futuro sul Decreto uscito nello scorso agosto, in base al quale fino al 2011 saremmo stati coperti e poi le tariffe degli incentivi sarebbero andate progressivamente a scendere fino al 2013. Invece oggi ci dicono che tutto questo non vale più”. Anche secondo Felline “quel che pesa di più è l’incertezza totale in attesa del Decreto Ministeriale di fine aprile. Spero almeno che rimangano gli incentivi per i piccoli, non certo per gli speculatori autori di quei grossi obbrobri in tutta la provincia, senza dare lavoro né ad operai né ad aziende del settore, limitandosi ad impoverire il territorio. E spero che i recenti drammatici accadimenti in Giappone facciano smettere una volta per tutte di parlare di nucleare. È sull’energia rinnovabile che bisogna investire”.


Alfredo Stefanelli (Alarm Service, Tricase) non ha dubbi: “A mio avviso tutto questo è incostituzionale: è demenziale fare un Decreto a dicembre e poi smontarlo a marzo. Avevamo già acquistato progetti abbastanza impegnativi e con un costo notevole, che ora siamo costretti a rimettere nel cassetto. Senza contare i materiali già acquistati… Non hanno dato il tempo alle aziende di organizzarsi. Qualcuno dal sud finalmente si sta facendo sentire a Roma e non ha torto quando sostiene che questo Governo rischia di cadere sui… pannelli”. Stefanelli si dice fiducioso che “il Governo alla fine farà un passo indietro anche perché ci sono tanti interessi e so che molti politici stanno spingendo per questa soluzione”.


Fabio Chiarello (Progeneral, Tricase): “Le conseguenze della decisione di bloccare gli incentivi hanno già provocato la disdetta di molti contratti. Anche perché l’incertezza dettata dall’assenza di notizie in attesa del Decreto Ministeriale frena tutto il settore. Quindi, dopo aver frantumato ogni tipo di programmazione fatta in base a quanto prospettava il Conto Energia, ora neanche ci permettono di programmare il futuro arrecandoci un danno inestimabile. Siamo sospesi nel limbo”. Sui contenuti del Decreto Ministeriale, Chiarello non è però così pessimista, anzi: “Dovrà seguire le norme europee e quindi restare conveniente per chi deciderà di investire nel settore. Il Decreto dovrà comunque lasciare inalterate le procedure autorizzative, l’Enel dovrà lasciare le procedure di connessione… L’unica cosa negativa è proprio la mancanza di chiarezza immediata e l’aver rimandato al 30 aprile l’ufficialità del Decreto”. Chiarello non è preoccupato neanche dal paventato tetto sugli incentivi: “Entro il 2020 dovremo raggiungere il 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili per non incorrere in una sanzione della Comunità Europea. Tutto può succedere ma andare contro la UE sarebbe da matti”. Ma Chiarello ha anche un sospetto: “Gli incentivi che vanno al fotovoltaico non sono fondi statali ma soldi provenienti dalle bollette dei consumatori. A mio avviso c’è il tentativo di mettere le mani su quelli che sono soldi nostri per dirottarli sul nucleare o quant’altro”.


Michele Arsieni del Beghelli Point di Tricase non vede solo cattive prospettive per il futuro dopo la decisione di sospendere gli incentivi in attesa del Decreto Ministeriale. Ma ammette: “Tutti i contratti previsti sono destinati a cadere. Tante persone erano pronte a dotarsi di un impianto fotovoltaico ma ormai non ce la farebbero più a collegarsi in rete entro il 31 maggio. Quindi ho dovuto dire loro di lasciar perdere, almeno per ora. E questo è un danno immediato che si ripercuote pesantemente sulle aziende del settore”. In effetti, a quanto è dato sapere, il nuovo Decreto Ministeriale prevederà una riduzione del 30% degli incentivi “e quel che è peggio, vogliono imporre un tetto massimo annuale su tutto il territorio nazionale. Tetto massimo che a quanto pare sarà anche piuttosto risibile. Diventerà una lotta fratricida tra chi vuole accaparrarsi questi incentivo”. Ma c’è anche il bicchiere mezzo pieno: “Innanzitutto si fermerà, giocoforza, lo scempio del fotovoltaico selvaggio nei campi. Con la nuova normativa, chi ha tre ettari di terreno potrà usarne per i pannelli solo il 10%, credo neanche gli convenga più… E poi, per quanto concerne il resto, ci sarà una selezione naturale che premierà chi installa impianti domestici come si deve e ancor di più a chi utilizzerà tecnologie innovative come i pannelli a concentrazione e ibridi acqua/luce… Proprio come quelli della Beghelli”.

Il decreto rinnovabili potrebbe innescare una serie di ricorsi al Tar. È la minaccia delle imprese operanti nel settore delle rinnovabili, che dichiarano di sentirsi esposte al clima di incertezza generato dalla nuova norma. Il testo, che martedì scorso ha ottenuto il via libera del Presidente Napolitano, limita gli incentivi previsti dal DM 6 agosto 2010, Terzo Conto Energia, agli impianti che entreranno in esercizio entro il 31 maggio 2011. I casi che non riusciranno a rispettare la nuova scadenza saranno regolati da un decreto, che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare entro il prossimo 30 aprile secondo una serie di principi. Tra le linee guida, contenute nel decreto legislativo, spicca il limite annuale di potenza elettrica generata dagli impianti fotovoltaici che potrà usufruire delle tariffe incentivanti. Allo stesso tempo, le tariffe dovranno tenere conto della riduzione dei costi delle tecnologie e di impianto, nonché dell’andamento degli incentivi nei Paesi Ue. Le tariffe incentivanti dovranno infine essere fissate in base alla natura delle aree di sedime. Gli operatori che non riusciranno ad allacciare gli impianti alla rete entro i termini prestabiliti, potrebbero quindi ricorrere ai tribunali amministrativi. Il Terzo Conto Energia doveva infatti terminare a dicembre 2013. La previsione di poter usufruire degli incentivi aveva spinto le imprese a chiedere finanziamenti alle banche, che con la nuova situazione potrebbero essere bloccati. Secondo quanto denunciato da Aniem, associazione nazionale delle pmi edili manifatturiere della Confapi, molte piccole e medie imprese hanno provveduto a investimenti e piani di sviluppo che non potranno concludersi entro la fine di maggio. L’allacciamento entro i nuovi termini sarà possibile per meno del 20% delle imprese. Il restante 80% potrebbe non poter più onorare gli impegni presi. Per il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli si tratta di sabotaggio. Il decreto legislativo approvato mette infatti a rischio un settore che nel 2010 ha fatturato 13 miliardi di euro, creando 20 mila posti di lavoro tra il 2009 e il 2010. Il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani assicura intanto tempi brevi per l’adozione del decreto che fisserà i nuovi incentivi.


Sebbene sia comprensibile una stretta della cinghia, però, pensare di decapitare il Conto Energia equivale ad uno stop violento al futuro dell’approvvigionamento energetico italiano da fonti rinnovabili.


E sebbene l’impostazione complessiva dell’ultima versione disponibile del Decreto relativo al futuro Conto Energia sia giudicata positivamente, secondo la gran parte delle associazioni di categoria hanno espressamente evidenziato i punti su cui è necessario che vengano apportate modifiche per tutelare il regolare sviluppo di questa tecnologia e della filiera industriale ad essa collegata. Non è accettabile un decremento annuale delle tariffe incentivanti superiore al 4% annuo; Il periodo transitorio tra tariffa incentivante 2010 e 2011 introdotto nella bozza di decreto prevede tagli tropo forti; Va reintrodotto il bonus (10%) per sostituzione amianto/eternit; Va ripristinata l’adeguata incentivazione per tettoie e pensiline (stessa tariffa riconosciuta ad impianti su edifici); Va incrementato il potenziale previsto per impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e impianti fotovoltaici a concentrazione in modo da giustificare lo sviluppo di una filiera industriale nazionale; Vanno eliminate le limitazioni all’applicabilità del premio per l’efficienza energetica.


Condividono invece “la scelta di incentivare sistemi fotovoltaici innovativi” ma segnalano come “i limiti di potenza massima incentivabile previsti nel Decreto (200 MW per Impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e 150 MW impianti fotovoltaici a concentrazione) sono ritenuti troppo bassi se la finalità è quella di incentivare lo sviluppo della filiera industriale nazionale in tali ambiti”.


PREMIO EFFICIENZA ENERGETICA


A differenza di quanto previsto nell’attuale Conto Energia, nel nuovo Decreto potranno godere del premio per efficienza energetica gli interventi realizzati sul solo involucro edilizio, di conseguenza non saranno più ammissibili gli interventi più frequenti come gli efficientamenti degli impianti tecnologici.


Appuntamenti

Alessandraxledonne al fianco dei pazienti oncologici

Serata speciale quella del prossimo 25 agosto a Scorrano organizzata dall’associazione fondata in memoria della tricasina Alessandra Peluso

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Per l’ottavo anno consecutivo, si conferma l’appuntamento di Alessandraxledonne, l’associazione fondata in memoria di Alessandra Peluso, che si celebrerà il prossimo 25 agosto presso la Tenuta Lucagiovanni  a Scorrano, alle ore 19.

L’evento annuale, diventato una tradizione e punto di riferimento del territorio salentino, avrà inizio con il dibattito istituzionale che affronterà il tema della crisi del sistema sanitario.

L’interessante e vivace dialogo che si è sviluppato l’anno scorso, ha portato a confermare ed a proseguire la discussione anche in occasione del prossimo 25 agosto sollecitando ulteriori riflessioni sul complesso e fragile sistema sanitario al fine di condividere le difficoltà da un lato e le azioni in campo dall’altro, che manager e medici si trovano a dover gestire.

L’associazione ha coinvolto la maggior parte dei relatori con cui si è già incominciato ad approcciare l’argomento proprio per fare un punto della situazione a distanza di un anno, sotto ogni prospettiva: manageriale, socio-politica e tecnica.

Per la parte manageriale partecipano: Marco Elefanti, Direttore Generale del Policlinico Gemelli di Roma, Don Mimmo Laggada, Direttore Generale dell’Ospedale Miulli, Acquaviva delle Fonti e il Direttore Generale dell’ASL di Lecce, Stefano Rossi.Per la sessione socio-politica coinvolti nuovamenteClaudio Stefanazzi e Saverio Congedo, deputatidella Repubblica per la Puglia al fine di condividere gli effetti delle azioni messe in campo e le prospettive in cantiere sul territorio. Tra gli addetti ai lavori, Emiliano Tamburini, Direttore UOC Oncologia del Cardinale Panico di Tricase e Ugo De Giorgi, Direttore UOC Oncologia, del Fazzi di Lecce eProfessore Associato Di Oncologia pressoUniSalento

A proposito di Università, l’associazione, che da anni collabora con il polo universitario salentino per l’attuazione dei suoi progetti credendo nella formazione e nella ricerca, avrà l’onore di ospitare la nuova Rettricedell’Unisalento Maria Antonietta Aiello che aprirà la serata e si unirà alla discussione.

Il dibattito sarà aperto ad altri medici e ad importanti personalità dell’associazionismo del territorio pugliese.

Modera la discussione, Stefano Candela, Presidente dell’associazione e Managing Partner Lexsential, da sempre al fianco della Famiglia Peluso, fondatrice dell’assocazione Alessandraxledonne.

La serata, che prevede la presenza d’eccezione di Raffaele Fitto, Vicepresidente della Commissione Europea, proseguirà con la Cena di Gala che anche quest’anno sarà ospitata nella suggestiva location Lucagiovanni, grazie alla generosità della famiglia Maglio.

La raccolta fondi della serata sarà fondamentale per far crescere la webapp concepita con e per i pazienti e caregiver lanciata due anni fa in collaborazione con Unisalento  e l’ASL di Lecce

www.oncologiapuglia.it è infatti il sito dell’associazione dove sono concentrate le principali informazioni di cui pazienti e caregiver hanno bisogno durante il percorso di cura, avendo la possibilità di essere in comunicazionecon le proprie strutture di riferimento grazie anche ad un aggiornamento continuo basato su podcast efficaci, rapidi e facilmente fruibili realizzati dagli stessi specialisti. Il pilastro, anche per l’app, resta la multi-disciplinarietà. Coinvolti insieme all’oncologo Tamburini, al fianco dell’associazione: il nutrizionista, il farmacista, lo psicologo e il fisiatra per la riabilitazione oncologica. Ad oggi è attiva la struttura dellOspedale di Tricase con i suoi esperti, al contempo l’associazione ha l’ambizione di renderla ricca, aggiornata ed estesa, collegando la piattaforma anche ad altri istituti del territorio per raggiungere un bacino più ampio di pazientie fornire loro informazioni ‘certificate’ che non richiedanoil raggiungimento fisico presso gli ospedali.

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Attualità

Sole e caldo per Ferragosto, poi si cambia

Domenica, infine, rovesci e temporali si svilupperanno su tutto l’arco alpino e nelle zone interne del Centro-Sud, con estensioni locali anche alle pianure e alle coste, specie del medio-basso versante tirrenico…

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Sole e caldo per il ponte di Ferragosto, ma attenzione ai temporali improvvisi. Si cambia la prossima settimana

Manuel Mazzoleni: “L’eccezionale ondata di caldo che sta interessando diversi Paesi dell’Europa centro-meridionale dovrebbe attenuarsi entro la metà della prossima settimana, lasciando spazio a correnti atlantiche più fresche, in arrivo anche sull’Italia a partire dalle regioni settentrionali”

WEEKEND DI FERRAGOSTO TRA SOLE E TEMPORALI DIURNI

Il caldo si farà sentire anche nel ponte di Ferragosto su diverse zone della nostra Penisola.  Già il 15 agosto l’instabilità interesserà Alpi, Prealpi centro-orientali, Appennino centro-meridionale e, in forma isolata, anche i rilievi delle isole maggiori, il Gargano, le Murge, il Salento occidentale e le zone interne laziali e campane.

Sabato saranno ancora Alpi e Appennino centro-meridionale le aree più esposte, con fenomeni che, in maniera più diffusa, raggiungeranno anche il medio-basso versante tirrenico.

Domenica, infine, rovesci e temporali si svilupperanno su tutto l’arco alpino e nelle zone interne del Centro-Sud, con estensioni locali anche alle pianure e alle coste, specie del medio-basso versante tirrenico.

Il gran caldo proseguirà a Ferragosto soprattutto al Centro-Nord, mentre al Sud le massime inizieranno lievemente a calare dove i valori oscilleranno tra 28 e 32°C.

STOP DELL’ANTICICLONE AFRICANO LA PROSSIMA SETTIMANA

L’anticiclone africano inizierà a cedere lungo il suo bordo settentrionale verso la metà della prossima settimana, sotto la spinta di una perturbazione atlantica che, già il 20 agosto, si affaccerà sulle regioni settentrionali portando un peggioramento inizialmente al Centro-Nord e successivamente anche su parte del Sud.

Il passaggio sarà accompagnato da aria decisamente più fresca, in grado di attenuare la quarta ondata di caldo almeno su Nord e parte del Centro.

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Andrano

Stanziati 5 mln di euro per la chiusura della discarica di Poggiardo

La Giunta della Regione Puglia, su proposta dell’Assessora all’ambiente Serena Triggiani, ha approvato una delibera con cui…

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𝐄𝐗 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐀𝐑𝐈𝐂𝐀 𝐒𝐈𝐓𝐀 𝐈𝐍 𝐋𝐎𝐂𝐀𝐋𝐈𝐓𝐀’ 𝐏𝐀𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐙𝐙𝐄 𝐀 𝐏𝐎𝐆𝐆𝐈𝐀𝐑𝐃𝐎. 𝐅𝐈𝐍𝐀𝐋𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 𝐋𝐀 𝐂𝐇𝐈𝐔𝐒𝐔𝐑𝐀 𝐃𝐄𝐅𝐈𝐍𝐈𝐓𝐈𝐕𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐌𝐄𝐒𝐒𝐀 𝐈𝐍 𝐒𝐈𝐂𝐔𝐑𝐄𝐙𝐙𝐀

𝐔𝐧’𝐨𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝟐𝟔 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝟏𝟗𝟗𝟕 𝐚𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟓 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐢 𝐮𝐫𝐛𝐚𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞𝐱 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨.

Lunedì 4 agosto 2025 la Giunta della Regione Puglia, su proposta dell’Assessora all’ambiente Serena Triggiani, ha approvato una delibera con cui ha stanziato 5 milioni di euro a fondo perduto, per finanziare la chiusura definitiva e la messa in sicurezza delle discariche pubbliche.

Nella tipologia prevista dal provvedimento regionale rientra la ex discarica presente sul nostro territorio, in funzione dal 1997 al 2005 e gestita da Monteco S.p.A.  La Regione Puglia, infatti, ha inteso rivolgere il provvedimento alle “discariche pubbliche nel tempo configuratesi quali discariche di bacino (ex ATO provinciali) a servizio di una pluralità di Comuni conferitori.”

E’ 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐨, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞. Finalmente i costi per la realizzazione del progetto di chiusura e messa in sicurezza della ex discarica (quasi 3 milioni di Euro) non saranno più a carico del Comune di Poggiardo, ma a carico della Regione Puglia. 

Di questo provvedimento ne beneficeranno anche tutti i Comuni conferitori, in quota parte rispetto ai rifiuti conferiti (Andrano, Bagnolo del Salento, Botrugno, Cannole, Carpignano Salentino, Castro, Cursi, Diso, Giuggianello, Giurdignano, Maglie, Melpignano, Minervino di Lecce, Muro Leccese, Nociglia, Ortelle, Otranto, Palmariggi, Sanarica, San Cassiano, Santa Cesarea Terme, Scorrano, Spongano, Surano, Supersano e Uggiano la Chiesa). 

Residuano i costi della post gestione, a carico dei Comuni, nella misura in cui saranno effettivamente verificati e dovuti.

La nostra Amministrazione“, in una nota il sindaco Antonio Ciriolo, ” è stata impegnata costantemente su questo fronte, con l’obiettivo di ottenere questo risultato che porta, in primis, alla definizione della chiusura e messa in sicurezza della ex discarica, per  le conseguenze ambientali e sanitarie che il mantenimento della situazione attuale potrebbe comportare per la nostra Comunità, a causa dell’infiltrazione di acque meteoriche nel corpo dei rifiuti; al contempo, questo provvedimento consente di evitare che i costi per la realizzazione del progetto di chiusura gravino esclusivamente sulle tasche dei cittadini di Poggiardo e degli altri 26 Comuni della Provincia di Lecce.

Auspichiamo”, continua, “che con questo provvedimento si possa scrivere la parola 𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞𝐱 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚’ 𝐏𝐚𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐞, attraverso la sua definitiva messa in sicurezza e riqualificazione e la realizzazione dell’articolato progetto di chiusura che prevede, tra le tante misure, la risagomatura della stessa, la gabbionata perimetrale di stabilizzazione, le opere relative alla gestione delle acque meteoriche e alla raccolta del percolato, inclusi i monitoraggi e le emissioni del biogas, qualora presenti. 

A conclusione”, conferma il sindaco, “si effettuerà la piantumazione di varie specie arboree che non lasceranno più spazio alla vista di quel telo nero che oggi ricopre la ex discarica”.

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