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Attualità

La Veneranda Fabbrica dell’Ospedale “Panico”

In cantiere 40mila metri cubi di costruzione, 10mila metri quadri calpestabili: il 30% in più dell’esistente. L’ing. Antonio Coppola, responsabile tecnico dell’azienda ospedaliera: «Mai realizzate così tante opere contemporaneamente!»

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Un’azienda unanimemente riconosciuta d’eccellenza e la cui importanza strategica per Tricase e per l’intero territorio salentino va ben oltre i numeri imponenti che danno la dimensione di cosa sia la Pia Fondazione di Culto e Religione “Cardinale Panico”: mille dipendenti, 38 mila metri quadri, 400 posti letto, 23mila ricoveri, 36mila accessi di Pronto Soccorso e 12mila interventi chirurgici in media in un anno.


Nell’ultimo anno il nosocomio tricasino, pur non essendo un “ospedale covid”, ha avuto un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza sanitaria sia per il percorso protetto che ha dato tranquillità a tutti i pazienti alle prese con patologie che non fossero il coronavirus, che per il supporto prezioso che l’Unità Complessa di Medicina di Laboratorio, diretta dal dr Vittorio Tassi, ha fornito all’Asl, processando una serie infinita di tamponi anticovid e favorendo tracciamento e contenimento dei focolai.


«COME LA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO»


Un’azienda così importante, va da sé, ha la necessità di essere al passo coi tempi se non addirittura anticiparli ed ecco perché dà l’impressione di essere un cantiere sempre aperto.


Ogni anno, a memoria d’uomo, le nuove opere si sono intrecciate con quelle di manutenzione, di adeguamento, di ristrutturazione, senza sosta.


«Il continuo impegno è il segreto della conservazione della struttura che non dimostra gli anni che ha», confida l’ing. Antonio Coppola. Il responsabile tecnico dell’azienda ospedaliera, per evidenziare ulteriormente l’andamento paragona il “Panico” a «la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano: i lavori non finiscono mai!».


OSPEDALE ACCREDITATO E AL PASSO COI TEMPI


Da qualche anno, però, l’infaticabile e lungimirante attività della direttrice generale, Suor Margherita Bramato, ha portato alla definizione di strategie e ad un gravosissimo impegno  progettuale, finanziario, gestionale, per il totale ammodernamento dell’ospedale, per stare al passo coi tempi.


Impegno divenuto necessario anche perché l’ospedale tricasino è tra i primi in Puglia ad aver ottenuto l’accreditamento al Servizio Sanitario Nazionale, vale a dire la certificazione di rispondenza ai requisiti previsti dalla legge in tutti gli ambiti (sanitario, di sicurezza, urbanistico, di prevenzione incendi, di rispondenza ai requisiti contrattuali, di gestione etc.).


«Per ottenere tale prestigioso risultato», spiega Coppola, «è stato necessario procedere con impegnativi lavori di ristrutturazione  in tutti i reparti esistenti. È stato anche avviato, da un po’ di anni, il progetto per l’ampliamento della struttura per adeguarla alle nuove esigenze».


LA NUOVA COSTRUZIONE


È visibile dall’esterno la dimensione della nuova struttura ancora ricoperta dalle impalcature degli operai. Chiediamo lumi all’ingegnere Coppola: «Si stanno realizzando ben 40mila nuovi metri cubi di costruzione, oltre 10mila metri quadrati di pavimento, il 30% in più della struttura esistente, da destinare ad uffici, depositi, movimentazione merci, farmacia, nuovo CUP (Centro Unico di Prenotazione), nuovi laboratori di analisi, nuovo centro emotrasfusionale, nuovi ambulatori, nuovi ambienti destinati alla degenza (il numero massimo di ricoveri resterà uguale ma saranno razionalizzate e migliorate le degenze)».






IMPIANTI NUOVI E PIÙ SICURI


È in corso anche il totale ammodernamento degli impianti: «È stata realizzata una nuova cabina elettrica; in corso l’ammodernamento degli impianti elettrici in tutto l’edificio esistente; realizzata una nuova rete di distribuzione della media tensione. Sono stati realizzati i nuovi impianti per i gas medicali», aggiunge l’ingegnere dell’ospedale, «con il completamento di una rete ad anello che garantisce maggior sicurezza e consente di non aver interruzioni nell’erogazione».

La serie dei lavori in corso è infinita: si sta infatti lavorando ad «un nuovo sistema di smaltimento delle acque piovane ed è in corso un impegnativo lavoro per la sostituzione, l’ammodernamento e l’ampliamento di tutti gli impianti di trattamento dell’aria, non solo per migliorare le condizioni climatiche (soprattutto in estate grazie ai nuovi impianti di condizionamento) ma anche al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di contagio, problematica diventata particolarmente importante in questo periodo di pandemia».






AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA PER IL NUOVO EDIFICIO


Tali opere richiedono  quantità sempre crescenti di energia e per questo motivo è stato dato «grandissimo impulso alla realizzazione di impianti e strutture che consentano una drastica riduzione dei consumi: l’impianto di trigenerazione a metano consente di produrre energia elettrica, termica e frigorifera con risparmi energetici e per l’ambiente particolarmente importanti».


Si sta facendo inoltre ricorso alla geotermia, al solare termico ed al fotovoltaico, «pur se in dimensioni limitate».


Coppola annuncia che il «nuovo edificio sarà energeticamente autosufficiente. Si sta procedendo alla coibentazione del terrazzo per ridurre le dispersioni termiche e, per i nuovi interventi di ammodernamento, alla sostituzione degli infissi con altri con migliore coibenza. L’intera superficie esterna, sul lato Est, verso Casa di Betania, sarà totalmente trasformata portandola al livello di Via Ludovico Ariosto e sarà realizzato un nuovo accesso pedonale per il pubblico, da Via Giovanni XXIII».


NUOVI SERBATOI D’ACQUA, NESSUN PROBLEMA IN ESTATE


Finito? Macchè! «Realizzati i nuovi serbatoi di acqua nei pressi del cogeneratore, totalmente autonomi ed in grado di garantire il fabbisogno per più di due giorni, sopperendo in questo modo alle riduzioni di portata frequenti nel periodo estivo».


Allo stesso modo si sta procedendo, «utilizzando le normative nazionali, alla totale manutenzione delle facciate».


DUE NUOVE SALE OPERATORIE E TANTE ALTRE NOVITÀ


Non mancano, e sono anzi «particolarmente impegnative», le opere di ammodernamento e ristrutturazione dei reparti e delle attrezzature.


Dopo l’ampliamento di una delle sale operatorie del quinto piano, dove è stato installato un robot, sono «in corso di realizzazione altre due nuove sale operatorie al secondo piano e saranno realizzate in adiacenza due nuove sale per endoscopia. Ultimata la realizzazione di un nuovo ambiente per la sostituzione di una vecchia TAC. Stanno per iniziare i lavori per la realizzazione di un nuovo ambiente per sostituire la vecchia macchina di Risonanza Magnetica Nucleare con una più moderna e potente».


«Mai, in tanti anni, sono state realizzate contemporaneamente tante opere», sottolinea infine l’ing. Coppola, «siamo fiduciosi che, a breve, i risultati potranno toccarsi con mano».


Giuseppe Cerfeda


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Marcello Gemmato al Centro Ilma

Il Sottosegretario alla Salute: «Opera eccezionale voluta e sostenuta dalla popolazione salentina, sarà la casa della prevenzione dei tumori con servizi gratuiti per tutti»

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Il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato si è recato in visita al “Centro Ilma”, l’Istituto multidisciplinare per la lotta ai tumori che la LILT di Lecce con il suo fondatore, l’oncologo Giuseppe Serravezza, ha realizzato alle porte di Gallipoli in un’area di sette ettari di cave dismesse, esclusivamente grazie dalle donazioni della popolazione salentina.

Il Centro si occuperà di erogare servizi gratuiti nei seguenti settori: Ricerca applicata sulle cause ambientali del cancro, Diagnosi precoce, Riabilitazione fisica e Sostegno psicologico, Assistenza socio-sanitaria domiciliare ai pazienti terminali, Divulgazione scientifica.

«Una realtà eccezionale, frutto dell’intuizione del prof. Serravezza, sarà la Casa della Prevenzione. Mi piace pensare che esistano uomini, donne, medici, professionisti che si spendano così per gli altri», ha detto il Sottosegretario Gemmato che ha visitato tutti i Dipartimenti della grande struttura ormai in fase di completamento.

«Apprezzo davvero», ha aggiunto, «lo straordinario Volontariato e lo spirito solidaristico che contraddistingue l’azione della Lilt di Lecce. Rilancio sull’importanza della Prevenzione, su cui il nostro Ministero sta lavorando tanto e continua ad investire. L’attenzione dei vertici nazionali è massima su questo tema che ha come cornice la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale».

Alla visita, hanno partecipato, tra gli altri, il deputato Antonio Gabellone, il direttore generale dell’Asl di Lecce Stefano Rossi con la responsabile degli Screening oncologici Elisabetta De Matteis, la consigliera Titti Cataldi per il Comune di Gallipoli e il sindaco di Casarano Ottavio De Nuzzo.

«Ringraziamo il Sottosegretario per aver voluto toccare con mano questa nostra importante realtà, sicuramente unica nel panorama nazionale, il sogno del dottore Serravezza, condiviso e sostenuto da tutti noi, di offrire alla cittadinanza tutta un ‘ospedale per sani’, come lui stesso lo definisce, dove in primis si lotterà per non far ammalare le persone, attraverso la Ricerca applicata sulle cause, che sono intorno a noi, la Divulgazione scientifica e i Dipartimenti Ambiente e Salute, Alimentazione e Stili di vita», sottolineano il presidente della Lilt di Lecce, Simonetta Pepe, e il responsabile del Comitato tecnico-scientifico, l’oncologo Carmine Cerullo, «Ci auguriamo che il Ministero possa essere concretamente al nostro fianco e sostenere questo progetto straordinario, le cui attività di ricerca sono già iniziate con il Progetto Geneo ed Extra-Geneo per lo studio della genotossicità dei suoli, che ha coinvolto ben 52 Comuni della nostra provincia. I servizi offerti nel campo della Prevenzione primaria e secondaria andranno ad affiancarsi ed integrarsi con quelli erogati dalla Asl di Lecce, così come già avviene come già avviene nei 36 Ambulatori di Prevenzione Lilt attivi in provincia, l’Assistenza domiciliare oncologica che Lilt eroga in 5 Distretti socio-sanitari, e nei Centri di Orientamento Oncologico (C.Or.O) ove sono presenti quotidianamente i volontari Lilt».

«Doveroso ricordare», sottolineano Pepe e Cerullo, «che la struttura, oggi patrimonio di tutti i cittadini che l’hanno fortemente voluta e sostenuta, è stata progettata e realizzata grazie al lavoro volontario e all’impegno di tantissimi professionisti del territorio, ringraziamo per tutti l’ingegnere Flaviano Giannone cui è affidata la Direzione Lavori. Siamo ora alla fase della dotazione tecnologica per la quale occorrono ulteriori risorse al fine di poter mettere in funzione al più presto il Centro e offrire servizi fondamentali alla cittadinanza, che andranno ad integrarsi e a supportare la rete dei servizi socio-sanitari del nostro SSN, con cui da sempre collaboriamo. È un progetto che oggi più che mai riteniamo fondamentale per arginare le disuguaglianze sanitarie e andare incontro alle esigenze crescenti di tanta parte della popolazione che purtroppo spesso rinuncia a curarsi. Per cui continuate a sostenerci, anche attraverso il 5 per mille a Lilt Lecce. Il vostro aiuto è fondamentale per continuare ad erogare i servizi gratuiti e sostenere i progetti Lilt di Educazione alla Salute che oggi coinvolgono oltre 70 scuole del territorio».

Il Centro Ilma è un progetto “di iniziativa popolare” realizzato da Lilt Lecce in seguito ad un protocollo d’intesa con Regione Puglia, Provincia di Lecce, Università del Salento e Comune di Gallipoli, e finanziato grazie alle sole donazioni ed al senso solidaristico dei salentini.

I servizi erogati saranno gratuiti come tutte le attività svolte dalla Lilt di Lecce da oltre 30 anni sul territorio provinciale.

Testimonial d’eccezione del “Centro Ilma” sono i Premi Oscar Helen Mirren e Taylor Hackford, i quali hanno realizzato due video-messaggi a sostegno dell’Istituto diffusi da tempo sui media e tramite i canali social e web Lilt Lecce.

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Attualità

Serie C, Casarano da leggere

Presentati “Dietro la porta” di Gabriele Marra e “Al primo colpo di Antonio Scarangella. cresce intanto l’attesa in città pre il tirono tra i professionisti. Iscrizioen completata e “Capozza” pronto

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di Giuseppe Lagna

Nel Chiostro di Palazzo dei Domenicani, sede del Comune di Casarano, al termine della presentazione del libro “Dietro la porta” di Gabriele Marra, è intervenuto il presidente del Casarano Calcio, Antonio Filograna Sergio, a ringraziare l’autore, come anche Antonio Scarangella, presente in platea, per il suo voluminoso “Al primo colpo“.

Ambedue le opere dei due tifosi rossoazzurri, centrate sulla recente vittoria del campionato, stanno a dimostrare l’entusiasmo palpabile in città, per il ritorno in serie C, dopo un “purgatorio” di ben ventisette anni.

Con un forte applauso il presidente ha poi dichiarato quanto già noto: “Il Casarano Calcio è ufficialmente iscritto in serie C per il campionato 2025-2026!“.

Ma quanto lavoro!

Lungo e complesso è stato l’iter burocratico, ma, nonostante difficoltà incontrate, la documentazione è stata presentata con due giorni di anticipo sulla scadenza del 6 giugno e la stessa ha superato successivamente il dettagliato esame della CO.VI.SOC.

Ugualmente lo stadio Capozza, in simbiosi tra l’amministrazione comunale e la società, in meno di un mese è stato adeguato alle richieste della Lega Pro, attraverso una serie di lavori interni ed esterni.

Ora non resta che attendere le ufficialità del mercato, che prenderà il via il primo luglio, per conoscere con certezza la composizione della nuova rosa, fatta di conferme e acquisti, su cui circolano già numerose voci.

Sempre il patron Antonio Filograna Sergio nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto intendere di metter su una formazione che faccia ben figurare il Casarano nel palcoscenico ricco di formazioni blasonate, secondo il suo pensiero di “sognatore, ma sempre con i piedi ben piantati a terra“.

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Attualità

Domenica mattina al mare? Raffica di multe sulla litoranea di Tricase

In una zona priva di parcheggi “leciti” e, per questo motivo sempre soggetta a una certa tolleranza. Appello al sindaco: è possibile annullare quelle contravvenzioni con buona pace di tutti? Restano irrisolti, intanto, i “veri” problemi: mancanza di parcheggi, vegetazione che invade le carreggiate impedendo la visuale in curva e limite di 50 km orari pressoché ignorato

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di Giuseppe Cerfeda

Domenica mattina, gran caldo e, dopo una settimana di lavoro, finalmente la possibilità di godere del refrigerio del mare.

Fino all’incavolatura (eufemismo) finale.

Perché quel bagno è costato a molti tricasini una bella multa sul parabrezza della loro auto, parcheggiata sulla litoranea tra Tricase Porto e Marina di Andrano, in località Isola.

Doverosa una premessa.

In quella zona c’è sempre stata, negli anni, una certa tolleranza per un semplice motivo: non ci sono parcheggi per chilometri, quindi non c’è scelta!

Detto che può anche accadere che si esageri ma, sinceramente, avendo potuto appurare personalmente chi scrive, non ci sembra che la situazione fosse peggiore di altre volte (negli altri anni, tra luglio e agosto è accaduto decisamente di peggio), tant’è che poco prima dei contravventori è transitata in zona un’ambulanza in direzione Andrano, senza incontrare alcun tipo di problema.

Stamani mi è capitato di leggere su una testata che, per colpa delle auto in sosta, aumenta il rischio incidenti su un’arteria purtroppo già segnata più volte da gravi sinistri, come quello costato la vita ad un uomo di 62 anni di Taurisano qualche settimana fa.

Inconfutabile: la carreggiata con le vetture parcheggiate si restringe.

Ma siamo sicuri che sia quello il problema più grande?

Giusto per sgombrare il campo da equivoci: quell’incidente è avvenuto intorno alle 9 del mattino, quando al mare non c’è ancora praticamente nessuno, e ben lontano da dove ieri sono state multate le auto in sosta; gli inquirenti stanno indagando per stabilire le esatte cause e, quanto avvenuto quel triste mattino, nulla ha a che vedere con quanto abbiamo scritto e scriveremo ancora.

Uscendo, quindi, dai casi specifici e dai possibili equivoci, più in generale andrebbe sottolineato che Anas, Provincia o chi per esse, non dovrebbero aspettare luglio per ripulire i bordi delle strade dalla vegetazione (le canne, soprattutto in curva, impediscono la visuale e costringono, in questo caso si, i mezzi a invadere la corsia opposta).

E poi, sempre in generale, senza fare riferimento ad alcun caso specifico, non sarebbe il caso di ricordare che sulla litoranea il limite è di 50km orari?

Ma avete visto come transitano su quella via?

Provate a verificare cosa succede il sabato e la domenica pomeriggio (e non solo): motociclette e auto che sfrecciano a velocità inimmaginabili e che costringono a trattenere il fiato, nella speranza di non sentire il botto!

Ecco questi sono i problemi che eventualmente i residenti hanno segnalato (e non certo ieri, ma in tempi non sospetti), non quello delle auto in sosta.

Tricase sembra sempre più essere il paese delle contraddizioni: si fa il bagno nell’area portuale dove vige il divieto di balneazione (ma è bello, si può tollerare per carità, nonostante possa anche essere pericoloso), a Tricase Porto si parcheggia vicino al Bolina e si guarda il mare fumando una sigaretta, mentre gli automobilisti restano in fila sotto al sole come se nulla fosse, perché non si passa.

Tricase ha otto chilometri di costa bellissimi e, giustamente, se ne vanta.

Ma se non permettiamo alle persone di parcheggiare, trovando una soluzione, che si fa?

Si chiude tutto?

Conoscendo personalmente il sindaco Antonio De Donno e la sua sensibilità in merito a certi argomenti, ci permettiamo di rivolgergli un appello: non è forse il caso di chiedere di annullare tutte quelle multe?

Possiamo evitare che (ad esempio) ad un operaio possa costare una cifra il bagno a mare la domenica mattina dopo una dura settimana di lavoro, solo per aver parcheggiato dove lo ha fatto per anni? Esattamente come chi fa il bagno nel porto e lo fa da anni, né più né meno…

Quello che chiediamo è un po’ di buon senso e, appena possibile, una soluzione per poter parcheggiare in sicurezza.

Raccomandando, infine, sempre prudenza e il rispetto del limite di velocità che, lo ricordiamo, per i duri di comprendonio, sulla litoranea è di 50 km orari!

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