Approfondimenti
Master Slow Food nel Salento
Aperte le iscrizioni al percorso accademico. A Melpignano via al master universitario in “Gastronomie Territoriali Sostenibili e Food Policies”. Per il primo anno sarà gratuito. Per iscriversi c’è tempo fino ad ottobre

A febbraio il fondatore del movimento Slow Food Carlo Petrini è stato ospite a Melpignano per una Lectio magistralis dal titolo “Gastronomie territoriali sostenibili e politiche territoriali del cibo”. In quell’occasione era stata annunciata una prestigiosa novità per l’intero territorio: la nascita del primo Master universitario in “Gastronomie territoriali sostenibili e food policies”, nato da un’idea dell’amministrazione comunale di Melpignano e costruito grazie a una collaborazione tra l’Università del Salento e l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, in Piemonte.
Ora quel percorso, che rientra nell’offerta formativa di Unisalento per l’anno accademico 2023-2024, prende ufficialmente forma. C’è ancora tempo per iscriversi, fino al prossimo ottobre. Previsto a partire dal prossimo novembre e fino a ottobre dell’anno venturo, il master durerà 296 ore, per un totale di 60 crediti. Spazierà in moduli didattici che riguarderanno la storia, la cultura, i paesaggi dell’identità gastronomica italiana; passando dalla progettazione e dalle politiche del cibo e puntando anche sulle competenze relative ai prodotti e alle filiere agroalimentari di qualità. Sono dunque aperte le iscrizioni al percorso formativo, di primo livello, estese a 25 laureati e laureate di qualsiasi facoltà.
Un innovativo cammino formativo che sarà gratuito per il primo anno e che, avvicinando le eccellenze del Nordovest a quelle del Sudest, si pone l’obiettivo comune di nuove economie del territorio, fornendo competenze, contatti e nuove modalità di approccio all’agricoltura biologica, alla trasformazione dei prodotti della terra e alla loro distribuzione, al mondo del vino, a quello del turismo e più in generale al senso del “buono, pulito e giusto”.
Questa dunque la direzione intrapresa dal Comune di Melpignano che, davanti alle numerose potenzialità del territorio, si è posto anche l’interrogativo di come contrastare fenomeni come lo spopolamento, la desertificazione, la salinizzazione delle falde. E ancora, pensare a un’azione di contrasto alla monocoltura, puntando invece a variegare il mondo agricolo, ripristinando la biodiversità.
«Il master partirà anche con l’obiettivo di rivitalizzare i borghi. In ogni parte del Paese, in questo senso, stiamo assistendo a una desertificazione. Anche nelle Langhe, la mia terra, stanno aumentando i paesi che non hanno più un negozio “alimentari”, un panettiere o delle osterie. Questo determina che anche la socialità del borgo venga meno e non va bene: un turismo che entri in una dimensione dove non c’è qualità della vita degli abitanti a lungo andare diventa sterile. Il primo compito di una filiera turistica efficace è quello di mantenere alti i livelli di felicità delle comunità locali. Se perdiamo la socialità dei luoghi, la “monocoltura” del turismo può diventare estremamente negativa e poco lungimirante», ha dichiarato Carlo Petrini, rimarcando le parole espresse della sua visita a Melpignano.
«La valorizzazione del patrimonio enogastronomico dei nostri territori, così come l’adozione di politiche del cibo in grado di promuovere un’alimentazione sostenibile, costituiscono obiettivi che divengono realmente realizzabili solo se si dispone di specifiche professionalità», ha evidenziato Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, «ed è proprio con questo intento che si è creato questo percorso di alta formazione a Melpignano, nel cuore della Grecìa Salentina: un territorio che proprio nelle sue risorse enogastronomiche ha uno dei suoi più importanti asset strategici, come peraltro ampiamente documentato dal Piano di sviluppo turistico della Grecìa Salentina realizzato dall’Università del Salento. Il master è anche l’occasione per valorizzare le competenze acquisite dal nostro ateneo nel campo delle Food Policies e delle Food narratives con la Scuola di Placetelling».
«Abbiamo progettato il Master in Gastronomie Territoriali e Food Policies pensando a un territorio che ha bisogno di una conoscenza profonda di tutta la filiera alimentare: dalla produzione, alla trasformazione, al consumo, alla ristorazione. Il Salento ha una straordinaria quantità di risorse lungo tutta la filiera: una produzione agricola d’eccellenza, ma in sofferenza; un’industria e un artigianato della trasformazione alimentare, che certamente possono crescere in quantità e qualità; una varietà di forme di consumo, da quello quotidiano delle famiglie a quello della fruizione turistica, tutte alla ricerca di nuove proposte legate alla tipicità, alla salubrità, alla sostenibilità. Una parte importante del Master è dedicata anche alle politiche del cibo, perché oggi il ruolo delle istituzioni, su questo fronte, torna a essere decisivo», ha aggiunto Angelo Salento, docente e direttore del master in partenza. Che poi ha evidenziato:
“L’offerta didattica è di altissimo livello, anche perché il Master è a doppio titolo, essendo sviluppato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (massima autorità culturale su questi temi, in Europa) e con Slow Food. E il corso si svolge nello splendido Palazzo Marchesale di Melpignano, nel contesto del nuovo Melpignano Food Lab. È certamente un’occasione da non perdere, per chi vuole maturare una specializzazione di alto profilo in questo settore, anche perché questa prima edizione è completamente gratuita».
«Ci siamo guardati attorno, rendendoci conto delle enormi potenzialità del patrimonio del nostro territorio. È necessario, in questa fase storica, costruire un sistema di agricoltura multifunzionale: che sia cioè in grado di puntare a una filiera del cibo sano, orientata alla sostenibilità, un sistema di trasformazione e semilavorati di eccellenza. Allo stesso tempo, ideando questo master, abbiamo pensato a un sistema ricettivo (come quello degli agriturismi) da collegare alle filiere logistiche della distribuzione delle materie prime. In modo da creare reti tra borghi, ripopolandoli. E non soltanto in ambito agricolo, ma pensiamo anche alle piccole botteghe artigiane. È infatti necessario spingere sui contatti diretti coi consumatori oltre confine, per poter promuovere i prodotti di questa terra. Inoltre, l’idea di master che abbiamo in mente ha inevitabilmente a che vedere col welfare di un luogo che punti – uno degli esempi- ai percorsi riabilitativi per mezzo di pratiche agricole. Preoccuparsi, infine, della rigenerazione dei terreni significa automaticamente porsi il problema della salute dei cittadini e delle cittadine. Ripartire dalle numerose ricchezze già presenti nel nostro sconfinato patrimonio e ampliarlo, in uno scambio continuo e simbiotico col territorio delle Langhe», ha sottolineato la sindaca di Melpignano, Valentina Avantaggiato.
L’INIZIATIVA “PROMUOVE CULTURA”
L’amministrazione comunale di Melpignano ha avviato un percorso per la rigenerazione culturale, sociale ed economica del proprio piccolo borgo storico, all’interno di un ampio piano di investimenti, finanziato con i fondi PNRR “Avviso attrattività dei borghi storici – Linea B”. Un vasto progetto, onnicomprensivo e multidisciplinare, che punta a contrastare in maniera concreta l’abbandono, con investimenti sul patrimonio culturale, materiale e immateriale. Ricostruire un’attrattività turistica che cammini accanto al benessere degli abitanti dei luoghi. Non è dunque un “semplice” master, bensì un progetto di più ampio respiro che punta alla connessione dei due territori, quello delle Langhe e il Salento. Una modalità concreta di consentire ai due centri di fare rete, partendo dalle reciproche eccellenze e dalle strategie attivate per tutelarle e valorizzarle. Il lavoro innovativo svolto da Petrini e dal movimento Slow Food ha riqualificato l’agricoltura di quel luogo, aprendo a un ragionamento sul cibo in senso lato. Un modello replicabile nel territorio dell’estremo lembo di Puglia dove già esistono forme di agricoltura “autogestite”, portate avanti da molti giovani che hanno a cuore l’ambiente e la qualità, così come la sostenibilità e il paesaggio. Quello della produzione alimentare agroecologica, come dimostrano le varie edizioni del “Mercato del Giusto”, è uno degli aspetti sul quale il Comune di Melpignano ha recentemente voluto scommettere. Un settore che rientra tra i 12 interventi integrati previsti da Melpignano promuove cultura. Un’iniziativa che conta tre principali assi di intervento. Il Melpignano Food Lab, per esempio, sarà un laboratorio dedicato a innovare la cultura e la produzione agroalimentare. L’obiettivo è quello di sviluppare attorno al “cibo” nuove produzioni e forme occupazionali, con un’offerta formativa d’eccellenza per pubblici diversi, corredata di itinerari turistico-culturali, una rete collaborativa tra attori pubblici e privati per l’innovazione e la promozione della produzione alimentare agroecologica.
Approfondimenti
Il sindaco di Martano, Fabio Tarantino, si confessa…

Intervista esclusiva al sindaco di Martano, Fabio Tarantino, ospite in redazione
Una lunga chiacchierata svicolando dalla pura cronaca amministrativa alla cultura e al sociale, con qualche sortita anche sulla politica provinciale e regionale e sulla delicata situazione in Medioriente.
Tarantino sta affrontando l’ultimo anno del suo secondo mandato e, ammette, come consentito dalla nuova legge per i Comuni sotto i 15mila abitanti, di puntare al tris alle prossime elezioni.
In questi dieci anni tante le opere portate a termine ma ciò di cui il primo cittadino più va orgoglioso è come «in questi anni sia cambiato il modo di vivere il paese. È cresciuto il rispetto dello spazio pubblico, tutti insieme abbiamo compreso quale sia la strada migliore per valorizzare Martano e le sue professionalità. Non abbiamo il mare e, se vogliamo essere attrattivi, dobbiamo essere accoglienti, in tutti i sensi».
A partire dagli spazi da vivere: «Abbiamo trasformato quella che era una strada di passaggio per automobili in due piazze.
La prima, l’abbiamo chiamata piazza Castello, perché consente agli avventori
di godere del panorama del palazzo Baronale. La seconda, piazza dei Caduti, è oggi uno spazio vivo e vissuto dai miei concittadini e da chi viene da noi in visita».
L’INFRASTRUTTURA… SOCIALE
Dieci anni da sindaco saranno stati una faticaccia ma anche una fucina di soddisfazioni. La più importante?
«È un’infrastruttura… sociale! Abbiamo ricreato una stretta connessione tra la gente e l’amministrazione: il Comune è oggi un “palazzo di vetro”. Il funzionario è a disposizione di tutti, esattamente come l’amministratore. Potranno accusarci di tutto ma, di certo, non di esserci allontanati dalle persone e dalle loro esigenze. Qui nessuno si è mai chiuso nella torre».
LA CULTURA AL CENTRO
Da giornalista sa bene quanto sia importante la cultura nella vita di una città e di ognuno di noi.
«L’abbiamo messa al centro di tutte le nostre attività. Ne è stata (e ne sarà) la diretta protagonista oppure con un importante ruolo di “accompagnamento”. Comunque, presente all’interno di tutte le manifestazioni promosse dall’amministrazione, in tutti i progetti, i programmi e le opere introdotti in questi dieci anni. La cultura è il punto di riferimento per il Comune, con la sua biblioteca, i suoi eventi, le iniziative a fare da presidio culturale, insieme ovviamente alla istituzione scolastica del territorio e alle associazioni di promozione culturale».
OPERAZIONE RECUPERO
Altro punto a favore il recupero della ex struttura “Dopo di Noi”.
«Abbiamo ereditato questa opera, , incompleta e definanziata, dalle precedenti amministrazioni.
Dopo un intenso lavoro istituzionale, nel 2020, siamo riusciti a ottenere un nuovo finanziamento per completare quella che era diventata una delle opere incompiute simbolo a livello nazionale.
Da poco è scaduto il bando per l’affidamento in gestione, ora vedremo gli esiti e cercheremo di arrivare a una gestione e, quindi, all’apertura di questa struttura con un gruppo di appartamenti destinati ad anziani e disabili che restano soli. La comunità che immaginiamo è inclusiva e deve garantire ai più deboli una vita dignitosa oltre all’accesso alle cure».
CITTADELLA DELLA SALUTE
Non avete lesinato sforzi per quella che è una sorta di hub della salute.
«Non abbiamo un ospedale in loco e, per questo, abbiamo fatto il possibile per fornire almeno i servizi essenziali. Il nostro poliambulatorio lavora a pieno regime, basta consultare i numeri per averne conferma. Puntiamo ad avere, nello stesso posto, sfruttando i locali della RSA, anche i poliambulatori di tutti i medici di base del paese, i poliambulatori pediatrici e gli altri servizi».
IL CIRCOLO TENNIS
C’è qualcosa che ha urgenza di realizzare prima che finisca il secondo mandato?
«Restituire ai cittadini il Circolo Tennis. Stiamo realizzando due campi di tennis, due di padel e un campo di calcetto. Lo sport è importante e il Circolo fa parte della storia di Martano. Contiamo che ritorni all’antico splendore».
Fuori dai denti: ci sarà per il terzo mandato?
«La squadra ha fatto bene e può continuare il suo lavoro, credo proprio che ci ripresenteremo agli elettori. Anche perché…».
Perché?
«Stiamo gettando le basi affinché la nuova zona artigianale diventi un fiore all’occhiello della città. La zona PIP 1 è completa, per la PIP 2 abbiamo già ricevuto tante richieste sia da locali che da persone che vorrebbero trasferire la loro azienda da noi. Vogliamo fare in modo che la nostra zona artigianale sia davvero funzionale e quindi appetibile per dare anche un impulso all’occupazione».
Altro suo cruccio è la lotta allo spopolamento.
«Non è facile. Tra denatalità e giovani che vanno via per avere un futuro, rischiamo di rimanere una terra popolata solo da anziani. Ci stiamo ragionando e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per invertire la tendenza. Come creare degli spazi affinché chi svolge un’attività in altre città possa continuare a farlo da Martano, avendo tutto a disposizione e senza doverne pagarne lo scotto. Ci siamo già dotati di Ultra Fibra per la connessione internet, ora dobbiamo pensare a come offrire spazi adatti».
CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Intanto avete sistemato gran parte della questione “fognatura bianca” contro il rischio idrogeologico.
«Per quanto riguarda la fognatura bianca e il recupero delle acque pluviali, abbiamo ricevuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro complessivi con due finanziamenti. Con quei fondi stiamo realizzando un’infrastruttura primaria necessaria per Martano. Riguarderà le principali arterie, quindi, via De Gasperi, via Mameli, via Traglia, via Aldo Moro, via Don Minzoni, via Teofilo. In questo modo forniremo alla città un’infrastruttura importante contro il rischio idrogeologico. Abbiamo anche in “cottura” altri tre progetti relativi alla fogna bianca, finanziati sempre dal Ministero, per ottenere poi fondi pari a sei milioni di euro, proprio per completare la rete di fognatura bianca della città».
PRESIDENTE DELLA PROVINCIA?
Oggi è vicepresidente della Provincia e c’è già chi la vede futuro presidente…
«Il presidente Stefano Minerva si dimetterà per prendere parte alle elezioni regionali e io sarò chiamato a colmare il vuoto amministrativo fino alle prossime elezioni. Se, poi, si vorrà dare continuità all’amministrazione uscente confermo la mia disponibilità ma senza alcuna forzatura. Se ce ne sarà bisogno, io ci sarò».
LA QUESTIONE PALESTINESE
A differenza di molti suoi colleghi, non ha fatto spallucce e, sul genocidio di Gaza, ci ha messo la faccia.
«Martano condanna con fermezza qnaato accade nella Striscia di Gaza. Abbiamo esposto una bandiera della Palestina ancora più grande, a testimonianza di un impegno non solo morale, anche politico e istituzionale. Le notizie che ci giungono sono drammatiche: scarsità di medicinali, mancanza di cibo e acqua potabile, distruzione del sistema sanitario e scolastico, collasso totale delle infrastrutture civili.
Il Consiglio comunale di Martano ha formalmente chiesto: il cessate il fuoco immediato, l’apertura urgente di corridoi umanitari sicuri, il rispetto del diritto internazionale, l’opposizione a ogni ipotesi di annessione della Striscia di Gaza.
La nostra è solo un’istituzione locale.
Crediamo, però, che il compito della politica, anche a livello comunale, sia quello di dare voce ai valori universali di giustizia, pace e tutela della dignità umana. Martano non resta in silenzio e si schiera sempre dalla parte della vita e dei diritti umani. Da diversi porti del Mediterraneo, son partite le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, con l’obiettivo di rompere l’assedio e portare aiuti alla popolazione stremata. Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa: è in discussione il principio di umanità. Al tema dei diritti umani, del rispetto dei diritti umani contro il genocidio sono sensibili sia il sottoscritto, come vicepresidente della provincia, che l’intera amministrazione comunale di Martano. Ecco perché stiamo mettendo a disposizione della Freedom Flotilla Italia noi stessi, le nostre capacità e la nostra forza politica per aiutare, in ogni modo possibile, un popolo vittima di genocidio».
CULTURA CINOFILA
Di recente avete attivato il servizio gratuito di cultura cinofila. Di che si tratta?
«Anche questo è un aspetto importante della vita di tutti. Il Comune, in collaborazione con gli educatori cinofili Angelo De Mitri e Lavinia Donateo, ha avviato la nuova iniziativa dedicata alla tutela e al benessere dei cani. Un servizio gratuito, individuale e personalizzato per sensibilizzare il cittadino sulla cultura cinofila e supportare i proprietari nei problemi relazionali con il proprio cane».
Giuseppe Cerfeda
Approfondimenti
Oltre l’app: Cloud e HTML5 spingono il mobile gaming nel futuro
Come funzionano i giochi nel browser con HTML5? Per capirlo occorre guardare al ruolo crescente del cloud gaming, una tecnologia che cambia il rapporto tra hardware e software…

Oltre l’app: Cloud e HTML5 spingono il mobile gaming nel futuro
Già da qualche anno, il mobile gaming non è più un passatempo marginale. In poco più di un decennio ha trasformato il mercato globale, mettendo nelle mani di milioni di persone la possibilità di accedere a titoli complessi e sofisticati. Fino a poco tempo fa la sua crescita sembrava legata quasi esclusivamente alle app scaricate dagli store digitali. Oggi, invece, due tecnologie stanno ridisegnando le regole del gioco: il cloud e l’HTML5.
Cloud gaming su smartphone: dal download allo streaming
Come funzionano i giochi nel browser con HTML5? Per capirlo occorre guardare al ruolo crescente del cloud gaming, una tecnologia che cambia il rapporto tra hardware e software. È un modello in cui i giochi non sono installati sul dispositivo, ma elaborati su server remoti. Lo smartphone diventa così un terminale che riceve in streaming immagini e dati, riducendo la dipendenza dall’hardware locale.
La logica ricorda il passaggio dal DVD alle piattaforme di film on demand: ciò che conta non è possedere il supporto, ma avere accesso immediato al contenuto.
Per gli utenti significa poter usare titoli complessi anche su device di fascia media, senza temere rallentamenti o incompatibilità. È come se il telefono fosse solo la porta d’ingresso, mentre la vera potenza di calcolo resta nascosta dietro le quinte, nei server che macinano dati a velocità impressionante.
Dietro a questo meccanismo si cela un’enorme sfida tecnologica: ridurre la latenza, garantire una trasmissione stabile di immagini ad alta definizione e assicurare stabilità di connessione. Non è un caso che i grandi attori del settore stiano investendo in data center diffusi in diverse aree geografiche, per avvicinare i server agli utenti finali. È una corsa silenziosa che prepara il terreno a un futuro in cui la distinzione tra console, PC e smartphone rischia di dissolversi.
HTML5 per il gaming: giochi nel browser senza app
Se il cloud elimina la barriera dell’hardware, l’HTML5 agisce sul piano del software. Questo linguaggio permette di sviluppare titoli che funzionano direttamente nel browser, senza download e senza plugin esterni.
L’impatto è evidente: un titolo può essere aggiornato in tempo reale e reso disponibile istantaneamente a chiunque disponga di una connessione. Per i giocatori significa passare da un link a una partita in pochi secondi. Per gli sviluppatori è la possibilità di raggiungere un pubblico vastissimo senza la mediazione obbligata degli app store e senza vincoli di compatibilità tra sistemi operativi.
L’HTML5 ha fatto passi enormi rispetto ai suoi primi impieghi. Oggi supporta grafica 3D, audio di qualità, animazioni complesse e funzioni interattive che lo rendono una base solida per giochi di ogni genere, dai puzzle casual fino a titoli competitivi più elaborati. È una tecnologia che cresce in parallelo con le esigenze del mercato, adattandosi con sorprendente elasticità a scenari sempre nuovi.
Mobile gaming, cloud e HTML5: un cambiamento di paradigma
Cloud e HTML5 non sono solo innovazioni tecniche, ma forze che spingono il settore verso un nuovo equilibrio e di fatto una nuova weltanschauung.
Il cloud promette di democratizzare l’accesso ai giochi più sofisticati, mentre l’HTML5 apre a un’accessibilità immediata e universale. Due strade diverse, ma complementari, che tendono a superare l’idea stessa di app come unico canale di fruizione.
Chi guarda al futuro del mobile gaming deve immaginare scenari in cui lo smartphone è una finestra, non più un contenitore. Una finestra capace di aprirsi su mondi sempre più complessi, senza barriere tecniche né vincoli di piattaforma.
Questo non significa che le app siano destinate a sparire: restano strumenti validi, soprattutto per chi cerca intrattenimento offline o preferisce ambienti chiusi e protetti. Tuttavia, la spinta del cloud HTML5 è destinata a ridurre progressivamente il loro predominio, aprendo un panorama più articolato e complesso.
Mobile gaming: conseguenze economiche e sociali del cambiamento
Gli effetti derivanti non riguardano solo la tecnologia, ma anche il modo in cui il mercato e la società interagiscono con il gioco. Con il cloud, il modello di business tende a spostarsi verso abbonamenti mensili e formule “pay per access” simili a quelle già diffuse nello streaming video. L’HTML5, invece, favorisce titoli accessibili gratuitamente con inserzioni pubblicitarie o microtransazioni.
Questi modelli sollevano domande etiche e regolamentari. Chi gestisce i dati di milioni di giocatori collegati a server globali? Quali tutele esistono per i minori? E come si definisce il confine tra intrattenimento e consumo eccessivo? Sono interrogativi che richiedono risposte non solo tecnologiche, ma anche politiche e culturali.
Sul piano sociale, la diffusione di giochi immediati e accessibili ovunque contribuisce a un fenomeno che potremmo definire di “gioco diffuso”. Non più sessioni concentrate davanti a una console, ma momenti frammentati, inseriti nelle pause quotidiane. Un cambiamento che modifica la percezione stessa del tempo libero e la relazione con la tecnologia.
Il futuro del gaming: equilibrio tra mercato e cultura
Non si tratta solo di un’evoluzione tecnica, ma di un cambiamento culturale verso i giochi a pagamento. Il gioco non è più confinato a spazi chiusi: con il cloud e l’HTML5 è più accessibile,con comparazione bonus immediato e interconnesso con le offerte del mercato.
L’industria si trova davanti a un nuovo equilibrio tra modelli economici, diritti digitali e modalità di fruizione. E gli utenti, spesso inconsapevoli della rivoluzione in corso, sono i primi testimoni di un futuro che si costruisce giorno dopo giorno, partita dopo partita.
Il mobile gaming, nato come intrattenimento leggero, si avvia così verso una maturità in cui il confine con il gaming tradizionale è sempre più labile. E in questo passaggio non c’è soltanto l’innovazione tecnologica, ma anche una riflessione su come viviamo il gioco, sul tempo che gli dedichiamo e sul valore culturale che gli attribuiamo.
Approfondimenti
I sindaci e la sindrome dell’Armata Brancaleone
Insomma, come recitava la regola aurea che circolava in molte scuole di pensiero, tanto tempo fa, quella massima: “Chi non sa fare un tubo, potrà fare politica, domani”, non deve vincere, ma neanche cedere il passo a formare, una volta in sella, delle “Armate Brancaleone”…

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Fra poco, in autunno, torneremo a votare!
Ci toccherà ancora una volta, come scriveva Montanelli: “Turarsi il naso e votare…”.
Scegliere di candidarsi, dedicarsi alla politica, lo so, non è cosa facile, anzi è alquanto ardua come scelta: non deve essere un rimpiazzo, una surroga, ma impegno costante, obbligo e zelo!
Insomma, come recitava la regola aurea che circolava in molte scuole di pensiero, tanto tempo fa, quella massima: “Chi non sa fare un tubo, potrà fare politica, domani”, non deve vincere, ma neanche cedere il passo a formare, una volta in sella, delle “Armate Brancaleone”.
A leggere la realtà di oggi nel nostro Salento, sembrerebbe che quello sfottò, quella saggezza popolare, si sia trasformata in profezia.
In molte nostre città è ricominciata scuola e, in tante parti dei nostri Comuni, insieme alle lezioni sono iniziati i lavori stradali, i rifacimenti, i rumori, le deviazioni: chiaramente, a ridosso dei plessi scolastici.
Così come in tante altre vie, appena tirate a lucido con sforzi economici non indifferenti, subito dopo la posa del nuovo asfalto, iniziano i lavori dell’AQP, dell’Enel, della fibra, del Gas.
E’ solo una coincidenza o mancata programmazione, sciatteria? Sembra la facciano apposta!
A sentir loro, i politici, i manager non hanno colpe: una volta è la burocrazia, l’altra, gli uffici, l’altra ancora la Giunta che non sa coordinarsi, poi lo scirocco “mputtanutu”, le zanzare del Nilo e i social “caini” che mettono in giro certe false voci.
Capisco che avere a che fare con l’AQP (che in molti comuni sta ultimando lavori) è come aver a che fare con Brighella: pensate sono così scrupolosi che inviano le fatture da pagare 15 giorni dopo la scadenza e poi si fanno pagare il “pizzo” per il ritardato pagamento sulla fattura successiva.
Sono così organizzati che in una scuola del nostro Salento, che da mesi aveva programmato “le porte aperte” con palloncini e festoni per accogliere e dare il benvenuto ai pupi per l’inizio della materna, l’acquedotto ha deciso, proprio quel giorno, di chiudere l’acqua!
Forse in segno ben augurante di benvenuto!
Forse era un saluto liquido (senza l’acqua), o un messaggio subliminale: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.
Certo, se proprio devo essere sincero, questo copione fa il pari con quelli dell’Enel (o come si chiama oggi la società dell’energia) che, bontà loro, per non dare fastidio e creare scompiglio, quando decidono di togliere la corrente in certe strade dei nostri Comuni, zitti zitti, non avvisano nessuno.
Si, forse qualcuno della loro famiglia lo avvisano: i pali della luce! Ma guai a farlo sapere in giro: che scherzo sarebbe!
O quelli delle Poste che, due volte su tre, nonostante siano una istituzione nazionale preposta alla gestione economica e alla felicità dei nostri anziani che, invece, quando si recano in agenzia, dopo aver fatto la fila per riscuotere la pensione, si sentono rispondere: “Mi dispiace, non ci sono soldi!”.
Ora potrei capire i poveri sindaci e le loro armate (politiche), che investiti da una barca di soldi – leggi PNNR – da spendere entro non oltre, plagiano Brancaleone e, dopo le votazioni creano alla meno peggio, quando non li sfiduciano, un gruppo di “tubisti” spesso mal organizzati e inconcludenti, i quali giustificano, come sopra, il loro operato.
Ma si intravede un’alba per il cambiamento?
La colpa è anche nostra: anche dei giornali, poco attenti a quello che succede; della poca denuncia e della poca assunzione di responsabilità; della evanescenza di chi si affaccia alla politica; e in ultimo di tanta gente che, specchiandosi con la realtà che la circonda, è stordita dal poco senso civico.
Fra poco, dicevo, andremo a votare, io non sono nessuno, sono solo un semplice osservatore, per questo non mi elevo a dare consigli, ma vorrei solo invitare tutti al dibattito, alla riflessione, a spendersi, a lottare, a farsi sentire anche con il voto.
Solo così potremo creare un’alba lucente, un futuro migliore per tutti, degno di questa bella terra.
Luigi Zito
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