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Attualità

“Mauro Romano oggi è Mohammed”: la pista araba sul rapimento di Racale

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di Lorenzo Zito 


È una storia infinita quella di Mauro Romano, scomparso all’età di 6 anni da Racale e mai più ritrovato.





Come infinita è la scia di dolore che da allora, era il 1977, insegue la famiglia Romano. Privata non solo di un figlio, di un fratello, ma anche di qualsiasi certezza sulla sua sorte.





Negli anni che passano (ben 43) la giustizia non riesce a fare il suo corso. E la verità viene inabissata. Ipotesi, testimonianze fuorvianti, addirittura la simulazione di un rapimento allo scopo di estorcere del denaro alla famiglia, fingendo di avere con sé il piccolo Mauro.





In mezzo, in questi decenni trascorsi, il buio. La caccia ai responsabili del rapimento non trova sbocchi. Poi, nel 1999, la rivista Oggi accende una lampadina, un lume di speranza. Sul rotocalco compare una foto. Nulla a che fare con la storia del piccolo Mauro: vi è ritratto uno sceicco. Un rampollo arabo, di bella presenza, sulla trentina, in compagnia di Valeria Marini. È l’ultimo sex symbol del momento, colui che a fine millennio entra nei cuori di alcune donne dello spettacolo del bel paese (nella foto in evidenza, pubblicata di recente da Oggi, è in compagnia di Manuela Arcuri).





Una donna, una conoscente dei Romano, mostra quella foto a Bianca, la mamma di Mauro: “Guarda Bianca. Non sembra Mauro?“.





L’idea che possa davvero essere lui, inizialmente, sembra folle. Ma la sete di notizie che può soffrire una famiglia colpita da una tale disgrazia, non fa accantonare nessuna pista. E poi c’è dell’altro: la signora Bianca nota subito qualcosa. Quegli occhi le parlano. Parte allora una serrata ricerca che, passo dopo passo, lascia sempre più sbalorditi.





Quel giovane è Mohammed Al Habtoor, figlio di uno degli uomini più ricchi del pianeta, un filantropo noto in tutto il mondo. L’età anagrafica, nel suo paese, non è così distante da quella del piccolo Mauro. È nato nel 1968, Mauro nel 1970: quando sparì aveva appena finito la prima elementare.





E c’è dell’altro. Due cicatrici in comune. Una su un sopracciglio, l’altra sulla mano destra.




I pensieri corrono e si rincorrono e, negli anni, altri elementi trovano un incastro, come in un grand puzzle lento a ricomporsi. Tra questi, la frase di una donna di Racale. Buttata lì, in uno dei tanti pranzi domenicali in cui quel fatto di cronaca degli anni ’70 tornava d’attualità: “Chissà, magari lo hanno venduto agli sceicchi“.





I tanti indizi spingono la famiglia Romano a trovare un contatto con quello che potrebbe essere Mauro. È il 2007. Prima due lettere in italiano, poi una telefonata di mamma Bianca con un interprete arabo. Dall’altra parte della cornetta la segretaria di Mohammed. C’è stupore, incredulità: la storia colpisce e cattura l’attenzione. Vedersene protagonisti però è tutt’altro che scontato. Ecco allora che alla cortese risposta che giunge dagli Emirati, con tanto di invito a incontrarsi e a raggiungere Dubai da ospiti, non viene dato alcun seguito: gli sceicchi improvvisamente tacciono e fanno un passo indietro.





Il fratello di Mauro non molla. Anche lui riesce a entrare in contatto con Mohammed. Prende un aereo e raggiunge Dubai. L’appuntamento che aveva ottenuto viene però disatteso. Lui, addirittura, fuori dall’hotel si vede pedinato.





Intanto, per una serie di altri fatti di cronaca, a Racale viene arrestato Antonio Scala con l’accusa di pedofilia. È la stessa persona che poco dopo la scomparsa di Mauro ne simulò il rapimento. All’epoca, fu fermato dai carabinieri a margine di una telefonata nella quale chiedeva un riscatto. Portò i militari in un luogo di campagna, poi ammise di non sapere dove fosse Mauro. “Avevo solo bisogno di soldi“: giustificò così la sua chiamata ai familiari del bambino.





Gli interrogatori, le testimonianze, le indagini che interessano i nuovi fatti di cronaca rispolverano elementi che potrebbero avere a che fare con il caso Romano. La Procura, un anno fa, riapre l’inchiesta. Ricostruire nel dettaglio cosa accadde quel giorno d’estate del 1977 è fondamentale per reintrecciare i fili di una storia spezzata in troppe parti. La speranza è che il lungo tempo trascorso possa in qualche modo paradossalmente essere d’aiuto: potrebbe aprire una crepa nell’incrollabile muro d’omerta che chi sapeva all’epoca eresse.





La famiglia Romano intanto segue la sua strada. Mentre la giustizia prova a fare il suo corso, i genitori ed il fratello di Mauro si battono con tutte le loro forze per avere una risposta definitiva. Ottenere un test del DNA al momento sembra una chimera: non si può imporlo a colui che sarebbe la vittima della vicenda.





Nelle parole del fratello (che vive all’estero ma rende partecipe con costanza sui social la comunità di Racale degli sviluppi della vicenda) lo straziante dolore accompagna la speranza. “Ti prego, ricorda fratello mio“. Con il desiderio di verità, cresce l’auspicio di riaccendere la memoria.





(immagine in evidenza dalla rivista Oggi)


Attualità

“Ho amato tutto”: una ballata teatrale racconta Donna Paola Menesini Brunelli

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Il Salento si appresta a vivere un evento straordinario, intriso di storia e  arte. Il 24 agosto alle 21.00, l’Abbazia del Mito di Tricase sarà il suggestivo scenario per la rappresentazione di “Ho Amato Tutto”, un’opera che racconta l’intensa vita di Donna Paola Menesini Brunelli, messa in scena dalla celebre attrice Paola Pitagora  e dalle note del sax di Peppe d’Argenzio e dalla chitarra elettrica di Emanuele Bultrini.

Una Storia di Amore e Dedizione



La ballata teatrale, la cui regia porta la firma di Evita Ciri, narra la storia di Donna Paola, discendente della nobile e potente famiglia Menesini Lemmi di Montegabbione, che abbandonò i suoi vasti possedimenti tra Umbria e Toscana per seguire il giovane marito Ferdinando in carriera all’IRI ( istituto per la ricostruzione industriale) a Roma negli anni ’60, periodo di grande fermento economico e sociale. Roma, all’epoca città vivace e ricca di opportunità, diventa il luogo dove Donna Paola, lasciandosi alle spalle la sua laurea a pieni voti in chimica farmaceutica e una carriera da ricercatrice, dedica la sua vita alla famiglia, incarnando valori di positività, concretezza, libertà e fiducia nel futuro.

Questa storia attraversa le vicende di una donna aristocratica profondamente umana che negli anni 60 dell’emancipazione femminile ha scelto invece la famiglia;  è pertanto un racconto senza tempo, un messaggio di  speranza, fiducia e investimento sul futuro senza alcun condizionamento.

L’Abbazia del Mito: Un Patrimonio Recuperato

Il contesto in cui si svolgerà l’evento, l’Abbazia del Mito, non è casuale. Questo sito di eccezionale valore storico è stato recuperato grazie all’impegno di Donna Paola e di suo figlio Alberto, che hanno dedicato cinque anni della loro vita per restituirlo al suo antico splendore, sottraendolo all’abbandono. Oggi, l’Abbazia del Mito è non solo un simbolo di rinascita, ma anche un esempio tangibile dell’amore per il territorio e per la cultura, valori che hanno ispirato la nascita della Fondazione Noi Siamo Paola, che si occupa appunto di tutela dei vecchi mestieri come il restauro pittorico, ligneo e scultoreo, l’arte del ricamo e del tessile nonché dei vecchi metodi di salvaguardia dell’agricoltura. La Fondazione Noi Siamo Paola produce infatti lo spettacolo.

Donna Paola

Patrocinio e Collaborazione

L’evento è patrocinato dal Comune di Tricase, che con il suo sostegno testimonia il profondo attaccamento all’Abbazia del Mito, un luogo che racchiude la storia del territorio e custodisce la memoria e le vestigia di un passato luminoso. 

Questa collaborazione con la Fondazione “Noi Siamo Paola” sta portando alla concretizzazione di progetti di alto valore culturale e sociale, che mirano a preservare e valorizzare il patrimonio locale. Le Amministrazioni stanno costruendo elementi di connessione sempre più forti per favorire la crescita del territorio, creando un tessuto di iniziative che unisce tradizione, cultura e innovazione.

Il Sindaco della Città di Tricase, Antonio De Donno, ha dichiarato: “Paola Menesini Brunelli è stata una donna in grado di trasformare quell’incanto che la nostra terra custodisce (e da cui lei era ammaliata) in qualcosa di grande. Il suo amore per il prossimo e per il Salento sono stati dei fari che brillano tutt’ora, nel suo ricordo. Ripercorrere ciò che è stata e le sue gesta, attraverso l’interpretazione ed il lavoro di professionisti di grandissimo calibro, è al contempo un debito nei suoi confronti ed una missione encomiabile, che la Città di Tricase non può che sposare con gioia ed orgoglio. Ancor più quando, come in questo caso, il ricavato di questa iniziativa viene devoluto a fini benefici”.

Un Appuntamento Imperdibile

“Ho Amato Tutto” è molto più di uno spettacolo teatrale; è un’occasione per riflettere sull’importanza delle radici, sulla forza dell’amore e della dedizione. Questo evento, che condensa storia e arte, rappresenta un momento imperdibile per il Salento e per tutti coloro che desiderano partecipare a un’esperienza culturale e umana di grande valore.

L’appuntamento è per il 24 agosto alle 21.00 all’Abbazia del Mito, dove il passato e il presente si uniranno in  un abbraccio di bellezza e amore universale e dove 20 anni fa’ Donna Paola Menesini Brunelli e Paola Pitagora si incontrarono per caso. 

Dal Mito è partita tutta la storia e al Mito Paola Pitagora festeggia in scena il suo compleanno.

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Attualità

Le caratteristiche di un sito di casinò affidabile in Italia

Nel panorama del gioco online, non tutte le piattaforme offrono le stesse garanzie di sicurezza…

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Nel panorama del gioco online, non tutte le piattaforme offrono le stesse garanzie di sicurezza.

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Un operatore privo di licenza può scomparire improvvisamente, rendendo impossibile recuperare i fondi depositati. La mancanza di un’autorità di vigilanza comporta inoltre che le regole possano essere modificate unilateralmente, senza alcun preavviso, e che eventuali controversie siano di fatto irrisolvibili. Questo scenario espone i giocatori a un alto rischio di frode e a un contesto dove la trasparenza è pressoché assente.

Gli elementi fondamentali di un casinò sicuro

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Altro elemento essenziale è la presenza di un sistema di crittografia SSL, che protegge le comunicazioni e impedisce a soggetti non autorizzati di accedere a dati sensibili come informazioni personali e coordinate bancarie. Fondamentale è anche l’utilizzo di un generatore di numeri casuali (RNG) certificato, che garantisce risultati di gioco equi e realmente imprevedibili. A completare il quadro, un casinò sicuro offre metodi di pagamento affidabili e tracciabili, consentendo depositi e prelievi tramite canali bancari ufficiali, carte riconosciute e portafogli elettronici di comprovata reputazione.

Supporto clienti e trasparenza nelle condizioni

La sicurezza di un casinò online non si misura solo dalle tecnologie adottate, ma anche dalla qualità dei servizi offerti ai giocatori. Un supporto clienti efficiente, disponibile attraverso più canali e con tempi di risposta rapidi, è un indicatore di serietà. Quando l’assistenza è presente e competente, il giocatore può affrontare eventuali problemi o dubbi con la certezza di ricevere risposte puntuali.

Ugualmente importante è la trasparenza nelle condizioni di utilizzo. I termini contrattuali, le politiche sui bonus e i requisiti di prelievo devono essere spiegati in modo chiaro e facilmente accessibile, senza clausole nascoste o ambigue. Un casinò che comunica in maniera aperta e diretta dimostra di avere un approccio orientato alla tutela del giocatore, riducendo il rischio di spiacevoli sorprese durante l’esperienza di gioco.

L’importanza di scegliere piattaforme autorizzate

Molti giocatori italiani sottovalutano i rischi legati all’uso di piattaforme non autorizzate per il gioco online. Solo i siti di casinò online sicuri, ovvero quelli con licenza ADM, garantiscono realmente la protezione nelle transazioni, l’integrità dei giochi e la sicurezza dei prelievi. Affidabile.org, portale specializzato nella comparazione dei casinò, aiuta gli utenti a comprendere il valore del gioco legale e fornisce consigli pratici per scegliere in modo consapevole tra le piattaforme autorizzate in Italia.

Gioco responsabile

La scelta di un casinò sicuro è il primo passo per vivere un’esperienza di gioco positiva ma, allo stesso tempo, il più importante dato che il comparto online è sempre attivo e non ha le restrizioni previste per il gioco fisico. Quindi un portale lecito garantisce una alta qualità anche dal punto di vista della prevenzione e protezione degli utenti. È fondamentale mantenere un approccio responsabile, stabilendo limiti di spesa e di tempo, e considerare il gioco esclusivamente come una forma di intrattenimento. Risorse ufficiali come il portale ‘Gioca Responsabile’ e il numero verde nazionale forniscono supporto e assistenza a chi ritiene di avere un rapporto problematico con il gioco. La consapevolezza e la prevenzione sono le migliori alleate per garantire un divertimento sicuro e sostenibile.

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Attualità

Lucugnano: l’amicizia vince sempre, nonostante tutto

I compagni dell’anno di nascita 1982, di Lucugnano di Tricase, far radici e motivazioni in comune….

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Ma quali sono le motivazioni che spingono un gruppo eterogeneo di persone a ritrovarsi dopo tanto tempo?

Forse sarebbe meglio conservare i ricordi della giovinezza così come sono, incastonati nel passato ideale.

E poi perché sottoporsi allo stress di venire giudicati, soppesati per l’aspetto, per la riuscita professionale e personale, quando sarebbe così facile lasciare le cose come stanno.

Ma qualcosa che resta, al di là delle chiacchiere e dei ricordi tra vecchi compagni di scuola, c’è.

È l’emozione di guardarsi indietro e, con un senso di vertigine, scoprire quanta strada abbiamo fatto e la direzione che abbiamo preso.

È la certezza di venire proprio da lì, di avere delle radici e delle motivazioni in comune con quelli che, a prima vista, sono solo un gruppo di signore e signori adulti.

E invece sono proprio loro: i tuoi compagni di scuola. I nostri 43 anni sempre insieme…”

I RAGAZZI DEL 1982 DI LUCUGNANO

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