Alessano
Ritorno Al Sud, il Basso Salento di una volta
Il romanzo di Vincenzo Borlizzi (nato a Tricase, vive e insegna in Francia): le vicende si svolgono nei luoghi incantevoli di Marittima, Andrano, Tricase, Leuca, Castro, Acquaviva, il Ponte del Ciolo, Montesardo. Le recensioni di Marcello Buttazzo e Giuliana Coppola

Pubblicato da Congedo Editore il romanzo “Ritorno al Sud” di Vincenzo Borlizzi.
L’autore è un giovane salentino: nato a Tricase, insegna in Francia, ha già pubblicato un libro in francese (“Trois questions sur le modelage des films”, 2015), e diversi articoli per riviste scientifiche o testi collettivi, in Francia, Spagna e Italia.
Per presentare il nuovo libro di Borlizzi proponiamo di seguito due recensioni di eccezione, quella del poeta, opinionista e critico letterario Marcello Buttazzo e quella a firma di Giuliana Coppola, giornalista e critica letteraria.
Un lembo di Sud luminoso e incontaminato
“Ritorno al Sud” è un lungo racconto che si sviluppa in un futuro immaginario, dove lo Stato non esiste più. Non esistono più scuole, né ospedali, né ordine pubblico, né pensioni.
In questo scenario emergenziale e catastrofico, il Basso Salento è angariato da bande locali, alleate con truci pirati provenienti dall’Albania, che si stabiliscono nelle terre dell’estremo Meridione.
I telefoni non funzionano più, le varie bande si impossessano dei ripetitori per i loro traffici. Gli abitanti del posto, privati della pensione, si arrangiano e decidono di tornare al lavoro dei campi, d’una terra di zolle marroni sempre generosa.
Le vicende si svolgono nei paesi e/o luoghi incantevoli di Marittima, Andrano, Tricase, Leuca, Castro, Acquaviva, il Ponte del Ciolo, Montesardo.
Prevale, nel romanzo, l’eterna storia dei potenti e dei prepotenti contro i virtuosi, dei profittatori e dei carnefici contro le persone perbene e pulite.
Un giovane migrante, Damiano, rientra nel suo Salento natio ed imbastisce una lotta ad ampio spettro, senza quartiere, una vera e propria guerra contro i malfattori. Che sono, in particolare, il Lupo di Andrano, che vive nel suo castello dorato, e le bande di pirati albanesi.
Figure di spicco, che accompagnano Damiano nella sua paziente epopea di riscatto, sono un ragazzino, Arturo, un signore venuto dal Nord detto il Nero, e un pescatore di contrabbando detto Teto il bombarolo.
Si scatena una guerra furibonda fra i prevaricatori e le persone del posto, i contadini, che sono le anime adamantine, difensori e custodi di scrigni di terra munifica.
“Ritorno al Sud” è, tra le altre cose, una descrizione dettagliata, parcellizzata, precisa, di un lembo di Sud luminoso e incontaminato. Il lavoro dei campi viene tratteggiato con tutta l’alacrità dei contadini del Sud, che hanno un rapporto intimo e sacro con la terra.
Vincenzo Borlizzi, al cospetto della funesta bramosia di potere di certuni, per contrasto, narra la linearità e la bellezza umana dei rapporti fra i contadini, fra padri, madri, figli, fra generazioni diverse, protese a difendere la loro fulgida antropologia e i vissuti ricchi di valori.
I perdenti, in questa storia del Sud, sono i prevaricatori, le bande di mafiosi, che perpetrano i loro misfatti. Ma, alle fine, vengono sconfitti dal corso ineluttabile degli eventi. I vincitori sono i paladini del bene. Damiano e i suoi compagni fedeli, combattenti per una giusta causa e per principi di solido lignaggio.
Mi commuovono, in “Ritorno al Sud”, tre figure in particolare, che, chi avrà la ventura di leggere il romanzo, incontrerà. Il padre di Damiano, un valoroso contadino. Alì, nativo del Burkina Faso, arrivato anni addietro in Italia, che si era stabilito fra la gente ospitale del Basso Salento come venditore ambulante fra le spiagge di Torre Vado e di Pescoluse. E, infine, Chiara, una giovane contadina, che si prende cura del campo di Damiano. E che sostanzia, con il suo sorriso morbido, la speranza d’una vita futura.
Vincenzo Borlizzi, in questo suo primo romanzo, ha donato uno spaccato interessante e fascinoso d’un Basso Salento immaginifico. Un romanzo di fantasia, ma non troppo. Dal momento che la perenne controversia fra buoni e cattivi, fra giusto ed ingiusto, avviene quotidianamente con modalità diversificate e, sovente, non ben definite.
Vincenzo Borlizzi è visceralmente legato al suo Sud, che è la sua clessidra d’anima, il suo caleidoscopio d’intenti.
Marcello Buttazzo
“Ritorno al sud” illumina la strada della speranza
“Damiano non era più là, era tra i suoi alberi, accanto al cipresso e ai pini e poi sotto il suo rigoglioso carrubo che diventava una casa verde d’estate, infine accanto all’antico arancio secco, a cui sentiva d’appartenere nell’eternità. Egli carezzava il tronco bianco, persa la corteccia, e chiudeva gli occhi. Non gli importava più nulla, se non di raggiungere le radici dei suoi alberi, nell’indifferente pace della terra”.
Vincenzo Borlizzi così scrive a pag. 87 del suo romanzo e il lettore si ferma un attimo e respira con Damiano il profumo buono della terra.
L’autore lo ha incalzato sin dalla prima pagina a non distogliere per un attimo l’attenzione dal racconto di Damiano, l’emigrante che torna a casa e terra sua è il Sud ed è “il Basso Salento di una volta”, quello dove un tempo “era bello vivere” perché “la natura era generosa e rigogliosa” e manteneva in sé, intatta, la voglia di germogliare, fiorire, fruttificare, pur essendo trascurata, abbandonata, distrutta dalla indifferenza ma, forse, anche e soprattutto, dalla stanchezza estrema di nonni e genitori, ormai così avanti negli anni da non avere neppure la forza di pensare, in attesa perenne del ritorno di un figlio.
Damiano ritorna e inizia la sua sfida; combatte contro tutto e tutti e il lettore che nel primo capitolo del romanzo si era già lasciato andare al rimpianto, alla nostalgia sull’onda di ricordi di un tempo che fu, si trova catapultato in una guerra infinita tra predoni, pirati, mafiosi, ladri; sono la violenza, il furto, il malessere, il malanimo e la diffidenza a governare; sembra anche morire la speranza, ingrigita come vecchi ulivi condannati ormai alla distruzione. Lo sguardo del lettore si ritira alla vista di paesi teatro di carneficine, alla vista del mare divenuto ormai cimitero, alla vista di una terra disperata.
Nel suo animo non può che essere d’accordo con lo scrittore. Poi, appare la comunità dolente che non rinunzia alla sua umanità e riscopre le sue radici, quelle che Damiano conserva intatte dentro di sé, ma quelle che lo attendono per proteggerlo ed essere protette, per soccorrerlo ed essere soccorse, per intervenire nel momento del bisogno.
La comunità ha intuito il perché di un ritorno a casa; perché ancora una volta, sia pur nella disperazione più disperata, se un emigrante torna lo fa perché sente dentro di sé che questo Sud così stanco, così solo, così veramente solo al di là delle apparenze, ha bisogno delle mani forti e giovani di figli e nipoti. Esse sapranno carezzare un cipresso stanco, guarire un albero bianco di vecchiaia e malattia, aiutare un padre a rialzarsi, una madre a continuare suo viaggio. Ma soprattutto sapranno diffondere cultura antica come il latino e giovane come solo cultura sa rimanere, nell’eterna declinazione di un sostantivo e della vita. Si declina la vita qui nel Basso Salento mentre si semina per un domani.
Il lettore non sa quale sarà la scelta definitiva di Damiano; se deciderà di allontanarsi per sempre o di rimanere per sempre; sa che c’è un abbraccio nel primo capitolo del romanzo; sa che c’è “un sorriso morbido” in una silenziosa preghiera all’ultima pagina della storia e c’è il vecchio cipresso anche lui in attesa di una carezza prima che il vento lo sradichi del tutto.
Vincenzo Borlizzi di questa terra sua ben conosce le vicende e sa che per un futuro diverso non si potrà fare a meno di nessuno, di un giovane senza nome, di un ragazzino senza paura, di un pescatore e della gente tutta che sfida il buio della notte e accende di lanterne la via della salvezza, mentre si allontana il rumore della guerra. Anche a questo serve “Ritorno al sud”, a illuminare la strada della speranza.
Giuliana Coppola
Alessano
Oggi si inaugura la nuova Università telematica ad Alessano
Il nuovo Polo è figlio di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma…

Presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano, il nuovo Polo Didattico “Unitelma- Sapienza”.
Oggi si inaugura l’università telematica a servizio dei giovani che vogliono intraprendere un indirizzo accademico e per chi, pur svolgendo un’attività lavorativa, desidera migliorare il proprio livello professionale all’interno della propria impresa oppure avviare un percorso specialistico che in precedenza non ha potuto realizzare.
L’offerta formativa del Polo, oltre a dei percorsi di laurea, contempla l’opportunità di accedere a dei corsi di formazione, scuole di alta formazione e master.
Il nuovo Polo è figlio di un’intesa tra la Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca e l’Università “La Sapienza” di Roma.
PERCHÉ ISTITUIRE UN POLO DIDATTICO NEL TERRITORIO ?
Le motivazioni sono molteplici, provo a enumerarne alcune. Da circa un ventennio i territori periferici della nostra Regione subiscono il problema dell’emigrazione dei giovani studenti: i nostri ragazzi intraprendono il loro cammino universitario presso le grandi città, una volta terminato il percorso non ritornano presso i loro luoghi natii procurando il godimento delle loro specializzazioni ad altri contesti territoriali e nello stesso tempo avviando quel processo di spopolamento che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Tale consapevolezza è sempre stata presente nelle ansie pastorali del nostro vescovo mons. Vito Angiuli, il quale in quindici anni di presenza in Diocesi, ha cercato di istituire sin da subito dei rapporti con gli studenti universitari presenti in tutte le sedi italiane.
Don Luca De Santis
Alessano
Tricasino sopreso a rubare in un garage di Alessano
Stava razziando parti di una motoape quando è stato scoperto dal fratello della proprietaria. Dopo la collutazione e la fuga, l’arresto dei carabinieri. Controlli a tappeto dei carabinieri anche nella zona di Galatina e Noha, multa e sospensione per un bar con due lavoratori in nero

Si era intrufolato furtivamente in un garage nel tentativo di rubare parti di una motoape.
È stato sorpreso con le mani nel sacco da un poliziotto in pensione che ha immediatamente allertato i carabinieri che hanno provveduto ad arrestarlo.
È quanto avvenuto nel pomeriggio di ieri ad Alessano dove, i carabinieri della locale Stazione, coadiuvati da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tricase, hanno arrestato in (quasi) flagranza di reato, un 40enne di Tricase, Ippazio Viola, ritenuto presunto responsabile di rapina impropria e lesioni personali.
Il provvedimento scaturisce a conclusione di una spedita e tempestiva attività di indagine condotta dai Carabinieri all’acquisizione della notizia di reato.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, l’uomo già noto alle cronache, si è introdotto furtivamente all’interno del garage adiacente l’abitazione, di proprietà di una donna che vive in Svizzera, gestita dal fratello, un poliziotto in pensione.
Domenica pomeriggio, il pensionato si era recato presso l’immobile della sorella per il solito controllo.
In tale contesto ha sorpreso l’uomo con le mani nel sacco intento a smontare alcune parti meccaniche dalla motoape, con attrezzi atti allo scasso.
Ne è scaturita una colluttazione nel corso della quale il malvivente è riuscito ad assicurarsi la fuga dopo aver colpito, con pugni alla testa, il pensionato cagionandogli lesioni che lo hanno visto costretto a ricorrere al 118 per le cure mediche.
L’attività info-investigativa condotta dagli uomini dell’Arma ha consentito una prima ricostruzione di quanto avvenuto e l’individuazione del ladro-aggressore.
Nel corso della successiva perquisizione domiciliare sono state rinvenute parti meccaniche quali un contachilometri, un serbatoio olio freni ed un ammortizzatore che i militari hanno accertato appartenere allo stesso veicolo oggetto delle indagini.
Il tutto è stato recuperato e sottoposto a sequestro.
Al termine delle operazioni l’uomo è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
CONTROLI A GALATINA E NOHA
Un week-end di intenso lavoro quello appena trascorso caratterizzato anche da un servizio di controllo straordinario del territorio messo in atto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce e finalizzato al contrasto delle violazioni in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro e al rispetto delle norme sul codice della strada.
Il servizio ha interessato in particolare i comuni di Galatina e Noha dove, i Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, coadiuvati da personale del N.I.L. e del N.A.S. di Lecce, hanno proceduto al controllo di due esercizi commerciali.
L’attività ispettiva ha permesso di segnalare alla competente Autorità Giudiziaria il titolare di un bar presso cui è stata accertata la presenza di due lavoratori in nero, ovvero occupati senza la preventiva comunicazione obbligatoria.
Oltre alla segnalazione, al responsabile del locale, è costata anche la sospensione dell’attività imprenditoriale con sanzioni amministrative per oltre 10mila euro per non aver sottoposto alla prescritta sorveglianza sanitaria i lavoratori dipendenti.
Comminate anche multe per svariate migliaia di euro.
Sotto l’attenzione dei militari anche la sicurezza stradale con l’attuazione di numerosi posti di controllo.
Tale attività ha permesso il controllo di quasi 90 persone e oltre 60 veicoli con conseguente contestazione di circa 10 contravvenzioni.
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Alessano
Cortili Aperti a Lecce e provincia
Domenica 25 maggio, Lecce apre le sue dimore storiche per la XXX edizione di “Cortili Aperti”, nell’ambito della “Giornata nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane” curata da A.D.S.I. . L’evento è organizzato dalla Sezione Puglia dell’associazione con il sostegno del Comune di Lecce. In programma per tutta la giornata concerti, mostre, visite guidate e performance. Tutte le aperture nei diversi centri della provincia

Compie 30 anni “Cortili Aperti”, la manifestazione che richiama a Lecce migliaia di visitatori per ammirare le bellezze celate dietro i portoni dei palazzi storici.
In programma domenica 25 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 20,30, nell’ambito della XV edizione della “Giornata nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane”.
L’associazione nazionale raduna più di 4.500 proprietari di prestigiose dimore da nord a sud della penisola comprese le isole e, per un giorno ogni anno, apre gratuitamente il più grande museo diffuso d’Italia con oltre 500 monumenti tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini che accoglieranno tutti coloro che vorranno immergersi in luoghi senza tempo, circondati dalle meraviglie del patrimonio artistico e culturale italiano.
A LECCE
Quest’anno la storica manifestazione leccese, giunta alla XXX edizione, organizzata dalla Sezione Puglia di A.D.S.I. con il supporto e la collaborazione del Comune di Lecce, svela a turisti e visitatori 30 dimore, luoghi storici, cortili, giardini, androni, chiostri, solitamente chiusi, lungo le vie del centro della città, che abbracciano un programma ricchissimo di eventi con incontri musicali che vedono esibirsi sia giovanissimi allievi delle scuole a indirizzo musicale sia artisti del panorama musicale nazionale e internazionale, il cui repertorio spazia dal classico a quello di tradizione, con incursioni nel mondo jazzistico, danze in costumi d’epoca, laboratori di artigianato, visite guidate nella città e accoglienza nei portoni, come da tradizione anche in lingua inglese.
Quest’anno tra i numerosi eventi se ne segnalano alcuni davvero peculiari.
A Palazzo Bernardini, alle 16,30, “Pazza per amor mio” a cura di Stefania Patavia, un viaggio alla scoperta dei tesori sonori del rinascimento pugliese con l’ensemble “Echi provvisori” composto da Andrea Cataldo (liuto e chitarra barocca) e Michele Tricarico (flauti antichi).
La chiesa di Santa Elisabetta – Palazzo Scarciglia, alle 10,30, invece, accoglie musica e strumenti tra Oriente e Occidente con il musicista indiano Imran Khan (sitar) e Gianluca Milanese (flauti).
Alle 11, a Palazzo Maremonte – Chillino, “Le canzoni di Mina incontrano il Jazz”, con Francesca Mazzeo (voce), Fulvio Palese (sax) e Marco Rollo (piano).
Alle 18,30, all’Accademia di Belle Arti si esibisce “Coru Presciatu”, il coro diretto dal Maestro Carla Petrachi. Giunge alla terza edizione la mostra “Un anno di noi” a cura dell’associazione Italia Nostra Lecce, allestita nella chiesa della Natività della Vergine “La Nova” che, quest’anno, si avvarrà pure della partecipazione del coro polifonico Parsifal (maestro Andrea Trastolla).
Alle 18.30 Palazzo Protonobilissimo ospita “I Giardini di Lecce dentro le Mura: passeggiata nel verde della storia”, una conversazione a cura di Rosa Mariano, vicepresidente di Garden Club Lecce e socia ADSI Puglia.
A conclusione della lunga giornata, alle 21, al Teatro Apollo (ingresso gratuito), il Conservatorio Tito Schipa, per i trent’anni della manifestazione leccese “Cortili Aperti”, regala all’associazione e alla città il concerto “Da Giraut De Bornelh a Carl Orff” con la partecipazione speciale del maestro Scipione Sangiovanni al pianoforte.
In programma tra gli eventi correlati “Artigianato d’eccellenza 2025”, la bellezza e il glamour della mostra mercato del made in Italy d’autore e non solo, ospitata nell’Ex Convento dei Teatini, venerdì 23, dalle 18 alle 21, e nei giorni di sabato 24 e domenica 25 maggio, dalle 10 alle 21.
Il percorso, come di consueto, a Lecce parte dall’Istituto di Cultura e Lingue Marcelline e termina con l’apertura straordinaria della Regia Scuola Artistica Industriale oggi Liceo Artistico e Coreutico Ciardo-Pellegrino.
Per la prima volta si esce fuori dalle mura con la passeggiata guidata, anche in inglese, a cura del liceo Virgilio Redi che da Porta San Biagio arriva alla Fontana dell’Armonia, con l’apertura (solo di mattina) di Palazzo Pio, una delle novità della XXX edizione come Palazzetto Bensanti che da quest’anno si aggiungono alla lista delle dimore private.
A schiudere i portoni alla bellezza nel centro storico del capoluogo salentino sono anche: Palazzo Grassi, Pollicastro Boutique Hotel, Palazzetto Palmieri, Galleria Ship in Arte, Palazzo Lecciso, Palazzo Tamborino Cezzi, Palazzo Sambiasi, Palazzo Bernardini, Palazzo Brunetti, Palazzo Andretta, MUST – Museo storico città di Lecce, Palazzo Carrelli Palombi, Palazzo Apostolico Orsini, Chiesa di Santa Elisabetta – Palazzo Scarciglia, Accademia di Belle Arti, Palazzo Sant’Anna e il suo Borgo, Chiesa di San Giovanni di Dio, Chiesa della Natività della Vergine “La Nova“, Dimora Storica Muratore, Cappella nobiliare di San Leucio, Palazzo Guido, Palazzo Protonobilissimo, Palazzo Maremonte – Chillino, il II Circolo Didattico “Edmondo De Amicis”, Palazzo Personé, sede del Museo Ebraico, e l’affascinante percorso sulle Mura Urbiche.
Un ruolo importante nella realizzazione di “Cortili Aperti” è rivestito da sempre dalle scuole e dagli istituti di formazione. Come ogni anno, si rinnova la collaborazione tra A.D.S.I. sezione Puglia e le scuole che vedono gli studenti e le studentesse direttamente coinvolti in numerose attività culturali.
Alla XXX edizione partecipano: Accademia di Belle Arti; Istituto di Cultura e Lingue “Marcelline”; ITES “A. Olivetti”; Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino”; Liceo Classico e Musicale “Giuseppe Palmieri”; Liceo Scientifico Statale “Giulietta Banzi”; Liceo Statale “Pietro Siciliani”; Liceo Statale “Virgilio – Redi”; Scuola Oxford Group International House; Scuola Secondaria di Primo Grado “Ascanio Grandi”; il II Circolo Didattico “Edmondo De Amicis”.
IN PROVINCIA
La provincia di Lecce è coinvolta intensamente con l’apertura di molti palazzi storici e dimore.
A Cavallino l’atrio del Palazzo ducale dei Castromediano, il frantoio ipogeo di via Crocifisso e la Chiesa e il chiostro dell’ex Convento dei Domenicani.
A Sternatia, Palazzo Marchesale Granafei.
A Minervino di Lecce, Palazzo Ducale Venturi (noto come Castello Nuovo).
Al castello di Casamassella (frazione di Otranto) un ricco programma che comprende una degustazione di oli e vini locali, l’evento “Telai all’opera: l’arte della tessitura de Le Costantine” e momenti musicali.
Ad Alessano apre al pubblico, solo nella mattinata, il Palazzo Ducale.
A Depressa (frazione di Tricase) la cantina ottocentesca “Castel di Salve” sarà aperta dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (pranzo su prenotazione).
A Tiggiano si schiude il portone di Palazzo Baronale Serafini-Sauli.
A Santa Maria di Leuca, aprirà Villa La Meridiana della famiglia Caputo-Caroli.
Infine, a Gallipoli, apertura straordinaria di Palazzo Briganti.
Quest’anno significativa è anche la collaborazione del gruppo ADSI Giovani Puglia, il cui nuovo direttivo guidato da Rebecca Braccio e Riccardo Winspeare cura alcune aperture dislocate nella provincia di Brindisi: a Francavilla Fontana si può visitare Palazzo Resta Barbaro-Forleo Braccio; a San Pietro Vernotico la Masseria Torleanzi e a San Vito dei Normanni il Castello Dentice di Frasso. Al gruppo giovani sono affidate anche le visite di Palazzo Maremonti a Lecce, di Palazzo Briganti a Gallipoli e della Cantina Castel di Salve a Depressa.
ADRIANA POLI BORTONE
«Tanti visitatori da fuori città per Cortili aperti»
«Ringrazio l’associazione che, con passione e tenacia, da trent’anni realizza questo appuntamento straordinario», afferma il sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, «siete stati dei visionari, dei precursori. Non è facile riuscire a mettere a disposizione della città, e non solo, spazi privati ricchi di arte e bellezza, riuscire a mettere in luce un patrimonio nascosto e che con tanta generosità i proprietari di queste splendide abitazioni mettono a disposizione di tutti, anche dei turisti. Devo dire che questa è una forma di turismo che va crescendo sempre di più, lo dico con orgoglio di sindaco, perché apprendo che da fuori vengono a Lecce perché “Cortili aperti” è diventato un appuntamento annuale fisso. È la dimostrazione di quella “destagionalizzazione” che io ritengo essere fondamentale. Non si visitano solo i cortili, ma si può apprezzare la storia di cui fanno parte, la storia della città. E poi, l’appuntamento mette insieme una serie di professionalità e di occupazioni. Solo per fare un esempio, ci sono tanti giovani che animeranno i cortili con spettacoli soprattutto musicali. A tal proposito, ringraziamo il Conservatorio per la consueta disponibilità a prendere parte attiva alle manifestazioni che si tengono in città, con una collaborazione continua e preziosa che arricchisce tutti».
CARLO FUMAROLA
Il presidente di A.D.S.I. Sezione Puglia: «Siamo il più grande museo diffuso d’Italia»
«L’Associazione Dimore Storiche Italiane, è stata costituita nel 1977 da un gruppo di proprietari allo scopo di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale privato», spiega il presidente Carlo Fumarola, presidente di A.D.S.I. Sezione Puglia, «oggi contiamo quasi 5mila soci su tutto il territorio nazionale e ci possiamo definire il più grande museo diffuso d’Italia. Da alcuni anni, grazie all’Osservatorio del patrimonio culturale privato della Fondazione RiES, presentato presso il CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e Lavoro, forniamo una fotografia di quanto una dimora storica sia importante per lo sviluppo economico della comunità in cui è inserita. Gli investimenti operati dai proprietari di dimore storiche corrispondono circa all’1,8% del PIL. Se le DS vengono aiutate, viene aiutata l’economia, basti pensare alla filiera delle manutenzioni, del turismo, dell’enogastronomia. In Puglia siamo circa 200 soci che cercano di portare all’attenzione delle istituzioni e delle amministrazioni i problemi di manutenzione e gestione dei nostri immobili. I nostri soci sono proprietari di castelli, masserie, palazzi ubicati nelle città o in piccoli comuni, ma il denominatore comune è la loro unicità e irripetibilità. Ognuno di questi immobili rappresenta un frammento di storia del territorio in cui è inserito, storia da approfondire e divulgare, cosa che cerchiamo di fare nelle Giornate Nazionali dell’ADSI, in cui le porte di 500 luoghi, altrimenti inaccessibili, si aprono al pubblico. La Giornata Nazionale a maggio è l’appuntamento che da 15 anni si ripete in tutta Italia, unificando le manifestazioni che le Sezioni Regionali già portavano avanti da anni. A Lecce siamo giunti alla trentesima edizione di Cortili Aperti, a Bitonto all’undicesima, e ogni anno con entusiasmo accettiamo la proposta di nuove aperture da parte di proprietari o istituzioni pubbliche e registriamo con soddisfazione la partecipazione del pubblico sempre numerosissimo, uno sprone a continuare nel nostro lavoro».
ROSSELLA GALANTE ARDITI DI CASTELVETERE
«Saranno i nostri giovani a portare avanti la cultura del bello e della storia della loro città nei prossimi anni»
«In questi 30 anni Cortili Aperti ha accompagnato la crescita della città di Lecce proponendo agli innumerevoli visitatori protagonisti di questa giornata la bellezza celata dietro i portoni delle dimore storiche generalmente non visitabili», dice Rossella Galante Arditi di Castelvetere, già presidente e membro del consiglio direttivo di A.D.S.I. Sezione Puglia, «da sempre grande collaborazione tra i proprietari e le istituzioni pubbliche per dare vita ad un evento ormai nel cuore di tutti. Amo sottolineare il rapporto con le scuole di ogni ordine e grado perché i nostri giovani saranno in futuro loro a portare avanti la cultura del bello e della storia della loro città nei prossimi anni. Siamo felici quest’anno di arricchire il nostro percorso con l’apertura di luoghi di epoche differenti fra loro. Ricordiamo Palazzo Pio inserito nel percorso che per la prima volta uscirà al di fuori delle mura, Palazzetto Bensanti in via della Sinagoga nel quartiere ebraico e la Regia Scuola Artistica Industriale oggi Liceo Artistico e Coreutico Ciardo-Pellegrino animato da un ricco programma di attività curate dai suoi allievi. Un grazie di cuore da parte di tutti noi va al Conservatorio Tito Schipa per la trentennale collaborazione con la manifestazione e che per questo importante anniversario offre all’Associazione e alla Città il concerto del maestro Scipione Sangiovanni presso il Teatro Apollo».
GIUSEPPE SERACCA GUERRIERI
«Dimore Storiche fondamentale attrattore turistico – culturale e soggetto economico da sostenere e rispettare»
«L’associazione dimore storiche italiane fu fondata da un gruppo di amici, a Roma, il 4 marzo del 1977, con l’obiettivo di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio delle Dimore Storiche Italiane», dice Giuseppe Seracca Guerrieri già presidente e membro del consiglio direttivo di A.D.S.I. Sezione Puglia, “l’ADSI conta più di 4.500 soci, che hanno il requisito fondamentale di essere proprietari di una Dimora Storica. In realtà, le Dimore Storiche nel nostro Paese sono molte di più, ma non tutti i proprietari sentono l’impegno di associarsi per tutelare i loro beni. È grazie all’ADSI se l’importante patrimonio privato costituito dalle Dimore Storiche viene messo a disposizione del territorio, diventandone protagonista per la sua valenza culturale ed economica. Oltre 45milioni di visitatori e più di 1,9 miliardi di euro di investimenti fatti dai proprietari, impongono di considerare le Dimore Storiche come fondamentale attrattore turistico – culturale e come soggetto economico da sostenere e rispettare. Purtroppo, numerosi sono stati, e sono, gli attacchi sconsiderati a tale patrimonio ed è sempre più difficile illustrarne l’importanza e la delicatezza. Per la loro peculiarità, le Dimore hanno bisogno di investimenti per una manutenzione attenta, costante e di alta specializzazione, ma poi restituiscono al territorio la bellezza e cultura di uno dei pochi patrimoni non delocalizzabili. Ma questi sono i problemi di sempre. Oggi apprezziamo insieme queste bellezze che l’ADSI pone gratuitamente alla fruibilità di tutti e, il successo sempre crescente della manifestazione, conferma l’importanza di questo momento indispensabile di arricchimento culturale e di sviluppo economico”.
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