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Attualità

Salentini due volte fessi?

A Casarano siti abusivi dove si radunano solo frigoriferi, solo plastica, solo bottiglie di vetro o solo neon esauriti… Di chi è la responsabilità?

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Pensate un po’ a quanto potrebbe essere da persone intelligenti lanciare in alto un sasso e poi rimanere nella sua traiettoria aspettando che ricada in testa a chi l’ha lanciato. È ovvio ed addirittura palese che questo sarebbe un comportamento da stupidi!


discarica Eppure molti di noi, ogni giorno, attuano degli atteggiamenti che più o meno rispecchiano proprio quanto descritto. Non c’è salotto, tavolino da bar o fila alla posta in cui, chiacchierando, non si sia concordi nel dire che le campagne sono diventate delle discariche abusive diffuse e che il degrado ambientale della città è elevatissimo. E sono delle sacrosante verità. Basta, infatti, fare un giro nel circondario di Casarano per accorgersi di quanto reali siano queste lagnanze e di quanto tutta una serie di articoli di modernariato stiano radicalmente cambiando il nostro panorama rurale: dai frigoriferi ai televisori, dai più classici copertoni alle onde poco romantiche dell’eternit. Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita. Ma dopo aver anche noi contribuito ad alimentare le lamentele da bar, analizziamo un po’ la situazione in maniera il più possibile obiettiva. Partiamo dal principio logico che se c’è spazzatura nelle periferie della città, sicuramente c’è qualcuno che quella spazzatura ve la porta; e a giudicare da quanto sudiciume c’è in giro, direi che a portarvela c’è anche più di qualcuno.

Se “analizziamo”, però, i vari siti abusivi, ci accorgiamo anche che c’è una doppia tipologia di caratterizzazione: la discarica confusa e quella differenziata. Può sembrare strano, infatti, ma, oltre alle piazzole che mettono insieme un materasso, un divano, vecchi secchi di vernice e specchi rotti, ci sono anche dei siti abusivi dove si radunano solo frigoriferi, solo plastica, solo bottiglie di vetro o solo neon esauriti. Possiamo definirla una sorta di evoluzione della discarica abusiva in chiave “ecologica”. Perdonate lo scetticismo, ma non crediamo poi molto in queste anomalie. L’azienda incaricata della raccolta dei rifiuti, assicura (in modalità assolutamente gratuita) la raccolta porta a porta dei rifiuti ingombranti, previa una semplice telefonata per fissarne l’appuntamento ed inoltre i tempi d’attesa non sono nemmeno biblici. Detto questo, analizziamo insieme la figura dell’idiota che invece preferisce caricarsi in macchina un vecchio frigorifero, portarlo in periferia e, con il rischio di essere scoperto, gettarlo ai margini di una campagna. Del suo acume inutile parlare ma di campioni di intelligenza così ce ne sono evidentemente tanti e bisogna prenderne atto ma, perdonate sempre il nostro scetticismo, che poi ci si metta anche d’accordo fra idioti per andare tutti insieme a gettare la stessa tipologia di rifiuto in un unico posto… onestamente è una teoria che offende l’intelligenza comune.

Ovviamente non è possibile formulare delle accuse precise e puntuali ma basterebbe elencare le figure di chi potrebbe esserne il beneficiario e quindi: gommisti, imprese ed impiantisti, negozi che ritirano l’usato… tutti personaggi che prendono dai clienti anche i soldi per un corretto smaltimento e poi… smaltiscono a modo loro. Nel richiamo alle responsabilità ovviamente non sono risparmiate le istituzioni.

Casarano, infatti, non è dotato di un eco-centro: quel luogo cioè dove un comune cittadino che magari sta pulendo la propria cantina o abbia intenzione di ripulire la propria campagna, possa recarsi a gettare in maniera consona tutti i propri rifiuti. L’azienda incaricata dello smaltimento avrebbe dovuto impiantarlo all’atto stesso dell’inizio della propria attività ma, ad oggi, è ancora tutto impantanato nelle sabbie mobili della burocrazia.

Ma questi richiami non siano la solita assoluzione generalizzata di chi pensa che sia sempre colpa degli altri… in quei salotti, in quei bar, in quella fila alla posta, fra chi si lamenta, proprio lì ci sono quei proprietari di cani che una paletta ed un sacchetto per ripulirne i bisogni non l’hanno nemmeno acquistata; proprio tra loro ci sono quelli che invece che dare 10 euro al gommista preferiscono gettare le proprie gomme usurate; tra loro, pensate, c’è anche chi deposita all’ingresso del cimitero due sacchi pieni di gusci di cozze con cui poi i cani han fatto festa…

E allora di colpo capiamo che di quegli idioti che lanciano in aria quel sasso ed aspettano che gli caschi in testa… ce ne sono davvero tanti!

Antonio Memmi


Attualità

Il Mezzogiorno inizia a Tricase

Presentato il nuovo libro di Uli Weber, fotografo internazionale che firma con questo volume un intenso omaggio al Sud Italia. Accompagnano le immagini, i testi della Premio Oscar e salentina d’adozione, Helen Mirren. e di Denis Curti, storico e critico della fotografia. Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere le attività di Save the Olives

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Un viaggio per immagini che si snoda dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Puglia all’Abruzzo, restituendo la forza dei contrasti che rendono unico il Mezzogiorno.

Scorci di armonia assoluta convivono con segni di disarmonia e abbandono; paesaggi naturali incontaminati si alternano a tracce antropiche e urbane.

È in questo equilibrio precario e affascinante che Weber trova la sua cifra poetica, capace di trasformare il paesaggio in emozione e di rivelarne la dimensione simbolica.

La sua fotografia si muove al di là dei cliché turistici per restituire un Grand Tour contemporaneo, un racconto iconografico che invita a guardare oltre la superficie, a cogliere il legame profondo fra l’uomo e il suo ambiente. Protagonista assoluta è la luce, che ora incide la realtà con precisione chirurgica, ora avvolge i luoghi in atmosfere sognanti.

«Questo libro vuole essere il mio omaggio all’Italia, Paese che amo e in cui vivo per buona parte dell’anno, e in particolare a quel Mezzogiorno che mi ha fatto innamorare 20 anni fa quando ho comprato la mia casa pugliese dove tutt’ora risiedo nella stagione estiva», spiega Uli Weber, «un Sud al cui fascino concorrono egualmente “pregi e difetti”, l’armonia assoluta di alcuni scorci e altresì la totale disarmonia di altri, in un contrasto che a mio modo di vedere ne caratterizza l’Unicità. Attraverso le migliaia di chilometri percorse, ho cercato di cogliere con la mia macchina fotografica un Mezzogiorno inedito, e al contempo familiare, in cui ciascuno di noi ritrova tracce di esperienze personali, o visioni inconsuete di posti conosciuti».

Ad accompagnare le immagini, i testi di Helen Mirren, attrice Premio Oscar e impegnata con l’associazione Save the Olives, che in Puglia combatte la devastazione degli ulivi secolari causata dalla Xylella, e di Denis Curti, storico e critico della fotografia, che offre le chiavi di lettura di un’opera sospesa fra poesia e testimonianza.

Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere proprio le attività di Save the Olives, contribuendo concretamente alla salvaguardia di un patrimonio naturale e culturale unico.

Queste le parole di  Helen Mirren, presente al lancio del libro: «Credo che nessuno possa dimenticare il primo incontro con i monumentali alberi secolari della Puglia. La loro presenza è travolgente. La loro forza immobile nasce dal movimento costante di centinaia, a volte migliaia di anni. Le loro intricate forme scultoree, opera della terra, del vento, del sole, della pioggia e delle mani dell’uomo che si è preso cura di loro nel corso dei secoli, fanno di ciascuno di essi un individuo, una testimonianza del legame tra uomo e natura. E ora questi testimoni della nostra storia sono sotto una terribile minaccia. Un batterio chiamato Xylella si sta diffondendo da circa dieci anni: partito da un piccolo angolo della punta più meridionale della Puglia, prosegue la sua marcia distruggendo tutti gli ulivi sul suo cammino, giovani e antichi. Dobbiamo fare appello alla nostra grande immaginazione umana, alle nostre conoscenze e alla nostra esperienza per salvare questo patrimonio».

«Il mio sentito ringraziamento a Uli Weber», conclude The Queen, «il cui straordinario libro cattura il fascino dell’Italia meridionale attraverso le sue fotografie, portando ulteriore attenzione internazionale alla piaga degli ulivi del Salento».

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Attualità

Tartarughe curate e rimesse in mare

Erano state ripescate lungo la costa di Leuca con problemi di galleggiamento che le mettevano a serio rischio. La reimmissione in natura importante per la conservazione della biodiversità marina

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Due tartarughe marine affette da gravi problemi di galleggiamento, curate presso il Centro di Recupero delle Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento, sono state liberate in località Rivabella, a Gallipoli.

I due esemplari erano stati recuperati lo scorso agosto lungo la costa di Leuca, da un’unità navale del Corpo impegnata in un ordinario servizio di vigilanza e controllo del litorale.

Entrambi gli animali presentavano anomalie nel galleggiamento, che li esponevano a un elevato rischio di collisione con le imbarcazioni in transito.

Il recupero e la gestione delle operazioni sono stati resi possibili anche grazie al prezioso supporto logistico e operativo fornito dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Gallipoli, che ha messo a disposizione uomini e mezzi per facilitare le fasi di intervento in mare e garantire il trasporto in sicurezza degli esemplari fino al Centro di Recupero.

Dopo il soccorso, le tartarughe sono state sottoposte a esami diagnostici approfonditi presso il Centro, tra cui indagini radiologiche ed ecografiche, per escludere la presenza di corpi estranei e per valutare lo stato dell’apparato respiratorio.

La reimmissione in natura rappresenta un risultato significativo per la conservazione della biodiversità marina e testimonia l’efficacia della sinergia tra enti scientifici, forze dell’ordine e istituzioni pubbliche, impegnati in prima linea nella difesa dell’ambiente.

L’operazione conferma inoltre il ruolo attivo della Guardia di Finanza nella protezione degli ecosistemi marini, un impegno che si affianca ai compiti di polizia del mare, contribuendo in modo concreto alla tutela della fauna e della flora del nostro territorio costiero.

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Attualità

Consigliere supplente, Blasi non ci sta

Il consigliere regionale salentino: «Sono contrario all’introduzione. Non è in linea con il ridimensionamento dei costi e tentare di portare il numero degli eletti a 58 non sarebbe opportuno»

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Il Consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Blasi si schiera contro l’introduzione nell’ordinamento regionale della figura del consigliere supplente:

«Non sosterrò alcuna ipotesi di introduzione del consigliere supplente. Abbiamo trascorso l’ultimo decennio a ridimensionare i costi di funzionamento degli organi politici, raggiungendo un equilibrio sostenibile. Andare ad alterare nuovamente questo equilibrio, con un aumento dei costi della politica non mi pare sia un’urgenza dei pugliesi», sottolinea il consigliere di Melpignano.

«Secondo la norma nazionale, modificata appena un mese fa», prosegue, «saremmo dovuti passare a 40 consiglieri. Restare a 50 è stata, a mio avviso, una scelta positiva, per ragioni di rappresentanza territoriale. Tentare però, oggi, di portare il numero degli eletti a 58 non è opportuno».

«Inoltre», insiste il consigliere regionale salentino, «il fatto che gli assessori regionali conservino le funzioni di consigliere garantisce la loro presenza in Aula e preserva un più solido collegamento tra Giunta, Consiglio e gruppi consiliari di maggioranza. Un distacco, in questo senso, non è auspicabile».

«Dunque», conclude Sergio Blasi, «se dovesse palesarsi in Consiglio un provvedimento per l’introduzione del Consigliere supplente, il mio voto sarà contrario».

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