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Stefania Mandurino: “Ci aspetta un’altra estate coi fiocchi”

L’estate è alle porte, ma all’APT è già tempo di bilanci. Soprattutto per il commissario Stefania Mandurino, che sta consumando gli ultimi giorni alla guida

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Stefania Mandurino


L’estate è alle porte, ma all’APT è già tempo di bilanci. Soprattutto per il commissario Stefania Mandurino, che sta consumando gli ultimi giorni alla guida dell’Azienda di Promozione Turistica leccese, in attesa che si completino le formalità per l’insediamento del nuovo direttore generale, Giancarlo Piccirillo, da poco nominato. “Siamo già in piena attività turistica”, esordisce la Mandurino, “e ci ha fatto piacere constatare come la prima settimana di giugno sia andata anche oltre le previsioni viste le numerosissime presenze di turisti non solo nelle città d’arte ma anche nei luoghi più strettamente legati al turismo balneare. Il tutto in un sistema già pronto ad accogliere con strutture ricettive, villaggi, stabilimenti balneari, ecc., che hanno avviato la loro attività stagionale al contrario di quanto accadeva negli anni passati quando aprivano più tardi”.


Per la stagione 2011, “pur non avendo dati attendibili da poter spendere, credo di poter dire che si confermerà il percorso di crescita del turismo salentino e pugliese che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il 2010 si è chiuso con un +12% di presenze, idem l’anno prima. Per come è andata nel corso delle vacanze di Pasqua, per le presenze del ponte del 2 giugno e, soprattutto, per quello che si sente sul Salento e sulla Puglia fra gli operatori turistici nazionali ed internazionali, presso le fiere di settore, nelle associazioni di categoria e nelle città di partenza degli aerei che collegano Bari e Brindisi con tanti importanti bacini di utenza nazionali ed europei, ho motivo di pensare che anche questo sarà un anno di crescita e di consolidamento del lavoro fatto in questi anni”. Possiamo dire che nonostante la crisi il Salento tiene? “La crisi incide sul costo dei soggiorni e sul margine di contribuzione degli operatori turistici, i quali si lamentano perché riescono sì a mantenere una presenza importante nelle loro strutture, però spesso a discapito del margine di contribuzione e retribuzione che si assottiglia sempre di più. Però il Salento tiene. Perché piace alle famiglie coi bambini, ai giovani, ai turisti che cercano luoghi nuovi e vacanze emozionali. E poi il rapporto con la gente del posto e il grande fervore culturale che tutta la nostra regione sta riuscendo ad esprimere, insieme ad un miglioramento complessivo dei servizi turistici dovuto soprattutto agli sforzi dei nostri imprenditori, fanno sì che il settore continui a dare soddisfazioni”. Che cosa manca ancora al Salento per essere al top? “I margini di miglioramento sono tanti. Ma se proprio devo indicare un deficit, è quello di un sistema di mobilità interna ancora inefficiente. Abbiamo implementato notevolmente il sistema dell’accessibilità soprattutto con quei voli per Bari e Brindisi inimmaginabili solo 4-5 anni fa. Ma poi c’è oggettivamente un problema di mobilità sul territorio perché arrivati a Brindisi, a Bari piuttosto che alla stazione di Lecce, il turista non ha a disposizione una rete pubblica efficiente e questo incide sull’anello della filiera. Ci manca anche tutta una serie di servizi di attività finalizzati ai vari prodotti turistici. Parlare di turismo culturale vuol dire organizzare una serie di attività e professioni per questo; allo stesso modo, se si tratta di turismo naturalistico, percorsi cicloturistici, turismo enogastronomico, ecc. Tutte queste espressioni devono inevitabilmente comportare la costruzione di vere e proprie filiere di servizi turistici e le filiere presuppongono attività, professioni ed anche una sinergia pubblico-privato molto forte”.


Per tanti anni si è detto della necessità di fare sistema: a che punto è il Salento? “Ci sono stati percorsi enormi di crescita in tal senso. E il sistema deve essere inteso con una trasversalità totale: non solo tutti i Comuni, che non possono ovviamente pensare di fare turismo da soli, ma anche i settori perché il turismo non può prescindere dall’artigianato, dall’enogastronomia e dal sistema di salute, di benessere e di attenzione ambientale. Così come devono essere in rete gli attori del territorio. La Regione, la Provincia, i Comuni, gli imprenditori, le professioni, le associazioni del terzo settore ed anche il mondo della comunicazione, ecc.: tutti devono remare nella stessa direzione. Da questo punto di vista si sono fatti grandi sforzi e sono anche stati raggiunti risultati importanti”. Come già detto, per due anni di seguito c’è stata una crescita di “arrivi” del 12%: quale può essere un obiettivo realistico per questo 2011? “Aumentare soprattutto le presenze di turisti stranieri e di quegli italiani che provengono da regioni più distanti, perché la scelta del Salento non deve essere fatta solo perché vi si arriva facilmente con la propria auto, ma perché si fanno delle scelte consapevoli partendo da Stoccolma piuttosto che dal Giappone e perché si decide per una vacanza a Lecce e provincia”. La Mandurino ammonisce poi a non cadere nella tentazione di pensare che il turismo debba diventare l’unica fonte di lavoro e benessere per il Salento: “Sono contraria alle monoculture. Noi siamo anche agricoltura, manifatturiero, conoscenza, cultura e tante altre cose. Altrimenti con il turismo da solo non si va da nessuna parte. Noi abbiamo un territorio da sostenere insieme a tutte le sue peculiarità, le sue storie, le sue tradizioni ed il suo saper fare”. Abbiamo imparato a sostenere il nostro territorio? “Da altre parti non hanno le nostre stesse attenzione e passione per questi temi e mi riferisco soprattutto al mondo della comunicazione che ha compreso il valore di tutto ciò che ci rende unici. Noi salentini amiamo per davvero i nostri muretti a secco, i nostri ulivi, la nostra tradizione culinaria. Certo, tutto questo va sostenuto dalle Istituzioni e da chi è preposto a fare questo per mestiere. E il mio sforzo, quello dell’APT, è sempre stato quello di mettere in rete tutto quello che il territorio esprime al di là dell’aspetto turistico. E alla fine è questo che fa la differenza: non dobbiamo diventare la nuova Las Vegas, il nostro non è un paradiso artificiale ma vero. Non dobbiamo solo raccontare il nostro passato ma offrire agli ospiti quello che di originale, di autentico, abbiamo in questo momento, mettendo in mostra quelli che sono i nostri talenti creativi. Ecco perché dobbiamo fare cultura ed evitare polemiche sterili sugli eventi”.

Per la Mandurino è anche tempo di un bilancio personale a conclusione dei cinque anni di funzione commissariale: “È stata una straordinaria esperienza e sono stati anni bellissimi, in cui il settore turistico e tutto il territorio hanno fatto passi da gigante. E questo non ce lo dicono solo i numeri ma tutto il sistema dell’offerta turistica. Aver partecipato attivamente a questo percorso è per me motivo di orgoglio. E colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno affiancato in questi anni di lavoro impegnativo, di grande responsabilità ma che mi ha regalato grandi soddisfazioni”. Cosa farà Stefania Mandurino “da grande”? “Tornerò a fare l’imprenditrice turistica, attività dalla quale mi era completamente allontanata perché il mio ruolo nell’APT richiedeva impegno totale”.


Giuseppe Cerfeda


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Donne vittime di violenza, una casa per ripartire 

La proposta della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e vicesindaca di Poggiardo Antonella Pappadà: «Una casa sicura è il primo passo verso la libertà»

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Destinare le case popolari alle donne vittime di violenza.

È la proposta di Antonella Pappadà, Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e vicesindaca di Poggiardo, che lancia la misura “Una Casa per Ripartire”, un progetto innovativo per garantire alle donne e ai loro figli un vero percorso di autonomia abitativa e di rinascita personale.

«Una casa non è solo un tetto», spiega Antonella Pappadà, «è il simbolo della libertà riconquistata. La fuoriuscita dalla violenza da parte delle donne e la riconquista dell’autonomia, passa anche attraverso la sicurezza di un alloggio. Con questa misura vogliamo colmare proprio quel vuoto, accompagnandole verso una nuova vita».

LA PROPOSTA

La misura “Una Casa per Ripartire” prevede la destinazione di una quota fissa di alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) alle donne vittime di violenza, individuate di concerto con i centri antiviolenza e i Servizi Sociali Territoriali.

In particolare, il piano include: Riserva del 5% degli alloggi popolari per le donne in uscita dai percorsi di protezione; Iter di assegnazione semplificato, con tempi massimi di 60 giorni; Fondo regionale Casa Donna” per spese di arredo, utenze e sostegno ai primi mesi di autonomia; Percorsi di reinserimento lavorativo e formativo, in collaborazione con le politiche attive regionali.

PROGETTO DI RETE

La proposta punta a una sinergia tra Regione Puglia, Comuni, ARCA e Centri antiviolenza, per creare un sistema stabile che unisca casa, sicurezza e autonomia.

«Non basta offrire rifugio temporaneo», spiega Pappadà, «serve una rete che accompagni le donne verso una vera indipendenza, insieme ai loro figli. L’autonomia abitativa è la chiave per uscire definitivamente dalla violenza».

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Appuntamenti

EXPO2000, Premio Miggiano al medico del Papa

Il prof. Luigi Carbone miggianese, dal 1° agosto scorso è a capo della direzione di sanità e igiene del governatorato dello stato della Città del Vaticano ha fatto parte dell’equipe di specialisti che si è occupata della salute di Papa Francesco

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Entra nel vivo l’edizione 2025 di “Expo 2000. Industria Artigianato Agricoltura e Turismo del Salento”.

Primo giorno “intero” quello di oggi e stand aperti dal mattino per la campionaria regionale, tra le più importanti del Meridione d’Italia, organizzata dal Comune di Miggiano, patrocinata da Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Anci, Confindustria Lecce, Camera di Commercio di Lecce, Coldiretti Lecce e Confartigianato Imprese e aperta al pubblico sino a domenica prossima.

Sull’ormai noto motto “Miggiano è Fiera di avervi in fiera”, si offre la grande area espositiva, oltre 40mila quadrati tra Quartiere fieristico permanente, due tensostrutture alle quali si aggiunge quest’anno una zona riqualificata e rigenerata alle spalle del Municipio che ospita il Quartiere del Gusto.

Accanto agli stand commerciali, dedicati ad arredamento e proposte per la casa, artigianato del mobile, manifatture artigianali e industriali, energie rinnovabili, macchine agricole e florovivaismo, enogastronomia, promozione turistica e del territorio, presenti al solito anche quelli riservati alle istituzioni e al terzo settore.

Tra gli altri, Aeronautica Militare, Esercito Italiano, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza graditi ritorni a “Expo 2000” dopo qualche anno di assenza, le forze armate e di polizia porteranno in fiera le loro attività e specialità, e per l’associazionismo Acli, Lega del Filo d’Oro, Opi, Unitelma Salento, Istituti Scolastici del territorio.

Particolare interesse per la gente già nella serata di apertura di “Expo 2000” hanno avuto proprio le esposizioni di Forze Armate e di Polizia, che presentano a Miggiano le loro attività e novità.

Successo anche per il rinnovato Quartiere del Gusto che ospita gli stand dei prodotti tipici dell’arte gastronomica pugliese e di Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e di altre regioni italiane.

L’INAUGURAZIONE

Tornando alla inaugurazione di ieri, in apertura il saluto del sindaco di Miggiano Michele Sperti che dinanzi ai colleghi del territorio ha rimarcato ancore una volta l’operosità silenziosa e spesso solitaria delle istituzioni locali e delle amministrazioni comunali.

«L’auspicio è che il prossimo governatore della Regione Puglia dimostri nuova e attenta vicinanza all’impegno dei primi cittadini che ogni giorno lavorano per il bene delle loro comunità. E alla nuova amministrazione regionale Miggiano chiede un aiuto sostanziale a livello economico per garantire un futuro roseo alla nostra kermesse, un impegno finanziario serio da mettere a disposizione degli espositori e dell’intero indotto che si muove attorno a “Expo 2000”. Tanti sono statti gli interventi di ampliamento e ammodernamento portati a compimento negli ultimi anni. La prossima edizione vedrà la realizzazione di un Centro direzionale da 3.500 metri quadrati che sostituirà le due tensostrutture attuali, un intervento reso possibile dal lavoro della amministrazione comunale che è stata capace di intercettare i fondi necessari alla realizzazione di un’opera che darà nuovo slancio alla campionaria. L’impegno economico regionale non può più mancare e anzi deve divenire strategico».

Per la prima volta nella scaletta della cerimonia di inaugurazione l’intervento di una rappresentante delle imprese espositrici.

A sottolineare la fondamentale importanza della campionaria le parole di una imprenditrice da sempre presente a “Expo 2000” e che ha ribadito come la politica debba correre accanto a una manifestazione irrinunciabile per il tessuto imprenditoriale del territorio e del Mezzogiorno.

Il taglio del nastro è stato affidato quest’anno al presidente della Camera di Commercio di Lecce Mario Vadrucci, a quello di Confindustria Lecce Valentino Nicoli; e ancora ai presidenti di Confartigianato Lecce Luigi Derniolo e di Coldiretti Lecce Costantino Carparelli.

IL PREMIO MIGGIANO

La serata di inaugurazione è continuata poi con la cerimonia di consegna del “Premio Miggiano”. Quest’anno a ricevere il riconoscimento al professore Luigi Carbone, miggianese, dal 1° agosto scorso a capo della direzione di sanità e igiene del governatorato dello stato della Città del Vaticano dopo la nomina firmata da Papa Leone XIV.

Già vicedirettore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato Vaticano e direttore del Pronto Soccorso del “Gemelli Isola”, l’ex nosocomio romano Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, il professore Carbone ha fatto parte dell’equipe di specialisti che si è occupata della salute di Papa Francesco.

«Ricevere oggi il “Premio Miggiano” è per me un onore profondo», la riflessione del professore Luigi Carbone, «e, al tempo stesso, un’emozione autentica. Un riconoscimento che non considero un punto di arrivo, ma uno stimolo a continuare con la stessa passione e responsabilità»

IN AGENDA

Questa sera, intanto, primi appuntamenti musicali all’interno dell’area espositiva.

Alle ore 21 il Quartiere del Gusto ospiterà il Music Festival con Manuele Arghirò e Seba, dj set per fare esplodere l’energia e le note delle hit del momento per una serata di grande divertimento.

Alle 21,30, Piazza Mercato Coperto ospiterà La Serata Salentina, grande protagonista la musica tradizionale del sud Salento. Sul palco Giacomo Casciaro, Michele Costantini, Edoardo Baglivo

Gli stand di “Expo 2000” saranno aperti ai visitatori tutti i giorni sino a domenica 19 ottobre dalle 9,30 alle 13 e dalle  16,30 alle 23.

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Pizzica e furlana, radici comuni

Con il concerto dell’Orchestra popolare in Friuli-Venezia Giulia prendono il via le attività del progetto di ricerca e studio di Fondazione La Notte della Taranta e Fondazione Aquileia 

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Ricercare le matrici comuni di due tra le più antiche danze popolari italiane, la pizzica pizzica e la furlana, danza dei Furlani: è l’obiettivo del progetto di ricerca Dal Salento ad Aquileia, a cura della Fondazione La Notte della Taranta, in collaborazione con la Fondazione Aquileia.

Le attività prenderanno il via sabato 18 ottobre alle 18,30 ad Aquileia, in provincia di Udine, con un concerto gratuito dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta nello spazio coperto del Terminal Unesco.

Il concerto, organizzato in collaborazione con il Comune di Aquileia, sarà preceduto da un tavolo delle delegazioni a Palazzo Brunner-Segré che vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni partner – Regione PugliaRegione Friuli-Venezia GiuliaUnione dei Gruppi Folcloristici del Friuli-Venezia Giulia, studiosi ed esperti del patrimonio coreutico e musicale.

L’incontro sarà un’occasione di confronto e approfondimento con gli interventi dei membri del comitato scientifico, delle due Regioni promotrici, delle due Fondazioni e dei ricercatori coinvolti.

La furlana è una danza vivace di origine friulana, attestata sin dal Cinquecento, nata nella tradizione popolare e poi entrata anche nella musica colta barocca, diffondendosi in tutta Europa. Ancora oggi accompagna momenti di festa e rievocazione. La pizzica, danza popolare salentina dalle radici antiche, originariamente legata a riti terapeutici e comunitari, si è trasformata nel tempo in una delle più forti espressioni identitarie del Salento.

«Ringrazio la Regione Puglia, l’assessore Fabiano Amati, la Regione Friuli-Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia per il sostegno che ha reso possibile l’avvio di questo progetto»,  dichiara il Presidente della Fondazione La Notte della Taranta Massimo Bray, «la nostra Fondazione ha il compito di promuovere la ricerca, lo studio e la valorizzazione della musica popolare, costruendo collaborazioni con istituzioni che condividono la stessa missione di tutela del patrimonio culturale. Dal Salento ad Aquileia interpreta pienamente questa visione, mettendo in dialogo due danze antiche e vitali come la pizzica pizzica e la furlana che, pur nascendo in contesti diversi raccontano entrambe storie di comunità, identità e memoria condivisa. Un ringraziamento speciale va al Comitato scientifico della Fondazione, presieduto da Daniela Castaldo con il contributo del consulente artistico Sandro Cappelletto: un organo di altissimo profilo che garantisce rigore e qualità alle nostre attività di ricerca e valorizzazione».

L’Orchestra popolare La Notte della Taranta proporrà ad Aquileia i brani della tradizione salentina, con gli arrangiamenti dei Maestri concertatori che negli anni hanno diretto il Concertone La Notte della Taranta, che da ventotto anni si tiene ad agosto a Melpignano, nel Salento. Dal repertorio firmato da Ludovico Einaudi sarà interpretata Mamma la rondinella, in cui la tradizione incontra le atmosfere minimali del compositore torinese; dalla direzione di Carmen ConsoliFimmine fimmine Su picculina, autentici manifesti di forza e identità femminile; dalla direzione di Dardust, gli stornelli Rirollalà L’acqua de la funtana nel particolare arrangiamento elettronico composto dal Maestro concertatore dell’edizione 2022. Non mancheranno i ritmi travolgenti delle pizziche di Ostuni, Aradeo e San Vito, che rappresentano l’anima corale dell’Orchestra Popolare.

In programma anche il classico Pizzicarella, nell’arrangiamento tratto dall’ultima edizione del Concertone diretto da David Krakauer che ha riletto un chiave klezmer i brani della tradizione salentina.

Chiuderà il concerto Kalìnifta, nella versione del 2021, che riunisce in un unico canto comunità, memoria e festa.

L’Orchestra Popolare La Notte della Taranta è formata da musicisti e interpreti della musica tradizionale del Salento è diretta ad ogni edizione da un diverso Maestro concertatore scelto tra i più autorevoli compositori e musicisti del panorama mondiale, chiamato a reinterpretare il repertorio della pizzica facendolo dialogare con le sonorità della musica contemporanea. Il lavoro del Maestro concertatore culmina con l’esibizione sul palco del Concertone di Melpignano, tappa principale del Festival che in estate anima le piazze dei paesi del Salento con concerti, danze e iniziative culturali legate alla tradizione musicale.

Sul palcoscenico del Terminal Unesco saliranno i musicisti Alessandro Monteduro (percussioni), Giuseppe Astore (violino), Nico Berardi (fiati), Carlo De Pascali (tamburello), Mario Esposito (basso), Roberto Gemma (fisarmonica), Giuseppe Grassi (mandola, mandolino), Gianluca Longo (mandola), Antonio Marra (batteria), Gioele Nuzzo (tamburello e didgeridoo), Attilio Turrisi (chitarra battente), Consuelo AlfieriSalvatore GaleandaNinfa GiannuzziStefania Morciano (voci e tamburello).

E ancora i danzatori Fabrizio NigroSerena PellegrinoEliana BolognaEmilia Lo GaglioGiorgia MonacoArianna Sicuso.

Il progetto Dal Salento ad Aquileia si concentra sui punti di contatto tra le due danze non solo per mettere in dialogo due patrimoni coreutico-musicali, ma anche per interrogare le loro funzioni sociali, il loro ruolo identitario e la capacità di entrambe di trasformarsi nel tempo senza perdere vitalità. In questo senso, la ricerca non è un semplice esercizio comparativo, ma un modo per rafforzare la memoria collettiva, costruire ponti culturali tra comunità e sviluppare modelli innovativi di tutela e valorizzazione del patrimonio immateriale nei luoghi in cui è nato e continua a vivere.

Il progetto si articola in diverse fasi: l’istituzione di un Comitato scientifico; l’attivazione di iniziative destinate a giovani ricercatori, una finanziata dalla Fondazione La Notte della Taranta; l’organizzazione di due convegni di studi: il primo in Puglia, previsto a gennaio, e il secondo in Friuli-Venezia Giulia; la pubblicazione di una monografia scientifica, a cura della Fondazione Aquileia, che raccoglierà gli esiti della ricerca.

Le attività di studio e ricerca – che uniranno storia, musicologia ed etnografia – saranno accompagnate da attività partecipative e momenti pubblici di condivisione, con l’obiettivo di offrire strumenti concreti per la tutela e la trasmissione del patrimonio culturale immateriale nei territori in cui nasce e si rinnova.

Il progetto beneficia del sostegno della Regione Puglia e della Regione Friuli-Venezia Giulia ed è realizzato dalla Fondazione La Notte della Taranta in collaborazione con la Fondazione Aquileia e l’Unione dei gruppi folcloristici del Friuli-Venezia Giulia.

«Tutto nasce da incontri o inciampi», dichiara l’assessore al Bilancio, Ragioneria, Finanze, Affari Generali della Regione Puglia, Fabiano Amati, «per me questa storia è nata dall’incontro con Gabriele Pelizzari, con l’opera di Gilberto Pressacco e le sue indagini sulla notte della Chiesa di Aquileia e i terapeuti. Risultato? Una grande sorpresa, un’ipotesi con tanti indizi da valere una prova: la pizzica pizzica e la furlana potrebbero essere strettamente legate, almeno nelle origini. E allora, l’idea di mettere assieme Puglia e Friuli, fecondata con un finanziamento del Consiglio regionale e un patto sottoscritto attorno alla meraviglia del pavimento musivo della Basilica patriarcale di Aquileia. La Puglia si presenta all’appuntamento con la Fondazione La Notte della Taranta, la sua storia, la sua esperienza e quel pizzico di glamour conquistato negli anni e oggi rinnovato dalla gestione di Massimo Bray e dei suoi collaboratori. È il massimo degli ingredienti che potevamo mettere — non ne disponiamo di più — e li abbiamo messi; lo abbiamo fatto per stringere un’alleanza che sa di ricerca con una regione, il Friuli, così lontana sulla geografia, ma così vicina nella storia».

«Il progetto Dal Salento ad Aquileia rappresenta un’importante opportunità per approfondire le radici comuni e le specificità di due danze che, pur nate in territori lontani, condividono una vitalità e un ruolo identitario fondamentali per le comunità che le custodiscono», sottolinea il vicepresidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Mario Anzil, «attraverso la collaborazione tra istituzioni, studiosi e comunità locali, il progetto si configura come un modello di tutela e trasmissione del patrimonio immateriale che mette in luce le funzioni sociali, il ruolo identitario e la capacità di rinnovamento di queste espressioni tradizionali e che guarda al futuro, rafforzando la memoria collettiva e promuovendo il dialogo tra territori e culture diverse. La Regione conferma con questo impegno la propria attenzione verso la conservazione e la promozione delle tradizioni culturali come elementi fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale del nostro territorio.»

«Siamo onorati di ospitare ad Aquileia questo concerto che rappresenta l’avvio ufficiale di un progetto culturale ambizioso. Con questa serata – dichiara il Presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo – prende infatti il via un percorso di ricerca e confronto che parte da Aquileia – luogo simbolo da sempre di incontro tra culture e popoli – e che mette in dialogo patrimoni immateriali, comunità e territori, indagando le radici comuni tra la pizzica e la furlana».

«L’obiettivo di questo progetto condiviso è di esplorare le comuni matrici cristiane delle nostre comunità, che proprio da Aquileia si sono estese sul territorio fino a giungere al Salento, creando di fatto un ponte tra identità coreutiche affini, pur nelle loro differenze», aggiunge l’assessore alle Finanze della Regione Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, «riteniamo che valorizzare una tradizione antichissima, come quella che ha portato allo sviluppo della furlana e della taranta, radicata profondamente nella nostra storia, abbia un forte valore educativo e sia veicolo essenziale per rafforzare il nostro comune senso di appartenenza e di identità. Coniugare le profonde radici culturali che ci contraddistinguono, alla memoria e al tempo stesso all’innovazione e alla coesione sociale significa investire nel domani e proporre ai giovani modelli virtuosi da analizzare, comprendere e sviluppare: la furlana e la taranta assieme diventano così espressioni di quel profondo senso di tradizione e cultura antica trasformato in elemento vitale e moderno. Il connubio della Taranta sia un motore per promuovere e diffondere esperienze ed espressioni artistiche e della tradizione, rispetto e identità, concetti fondamentali per la crescita sana delle nostre comunità».

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Il Concertone della Notte della Taranta a Melpignano

 

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