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Cronaca

Aumentano le denunce per estorsioni in Puglia

Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia:  “Fondamentale che lo Stato metta in campo maggiori risorse più efficaci soluzioni di tutela per garantire a chi denuncia l’adeguata protezione e la possibilità di continuare a fare impresa

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Aumentano le denunce per estorsioni in Puglia: +42,5 per cento negli anni che vanno dal 2010 al 2015. A rilevarlo un’indagine condotta dal Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati relativi alle denunce presentate all’Autorità giudiziaria.


Ecco l’escalation nella nostra regione: 565 segnalazioni nel 2010; 611 l’anno dopo; 671 nel 2012; 638 l’anno successivo; 754 l’anno dopo ancora e 805 nel 2015. La crescita nel quinquennio è stata, dunque, di 240 denunce in più rispetto al 2010, pari al 42,5 per cento.


“L’estorsione è un reato perpetrato in maniera sistematica dalle organizzazioni criminali molto spesso proprio nei confronti degli imprenditori, in particolare dei titolari di piccole aziende ed imprese artigiane, così numerose nella nostra regione”, commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia, “il fenomeno estorsivo non solo comporta l’illecita acquisizione di denaro per il tramite di violenza e minacce, ma è di fatto il mezzo con cui la criminalità controlla e soffoca il territorio e le sue potenzialità. Accanto ad esso, non di rado, subentra anche l’usura, per cui la crisi economica ed il conseguente credit crunch degli ultimi anni hanno rappresentato fertile terreno di crescita”.

Il profilo più preoccupante”, continua Sgherza, “è che la realtà potrebbe essere peggiore di quanto emerge dai dati. È vero, sono sempre di più gli imprenditori che scelgono di segnalare questi episodi all’Autorità giudiziaria ma è altrettanto vero che sono ancora moltissime le persone che non trovano il coraggio di denunciare. Come Confartigianato da sempre garantiamo il nostro sostegno fattivo agli imprenditori che intendono denunciare i propri aguzzini e ci adoperiamo non solo per prevenire fenomeni di questo genere ma anche per offrire soluzioni concrete a chi, suo malgrado, è vittima d’usura. I nostri Confidi sono strutture che lavorano proprio in questa direzione.


Ciò nondimeno”, conclude Sgherza, “è fondamentale che lo Stato metta in campo maggiori risorse ed articoli più efficaci soluzioni di tutela per garantire a chi denuncia l’adeguata protezione e la possibilità di continuare a fare impresa. È impossibile pensare ad una ripresa stabile per il nostro tessuto produttivo se prima non si assicura alle imprese la possibilità di investire ed operare in un territorio sano.


Cronaca

La GdF dona duecento capi contraffatti alla Caritas idruntina

Accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza…

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I finanzieri i Lecce hanno donato, alla sede magliese della Caritas diocesana Idruntina, oltre 200 capi di abbigliamento e accessori, facenti parte di un sequestro di merce contraffatta ad opera dei militari della Compagnia di Maglie, in occasione dei servizi posti in essere durante le recenti tradizionali fiere di paese.

La competente Autorità Giudiziaria, valutata positiva l’iniziativa avanzata dalla Guardia di Finanza, e accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza ai cittadini più bisognosi della comunità.

Al termine delle operazioni di consegna, avvenute presso la sede della Compagnia Guardia di Finanza di Maglie, il Presidente ha espresso parole di vivo apprezzamento e sincera gratitudine verso le Fiamme Gialle per l’importante iniziativa solidale.

L’attività si inserisce in un più ampio clima di solidarietà, esprimendo la forte vocazione sociale delle istituzioni e la volontà di essere vicini, con gesti concreti, ai cittadini più disagiati, anche attraverso il compimento di iniziative che rafforzano la coesione mediante la condivisione dei propri valori fondanti.

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Cronaca

Caccia illegale nel parco, segnalazione ai carabinieri forestali

Presenti centinaia di bossoli. A rischio uno scrigno di biodiversità…

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“Un tappeto di cartucce da caccia nel cuore del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”. Centinaia di bossoli. Una vergogna inaccettabile, non solo per l’inquinamento provocato ma perché è assolutamente vietato praticare la caccia all’interno di un parco o di un’area protetta”.

È la denuncia che arriva dal Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento, che ha mostrato sui social, tramite un video e delle fotografie, la massiccia presenza di bossoli all’interno del parco protetto, che lascia immaginare l’attività di caccia illegale all’interno dell’area. Non un luogo qualsiasi il litorale di Ugento, un vero e proprio scrigno di biodiversità.

“Il litorale di Ugento costituisce un complesso ecologico di grande interesse faunistico, in particolare come punto di transito e sosta sulle rotte migratorie, sia per quanto riguarda lo svernamento sia per la nidificazione degli uccelli acquatici – prosegue il commento del Coordinamento – pensiamo all’airone bianco maggiore, l’airone rosso, il germano reale, il martin pescatore, il cigno reale, e di notevole importanza conservazionistica la presenza della moretta tabaccata, specie inserita nella lista rossa delle specie in pericolo di estinzione.

Sono solo alcune delle specie presenti, che rendono questo luogo uno scrigno di biodiversità che dovrebbe essere inviolabile. Così, evidentemente, non è. Qui sono presenti uccelli protetti assolutamente non cacciabili e la notevole presenza, all’interno del parco, di cartucce di fucili da caccia evidenzia una condotta assolutamente illegale.

Ricordiamo, inoltre, che la presenza di bacini e aree umide espone a una forte contaminazione da piombo, sostanza altamente tossica, sia le acque e sia la fauna presente, con rischi di carattere ambientale e sanitario. Facciamo un appello alle istituzioni, al presidente del Parco – conclude il Coordinamento nella sua nota – e faremo una segnalazione ai Carabinieri Forestali, affinché aumentino i controlli all’interno di quest’area”.

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Cronaca

Beccati con 400 ricci di mare nel cofano. Multati e segnalati

Gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea…

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Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Gallipoli ha messo a segno un nuovo intervento a tutela dell’ecosistema marino, intercettando un trasportatore abusivo in località Santa Caterina di Nardò.

I finanzieri hanno notato un’autovettura che, con manovre sospette, tentava di allontanarsi rapidamente dalla costa verso l’entroterra. Una volta fermato il veicolo e identificato il conducente, l’ispezione del bagagliaio ha confermato la presenza di circa 400 ricci di mare, in violazione della Legge Regionale che vieta tassativamente il prelievo, la detenzione e la commercializzazione di questa specie. 

Il provvedimento mira a favorire il ripopolamento dei fondali, messi a dura prova dal prelievo indiscriminato, e a scongiurare il rischio di estinzione.

Per il responsabile è scattata una sanzione amministrativa di 2.000 euro, oltre alla segnalazione all’Autorità Marittima competente. 

Fortunatamente, poiché gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea, garantendo così la sopravvivenza dei ricci

e il mantenimento dell’equilibrio biologico della zona.

Questa operazione rappresenta solo l’ultimo tassello di un più ampio piano di vigilanza attuato dal Servizio Navale della Guardia di Finanza. Dall’inizio dell’anno, i controlli hanno portato alla liberazione di oltre 3.000 ricci di mare, al sequestro di numerose attrezzature da pesca.

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