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Cronaca

Banda ultralarga: 80% dei fondi al sud

Recuperati 1,183 miliardi per le regioni del Mezzogiorno; la Capone: “Una vittoria per l’Italia intera”

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È stato sottoscritto a Roma l’Accordo quadro che riassegna le risorse destinate allo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale. Recuperati per il Mezzogiorno più di 1,183 miliardi di euro, che riportano il Fondo Sviluppo e Coesione per l’80% alle Regioni del Sud, come da norma.


Loredana Capone

Loredana Capone


“Vincendo questa battaglia, abbiamo vinto l’intera guerra, cioè la più grande competizione del futuro”, ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Abbiamo sostenuto non solo il Mezzogiorno”, spiega, “ma l’Italia intera perché le risorse sono destinate alla coesione e un paese coeso non ha più zavorre, quindi a giovarsene è sia il Sud che il Centro e il Nord. La mia soddisfazione tuttavia è legata anche ad altro aspetto: forse per la prima volta in Italia è passato un approccio politico che guarda non al breve termine, ma al medio e al lungo periodo. Abbiamo lottato non per noi ma per i nostri figli e i nostri nipoti che avranno la più grande autostrada digitale italiana per la competitività”.


“La banda ultralarga”, ha continuato l’assessore, “è l’infrastruttura che fa passare le nuove tecnologie, riducendo il gap Nord Sud. Abbiamo ottenuto che il Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc, l’ex Fas) fosse giustamente ripartito come da norma: 80% al Sud, il 20 % al resto d’Italia. Questo consentirà alla Puglia di passare da 30 Megabit al secondo a 100. Se vogliamo accogliere le imprese innovative, se vogliamo fare attrazione degli investimenti, questo era un passaggio obbligato. Non potevamo arrenderci”.

L’accordo appena sottoscritto a Roma introduce due elementi fondamentali: il comma 4 dell’ articolo 3 e una nuova tabella, la numero 4, con la ripartizione di oltre 1,183 miliardi tra le regioni del Mezzogiorno.


Con il comma 4 il Governo assicura che, contestualmente all’intervento con fondi Fsc a favore delle regioni del centro-Nord, l’ammontare di euro 1.183.311.984 “è immediatamente disponibile in quota aggiuntiva secondo la ripartizione indicata nell’allegata tabella 4 per misure destinate alle sole regioni del Mezzogiorno, nel rispetto delle percentuali complessive 80/20 previste dal Fondo sviluppo e coesione”. E poi aggiunge che l’impegno verrà formalizzato con delibera Cipe “entro e non oltre il 20 aprile 2016”, aggiungendo che “il mancato rispetto degli impegni e dei termini del comma 4 comporta la sospensione dell’efficacia” dell’accordo stesso.


La tabella 4, invece, ripartisce le risorse tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Alla Puglia sono destinati 231.594.781, che rappresentano la prima tranche di quel fabbisogno di 639 milioni di euro interamente riconosciuto.


Per le altre Regioni la quota è così ripartita: Abruzzo 75,3 milioni di euro; Basilicata 32,5 milioni, Calabria 111,8 milioni, Campania 331,8 milioni, Molise 17,6 milioni, Sicilia 288,3 milioni, Sardegna 94,1 milioni.


 


Casarano

Con un drone tentano di calare droga e telefoni in carcere. Intercettati

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici….

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Prosegue l’azione di contrasto dei Carabinieri al fenomeno dell’introduzione illecita di sostanze stupefacenti e oggetti proibiti all’interno degli istituti penitenziari, fenomeno che si avvale sempre più spesso dell’utilizzo di droni tecnologicamente sofisticati.

Nella serata di ieri, è stato intercettato un drone in volo nelle immediate vicinanze di un noto esercizio commerciale, in un’area compatibile con una possibile rotta diretta verso il carcere di Borgo San Nicola.

L’intervento dei militari del NORM di Lecce ha consentito di bloccare il velivolo e recuperare il carico trasportato, evitando che il materiale illecito potesse raggiungere il carcere.

Il drone, ancora acceso e munito di videocamera frontale, era collegato mediante fili di nylon a involucri contenenti sostanza verosimilmente stupefacente e numerosi dispositivi elettronici.

I Carabinieri hanno proceduto al sequestro di un ingente quantitativo di sostanze verosimilmente stupefacenti, tra cui cocaina e hashish, per un peso complessivo di circa 150 grammi, abilmente occultate anche all’interno di confezioni di chewing gum, bilancini di precisione, telefoni cellulari di varie tipologie (compresi mini-telefoni), cavi, auricolari e caricabatteria, materiale destinato a supportare attività illecite all’interno del carcere.

Il sequestro è stato effettuato in via d’urgenza, considerata l’assenza, in quel momento, della direzione delle indagini da parte dell’AG e il concreto pericolo di dispersione o alterazione delle prove.

Il materiale sequestrato è stato posto a disposizione della Procura di Lecce mentre sono in corso indagini dei Carabinieri volte a individuare i responsabili e a ricostruire l’intera filiera organizzativa.

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Casarano

Che fine ha fatto il gatto Cesare?

A Casarano scompare gatto di quartiere, la comunità sgomenta chiede chiarezza e tutele

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Sta suscitando profonda emozione e sgomento, a Casarano, la scomparsa di Cesare, un gatto di quartiere molto conosciuto e amato dai residenti di via Montesanto, nel centro cittadino.

Del gatto non si hanno più notizie dal pomeriggio di martedì 9 dicembre, intorno alle 16,20.

Cesare viveva da anni nella zona ed era diventato una presenza familiare per molti abitanti del quartiere, che nel tempo si erano presi cura di lui garantendogli cibo, attenzioni e assistenza.

Negli ultimi giorni il gatto non stava bene ed era seguito da un veterinario, con un controllo programmato il giorno successivo.

Proprio per proteggerlo dal freddo e offrirgli un luogo riparato e caldo in attesa della visita veterinaria, nei giorni precedenti alcuni volontari avevano realizzato e posizionato una cuccia impermeabile, collocata sotto il porticato della via.

Secondo le testimonianze raccolte, Cesare si trovava all’interno di questa sistemazione poco prima dell’orario indicato.

In una finestra temporale di circa dieci minuti, il gatto e la cuccia sono scomparsi, senza che vi siano stati avvistamenti successivi o segnalazioni utili a chiarirne la sorte.

«Cesare non era un randagio nel senso comune del termine», spiega un volontario che da tempo si occupava di lui, «ma un gatto seguito, curato e amato da tante persone. Negli ultimi giorni stavamo facendo il possibile per proteggerlo dal freddo, trovargli una sistemazione più sicura e accompagnarlo alle cure veterinarie. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme e ci ricorda quanto sia importante riconoscere e tutelare ufficialmente i gatti liberi, per evitare che situazioni simili possano ripetersi».

La notizia si è rapidamente diffusa in città e sui social network, dove in molti hanno condiviso appelli e messaggi di solidarietà. Cesare non era soltanto un gatto di quartiere: nel tempo era diventato amico di passanti, bambini e negozianti, che gli riservavano quotidianamente carezze, giochi e cibo, rendendolo una presenza rassicurante e familiare nella vita di via Montesanto.

La vicenda ha riacceso il dibattito sul tema della tutela dei gatti liberi e sulla necessità di strumenti chiari e condivisi per la loro protezione.

In diverse città italiane, infatti, le colonie feline sono riconosciute ufficialmente e gestite in collaborazione tra cittadini, Comuni e servizi veterinari, al fine di garantire benessere animale e convivenza civile.

L’episodio richiama inoltre l’attenzione sul quadro normativo italiano, che riconosce e tutela gli animali in quanto esseri senzienti e prevede specifiche responsabilità per chiunque compia atti di maltrattamento o violenza nei loro confronti.

Un impianto giuridico che affida anche alle istituzioni locali un ruolo centrale nella prevenzione, nella tutela e nella promozione di una convivenza rispettosa tra cittadini e animali.

Al momento non sono emersi elementi certi sulla sorte di Cesare.

Le autorità competenti sono state informate dei fatti e stanno svolgendo gli accertamenti necessari per ricostruire quanto accaduto.

Nel frattempo, i residenti chiedono soprattutto chiarezza e auspicano che episodi come questo possano diventare occasione per una maggiore sensibilizzazione e per politiche di tutela più strutturate sul territorio.

La storia di Cesare resta oggi il simbolo di un legame profondo tra una comunità e un animale che, pur senza padrone, era diventato parte integrante della vita quotidiana di tutti.

Salvatore Primiceri

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Campi Salentina

Carabinieri bloccano furgone carico di rame e alluminio rubati

Arrestato 43nne originario di Torino senza fissa dimora. Nella concitazione i suoi complici sono riusciti a dileguarsi. Proseguono le indagini per indentificarli

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È stata una notte di intensa attività per i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina, che hanno messo a segno un importante intervento a tutela della legalità permettendo di sventare un furto ai danni della stazione ferroviaria di Campi Salentina e di assicurare alla giustizia uno dei responsabili.

È accaduto nelle ore notturne, a Squinzano, dove i militari della Sezione Radiomobile sono intervenuti a seguito di una segnalazione.

In pochi minuti è scattato il dispositivo di controllo del territorio.

Ne è nato un inseguimento serrato, conclusosi con il blocco di un furgoncino carico di refurtiva.

Alla guida del mezzo un 43nne originario di Torino, di fatto senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, che viaggiava insieme a due complici.

Questi ultimi, approfittando dei momenti concitati, sono riusciti a dileguarsi a piedi, facendo perdere le proprie tracce.

All’interno del veicolo i Carabinieri hanno rinvenuto circa 100 chilogrammi di cavi di rame e 200 chilogrammi di tubi in alluminio, materiale appena rubato dalla stazione ferroviaria di Campi Salentina.

La refurtiva è stata recuperata e restituita, evitando conseguenze gravi per le infrastrutture e i servizi collegati.

L’uomo è stato arrestato per furto aggravato in concorso e, dopo le formalità di rito, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.

Proseguono intanto le indagini dei Carabinieri per risalire all’identità dei due complici fuggiti, mentre l’operazione conferma ancora una volta l’efficacia dell’azione dell’Arma nel contrasto ai reati predatori, anche nelle ore più silenziose della notte.

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