Cronaca
Duplice omicidio, le chiamate al 112: “Correte, sento qualcuno implorare pietà!”
Nei giorni seguenti la morte di Daniele De Santis ed Eleonora Manta si sono spesso sprecati i commenti fuori luogo sulle mancate chiamate ai soccorsi di vicinato e potenziali testimoni.
In queste ore vengono invece a galla le conversazioni delle principali telefonate ai numeri soccorso.
Due le telefonate chiave. Una quella dei vicini di casa, una coppia che al contempo ha chiamato ambulanza e carabinieri chiedendo un intervento tempestivo. Nelle loro parole l’apprensione e la immediata percezione della gravità dei fatti: “Dovete intervenire subito! C’è uno squilibrato che si aggira nel palazzo, siamo molto preoccupati”.
Dalla strada invece la richiesta d’intervento di un testimone chiave, trovatosi sul posto per caso mentre passeggiava col cane. Un uomo che ha visto il killer allontanarsi dal luogo del delitto. Tre le sue telefonate al 112.
Nella prima, quando ancora non riusciva a circoscrivere il luogo da dove provenivano le urla, lo si sente dire al carabiniere al telefono: “Sento delle urla allucinanti, una violenza inaudita, mi sto preoccupando”. Poi un’altra chiamata nella quale fortemente allarmato riferisce: “C’è qualcuno che sta implorando pietà”. È qui che indica ai militari il punto esatto da dove arrivano le urla. I carabinieri questa volta sanno già dove intervenire, probabilmente perché già contattati proprio in quegli istanti dai vicini di casa di De Santis.
Poi, pochi attimi dopo, la terza chiamata al 112 da parte del testimone in strada. A quel punto il delitto era compiuto. Erano gli attimi in cui Antonio De Marco stava lasciando lo stabile. Mentre componeva il numero d’emergenza, il testimone lo vedeva allontanarsi. Le sue parole al 112: “È uscito un uomo armato di coltello dall’abitazione. Sta tentando la fuga. È incappucciato. Ha uno zaino grande e dei guanti neri. Va verso Porta Rudiae”.
Per Eleonora e Daniele non c’era già più nulla da fare. Il diabolico piano del killer, seppur attuato solo in parte secondo gli step previsti, avrebbe potuto essere scongiurato forse solo da caso. Il suo ingresso di soppiatto nella casa delle vittime, il suo irrefrenabile intento omicida e la sua ferma azione sono elementi che difficilmente avrebbero potuto a quel punto essere cancellati, anche dalla più tempestiva delle chiamate ai numeri d’emergenza. Fermo restando che, dalle registrazioni in mano agli inquirenti, non sarebbe ravvisabile nessuna negligenza, nessun indugio in quanti hanno alzato la cornetta per comporre 112 e 118.
Campi Salentina
Carabinieri bloccano furgone carico di rame e alluminio rubati
Arrestato 43nne originario di Torino senza fissa dimora. Nella concitazione i suoi complici sono riusciti a dileguarsi. Proseguono le indagini per indentificarli
È stata una notte di intensa attività per i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina, che hanno messo a segno un importante intervento a tutela della legalità permettendo di sventare un furto ai danni della stazione ferroviaria di Campi Salentina e di assicurare alla giustizia uno dei responsabili.
È accaduto nelle ore notturne, a Squinzano, dove i militari della Sezione Radiomobile sono intervenuti a seguito di una segnalazione.
In pochi minuti è scattato il dispositivo di controllo del territorio.
Ne è nato un inseguimento serrato, conclusosi con il blocco di un furgoncino carico di refurtiva.
Alla guida del mezzo un 43nne originario di Torino, di fatto senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, che viaggiava insieme a due complici.
Questi ultimi, approfittando dei momenti concitati, sono riusciti a dileguarsi a piedi, facendo perdere le proprie tracce.
All’interno del veicolo i Carabinieri hanno rinvenuto circa 100 chilogrammi di cavi di rame e 200 chilogrammi di tubi in alluminio, materiale appena rubato dalla stazione ferroviaria di Campi Salentina.
La refurtiva è stata recuperata e restituita, evitando conseguenze gravi per le infrastrutture e i servizi collegati.
L’uomo è stato arrestato per furto aggravato in concorso e, dopo le formalità di rito, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.
Proseguono intanto le indagini dei Carabinieri per risalire all’identità dei due complici fuggiti, mentre l’operazione conferma ancora una volta l’efficacia dell’azione dell’Arma nel contrasto ai reati predatori, anche nelle ore più silenziose della notte.
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Cronaca
Disvelata l’epigrafe dedicata a Vittorio Aymone
Dopo il convegno, tenutosi sempre a Tricase, presso la Sala del Trono, di palazzo Gallone, dove sono intervenuti: il sindaco di Tricase, Antonio De Donno, a far gli onori di casa; il professor Hervè Cavallera…
È stata disvelata questa mattina, sabato 13 dicembre 2025, presso la dimora natale, sita in Largo Sant’Angelo, a Tricase, un’epigrafe dedicata all’avvocato Vittorio Aymone.
Dopo il convegno, tenutosi sempre a Tricase, presso la Sala del Trono, di palazzo Gallone, dove sono intervenuti: il sindaco di Tricase, Antonio De Donno, a far gli onori di casa; il professor Hervè Cavallera, docente dell’Università del Salento e presidente dell’erigenda epigrafe; Antonio De Mauro, presidente dell’ordine degli avvocati di Lecce; l’avvocata Viola Messa, vicepresidente del consiglio distrettuale di disciplina; e il magistrato Vittorio Raeli, di Tricase, presidente della Corte dei Conti in Emilia-Romagna.
Presenti anche, oltre ad stuolo di avvocati amici e parenti, il sindaco di Matino, Giorgio Salvatore Toma e il senatore Rosario Giorgio Costa, sempre di Matino.
Nell’epigrafe dedicata al compianto avvocato, si legge: “Maestro nella scienza del Diritto espresse nell’oratoria forense. Nell’impegno politico ed in quello accademico l’immagine classica del vir bonus acque dicendi peritus dando lustro a Tricase, al Salento, all’Italia”.
Cronaca
Presicce-Acquarica: droga, spari e morte
Un uomo è deceduto per un malore dopo aver aggredito i poliziotti durante la perquisizione. Nella stessa operazione arrestati un uomo del posto e la sua compagna. I controlli erano stati innescati da segnalazioni in merito a recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra personaggi coinvolti nel traffico di droga
Gli agenti della Polizia di Stato hanno svolto un articolato servizio di controllo del territorio di Presicce-Acquarica, a seguito di informazioni che segnalavano recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra persone coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti.
L’attività, condotta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taurisano con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e della Squadra Mobile della Questura di Lecce, ha permesso di effettuare una serie di perquisizioni domiciliari.
Nel corso dell’intervento, all’atto dell’accesso in una delle abitazioni oggetto di controllo, Stefano Urso (risultato poi residente a Salve), presente all’interno ha aggredito gli operatori di polizia.
Durante le concitate fasi, l’individuo ha improvvisamente accusato un malore, perdendo conoscenza.
Gli agenti hanno prestato i primi soccorsi in attesa dell’arrivo del personale sanitario.
Nonostante i tentativi di rianimazione, l’uomo è deceduto. L’Autorità Giudiziaria ha disposto gli accertamenti medico-legali per chiarire le cause del decesso.
Le attività di perquisizione hanno intanto consentito di rinvenire crack per un totale di 36 grammi e oltre 800 euro probabile provento di spaccio, strumenti di pesatura di precisione, e di accertare un allaccio abusivo alla rete elettrica.
All’esterno dell’abitazione è stato sequestrato anche un veicolo che presentava fori e segni d’arma da fuoco, elemento coerente con le segnalazioni iniziali relative alle sparatorie.
Al termine delle operazioni, due persone sono state arrestate in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato.
Si tratta di Antonio Viola e della sua compagna Alessia Potenza, entrambi del posto, condotti dagli agenti al carcere di Lecce.
Proseguono gli accertamenti investigativi per ricostruire il contesto di tutti gli accadimenti.
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