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Cronaca

Lavori nel centro storico di Diso, la sentenza del Consiglio di Stato

Confermata l’impostazione già espressa dal TAR di Lecce a dicembre, riconosciuta la piena legittimità e vincolatività del Piano Regolatore Generale del Comune di Diso nella parte in cui vieta ogni nuova edificazione all’interno del nucleo storico, nelle aree destinate a verde privato…

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Una sentenza destinata a fare storia oltre che alimentare le polemiche.


Il Consiglio di Stato riconosce il valore sistemico della disciplina urbanistica di Diso e tutela le aree a verde privato del nucleo storico.


Il Consiglio di Stato ha confermato l’impostazione già espressa dal TAR di Lecce a dicembre, riconoscendo la piena legittimità e vincolatività del Piano Regolatore Generale del Comune di Diso nella parte in cui vieta ogni nuova edificazione all’interno del nucleo storico, nelle aree destinate a verde privato.


Il giudizio trae origine dal ricorso presentato da una cittadina di Diso, assistita dagli avvocati Sergio De Giorgi e Antonio Aventaggiato, avverso il permesso di costruire rilasciato dal Comune a favore della confinante proprietaria di un’abitazione con area retrostante destinata a verde privato.


Il titolo abilitativo consentiva la realizzazione di una piscina e di un nuovo fabbricato di oltre 75 mq, in violazione della destinazione urbanistica («… presentato una richiesta di permesso di costruire avente ad oggetto dei lavori di “ampliamento di una civile abitazione con realizzazione di un vano pluriuso ed accessori, di un pergolato e di una piscina” su di un immobile di sua proprietà sito

nel Comune di Diso… »).

Il TAR di Lecce aveva già ritenuto illegittimo tale permesso di costruire, poiché in contrasto con la disciplina di zona del PRG vigente, che consente esclusivamente interventi di ampliamento di edifici esistenti e solo nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalle Norme Tecniche di Attuazione.


Nella fattispecie, tali condizioni risultavano completamente disattese, con ulteriori violazioni in materia di distacchi minimi dai confini.


Il Consiglio di Stato ha confermato l’illegittimità del permesso di costruire con specifico riferimento alla edificazione di nuovi volumi e, soprattutto, ha ribadito con chiarezza il principio del divieto di nuova edificazione nel nucleo storico comunale, come previsto dal vigente PRG. Secondo gli avvocati De Giorgi e Aventaggiato, «si tratta di una pronuncia di sistema destinata a valorizzare l’attuale assetto urbanistico del nucleo storico e delle aree destinate a verde privato».


La sentenza rappresenta un precedente giurisprudenziale rilevante e vincolante, di cui il Comune di Diso (e non solo) dovrà tenere conto nel rilascio di futuri titoli al fine di garantire il rispetto della legalità urbanistica e la salvaguardia del verde storico del centro urbano.


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Cronaca

Crack ed eroina: fermata coppia di Gagliano del Capo

Lui 42 anni e lei 27, colti in flagrante mentre in casa preparavano la droga per venderla

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La Polizia di Stato ha proceduto all’arresto di un uomo di 42 e una donna di 27 anni, entrambi italiani e residenti a Gagliano del Capo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Alcuni giorni addietro, gli agenti della sezione investigativa del Commissariato di P.S. di Taurisano hanno acquisito da fonte confidenziale la notizia secondo la quale a Gagliano del Capo, all’interno di un’abitazione posta alla periferia del paese, due persone, approfittando del loro domicilio isolato di campagna, avessero dato il via ad un’attività di vendita di sostanze stupefacenti, ricevendo in maniera indisturbata e durante l’orario notturno, i presunti acquirenti presso la loro abitazione.

Per tale ragione nel pomeriggio del 9, gli agenti del Commissariato di P.S. di Taurisano hanno avviato un servizio di appostamento, durante il quale hanno notato movimenti nei pressi della casa.

Una prima osservazione ha permesso di rilevare l’arrivo di un’autovettura che si è avvicinata all’edificio dalla quale uno dei due uomini a bordo è sceso e ha atteso l’arrivo del dimorante.

Il 42enne successivamente arrestato, si è affacciato dalla porta e ha consegnato loro un involucro di piccole dimensioni e di colore bianco, per poi rientrare all’interno dell’abitazione, mentre l’acquirente è ritornato all’interno dell’autovettura che è ripartita in direzione del centro abitato.

I due a bordo dall’auto sono stati subito oggetto di un controllo di polizia che ha permesso la loro identificazione ma non ha portato al ritrovamento della sostanza, poiché, probabilmente, durante l’operazione di fermo del veicolo e vista la poca visibilità, i due sono riusciti a disfarsene poco prima.

Dopo un breve lasso di tempo, è giunta sul posto un’altra autovettura con a bordo altri due giovani, che, dopo essere scesi, sono entrati all’interno dell’abitazione, e hanno incontrato il 42enne che ha ceduto loro una bustina trasparente con all’interno due involucri.

Visti i fatti, i poliziotti hanno bloccato entrambi, li hanno identificati e trovati in possesso di 0,6 gr di crac e segnalato il possessore personale di sostanza stupefacente.

Approfittando dell’apertura della porta d’ingresso, gli agenti sono entrati senza dar modo agli occupanti di potersi allarmare o disperdere qualsiasi tipo di sostanza detenuta.

I poliziotti hanno sorpreso dapprima l’uomo, il quale era intento lavorare la sostanza stupefacente contenuta all’interno di un involucro in cellophane di gr 11,04 di cocaina, e a prepararla per poi rivenderla sotto forma di crack, e la donna con accanto, poggiato sul letto, una pietra di eroina dal peso di gr 0,26.

Durante la perquisizione i poliziotti hanno rinvenuto inoltre euro 27,50, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento

La coppia è stata dichiarata in stato d’arresto, poiché, ritenuta responsabile, in concorso, del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Il P.M. ha disposto la sottoposizione della coppia, agli arresti domiciliari, in attesa di convalida.

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Cronaca

Spaccate nella notte a Ruffano: colpi a raffica per pochi spiccioli

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Notte movimentata quella appena trascorsa nel centro abitato di Ruffano, dove ignoti hanno messo a segno una serie di spaccate ai danni di diverse attività commerciali.

Nel mirino dei malviventi è finito innanzitutto il supermercato Lidl di Viale Asia (segue video), ma non solo: ad essere prese di mira anche due stazioni di servizio, quella di Via Santa Maria di Leuca e quella sulla strada per Casarano.

Entrambe le aree di rifornimento hanno annessi punti ristoro bar. Non è la prima volta che in paese si verificano episodi del genere: già in passato delle stazioni di servizio erano state oggetto di incursioni analoghe.

Appena giovedì scorso stesso copione presso la stazione di servizio di Via Torino, lungo la strada che conduce a Montesano, sempre nel territorio comunale di Ruffano (segue video)

.

Le forze dell’ordine, immediatamente allertate, hanno avviato le indagini. Gli investigatori stanno acquisendo e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza per cercare di risalire agli autori delle incursioni. I danni subiti dalle attività commerciali sono ancora in fase di quantificazione. Il bottino ammonterebbe a poche decine di euro.

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Cronaca

Attenti allo spoofing telefonico

Il video della polizia postale che spiega agli utenti le normative e come difendersi dai truffatori

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Un video della Polizia di Stato contro le truffe telefoniche che spiega come difendersi dallo spoofing“.

La parola “spoofing” deriva dal termine inglese “spoof“, che significa “imitare” o “falsificare”.
Lo spoofing telefonico è una tecnica utilizzata dai truffatori per alterare il numero di telefono visualizzato sullo schermo del destinatario durante una chiamata in modo che sembri provenire da un’entità affidabile o di fiducia, come una banca o un’azienda.

I truffatori applicano questa tecnica tramite chiamate telefoniche in cui, principalmente, si fingono entità bancarie per richiedere ai clienti le password monouso (OTP).

Gli argomenti utilizzati, basati sull’urgenza e sulla paura, riguardano di solito acquisti o trasferimenti effettuati da terzi.

In altri casi, si fingono operatori della banca e chiedono alle vittime di spostare i propri fondi su un altro conto tramite trasferimento o bonifico, affermando che “per motivi di sicurezza” è necessario bloccare il proprio conto abituale e crearne uno nuovo su cui trasferire i soldi per non perderli.

La tecnica fraudolenta utilizzata, conosciuta in inglese come caller ID spoofing, consiste nel manipolare l’identificatore di chiamata in modo che i destinatari vedano sul loro display il numero ufficiale e legittimo dell’ente bancario o dell’azienda impersonata, non il numero da cui effettivamente proviene la chiamata.

Nel video della polizia postale alcune importanti notizie sulle normative e su come comportarsi.

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