Maglie
Latte e formaggi “davvero” pugliesi
80mila mucche firmeranno latte e formaggi nostrani. Coldiretti Puglia: storico via libera a etichetta made in Italy in GU

Storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari che pone fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta.
È stato finalmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017 il decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari”, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
“Ben 80mila mucche da latte presenti in Puglia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt”, sottolinea Coldiretti Puglia, “che è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore, grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello nazionale e comunitario con 2 DOP (canestrato pugliese e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino)”.
“Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla”, dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, “e sta portando ad un sostanziale aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori. È un grande successo per tutto il mondo agricolo e per gli allevatori che versano in una grave situazione per colpa del prezzo del latte e delle importazioni di latte e prodotti semilavorati dall’estero, utilizzati per fare mozzarelle e formaggi spacciati per Made in Puglia”.
L’Italia è diventata il più grande importatore di latte al mondo, con il risultato che oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché finora non è stato obbligatorio riportarlo in etichetta.
“Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia”, continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, “appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del lattee delle evidenti anomalie di mercato. Oltre all’inganno a danno dei consumatori, si tratta di concorrenza sleale nei confronti degli stessi industriali e artigiani che utilizzano esclusivamente latte locale. L’insidia alla salute dei consumatori e l’erosione della capacità di competere dei nostri allevatori e dei nostri coltivatori è dipesa finora principalmente da un fattore, dall’assenza di etichettatura obbligatoria sull’origine delle materie prime. L’etichettatura obbligatoria diverrà una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori che devono poter competere alla pari e per la salute dei nostri consumatori debbono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano”.
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero-caseari Made in Puglia.
“Dalle frontiere italiane passano”, sottolinea la Coldiretti, “ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori”.
Il provvedimento riguarda l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:
- a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
- b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.
Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese.
Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di più Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: “latte di Paesi non UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi non UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.
Per le violazioni si applicano le sanzioni di cui all’art. 4, comma 10, della legge 3/2/2011, n. 4.
“Nell’ultimo anno”, denuncia la Coldiretti, “hanno addirittura superato il milione di quintali le cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10 per cento dell’intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco”.
Attualità
Al via, da oggi 9 ottobre, i bonifici istantanei
nell’uso: “Invitiamo chiunque utilizzi questi strumenti, specie i più giovani che utilizzano il web e i social network per fare acquisti, a prestare la massima attenzione prima di eseguire un bonifico istantaneo verso soggetti terzi e destinatari sconosciuti…”

Da oggi entra in vigore la seconda fase, prevista dall’UE, dei bonifici istantanei: diventano obbligatori per tutte le banche e i prestatori di servizi di pagamento, senza costi aggiuntivi per i clienti e con l’obbligo di verifica del beneficiario (verification of payee – VoP).
Ma attenti alle frodi
Stando agli ultimi dati di Bankitalia l’incidenza delle frodi per i bonifici istantanei è molto più alta rispetto a quella registrata nei bonifici ordinari: 0,057% rispetto allo 0,0015%, rileva Assoutenti.
Questo perché, spiega Gabriele Melluso, di Bankitalia, “con i bonifici istantanei gli utenti possono trasferire velocemente denaro ed eseguire pagamenti rapidi, ma viene meno il cosiddetto “cooling period”, ossia quel lasso di tempo entro il quale si può verificare la legittimità dell’operazione e annullare l’invio di denaro.
Questo rappresenta un potenziale pericolo per gli utenti: in caso di truffa che preveda l’invio di denaro tramite bonifico istantaneo, raggiri oggi sempre frequenti e perpetrati attraverso web, mail e messaggi Whastapp e social, la vittima non avrà possibilità di bloccare i versamenti né di ottenere il riaccredito delle somme pagate.
Invitiamo chiunque utilizzi questi strumenti, specie i più giovani che utilizzano il web e i social network per fare acquisti, a prestare la massima attenzione prima di eseguire un bonifico istantaneo verso soggetti terzi e destinatari sconosciuti”.
Attualità
Tricase: la Guardia di Finanza pronta al trasloco
La locale Tenenza, in odore di diventare Compagnia, sarà presto ospitata dai locali di via Giolitti. Per la Compagnia dei Carabinieri, invece, il Comune sottoporrà all’Arma un ventaglio di opzioni tra cui scegliere il terreno per realizzare la nuova caserma

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Novità in vista per le forze dell’ordine a Tricase.
Nell’immediato, almeno per quel che riguarda le sedi che le ospitano.
La tenenza della Guardia di Finanza tra non molto, (finalmente diremmo, vista la sede angusta e inadeguata di via Paolo Fenoglio – foto in alto – che la ospita da anni) traslocherà in via Giolitti.
Lo conferma il sindaco Antonio De Donno: «Abbiamo impegnato l’immobile dove risiede lo smile per la nuova sede della Guardia di Finanza. La nuova sede», annuncia il primo cittadino, «ha tutti i requisiti per ospitare le Fiamme Gialle anche se la locale Tenenza diventerà Compagnia».
Eventualità tutt’altro che remota, soprattutto ora che anche la base logistica è quella giusta.
E per la Compagnia dei Carabinieri? Ci sono novità?
«Dovremo presto restringere il campo tra le opzioni individuate per terreni su cui costruire ex novo la nuova Caserma per la locale Compagnia. Struttura che dovrà essere realizzata ex novo perché, con le nuove regole, alla caserma debbono essere abbinati gli alloggi dei militari. Entro questo mese ci confronteremo con l’Arma e sottoporremo loro tutte le opportunità, poi saranno loro a scegliere».
Tutto come prima invece per Vigili del Fuoco, di base sulla via per Lucugnano, e Polizia Locale che resterà nei locali dell’ex ONMI in via Leonardo Da Vinci.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Lavoro, tutte le opportunità in provincia
Dal Report settimanale di Arpal Puglia: 637 posizioni aperte nel leccese. Intanto, il Camper del Lavoro continua il suo viaggio e, dal 6 ottobre al 9 ottobre, sarà a Zollino, Castrignano del Capo, Veglie, Patù, Castrignano dè Greci, Presicce-Acquarica, Corigliano d’Otranto, Salve e Ruggiano

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IL CAMPER DEL LAVORO, SPORTELLO MOBILE DEI CENTRI PER L’IMPIEGO
Il Camper del Lavoro di ARPAL Puglia prosegue il suo viaggio nei centri del sud e nord della provincia, facendo nuovamente tappa dal 6 ottobre al 9 ottobre a Zollino, Castrignano del Capo, Veglie, Patù, Castrignano dè Greci, Presicce-Acquarica, Corigliano d’Otranto, Salve e Ruggiano.
L’obiettivo è portare i servizi dei Centri per l’Impiego direttamente nei territori, avvicinando le politiche attive del lavoro anche alle comunità più periferiche.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Cefas, Consorzio Mestieri Puglia e Sale della Terra, prevede un supporto concreto e personalizzato per cittadini e imprese: orientamento professionale, aiuto nella stesura e aggiornamento del CV, consulenza su offerte di lavoro e percorsi formativi, accesso ai servizi digitali e informazioni utili anche per chi assume. Il progetto si inserisce anche nel quadro delle azioni contro il caporalato, promuovendo legalità e inclusione.
I DATI DEL 35° REPORT
Il 35° Report settimanale di ARPAL Puglia disegna un mercato del lavoro in crescita per un totale di 236 offerte lavorative e 637 posizioni aperte.
Il settore con il maggior numero di opportunità lavorative è quello delle costruzioni con 132 posizioni aperte, segue quello sanitario e dei servizi alla persona che ricerca 117 lavoratori. Subito dopo, si posizionano il settore della riparazione veicoli e trasporti con 88 posizioni e il comparto del turismo che offre 56 posti di lavoro.
Troviamo poi il comparto amministrativo-informatico con 39 posizioni, il settore tessile, abbigliamento e calzaturiero (TAC) offre 37 posti, il settore pedagogico e dell’istruzione ne propone 31 e le telecomunicazioni con 30 opportunità.
Seguono l’agroalimentare con 20 lavoratori ricercati, il commercio con 18 opportunità e il settore metalmeccanico con 11 posizioni.
Chiudono la classifica con un numero inferiore di posizioni il settore pulizie e multiservizi con dodici opportunità e, infine, la bellezza e benessere con undici posizioni aperte.
Completano il panorama occupazionale ci sono venti posizioni riservate agli iscritti alle categorie protette art.18 e cinque posizioni riservate a persone con disabilità, secondo la legge 68/99.
Il report segnala, inoltre, dodici tirocini formativi attivi e una serie di proposte di lavoro e formazione all’estero, promosse attraverso la rete EURES che sostiene la mobilità professionale a livello europeo.
Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.
Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia“, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego.
Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16,30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.
CLICCA QUI PER CONSULTARE LA VERSIONE INTEGRALE DEL 35° REPORT ARPAL
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