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Attualità

Ma è davvero caro ‘trascorrere una vacanza’ in Salento? Io credo che…

Non è un gioco a quiz, cerco solo di effettuare uno screenshot (come si dice oggi) nella vostra mente, far riaffiorare un ricordo per fissare alcuni punti cardine: riflettere ed argomentare su quanta strada abbia percorso il turismo, ed il Salento con lui, in un così poco lasso di tempo

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di Luigi Zito


Non si spegne l’eco della polemica sul caro estate, ed è fresca di stampa la notizia di alcuni giorni fa che piazza il Salento fra i primi posti in classifica, non solo come méta turistica, ma anche per il caro prezzi di quest’anno.


Quella del 2023 verrà ricordata, oltre che per l’anticiclone Nerone e per il ciclone Poppea, come “l’estate degli scontrini più pazzi del mondo”: dal tramezzino diviso in due che raddoppia il costo, a Como, ai 2 panini con prosciutto, mozzarella e due caffè, in Autogrill, a 21 euro; o, per restare a casa nostra, puccia e friseddhre a 26 e 16 euro, due lettini e ombrellone a 50 euro, e via discorrendo.


Dato per scontato che non siamo in Costa Smeralda, dove un caffè può costare fino a 9 euro (ma “se lo conosci lo eviti”), voglio rassicurare che non sono anche io qui a gettar la croce sui commercianti, né a criminalizzare nessuno, cerco solo di trarre alcuni giudizi e portare alcune evoluzioni ed emancipazioni sul fare turismo e fare il turista nella nostra terra.


Per questo parto da lontano. Quanti, salentini come me, ricordano (non tanti anni fa) quando, fine anni ’90, si poteva ancora fare il bagno a Pescoluse di Salve, dove si trovano (oggi) le Maldive del Salento e dopo una breve deviazione dalla strada provinciale, si attraversava una selva di canne e paludi per ritrovarsi di fronte la meraviglia, la bellezza e la solitudine della costa intonsa? Quanti stabilimenti balneari si contavano allora? Nessuno.


Bene. Quanti, sempre in quel periodo, hanno attraversato a piedi quel tratto di mare che da Porto Cesareo porta all’incanto dell’Isola dei Conigli (asciugamano e vestiti in testa per non bagnarli), quando ancora non sembrava un’autostrada in un giorno da bollino rosso?


Quanti, su per giù stesso periodo (prima di Elisa di Rivombrosa, comunque), mi sanno declinare una serie di hotel e strutture ricettive, stabilimenti e annessi che insistevano ad Otranto?


Non è un gioco a quiz, cerco solo di effettuare uno screenshot (come si dice oggi) nella vostra mente, far riaffiorare un ricordo per fissare alcuni punti cardine: riflettere ed argomentare su quanta strada abbia percorso il turismo, ed il Salento con lui, in un così poco lasso di tempo.

20 anni fa fare una vacanza in Salento significava, spesso, affittare un cencioso locale a mare, trascorrere la vacanza in un appartamento con mobilio ante guerra, con rimasugli che il proprietario a casa sua non utilizzava, posate di seconda o terza mano, per aria condizionata un ventaglio e, se si scendeva a mare bisognava portarsi il… culo! Di sdraio, lettini e servizi neanche l’ombra.


Ora, abbandonate l’idea di Proust e della “Memoria del tempo Perduto”, nessuno cerca di riportare indietro le lancette dell’orologio, né vaneggiare su un tempo andato che non c’è più, piuttosto considerate quanto sacrificio, quanto alto è stato lo sforzo, quanto ardimentoso è stato il salentino imprenditore che si è lanciato in una sfida dalle prerogative sicure – vista la bellezza del luogo, l’accoglienza della nostra gente, la sincera affabilità del nostro tratto sociale, la cucina povera ma eccellente, la pizzica, la luce – ma senza  certezze.


Quella spinta corale, quello sforzo, materiale ed immateriale, che oggi si declina in nuova accoglienza, nuovi servizi sofisticati e diversificati, nuova ospitalità, professionalità, cura dell’immagine, riservatezza, competenza e fruibilità del Salento di oggi, sono fenomeni tipici di un mercato “maturo”.


Un mercato che può esigere di competere con le mete più ambite del mondo e di conseguenza chiedere il giusto, anche se “caro” prezzo, senza vergognarsene o essere messi alla gogna.


Ma qual è il giusto? Mi obietterete.


Oggi il viaggiatore, il turista vuole vivere un turismo esperienziale, spaziare, magari in 7 giorni, dal prodotto tipico a quello religioso, da quello naturalistico a quello musicale, assorbire voracemente e velocemente il più possibile, sentirsi parte del territorio, in parole povere “sentirsi a casa”.


Quando avremo coniugato tutto questo il prezzo, oltre alla coscienza di ognuno, verrà dettato dallo stesso turista, colui che, soddisfatto, non baderà a spese, ma ringrazierà e tornerà felice ad essere Nostro Ospite in questa terra magica.


Attualità

Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”

Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.

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Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale. Questo nuovo spazio, già a disposizione di tutte le classi, è stato progettato per trasformare la didattica quotidiana in un’esperienza sempre più dinamica e inclusiva.
L’ambiente è stato dotato di strumenti all’avanguardia:
• Arredi modulari: 24 banchi trapezoidali, un tavolo collaborativo e 25 sedie, pensati per favorire il lavoro di gruppo.
• Tecnologia di ultima generazione: 25 Chromebook con relativo carrello caricatore e un monitor touch interattivo da 65 pollici.
• Formazione: Nei prossimi mesi i nostri docenti parteciperanno a corsi specifici sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche collaborative digitali.
La Dirigente Annamaria Turco spiega: “La Fondazione con questo dono ha voluto fornire ai nostri alunni gli strumenti necessari per lo sviluppo di competenze digitali, di problem solving e di comunicazione, competenze ormai essenziali per i futuri cittadini europei, come indicato dal quadro di riferimento europeo Digicomp 2.3.
Gli arredi e i dispositivi sono pensati nell’ottica della Classe 4.0, promossa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che rappresenta un nuovo modello di ambiente di apprendimento che si discosta dalla tradizionale impostazione trasmissiva per una didattica innovativa, attiva e centrata sullo studente.
I ringraziamenti ufficiali sono stati espressi con profonda gratitudine il 16 dicembre 2025 durante il nostro Recital di Natale alla Dott.ssa Tina De Francesco e alla Dott.ssa Mariangela Martella, rappresentanti della Fondazione, per il loro concreto sostegno alla crescita dei nostri ragazzi. Il nostro plauso va anche alla Prof.ssa Laura Accoto, progettista dell’ambiente collaborativo“.
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Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”

Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo

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“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.

Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon

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Attualità

Presentato il calendario della Polizia locale contro la violenza di genere

Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela…

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Lo speciale calendario della Polizia Locale di Nardò per il 2026 è dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere.

Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela. Ci sono, tra le altre cose, un paio di scarpette rosse sul suolo di piazza Salandra, una foto di gruppo delle agenti del Comando di via Crispi, la panchina rossa.

Dietro queste immagini c’è il lavoro quotidiano della Polizia Locale, che con dedizione e sensibilità opera per garantire sicurezza e dignità ai cittadini e ovviamente anche a tutte le donne.

Questa mattina il comandante Cosimo Tarantino ha presentato il calendario nella sede di via Crispi, consegnando una copia al consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione e all’assessora con delega alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni. Presenti anche la consigliera Daniela Bove e la vice comandante Simona Bonsegna.

“Questo calendario – ha detto il comandante Cosimo Tarantino – è un messaggio di coraggio e speranza. Pensiamo che ognuno di noi debba fare la propria parte nel contrasto alla violenza di genere, la Polizia Locale ha ritenuto quest’anno di utilizzare il calendario come importante veicolo divulgativo per sensibilizzare tutti. È importante non abbassare mai la guardia”.

“Questo è un tema che interessa singoli, famiglie e istituzioni – ha aggiunto il consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione – e ognuno deve affrontarlo nei limiti del proprio ruolo e delle proprie possibilità. Questo calendario è uno strumento istituzionale, ma stavolta anche un segno tangibile di vicinanza nei confronti dei cittadini e di tutte le donne”.

“Ringrazio il Corpo di Polizia Locale – ha detto ancora l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – per questa iniziativa di estrema sensibilità e responsabilità. Avere a casa questo calendario ci ricorda ogni giorno che il contrasto alla violenza di genere non può e non deve essere una battaglia episodica, ma costante e generalizzata”.

Dalla prima edizione del calendario della Polizia Locale di Nardò sono passati ormai 24 anni, dedicata all’epoca alla sicurezza stradale e arricchita dai disegni sul tema degli studenti delle scuole primarie. Questa edizione, invece, arriva nell’anno (il 2026) che celebra i 160 anni della Polizia Locale italiana.

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