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Sport

La curva piena e quell’entusiasmo ritrovato

Ritrovata (finalmente) la voglia di seguire la squadra, di interessarsi alle vicende sportive del campo, quantomeno di conoscere il nome di alcuni calciatori, cosa non proprio scontata nelle ultime stagioni…

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Le immagini che vedete in fotografia non risalgono agli anni Ottanta e Novanta, quando il Lecce sgomitava per la salvezza o per la promozione, senza riuscire a scendere da quella maledetta altalena A-B-B-A, che purtroppo non è un gruppo sanguigno, né una rima incrociata, nemmeno un noto gruppo musicale in voga qualche anno prima (anche se il brivido è sempre tale da far dire “Mama mia” prima, durante e dopo la partita): i mitici derby contro Bari e Foggia, di cui restano tanti ricordi per chi c’era e qualche video sfocato su Youtube per i nostalgici, davano gioia e dolori al pubblico giallorosso.


6ca439af-bd8f-49d8-aced-64c5e1013491Queste immagini non fanno parte neppure del repertorio fotografico 2004-2005, la stagione in cui un uomo venuto dall’Est con bel gioco e finali al cardiopalma faceva riempire ogni domenica le gradinate del Via del Mare, le stesse su cui magari in settimana faceva sgobbare i giovani calciatori a suon di ripetute con i sacchi di sabbia dietro la schiena per poi incantare i buongustai di Sport durante il match: “Vedo tante persone che corrono e non le paga nessuno, nessun calciatore è mai morto di fatica”, era ed è il maestro Zdenek Zeman. Oggi sulla panchina del Lecce c’è un altro tecnico preparato, un altro uomo tutto d’un pezzo, Piero Braglia, subentrato a stagione in corso. In lui si ripongono tutte le speranze di un ritorno alla gloria che il pubblico comincia lontanamente a riassaporare.


Una curva così piena non si vedeva da tempo, un calore così acceso è difficile da immaginare nei freddi e spesso vuoti stadi di Serie A, annichiliti dalle pay-tv. Eppure era solo una partita d’alta classifica di Lega Pro Unica, anzi, scusateci se risultiamo retrò, ci piace chiamarla ancora Serie C, la terza lega, girone C, quello meridionale, praticamente l’Inferno. Sabato 20 febbraio si giocava Lecce-Foggia, il Via del Mare faceva registrare 17mila presenze, 14mila secondo alcuni dati ufficiali, immaginiamo 4mila secondo i cugini baresi (e magari un migliaio per Sky e Mediaset!). Al di là dei numeri che trovano il tempo che trovano, il colpo d’occhio dall’ultimo gradino della Nord era accattivante, l’atmosfera era di un calcio d’altri tempi, qualcuno osava accendere “addirittura” fumogeni e sventolare bandieroni, mancavano solo i tamburi, oggi vietati, e la riapertura di alcuni settori, purtroppo ora chiusi, per parlare davvero di amarcord. Tutto era giallorosso, impossibile non notarlo, impossibile descrivere lo spettacolo della Curva Nord strabordante oltre i limiti che cantava e del pubblico che applaudiva, saltava e faceva vibrare gli spalti. Tutto merito di una fede che proprio non conosce categoria, quella degli ultras, citati dai media solo per le loro spesso ingiustificabili imprese negative e mai per la passione sportiva che esprimono macinando chilometri e chilometri per seguire la propria squadra ovunque, rappresentando l’anima di uno sport altrimenti morente. Un plauso va fatto ai non appartenenti al tifo organizzato, a famiglie e bambini, tantissimi, che esultavano trascorrendo un sano pomeriggio di sport, come auspicabile nel pre-gara. Ma va dato atto anche e soprattutto a un gruppo di locali che hanno investito le loro energie temporali ed economiche per ridare sonito all’urlo troppe volte strozzato degli appassionati che da quattro anni sperano in un esito migliore, diverso da quello delle retrocessioni, prima sul campo, poi nei tribunali (2012), dalle sconfitte in finale playoff (2013 e 2014) e dall’oblio di un anonimo 2015, anno che senza l’intervento estivo di Sticchi Damiani e soci poteva rappresentare l’incredibile fine del professionismo dell’U.S. Lecce. In due parole, è stato ricreato entusiasmo, che significa voglia di seguire la squadra, di interessarsi alle vicende sportive del campo, quantomeno di conoscere il nome di alcuni calciatori, cosa non proprio scontata nelle ultime stagioni, ma soprattutto di riportare la gente allo stadio, grazie ad una campagna di  abbattimento dei prezzi e di promozioni finalmente degne di una Società interessata non solo al guadagno ma anche alla vicinanza del pubblico. E non ci venite a parlare di “tifosi occasionali”, ben vengano gli stadi pieni a prezzi stracciati, ben vengano i club che vanno incontro ai tifosi!


lecce curvaQuesto attualmente è il miglior risultato della stagione in corso, così importante da far passare in secondo piano quello del campo, altrettanto piacevole per i salentini, che recita Lecce 3 – Foggia 1, con reti di pregevole fattura e corsa sotto la Nord del salentino verace Lepore a inizio gara, di Curiale e Sowe oltre la mezz’ora della ripresa. Satanelli non pervenuti per novantacinque minuti, se si eccettua il goal della bandiera di Agnelli a fine gara dopo la sola disattenzione difensiva degli uomini di Braglia, unico neo di un pomeriggio pressoché perfetto. Al termine, meritato giro di campo e lunghi applausi, ricambiati dai bravi artefici sul prato verde.

È troppo presto per dire cosa sarà del campionato del Lecce, il secondo posto a sole tre lunghezze dal Benevento in testa alla classifica deve essere uno stimolo a far sempre meglio e a tornare a vincere anche in trasferta per Perucchini e compagni, ma undici giornate sono ancora un’eternità, c’è ancora tempo per cori e sofferenza, cose che il tifoso giallorosso conosce fin troppo bene, ma di cui sa che non può fare a meno. C’è solo da sperare in un salto di categoria, perché un pubblico così numeroso e caldo in un freddo pomeriggio invernale di tramontana merita palcoscenici diversi dalla Serie C… ops, Lega Pro.


Stefano Verri


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Casarano

Calcio, Lega Pro: prima gioia al “Capozza”

Contro il Benevento è arrivata la prima vittoria in campionato per il Casarano. Decisivi i cinque cambi effettuati nella ripresa da Di Bari, dopo lo spavento patito per un rigore prima assegnato al Benevento e poi annullato dal VAR a chiamata

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di Giuseppe Lagna

CASARANO-BENEVENTO 1-0

Rete: 80′ Pierozzi (aut.)

L’indescrivibile esplosione del Capozza, quando mancavano appena dieci minuti al termine dell’incontro, sta a testimoniare la liberazione dalla tensione accumulata in campo e sugli spalti durante tutto l’arco di una partita oltremodo avvincente.

La “Strega” di Benevento dichiaratamente intenzionata al ritorno diretto alla cadetteria e allo scopo costruita in estate, non è andata tanto per il sottile nel gioco, che definire maschio è eufemistico: per conferma chiedere al capitano delle “Serpi” Maiello quante volte è finito steso sull’erba fresca della tarda sera.

Merito per la vittoria della truppa agli ordini di Vito Di Bari va ai cinque cambi effettuati nella ripresa, dopo lo spavento patito per un rigore prima assegnato al Benevento e poi annullato dal supporto tecnologico.

In particolare, decisivo nell’azione del vantaggio si è rivelato Leonardo Perez con un tiro destinato di poco a lato, ma che ha mandato in barca il difensore campano fino a bucare la propria porta.

Insomma, una vittoria quella del Casarano frutto di determinazione e spirito di sacrificio, senza i quali non vai avanti in un campionato e in un girone zeppo di corazzate o comunque di squadre e Società dal ricco blasone.

Ha tenuto a precisarlo in conferenza post-gara il tecnico Vito Di Bari, allorquando si è così espresso: “Ripeto il mio ragionamento, che non è una polemica, ma una semplice constatazione.

Vogliamo essere protagonisti sì, ma anche far capire che ci sono difficoltà, perché la serie C è tosta”.

E sull’effetto “Capozza” conclude: “È fondamentale, si respira entusiasmo, c’è una bella atmosfera, a maggior ragione dobbiamo difendere la serie C è dobbiamo farlo tutti assieme“.

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Approfondimenti

Scuola: “Lasciate il cellulare voi ch’entrate…”

Alla luce di tutto questo bisogna intendere la Circolare del Ministero che vieta l’uso dello smartphone anche nella secondaria superiore. In altri termini, proibisce l’uso del telefonino a scuola

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di Hervé Cavallera

Nel nostro tempo, ove predomina lo sviluppo tecnologico, la comunicazione digitale è la realtà di ogni momento, in una mescolanza assordante di notizie importanti e inutili, vere e false, necessarie e superflue.
A tutto questo si aggiunge il crescente successo della Intelligenza artificiale, destinata ad incidere risolutamente sulla nostra vita. Ebbene, questa ingombrante presenza non è in sé stessa un male; al contrario, la produzione tecnologica è in sé positiva.
Occorre solo usarla al momento giusto e nei giusti limiti.
Il che non è facile, anzi pressoché impossibile se si considera il quotidiano. E che siamo sudditi della tecnica è appunto attestato ogni giorno dall’uso frequentissimo che facciamo del cellulare o, meglio, dello smartphone.
Mentre una volta il cellulare era un utilissimo telefono portatile, lo smartphone è molto di più: è un vero e proprio computer che consente l’accesso a internet e permette di installare app.

Attraverso il suo uso non soltanto possiamo comunicare,  bensì trovare ogni tipo di risposta, compiere delle traduzioni e così via.

Alla luce di tutto questo bisogna intendere la Circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito del 16 giugno 2025 che vieta, per l’anno scolastico 2025/26, l’uso dello smartphone anche nella secondaria superiore.
In altri termini, il Ministero proibisce l’uso dello smartphone a scuola, a partire dalla scuola dell’infanzia, a meno che il suo utilizzo non sia previsto dal “Piano educativo individualizzato” e dal “Piano didattico individualizzato”.

Ora, come per ogni intervento restrittivo, è stata sollevata qualche critica e non solo per il fatto che ogni scuola dovrà dotarsi di apposite “cassettiere” ove vengano depositati e custoditi gli smartphone degli alunni prima che essi entrino in classe, ma perché si tratterrebbe dell’impedimento di godere di uno strumento privato.

Ad avviso dello scrivente l’intervento ministeriale è invece opportuno, anche perché eventuali, impellenti e necessarie comunicazioni tra familiari e alunni possono sempre avvenire per il tramite delle segreterie scolastiche. Quindi non si escludono comunicazioni ufficiali interpersonali, come del resto l’uso di internet e dei computer può benissimo rientrare in una accorta progettualità didattica.

Quello che invece va detto è che l’andare a scuola serve, per gli alunni di ogni ordine e grado, ad acquisire conoscenze e competenze che giovino alla crescita intellettuale, morale e sociale.
Il che importa che i professori stimolino, attraverso il loro insegnamento, l’interesse degli alunni e che questi si sforzino a far propri i frutti di quanto appreso e di svilupparli da parte loro.
Si tratta, pertanto, di un rapporto apparentemente chiaro, ma nei fatti difficile e complesso che richiede impegno continuo, anche quando è gradevole.
In altri termini, semplificando, nella scuola ci si pone continuamente di fronte a delle novità e di fronte a dei problemi e occorre accogliere le prime adeguatamente e risolvere i secondi.
Ciò implica, ovviamente, la personalizzazione dell’apprendimento, sicché ogni alunno fa proprio ciò che riceve e sviluppa gradualmente i suoi interessi che decideranno il suo futuro professionale e civile, sempre nell’accettazione di una morale condivisa che rispetti leggi e regole sociali.
Se le cose stanno così e se l’apprendimento richiede sforzo, è chiaro che in classe strumenti come lo smartphone sono non dirò inutili, ma nocivi in quanto favoriscono sia la distrazione quando, celatamente, lo studente è portato a chattare sia il non apprendere quando lo studente ricorre a tale mezzo per rispondere a dei quesiti, per tradurre delle versioni o risolvere delle equazioni e così via.
La scuola, come già nel secolo XIX disse il pedagogista Aristide Gabelli (1830-1891), deve formare lo “strumento testa”, mentre un uso non corretto dello smartphone blocca appunto l’utilizzazione della ricerca personale e, quindi, della propria crescita.
E non si tratta di un problema astratto.
Vi è da chiedersi, infatti, quanti oggi affidano la soluzione di ogni dubbio allo strumento, rendendo obsoleta ogni tipo di ricerca personale e indebolendo la stessa memoria.
Molto verosimilmente lo sviluppo dell’intelligenza artificiale condurrà, in una società peraltro con una forte decrescita di natalità, alla fine di tanti mestieri e professioni, con ulteriore diminuzione di lavoratori.
Inoltre, ci si deve preoccupare non poco di come gli studenti gestiranno i compiti a casa, potendosi essi affidare in ogni trattazione alla intelligenza artificiale e quindi rinunciando ad un impegno faticoso forse, ma intellettualmente positivo.
In questo contesto molto preoccupante, è importante che la scuola continui ad essere ciò che da sempre è considerata essere: un centro formativo in cui bambini, ragazzi, adolescenti acquisiscano conoscenze, imparino a convivere serenamente, sviluppino capacità di ragionare e competenze.
In tale sede il limite dello smartphone è quello di sostituirsi al cervello pensante e di risolvere tutto velocemente, trascinando di fatto il fruitore in una reale dipendenza.
Il che non vuol dire – giova ripeterlo – che lo strumento sia in sé negativo e  in vari casi è giusto, anzi opportuno, adoperarlo.
Ma non soggettivamente nella scuola.
Il processo di apprendimento vuole che ci si sforzi nel percorso formativo e non che mezzi automatici risolvano ogni cosa, evitando lo sforzo del pensare e impigrendo il cervello.
Chi scrive ha cominciato il suo cursus scolastico scrivendo con penna, inchiostro e calamaio e ha assistito nel corso degli anni ad uno sviluppo eccezionale della tecnica e, come tanti suoi coetanei e più giovani di lui, sa bene i vantaggi che può offrire la tecnologia, ma sa pure che essa non può mai sostituire la nostra attività pensante perché, se così fosse, perderemmo ogni autonomia personale e saremmo asserviti ad oscuri poteri.
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Appuntamenti

Minienduro: Trofeo delle Regioni a Spongano e Surano

Il Memorial Felice Manzoni in programma per il prossimo fine settimana

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Tutto è pronto per il Trofeo delle Regioni di Minienduro Memorial Felice Manzoni che si svolgerà presso i campetti sportivi di Surano, in Largo San Rocco.

Il programma della manifestazione organizzata da 24MX prevede per venerdì 5 settembre l’apertura dei paddock leaving alle 14:00; ricognizione PS dalle ore 9:00.

Sabato 6 settembre, apertura paddock assistenza dalle otto alle 19; area treaning dalle 8:00 alle 10:00; riunione rappresentanti regioni e motoclub per conferma delle squadre alle ore 9:00 presso l’Ospitality promoter.

O.P. amministrative dalle 10:30; O. P. tecniche dalle 10:45; sfilata di presentazione delle squadre alle 17:30 a Spongano in piazza Vittoria.

Domenica 7 settembre, la gara con partenza alle 8:30; mentre i Paddock dell’assistenza sono aperti già dalle sette del mattino.

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