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Lecce

Rinnovati i vertici della Piccola Industria di Confindustria Lecce

Si è tenuta lo scorso 13 febbraio l’Assemblea della Piccola Industria di Confindustria Lecce, movimento trasversale che assicura rappresentanza alle imprese di piccola

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Vincenzo Portaccio


Si è tenuta lo scorso 13 febbraio l’Assemblea della Piccola Industria di Confindustria Lecce, movimento trasversale che assicura rappresentanza alle imprese di piccola dimensione iscritte all’Associazione. L’Assemblea all’unanimità ha eletto presidente per i prossimo triennio Vincenzo Portaccio, imprenditore unico di SMAV Immobiliare, impresa che opera nel settore turistico, già presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lecce. Portaccio diventa anche, a norma del nuovo Statuto, vicepresidente di diritto di Confindustria Lecce. Insieme a Portaccio, è stato eletto Federico Castriota Scanderbeg, dell’azienda Partner, vice presidente del Comitato Piccola Industria, mentre l’uscente Vito Ruggieri Fazzi è stato delegato nel Comitato Regionale insieme al presidente Portaccio.

Dopo aver ringraziato gli associati per la fiducia dimostratagli, Portaccio ha spiegato a grandi linee quale sarà l’attività del Comitato che è stato chiamato a guidare: “La Piccola Industria di Confindustria Lecce vuole candidarsi a divenire una sorta di braccio operativo per affrontare le problematiche comuni a tutte le imprese. Di concerto con Consiglio Direttivo e Giunta, infatti, ci confronteremo sulle urgenze del nostro territorio, che vanno dal credito ai rapporti con la pubblica amministrazione ed al fisco per finire all’aggregazione delle imprese. Soprattutto nel meridione italiano, la piccola dimensione caratterizza il 98 per cento delle imprese: è necessario, pertanto, intervenire sul fronte dell’aggregazione per potenziare la competitività delle imprese. In tale ottica, un utile strumento è rappresentato dal Contratto di rete, che deve essere utilizzato con maggiore determinazione per sfruttarne tutti i vantaggi. Nel nostro territorio, purtroppo, stenta ancora a decollare”.


Casarano

Pagliaro: “Si chiama Aeroporti di Puglia ma dovrebbe chiamarsi Aeroporto di Bari”

L’ennesimo sfregio al Salento, con il suo aeroporto ancora una volta ignorato ed escluso, sono i due nuovi collegamenti United Airlines con New York, che da maggio si aggiungeranno…

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“Nuove tratte, ma soltanto su Bari. Si chiama Aeroporti di Puglia, ma per onestà dovrebbe chiamarsi Aeroporto di Bari, la società partecipata al 99,6% dalla Regione, finanziata con soldi pubblici e con i bilanci in perdita, gestita dal barese Antonio Maria Vasile”.

Esordisce così la nota di Paolo Pagliaro, consigliere regionale di Fdi, e continua: “L’ennesimo sfregio al Salento, con il suo aeroporto ancora una volta ignorato ed escluso, sono i due nuovi collegamenti United Airlines con New York, che da maggio si aggiungeranno a quelli già attivi su Bari, rafforzandone il posizionamento turistico tra le destinazioni europee.

L’Aeroporto del Salento resta invece a bocca asciutta, e ne patiscono le conseguenze le tre province salentine. Una disparità figlia di un Bari-centrismo cieco e strafottente, che calpesta e umilia il nostro territorio.

Ma non è tutto: nel piano operativo invernale 2025 presentato da Ryanair, a fronte di 34 collegamenti da Bari, ce ne sono solo 12 da Brindisi. Un terzo.

E se parliamo di destinazioni, se ne aggiungono due balcaniche da Bari (Bucarest e Bratislava), zero da Brindisi.

Già in passato, più volte, numeri alla mano, abbiamo denunciato lo squilibrio fra gli aeroporti di Bari e del Salento, particolarmente evidente nei collegamenti internazionali, con una forbice addirittura di 80 a 12. Una vergogna.

È dovere della Regione, e del suo braccio operativo in tema di trasporto aereo, incentivare l’incoming e potenziare i collegamenti su tutti gli scali regionali.

Ma il governo Emiliano e Aeroporti di Puglia hanno tradito questo mandato e continuano a farlo con strafottenza in sfregio al Salento, che non viene degnato neppure di un volo diretto con New York mentre su Bari ce ne saranno quattro a settimana”.

E chiude con una esortazione: “Il Salento smetta di subire, dica basta con il voto del 23 e 24 novembre a politiche di centrosinistra che da vent’anni favoriscono solo e soltanto Bari”.

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Cronaca

Furto in gioielleria: arrestate due donne

Successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che le arrestate risulterebbero verosimilmente riconducibili a un contesto familiare…

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I Carabinieri di Lecce hanno tratto in arresto in flagranza di reato due donne, ritenute presunte responsabili di furto aggravato in concorso ai danni di una gioielleria del centro di Lequile.

Nella tarda mattinata le due si sono introdotte all’interno dell’esercizio commerciale fingendosi interessate all’acquisto di alcuni preziosi in oro. Dopo aver distratto il titolare, si sarebbero impossessate di vari monili per un valore complessivo stimato di circa 1.000 euro.

Il proprietario, accortosi dell’ammanco, ha prontamente richiesto alle donne di restituire i gioielli e ha allertato immediatamente i Carabinieri, che sono intervenuti in breve tempo, recuperando interamente la refurtiva e restituendola all’avente diritto.

Le immagini del sistema di videosorveglianza hanno permesso di documentare la dinamica dei fatti, confermando le responsabilità delle due presunte autrici del furto. 

Le due donne sono state arrestate e, dopo le formalità di rito, sono state condotte presso la casa circondariale di Lecce.

Successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che le arrestate risulterebbero verosimilmente riconducibili a un contesto familiare già emerso in precedenti indagini condotte dai Carabinieri di Agropoli e coordinate dalla Procura di Vallo della Lucania. 

Queste, riguarderebbero un presunto sodalizio criminale dedito a reati di estorsione, usura, furti e ricettazione. La modalità operativa riscontrata nell’episodio di Lequile, ovvero la simulazione di acquisti all’interno di gioiellerie seguita dalla sottrazione dei preziosi, presenta analogie con il modus operandi già documentato dai Carabinieri in cui vere e proprie batterie di presunti ladri specializzati operavano in tutto il territorio nazionale.

Sono in corso ulteriori accertamenti volti a verificare l’eventuale collegamento tra gli odierni indagati e altri furti simili comuni in tutto il territorio nazionale.

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Attualità

Turismo: «Noi la locomotiva, ma i voli vanno agli altri»

Il presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «I numeri dicono che il Salento è trainante ma la Regione finanzia i voli da e per New York solo per l’aeroporto di Bari, ignorando quello di Brindisi»

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Rimini è sempre stata una delle “capitali” del turismo italiano e proprio dalla Romagna, dai saloni del TTG Travel Experience, arrivano le notizie che cambiano in positivo la narrazione del turismo in Puglia, nei mesi scorsi al centro di dichiarazioni contrastanti su arrivi e presenze della stagione che non può dirsi certamente conclusa, a giudicare dalla presenza continua, almeno nel Salento, di gruppi di turisti italiani e stranieri che colorano i centri storici del capoluogo E anche dell’entroterra.

Dal report presentato dalle autorità regionali del turismo, guidate dall’assessore Gianfranco Lopane, emerge che, nell’ultimo anno, se Bari ha il record di arrivi, è il Salento ad avere le maggiori presenze in Puglia (con 6.043.057 giornate-presenza).

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci

«Questa», premette il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci, «è la testimonianza più tangibile di quanto lavoro e impegno profondano le imprese del settore, tutte, dal ricettivo ai trasporti, dai balneari alla ristorazione».

Anzi nella ristorazione le cifre e gli apprezzamenti registrati sui social, dai quali si evince il “sentiment” dei turisti che girano per l’Italia,  la Puglia è, dopo la Toscana, la regione che muove più turisti attirati dalle esperienze enogastronomiche. Secondo Vadrucci, «il fatto che la Puglia abbia aumentato le presenze negli esercizi ricettivi del 30% dal 2015 al 2024 dà ragione alle politiche turistiche della Regione, in questi anni, ma anche alla grande rivoluzione avvenuta nel mondo imprenditoriale turistico della regione, con gli imprenditori della fascia salentina in prima fila».

Questi dati, insieme al premio come “Destinazione con la migliore reputazione” ottenuto proprio a Rimini e alla maggiore presenza di stranieri nelle nostre contrade, stridono, però con le ultime notizie relative ai voli in arrivo e partenza negli aeroporti pugliesi.

«Abbiamo appreso con grande favore della rinnovata attenzione del movimento turistico statunitense nei confronti della Puglia», sottolinea il presidente della Camera del Commercio leccese, «ma non possiamo non stupirci del fatto che sull’aeroporto di Bari, dalla prossima primavera, arriveranno e partiranno ben sei voli che collegano lo scalo barese a New York, mentre nessuno di questi voli è previsto sull’Aeroporto del Salento. Capisco che le compagnie aeree (United Airlines e Neos, che da aprile raddoppia i suoi voli, NdR) preferiscano lo scalo barese perché insiste su una popolazione più grande e, con il porto, si possono creare sinergie importanti anche con un traffico proveniente dai Balcani. Forse, però, le autorità regionali e soprattutto Aeroporti di Puglia, avrebbero dovuto presentare diversamente anche la destinazione Salento – e per essa lo scalo brindisino – sicuramente degna di almeno uno dei sei voli settimanali attraverso i quali si realizza il collegamento diretto con New York. Tutto questo anche perché la Regione concorre con finanziamenti cospicui anche alla stabilizzazione dei collegamenti tra Puglia e Stati Uniti, oltre al resto».

«Non si tratta assolutamente di una proposta campanilistica», chiarisce Vadrucci, «ma della realtà turistica regionale che, attraverso le cifre fornite proprio in questi giorni, parla del Salento come l’area in cui sono cresciute maggiormente le presenze di turisti, soprattutto stranieri. Non tenere conto di questa realtà, e dei numeri che hanno fatto “grande” la Puglia turistica, non solo penalizza l’impegno di tante aziende e di tanti lavoratori del settore, oltre che degli Enti locali che investono nel turismo, ma dimostra una miopia prospettica che potrebbe, insieme alle altre difficoltà e limiti nei trasporti, danneggiare il movimento turistico verso la nostra regione nei prossimi anni. E non ci sentiamo proprio», conclude, «di guidare o spingere questa importante locomotiva economica del nostro territorio, con il freno a mano tirato».

 

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