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Seclì

San Paolo Apostolo: è festa a Seclì

La piccola comunità festeggia il suo protettore. L’appuntamento è per martedì 25 gennaio presso la Chiesa Madonna delle Grazie: alle 18 sarà celebrata

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La piccola comunità festeggia il suo protettore. L’appuntamento è per martedì 25 gennaio presso la Chiesa Madonna delle Grazie: alle 18 sarà celebrata la Messa, alla quale seguirà la processione con la statua di San Paolo e la sua spada d’oro risalente al XVII secolo. Al rientro, fuochi d’artificio.

Cronaca

Discarica abusiva nascosta dalla vegetazione

In un terreno di Seclì scarti edilizi ed elettrodomestici dismessi e anche materiali potenzialmente pericolosi, tra cui oli minerali esausti e frammenti di amianto. Carabinieri insospettiti da un furgone con il cassone visibilmente appesantito. Due denunciati e indagini per ricostruire l’intera filiera di provenienza dei rifiuti e accertare tutte le responsabilità

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Durante un ordinario servizio di controllo del territorio, una pattuglia della Stazione Carabinieri di Galatone si è imbattuta in una situazione che, a prima vista, sembrava rientrare nella consueta routine delle attività mattutine nelle campagne locali.

Un dettaglio, però, ha subito attirato l’attenzione dei militari: un furgone che procedeva lentamente lungo la contrada Orelle–Campilatini, con il cassone visibilmente appesantito.

Alla richiesta di arrestare la marcia, il conducente ha dichiarato di trasportare materiale edile di risulta, spiegando che si trattava di scarti provenienti da lavori di ristrutturazione eseguiti da una piccola impresa edile facente capo al fratello.

Tuttavia, l’uomo non era in grado di esibire il formulario di identificazione dei rifiuti, documento obbligatorio per autorizzarne il trasporto e tracciarne la provenienza.

Insospettiti dall’assenza della documentazione e dalle circostanze complessive, i carabinieri hanno ampliato i controlli nell’area circostante.

È stato sufficiente poco tempo per individuare, nel vicino territorio del Seclì, un terreno nascosto dalla vegetazione e adibito a discarica abusiva.

L’area, di proprietà privata e priva di qualsiasi autorizzazione, ospitava rifiuti non pericolosi, come scarti edilizi ed elettrodomestici dismessi e anche materiali potenzialmente pericolosi, tra cui oli minerali esausti e frammenti riconducibili a manufatti contenenti amianto.

I militari hanno immediatamente delimitato la zona interessata, procedendo contestualmente al sequestro del furgone e del materiale trasportato.

Le coordinate precise del sito sono state trasmesse alle autorità competenti, affinché vengano effettuate le necessarie verifiche ambientali e programmati gli interventi di bonifica del terreno.

Sono attualmente in corso approfondite indagini per ricostruire l’intera filiera di provenienza dei rifiuti e accertare eventuali responsabilità, anche in relazione alla gestione e allo smaltimento illecito da parte della società edile coinvolta.

La Procura della Repubblica di Lecce, unitamente agli organismi ambientali competenti, è stata immediatamente informata dai Carabinieri, che proseguono nelle attività investigative con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e garantire il rispetto della normativa vigente.

Al momento sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Lecce due uomini del luogo, un 75enne e un 45enne.

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Cronaca

Blitz antimafia dei carabinieri

Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro, con l’aggravante del metodo mafioso

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Questa mattina, tra Gallipoli, Nardò, Galatone, Sannicola e Seclì nonché presso la Casa Circondariale di Lecce, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno portato a termine una vasta operazione contro un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti operante nella parte ionica del Salento. L’intervento ha mobilitato 120 militari, supportati dai comandi territoriali, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari Palese, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dal Nucleo Cinofili di Modugno (Ba), nonché dai militari dell’11° Reggimento “Puglia”.

Su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono state eseguite misure cautelari di cui 7 in carcere e 9 ai domiciliari su un totale di 51 indagati.

Gli arrestati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina con armi, tentata estorsione, incendio, lesioni personali aggravate dalla deformazione dell’aspetto e altro, con l’aggravante del metodo mafioso.

Tutto comincia nel giugno del 2020, con l’arresto in flagranza, per spaccio di stupefacenti avvenuto a Galatone di un giovane cl. 1999. I successivi approfondimenti investigativi avviati dai militari dell’Arma consentivano di individuare l’esistenza di due filoni paralleli, in costante contatto, che si spartivano le due principali aree di spaccio della parte ionica del Salento, suddivise tra i centri di Nardò – comprensiva delle due marine Santa Caterina e Santa Maria al Bagno e Gallipoli – comprendenndo anche Galatone e Sannicola.

Quello che sembrava un’attività di P.G. apparentemente isolata si è rivelata ben presto la punta dell’iceberg di due strutture criminali ramificate, ben suddivise sui “rispettivi territori”, capaci di piazzare ingenti quantitativi di stupefacente. In particolare, l’organizzazione operante sull’area di Nardò è caratterizzata da struttura verticistica in grado di gestire una sistematica attività di spaccio di stupefacenti aggravata dal tipico ricorso alla violenza, in perfetto stile mafioso, anche mediante l’utilizzo di armi, finalizzata tanto al recupero dei crediti derivanti dalle cessioni di stupefacente, quanto al controllo del territorio ed al conseguente riconoscimento del proprio potere sull’intera piazza neretina.

L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI

A riguardo, alcuni episodi hanno destato l’attenzione degli inquirenti.

Un caso eclatante è stato quando dopo un prelievo di denaro presso un bancomat, una vittima veniva avvicinata da alcuni individui armati che, con violenza e minaccia, la costringevano a cedere il controllo della propria autovettura.

Durante il tragitto, la vittima veniva colpita con schiaffi e minacciata con una pistola, puntata alla gamba destra e al volto, fino a essere condotta in un luogo isolato, dove i malviventi la derubavano di una somma in contanti di 350 euro e delle chiavi dell’auto.

Uno degli aggressori esplodeva successivamente due colpi d’arma da fuoco in direzione dell’automobile, uno dei quali colpiva lo sportello dal lato del conducente.

In un’altra circostanza invece, nei pressi di un bar di Nardò, una vittima è stata aggredita da uno dei sodali in modo violento, colpendola reiteratamente con una violenza inaudita e sproporzionata anche dopo che la stessa era caduta al suolo, con calci e pugni al volto, abbandonandolo per terra, causandogli la deformazione e lo sfregio permanente del viso.

Per mesi i Carabinieri hanno seguito le tracce delle due strutture criminose, intrecciando intercettazioni, pedinamenti, osservazioni discrete e perfino ricognizioni aeree. Un lavoro paziente che ha svelato un traffico continuo di cocaina, eroina, marijuana e hashish, smerciati non solo nei centri abitati ma anche nelle località marine più frequentate della zona.

Nell’organizzazione, un ruolo primario è stato rivestito anche dalle donne di famiglia. Infatti, alcune avevano ruoli centrali, quali referenti dediti tanto al rifornimento dei pusher quanto allo spaccio al dettaglio. Altre gestivano lo spaccio e lo stoccaggio della droga, controllavano gli approvvigionamenti e le consegne, alcune avvenute anche alla presenza del figlio minore di una delle sodali. Spesso, utilizzavano autovetture di terzi soggetti estranei alla compagine criminale con il compito di “apripista”, agevolando così lo spostamento dello stupefacente.

LA PERQUISIZIONE

Un’altra donna, vicina al capo, gestiva per conto suo i contatti telefonici, organizzava gli incontri con le altre figure di spicco dell’organizzazione e svolgeva, di fatto, il ruolo di “telefonista”. In tali circostanze, adottava cautele particolari al fine di eludere il controllo delle forze dell’ordine, quali l’utilizzo di chat dedicate create su piattaforme multimediali di difficile captazione (WhatsApp e Telegram).

Infatti, nell’azione delle due strutture, determinante è stato l’uso della tecnologia e l’ampio ricorso ai sistemi di messaggistica istantanea da parte dei fruitori finali, che contattavano i loro pusher di riferimento per “ordinare” le dosi. In alcuni casi, gli stessi pusher, per assicurarsi della qualità del “prodotto” ceduto, ricontattavano i “clienti” per acquisire una “recensione” sullo stupefacente e quindi fidelizzare il cliente.

La droga, chiamata in codice con i più disparati appellativi richiamanti cibi o bevande come ad es. “birra” o “pane fatto in casa”, veniva prelevata da nascondigli sicuri, “predisposta” in piccole dosi e smerciata ai pusher per la diffusione sul territorio.

Un sistema collaudato che ha permesso alle due frange di accumulare ingenti profitti, sulla parte ionica del Salento, fino all’intervento risolutivo di oggi.

Il bilancio complessivo dell’operazione è eloquente: dieci arresti in flagranza, il sequestro di quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avrebbero potuto inondare il territorio con quasi 5.000 dosi da piazzare al dettaglio.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha ritenuto gravi gli elementi investigativi acquisiti dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, ha condiviso l’impostazione accusatoria della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, emettendo dunque l’ordinanza di custodia cautelare a cui il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ha dato esecuzione nella mattinata.

IL CAPITANO ALESSANDRO MONTI: «IMPORTANTE IL RUOLO DELLE DONNE»

Arrestati e condotti in carcere: Antonio Duma (a cui erano dedicati nomignoli del tipo “Papà”, “Lo zio”, “Lu grande”) di 64 anni, Marco Alemanno di 30 anni, Antonio Franco Secondo Calignano di 43 anni, Felice Inno (“Happy”) di 30 anni, Luca Elio My, di 41 anni, Massimo Cosimo Schirinzi di 50 anni e Alberto Simone di 27 anni, tutti di Nardò.

Dietro le sbarre anche: Antimo Marzano, 41 anni, di Galatone; Andrea Mele, 36 anni, di Sannicola; Gabriel Ionut Tanasa, 31 anni, di origini romene e residente a Sannicola.

Finiti, invece, ai domiciliari: Ilaria De Razza, 48 anni, di Nardò; Graziana Garacci, 38 anni, di Galatone; Xhulja Hasaj, 34 anni, origini albanesi e residente a Nardò; Emanuele Lemanno, 35 anni, e il fratello Francesco, di 25 anni, di Gallipoli; Federico Marra, 27 anni, di Galatone; Mattia Marzano, 34 anni, di Galatone; Giuseppe Mele, 65 anni, di Sannicola; Alina Stamate, 35 anni, di origini romene e residente a Nardò.

Indagati a piede libero sono: Piero Albanese di 64 anni, Gabriele Bizzarro di 31 anni, Antonio Cavallo di 58 anni, Alessandro Deserio (“Lu Burzu”) di 26 anni, Federica Antonella Duma di 30 anni, Vito Antonio Grillo di 23 anni, Stefano Martina di 25 anni, Ambra Annita Nocera di 30 anni, Alfredo Oceano di 55 anni, Gregorio Orlando di 26 anni, Fabrizio Pano di 27 anni, Jacopo Perrone di 31 anni, Sabrina Polo di 62 anni, Francesco Presta (“Pipistrello”) di 26 anni, Chiara Sportelli di 40 anni, Salvatore Trotta (“Totò”) di 57 anni, tutti di Nardò; Giuseppe Gaballo (“Beppe di Mare”), 43 anni, residente a Santa Maria al Bagno (Nardò); Ivan De Giorgi, 41 anni, di Galatone; Stefano Elia, 50 anni, di Lecce; Davide Abbate, 37 anni, di Sannicola; Cinzia Hasaj, 28 anni, di Galatone; Simone Littoria, 25 anni, di Galatone; Cosimo Marra, 37 ani, di Galatone; Federico Marra, 27 anni, di Galatone; Dario Potenza, 26 anni, di Galatone; Chiara Resta, 27 anni, di Galatone; Valerio Santoro, 35 anni, di Noha (Galatina); Luigi Settimo (“Scarafella”), 46 anni, di Galatina; Italo Tricarico, 25 anni, di Alezio; Marco Vonghia, 57 anni, di Galatone; Susanna Vonghia, 59 anni, di Galatone.

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Appuntamenti

La forza dei “Piccoli”, a Cursi si incontrano 28 paesi

Domani l’incontro nella sala comunale con sindaci e amministratori dei paesi coinvolti, per rafforzare le capacità amministrative e gestionali tramite il PON Governance e Capacità Istituzionale

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Cursi, insieme altri 27 piccoli Comuni salentini della propria aggregazione, saranno protagonisti del percorso di affiancamento del Progetto Piccoli, l’iniziativa promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e del Programma Complementare di Azione e Coesione (PAC).

L’appuntamento è fissato per domani, mercoledì 8 ottobre, dalle 10,30 alle 13, nel Municipio di Cursi in Piazza Maria Immacolata.

I paesi interessati sono: Andrano, Arnesano, Bagnolo del Salento, Cannole, Carpignano Salentino, Castrì di Lecce, Castrignano De’ Greci, Castro, Cursi (ente capofila dell’aggregazione), Diso, Giuggianello, Giurdignano, Martignano, Melpignano, Miggiano, Minervino di Lecce, Muro Leccese, Palmariggi, Salve, San Pietro in Lama, Sanarica, Seclì, Sogliano Cavour, Sternatia, Supersano, Uggiano La Chiesa e Zollino.

Saranno presenti sindaci, amministratori e funzionari degli enti interessati.

IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Ore 10,30 – Saluti istituzionali con William Marco Santoro, sindaco di Cursi

Ore 10,45 – Il Progetto PICCOLI in Puglia con Michele Sperti, sindaco di Miggiano e Vicepresidente Vicario ANCI Puglia

Ore 11,15 – Affiancamento su Acquisti, Appalti e Gestione dei tributi con Francesco Minchillo, Task Manager PICCOLI – ANCI

Ore 12 – Question time e definizione del percorso di affiancamento.

Modererà i lavori Domenico Sgobba, Vice Segretario ANCI Puglia

 

 

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