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Rapporto banche-imprese: la parola agli imprenditori

In gravi periodi di recessione come quello che stiamo vivendo, la vita dei cittadini è messa a dura a prova. “Tirare avanti è difficile”, “bisogna stringere la cinghia” e frasi

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In gravi periodi di recessione come quello che stiamo vivendo, la vita dei cittadini è messa a dura a prova. “Tirare avanti è difficile”, “bisogna stringere la cinghia” e frasi fatte come queste se ne sentono a bizzeffe. Ma se il comune lavoratore incontra ostacoli terribili di fronte a sé non riuscendo ad “arrivare alla fine del mese”, figuriamoci il disoccupato, che spesso non può che aggrapparsi al comune, triste ma veritiero detto popolare “non c’è proprio lavoro”. E le piccole e medie imprese non se la passano certo meglio. Queste, che in Italia sono il motore dell’economia, frutto di una tradizione di lavoro e sacrifici, vedono gli effetti di una crisi che sembra veramente insuperabile. Sui giornali, in tv e sui rotocalchi di economia spopolano le testimonianze di piccoli imprenditori a cui le banche hanno tagliato i prestiti, costringendoli addirittura a investire buona parte del proprio patrimonio familiare (pena l’inevitabile chiusura). Il calo dei consumi e delle entrate genera una diminuzione del fatturato interno, che porta le banche a ridurre o eliminare il prestito di denaro liquido verso le aziende. Sulla questione, noi de “il Gallo” proponiamo un’intervista doppia, in risposta alle banche locali che erano intervenute sullo scorso numero del nostro periodico. Protagonisti due imprenditori locali emergenti, che con parsimonia portano avanti le proprie aziende: Domenico Scordari, patron di “Natural is better” di Martano, azienda che si occupa di produzione di soluzioni naturali e bio per la bellezza ed il benessere, ed Antonio Bruno, coimprenditore di un’attività per l’energia rinnovabile ed il fotovoltaico.


Quanto può essere comodo affidarsi a una Banca del territorio piuttosto che a una che ha sede fuori regione, in termini di interessamento e considerazione da parte della Banca verso l’impresa?


Scordari: “Purtroppo temo di dover dire che da noi la figura della Banca non abbia mai avuto un’eccellente considerazione o attenzione alle reali esigenze dell’impresa, in particolar modo nei confronti delle imprese giovani o fatte da giovani. E’ a mio avviso una grande lacuna che certamente non incentiva né incoraggia i giovani e le imprese a sviluppare nuovi progetti. Per esperienza personale, quando le aziende o le idee hanno ottenuto risultati visibili, è sempre stato grazie alla caparbietà ed alla determinazione dell’azienda e sicuramente molto meno per merito della Banca con cui quell’azienda collabora. Al di là quindi della territorialità o meno della Banca”.


Bruno: “Le Banche locali conoscono il territorio, sicuramente sono più attente alle necessità delle aziende del luogo, ma sono meno strutturate rispetto ai grandi gruppi nazionali. Comunque alla base di tutto per ogni forma di finanziamento c’è sempre la positiva capacità finanziaria dell’imprenditore, senza distinzione alcuna tra Banche locali e non, perchè le Banche oggi non partecipano più al rischio d’impresa come poteva essere una volta…”.


Il rapporto Banche-imprenditoria è più che mai incrinato in questo periodo di crisi. Quali sono i principali problemi?


Scordari: “La maschera viene giù proprio nel momento della verità. Da sempre la Banca pubblicizza la sua vicinanza alle aziende, in realtà appena si presenta un momento difficile come quello che stiamo attraversando, essa prende ancor più le distanze dalle esigenze delle aziende. Tutti sono bravi e capaci di dare affidamenti ad aziende sane, robuste e salde economicamente ed in periodi di crescita economica. Bisogna sostenere invece le aziende soprattutto quando la situazione diventa incerta. Le Banche negli ultimi anni hanno avuto un atteggiamento molto duro e di grande sfiducia nei confronti delle aziende, e questo credo sia il primo dei motivi per cui i rapporti tra Banca ed azienda sono fortemente incrinati”.


Bruno: “Il rapporto tra imprenditori e Banche non è incrinato ma oggi c’è più attenzione al rispetto delle regole, è venuta meno quell’elasticità da parte degli Istituti di credito che impone agli imprenditori l’osservanza puntuale delle scadenze e dei limiti delle linee di credito. In questo periodo economico questo comportamento crea forti disagi perchè ci dovrebbe essere più tolleranza, cosa che non avviene”.


Si parla di problemi di liquidità: a cosa sono dovuti e come reagirete voi imprenditori?


Scordari: “E’ difficile dire in poche parole a cosa sia dovuto questo periodo di crisi e di chi sia la colpa. E’ chiaro che siamo di fronte ad un momento di ridimensionamento dei mercati ed il miglior modo di reagire è quello di non perdere la calma e la fiducia, e nel frattempo cercare di dare molta attenzione a come vengono utilizzate le risorse economiche dell’azienda. Forse l’unico aspetto positivo di tutto questo é la maggiore oculatezza con cui si fanno le scelte economiche (sic!, Ndc)”.


Bruno: “La liquidità? Bel problema, tutto nasce dal fatto che sono le Banche a non avere liquidità, quindi tutto si riflette sugli imprenditori: le aziende mai come in questo periodo sono in affanno, perchè da una parte le Banche hanno limitato le linee di credito, dall’altra, per quanto si cerchi di ottimizzare i costi, i ricavi e soprattutto i guadagni diminuiscono sempre di più, perchè la gente comune, che è il traino dell’economia, sta perdendo sempre di più il suo potere di acquisto e comunque spende sempre meno. E’ nel panico, generato a onor del vero anche dai nostri bravi mass media che ogni giorno ricordano inesorabilmente tasse, aumenti, indici; senza tralasciare lo spread, che nonostante la gente non sappia neanche cosa sia, blocca inesorabilmente gli acquirenti…”.


Che 2012 si aspettano le imprese dal punto di vista economico?

Scordari chiude con un invito: “Sicuramente sarà un anno difficile, ritengo però importante ribadire che proprio in virtù dell’incertezza di questo periodo, è fondamentale mantenere la calma e fare scelte mirate. Del resto noi imprenditori salentini siamo abituati a combattere contro le avversità da sempre, quindi niente paura”.


Meno fiducioso appare Bruno: “Sicuramente dal 2012 non mi aspetto nulla di buono. La speranza degli imprenditori è di riuscire a rimanere in piedi, in questo periodo di transizione, perchè chi sopravviverà a questa crisi potrà ritenersi o fortunato o veramente bravo”.


Antonio Catamo di Dolci Fantasie (San Cassiano e Tricase) e Caffè Alvino (Lecce) non ha dubbi: “Un po’ di elasticità in più da parte delle Banche ci consentirebbe un margine di recupero maggiore”. E invece? “Invece non esiste più quel rapporto diretto tra consulente finanziario, direttore di Banca e imprenditore basato sulla fiducia reciproca e sul feedback di chi si rivolge all’Istituto di credito. Anche perché chi nella Banca ha facoltà di decidere, di solito non conosce direttamente l’interlocutore”. Altro nodo cruciale è la difficoltà di recuperare i crediti: “Quando ti va bene, recuperi il dovuto in 90-120 giorni, e non raramente perdi del tutto quanto ti tocca. Le scadenze però non ti aspettano e tutto va a cartequarantotto…”. Soprattutto nello specifico dell’attività di Catamo in questo periodo non proprio favorevole: “Con grande dispiacere ho dovuto licenziare una decina di dipendenti, ma davvero non avevo scelta. Con la promessa però di riassumerli non appena il nostro lavoro, che vive anche di stagioni, riprenderà quota”.


Stefano Verri


La parola ad altri imprenditori


Antonio Belfiore (Colorificio Belfiore di Salve) non ha peli sulla lingua: “Le Banche? Nel momento del bisogno si tirano indietro. Prendete un’azienda come la mia: per 30 anni mai un protesto, mai un problema; ed ora che servirebbe una piccola spinta, invece di aumentarmi il fido me lo abbassano di 100mila euro! La verità è che le Banche sono venute dal nord non per investire ma per prendere soldi”. Belfiore è un’azienda rinomata, esporta in numerosi Paesi esteri e dà molto alla ricerca. Eppure oggi è in difficoltà. “Anche perché è aumentata a dismisura la difficoltà di recuperare i crediti. Per molti c’è l’effettivo problema di pagare, ma in tanti ci marciano e sono molti, troppi, i crediti che diventano inesigibili”. E chi paga quanto ci mette in media? “Dai 120 ai 180 giorni”. E’ chiaro come in queste condizioni non sia facile andare avanti ed aspettarsi granché da questo 2012. “Finora ho resistito e sono riuscito a non licenziare nessuno”, spiega Belfiore, “ma non so se riuscirò ancora a resistere. Spesso mi sento abbandonato anche dalle istituzioni: pensate che dopo 16 anni la mia azienda deve attingere energia elettrica ancora dai gruppi elettrogeni. Non sono stati capaci neanche di farmi arrivare l’energia elettrica. Questo è il sud, signori…”.


Anche secondo Luigi Martella della LW Energi e Martella Petroli (Tricase) “le Banche hanno stretto i cordoni. E pur se nella mia attività un po’ di liquidità ancora circola, il momento resta nero. Il problema vero è che nessuno nelle agenzie locali delle Banche a cui ci rivolgiamo ha potere decisionale. Decidono nelle loro belle sedi del nord e noi siamo solo dei numeri. Stabiliscono un rating basato sul fatturato e si attengono scrupolosamente a quello, senza più considerare investimenti, capitale e affidabilità del richiedente”. Altra nota dolente il recupero dei crediti: “La media per recuperare il dovuto è forse inferiore rispetto ad altri settori e non supera i 90 giorni. Ma si tenga presente che io devo sempre pagare in contanti…”.


Cosimo Gabellone della Edilservice Costruzioni (Nardò) pone innanzitutto l’accento sul periodo difficile che stiamo vivendo: “Da tre mesi siamo praticamente fermi ed alcuni soci-lavoratori della nostra azienda restano a casa!”. E le Banche? “Ci hanno tagliato i viveri! Per loro siamo diventati dei numeri e ci trattano senza alcun rispetto”. A tal proposito Gabellone ci racconta un aneddoto: “In tanti anni di attività e con il giro di soldi che si può immaginare, non ho mai avuto problemi con la mia Banca, onorando sempre i miei debiti nei tempi dovuti. Qualche anno fa ne sono diventato perfino “socio” acquistandone delle azioni. E sapete cos’hanno avuto il coraggio di fare? Mi hanno chiamato con urgenza per rientrare subito da 200 euro di scoperto! Trattato neanche fossi l’ultimo dei criminali!”. Ed a peggiorare il tutto si mette anche la difficoltà ad eliminare le sofferenze dei crediti non incassati o incassati con notevole ritardo: “Molti soldi li abbiamo persi; chi paga lo fa con una media di 150-180 giorni”. E il 2012? “Lo vedo nero, più della notte…”.


Per fortuna c’è anche qualche voce (quasi) fuori dal coro. E’ quella di Maurizio Cretì della Cretì Costruzioni di Santa Cesarea Terme: “Sinceramente fino ad oggi la mia azienda non ha incontrato grandissime difficoltà e tuttora abbiamo in corso una pratica con un grosso Istituto di credito”. Non si nasconde però dietro un dito: “So che molti amici sono in sofferenza e non hanno avuto molta fortuna con le Banche, trovando o le porte chiuse o tassi molto alti. Purtroppo dopo Basilea guardano solo il rating senza considerare altro. E questo anche perché la tipologia delle aziende nel frattempo è cambiata e se prima per la maggior parte erano ditte individuali, oggi sono tutte Srl. Ovviamente le Banche vogliono evitare fregature. D’altra parte, però, va anche detto che gli Istituti di credito hanno quasi sempre considerato il sud ed il Salento in particolare come luoghi di mera raccolta senza impegnarsi ad investire seriamente sul territorio”. Sui crediti Cretì dice che “con la nostra azienda spaziamo da chi paga subito a chi ci fa aspettare 150 giorni e più”. E infine, sul 2012: “Le prospettive lascerebbero prevedere più spine che rose. Speriamo almeno di sopravvivere…”.


Giuseppe Cerfeda


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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria

Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club  Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»

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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.

Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.

Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.

Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.

L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.

«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»

L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.

Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.

Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.

Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.

La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.

«“Ruote nella Storia è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».

La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.

I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico

Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.

L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.

Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.

Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.

La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.

Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.

Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.

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