Attualità
A sostegno delle imprese del territorio
“La politica non metta in liquidazione le imprese! Rete Imprese Italia non farà sconti”. Il documento di Rete Impresa Italia – Lecce
“La politica non metta in liquidazione le imprese! Rete Imprese Italia non farà sconti”. È lo slogan utilizzato per la Giornata di Mobilitazione Nazionale organizzata da Rete Imprese Italia per richiamare l’attenzione delle forze politiche sulla grave situazione di crisi che sta coinvolgendo le imprese del settore del commercio, turismo, servizi e artigianato.
Rete Imprese Italia – Lecce, costituita da Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Cenfesercenti, le cinque organizzazioni sindacali provinciali che rappresentano il 70% dell’economia della provincia di Lecce, ha voluto aderire a questa iniziativa organizzando un incontro tra gli imprenditori salentini e le forze politiche del territorio. Per la prima volta, le associazioni maggiormente rappresentative del mondo dell’impresa hanno voluto testimoniare insieme il disagio e le difficoltà delle piccole e medie imprese nella gestione della propria attività imprenditoriale.
Sono intervenuti Loredana Capone (Partito Democratico), Luciano Cariddi (UDC) e Raffaele Baldassarre (PdL)
“Mettere l’impresa al centro della futura politica economica”, ha affermato Alfredo Prete, Presidente di turno di Rete Imprese Italia – Lecce, “significa rilanciare lo sviluppo economico del paese, riattivando un circolo virtuoso “crescita-occupazione-consumi». A tal proposito, il Presidente di Rete Imprese Italia Carlo Sangalli ha presentato in diretta streaming da Roma i cinque ambiti fondamentali su cui è necessario intervenire per sostenere concretamente il sistema impresa, ossia Fisco, Lavoro, Credito, Burocrazia, Infrastrutture.
“Ripartire dalle imprese legate al territorio, ovvero da quel tessuto produttivo che, nonostante la crisi, non si rassegna”, ha concluso Alfredo Prete, consegnando alle forze politiche intervenute il documento contenente una serie di proposte da inserire nella prossima agenda di governo, “le imprese del Salento hanno sempre dimostrato la ferma volontà di non soccombere alle conseguenze della crisi. Per questo, come Rete Imprese Italia – Lecce riteniamo fondamentale continuare a rappresentare le nostre piccole e medie imprese in modo più incisivo, svolgendo un ruolo di garanzia e tutela, ma soprattutto invitare la politica a riflettere seriamente sul ruolo strategico che le imprese che fanno parte di Rete Imprese Itali possono avere per la reale ripartenza dell’economia del nostro paese”.
Il documento di Rete Impresa Italia – Lecce
La lunga recessione ha determinato crescenti costi economici e sociali e rischia di prolungarsi anche nel 2013. Per reagire a questa situazione occorre ripartire dalle ragioni dell’economia reale, cioè dalle ragioni delle imprese e del lavoro. Questo significa che politica, istituzioni e forze sociali condividano la responsabilità di mettere in campo scelte e politiche conseguenti.
Il compito fondamentale della legislatura che verrà sarà quello di coniugare disciplina fiscale e del pubblico bilancio con le esigenze di crescita ed equità. Si tratta di una questione urgente per l’intera Unione europea la cui soluzione richiede un veloce avanzamento del percorso di costruzione dell’Europa politica e il contrasto a quella spirale perniciosa tra l’accelerato perseguimento di obiettivi di abbattimento dei deficit e dei debiti pubblici e l’aggravamento delle condizioni dell’economia reale.
Per questo, non solo dovranno essere confermati gli impegni già assunti dal nostro Paese in sede europea, ma il Governo che verrà dovrà far avanzare in sede europea scelte capaci di sospingere crescita ed occupazione, a partire dall’agibilità di investimenti infrastrutturali, in innovazione e per il capitale umano, coerenti con gli obiettivi di Europa 2020.
Quanto alla finanza pubblica italiana, confermato l’obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, si dovrà puntare su un deciso processo di dismissione del patrimonio pubblico a vantaggio dell’abbattimento dello stock del debito.
Contestualmente, andrà perseguito un determinato processo di progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a carico dei contribuenti in regola come risultato del contrasto e del recupero di evasione ed elusione, da una parte, e dell’avanzamento deciso, dall’altra, di una spending review in grado di ridurre inefficienze, improduttività e sprechi della nostra spesa pubblica.
Le strategie prioritarie per tornare a crescere
La pre-condizione: una nuova composizione della finanza pubblica attraverso una vera azione di spending review che – senza tagli lineari – faccia avanzare il processo di controllo, ristrutturazione, riqualificazione e riduzione della spesa pubblica quale occasione di revisione del perimetro stesso della funzione pubblica e della sua ridondante complessità di livelli istituzionali ed amministrativi.
Ridurre la pressione fiscale
La prossima agenda di governo deve prevedere, come prioritari, interventi volti alla riduzione della pressione fiscale – scongiurando, prima di tutto, l’ulteriore innalzamento dell’aliquota IVA previsto a partire dal 1° luglio prossimo – prevedendo la destinazione del gettito derivante dal recupero delle risorse evase alla riduzione del carico fiscale.
Sul fronte della tassazione delle imprese, occorre:
- rivedere il criterio utilizzato per la determinazione del reddito di impresa dei soggetti IRPEF, passando dalla competenza alla cassa;
- rendere neutrale la tassazione rispetto alla forma giuridica dell’impresa;
- ridurre l’imposizione Irap, mediante un progressivo incremento della franchigia ed una progressiva eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile, definendo al contempo le imprese non soggette ad Irap perché prive di autonoma organizzazione;
- razionalizzare i regimi tributari applicabili dai soggetti IRPEF (ditte individuali e società di persone), incentivandone la fase di avvio anche con la riduzione del minimale Inps;
- escludere dall’IMU gli immobili strumentali all’attività d’impresa;
- rivedere il sistema della riscossione coattiva, ampliando ed uniformando il periodo della rateazione dei debiti tributari, ed escludere dal fermo amministrativo e dal pignoramento i beni strumentali all’attività d’impresa;
- ridefinire il tributo rifiuti e servizi TARES, strutturando un nuovo sistema tariffario che rappresenti al meglio la reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche.
Dare nuovo credito alle imprese
Le MPMI e l’impresa diffusa hanno sempre più difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario. È quindi necessario:
- favorire la solidità patrimoniale dei Confidi e facilitare il ricorso al Fondo di garanzia per le PMI;
- assicurare la piena operatività agli accordi in materia di certificazione e smobilizzo dei crediti delle imprese nei confronti della P.A.;
- apportare correttivi ai parametri, troppo rigidi, di Basilea 3;
- modernizzare il sistema dei pagamenti, dando piena attuazione alla nuova legge sui tempi di pagamento, senza introdurre ulteriori oneri a carico delle imprese.
Proseguire nell’azione di semplificazione
Portare avanti i processi di semplificazione normativa e di snellimento burocratico è un’azione necessaria per recuperare efficienza amministrativa e riavviare l’economia, predisponendo un ambiente favorevole alle imprese. A tal fine è necessario:
- adottare meccanismi di trasmissione delle informazioni basati sulla tecnologia digitale;
- dare completa attuazione alla avviata riforma organizzativa degli sportelli unici, rapida operatività alle Agenzie per le imprese e completamento del Portale “Impresainungiorno”;
- stabilire un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti semplice, non oneroso per le imprese ed efficace per il reale contrasto alle ecomafie, superando il Sistri;
- prevedere semplificazioni per le imprese dotate di certificazioni come garanzia presunta di conformità a determinati obblighi giuridici;
- introdurre meccanismi forti di controllo dell’incidenza sul tessuto imprenditoriale di nuove norme;
- snellire le procedure burocratiche in materia di sicurezza sul lavoro;
- rendere efficiente la giustizia civile ordinaria anche potenziando i sistemi di risoluzione alternativa delle controversie.
Sviluppare le imprese per lo sviluppo del mercato del lavoro
Il mercato del lavoro in Italia soffre di una debolezza strutturale legata ai molteplici vincoli burocratici e gestionali, a politiche economiche non orientate allo sviluppo dell’impresa e ad un costo del lavoro troppo alto. Inoltre, le recenti penalizzazioni introdotte sulla flessibilità in entrata rischiano di produrre ulteriori riduzioni delle opportunità occupazionali. Si dovrebbe allora consentire alle imprese di utilizzare tutte le forme contrattuali, va ripensata la lotta contro il lavoro nero e occorre intervenire sul cuneo fiscale e retributivo, per diminuire il costo del lavoro ed aumentare la competitività dei nostri sistemi produttivi. Si dovrebbe poi cercare di incidere anche su altri fattori, tra cui:
- una seria riorganizzazione dei servizi per l’impiego, evitando ulteriori costi sulle imprese;
- ulteriore semplificazione per il lancio del nuovo apprendistato;
- garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013;
- sostegno alla formazione continua, come funzione originaria dei Fondi interprofessionali;
- semplificazione delle norme in materia di lavoro per favorire produttività e nuove assunzioni;
- rafforzamento del rapporto scuola-lavoro rivedendo i percorsi formativi nell’istruzione e nella formazione superiore e universitaria;
- in una logica di razionalizzazione del costo del lavoro, eliminare le forme di solidarietà impropria fra settori economici che caratterizzano l’attuale assetto normativo;
- politiche fiscali e contributive di maggior vantaggio per gli strumenti del welfare contrattuale bilaterale (previdenza complementare, assistenza sanitaria, sostegno al reddito) che contribuiscono ad incrementare il reddito disponibile del lavoratore e del futuro pensionato e a contenere la spesa pubblica.
Investire su infrastrutture ed energia per competere
Le principali aree d’interesse delle Associazioni che compongono Rete Imprese Italia si muovono all’interno di due opzioni di fondo: il collegamento dell’atteso piano nazionale sulle infrastrutture con la pianificazione infrastrutturale europea e una attenzione specifica alle caratteristiche che la logistica e il settore energetico presentano sul piano nazionale per cogliere le opportunità offerte dalla green e white economy e rendere più adeguato l’attuale assetto delle dotazioni infrastrutturali per sostenere il rilancio e lo sviluppo del nostro sistema produttivo. Tra le priorità dell’azione politico-istituzionale del Paese, in materia di trasporti, occorre: affrontare la micro-mobilità urbana, attraverso gli strumenti esistenti, come il Piano Nazionale per le città e i Piani urbani della mobilità; applicare il c.d. e-freight (trasporto elettronico di merci) che coinvolge il polo della merce elettronica e delle tecnologie intelligenti; attuare la liberalizzazione regolata dell’autotrasporto merci, un’effettiva liberalizzazione del mercato del trasporto ferroviario; una strategia di riordino e razionalizzazione del trasporto aereo; lo sviluppo dei trasporti marittimi e delle autostrade del mare.
In campo energetico occorre, invece: ridurre la forte dipendenza dell’Italia dalle fonti energetiche combustibili, adottando una strategia per la riduzione dei costi di approvvigionamento; armonizzare la politica energetica con quella fiscale favorendo la riduzione del carico fiscale sui costi energetici sostenuti dalle imprese; adottare una politica energetica orientata verso nuove tecnologie più efficienti e coerenti con le esigenze del mercato a partire dalla riduzione dei costi per le MPMI e dall’incentivazione allo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Gli altri punti qualificanti dell’agenda di priorità di Rete Imprese Italia sono, innanzitutto, quello di ripensare ed attuare nuove politiche industriali e dei servizi tenendo presente che la ripresa del Paese passa necessariamente dalla crescita qualitativa, dalla produttività e dalla capacità di fare innovazione delle MPMI e dell’impresa diffusa. Sono quindi necessari interventi che favoriscano, ad esempio, gli investimenti e l’aggregazione delle imprese, forme di partenariato tra queste, gli enti di ricerca e le associazioni di categoria. Così come è necessario favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese, investire sull‘imprenditoria femminile, sbloccare lo sviluppo del Mezzogiorno, a cominciare da un rafforzamento della dotazione infrastrutturale, dalla valorizzazione delle risorse territoriali e dal ripristino delle condizioni di legalità e sicurezza.
Altro ambito strategico per il rilancio della nostra economia è il turismo, per il quale Rete Imprese Italia ritiene indispensabile in particolare una riforma della governance del settore, l’adeguamento delle dotazioni infrastrutturali, il rafforzamento dell’attività di promozione del marchio Italia.
Infine, interventi di riqualificazione urbana e del patrimonio immobiliare pubblico e privato e un più efficace impiego delle risorse dei fondi strutturali europei e del Piano Nazionale delle Città rappresentano le linee di azione strategiche affinché le città e il territorio possano davvero rappresentare un elemento strategico per la competitività economica e la coesione sociale.
Attualità
“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival
Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca
La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.
Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).
Protagonisti della vicenda sono: Dominique Sanda, Celeste Casciaro, Ninni Bruschetta, Ignazio Oliva, Karolina Porcari, Johanna Orsini, Francesca Ziggiotti, Dora Sztarenki, Josef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.
Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.
Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.
In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.
L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.
Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.
Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.
“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.
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Attualità
Questo non è amore
Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “…questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.
Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.
Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.
Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.
Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.
Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».
Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».
Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.
L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.
Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.
In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.
Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.
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Attualità
Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria
Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»
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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.
Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.
Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.
Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.
L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.
«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»
L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.
Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.
Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.
Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.
La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.
«“Ruote nella Storia” è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».
- L’Alfa Romeo Giulia tra i muretti a secco
- La chiesa di San Domenico fa da sfondo a Ruote nella Storia
- Un momento della manifestazione svoltasi a Tricase
La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.
I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico
Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.
L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.
Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.
Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.
La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.
Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.
Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.
- La Balilla
- L’Aurelia
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