Attualità
Lucia Manca e Giuliano Dottori al Teatro di Novoli
Venerdì 10 dicembre (ore 21,30 – ingresso 5 euro) il Teatro Comunale di Novoli ospita la prima assoluta del nuovo spettacolo di Lucia Manca. La giovane cantautrice
Venerdì 10 dicembre (ore 21,30 – ingresso 5 euro) il Teatro Comunale di Novoli ospita la prima assoluta del nuovo spettacolo di Lucia Manca. La giovane cantautrice salentina sarà accompagnata dalla band composta da Michele Russo (chitarra), Mauro Ingrosso (basso) e Andrea Rizzo (batteria) affiancata per l’occasione dal chitarrista, cantante e produttore Giuliano Dottori che ha arrangiato tutti i brani. La nuova produzione, a cura di Coolclub, rientra nell’ambito dell’intervento “Puglia Sounds – Produzione in Puglia di Nuovi Spettacoli Musicali” promosso dalla Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo finanziato dal FESR ASSE IV e attuato dal Teatro Pubblico Pugliese.
Lucia Manca è una giovane cantautrice raffinata, dotata di una scrittura elegante e profonda, compone intrise di forza immaginativa, espressione senza limiti di tempo e spazio. La sua musica risente della poetica delle più note canzoni d’autore insieme al folk, al pop e al rock. Cosi nasce nel 2007 il primo Ep Sospesa, a cui segue un’intensa attività live, ottenendo buoni consensi di pubblico e critica. Un suo brano scritto insieme a Gianluca De Rubertis (Il Genio) è inserito ne “I Prepotenti”, primo titolo della collana di albi illustrati TrentatrèperTrentatrè, pubblicata da Lupo editore. Attualmente sta lavorando al primo cd con la produzione artistica di Giuliano Dottori, cantautore milanese e chitarrista degli Amor Fou.
“Ho conosciuto personalmente Giuliano due anni fa ad un concerto degli Amor Fou a Lecce”, sottolinea Lucia Manca. “Subito è nata una stima artistica reciproca e una forte amicizia, da lì la collaborazione musicale che mi sta facendo crescere tantissimo; con lui sto prendendo tutto quello che viene fuori senza alcun problema. È un’esperienza bella e intensa. Adesso stiamo completando le ultime rifiniture del disco. Non mi piace dare una definizione troppo settoriale al mio stile”, prosegue la cantautrice. “La mia musica risente della canzone italiana degli anni ‘60 e credo anche un po’ della scena folk/alternative canadese. Molte delle mie canzoni sono odi all’amore, malinconiche ma nello stesso tempo calde e gioiose, parlano di me dei miei confusi desideri, di quello che amo ,anche perché mi innamoro facilmente di ogni cosa e adoro osservare tutto. Molti dei miei testi hanno un tono fantastico e fabulatorio, scrivo quello che mi circonda, creo intorno a me una realtà tutta mia e lì do sfogo alla fantasia”.
Giuliano Dottori è nato a Montreal ma vive da sempre a Milano. Ha esordito come cantautore nel 2007 con l’album Lucida (Ilrenonsidiverte/Audioglobe), che ha avuto un ottimo riscontro di critica e pubblico, portandolo a suonare in tutta Italia (più di cinquanta concerti). Vale la pena ricordare la partecipazione a festival importanti come il Miami, Milano Film Festival, Six Days Sonic Madness, Senza Far Rumore. A settembre 2008 è uscita negli stores digitali una versione estesa di Lucida (Echophonic), che contiene quattro out-takes inedite. Come chitarrista ha collaborato con Atleticodefina (per gli album “Atleticodefina” e “Tutti amano tutti”, e relativi tour), Alessandro Raina (per il tour di “Nema Fictizione”), Barbara Cavaleri (per il promo tour di “Ad un passo dal sogno”). Ha inoltre coprodotto l’ep e il disco d’esordio di Daniele Tenca (“Non funziona” e “Guarda il sole”). Attualmente suona con gli Amor Fou. Da tre anni è direttore artistico del Festival Musica Distesa che si tiene a giugno in provincia di Ancona e ospita ogni anno i nomi più interessanti del panorama underground italiano. Il suo secondo cd Temporali e Rivoluzioni è uscito alla fine del 2009 per Via Audio Records / Venus Distribuzione confermando tutte le sue doti di autore a interprete.
Attualità
Genitore si scusa con la dirigente del Liceo Comi: “Rivolsi parole gratuitamente ingiuriose”
“Fu solo il frutto di un momento di forte tensione personale”: nella lettera pubblica inviata alla Redazione, l’intento di chiudere bonariamente una vicenda incresciosa risalente al 2024
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scuse giunta in Redazione dal signor Grazio De Paoli, genitore di uno studente del Liceo Comi. La lettera pubblica è indirizzata alla Dirigente del medesimo istituto. Come si evince dalla stessa comunicazione, inviata alla Redazione per tramite dell’avvocato Francesco Accoto, la presente vale quale presa di coscienza dell’errore commesso e come manifestazione della volontà di chiudere bonariamente una spiacevole vicenda, risalente al 2024. All’epoca, nel mese di settembre, lo scrivente avrebbe rivolto pubblicamente delle parole ingiuriose all’indirizzo della Dirigente e del Liceo.
“In riferimento a quanto accaduto nel settembre 2024, durante l’accoglienza nell’auditorium delle classi prime del Liceo “G. Comi” di Tricase, desidero esprimere alla Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato, e all’intera comunità scolastica, le mie più sincere scuse per le parole e i toni inappropriati usati. Riconosco che il mio intervento è stato inopportuno, errato, offensivo e non riflette il rispetto e la stima che invece avrebbe dovuto avere la Dirigente e dell’Istituto e tutti gli altri addetti, che si sono distinti per serietà, attenzione e professionalità nelle numerose attività scolastiche ed extracurriculari svolte.
Le mie parole, gratuitamente offensive, pronunciate in quella circostanza nell’auditorium del Liceo “G. Comi”, sono state solo il frutto di un momento di forte tensione personale, senza alcuna responsabilità da parte della Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato né di tutta la scuola. Per quanto ho potuto constatare il Liceo “G. Comi” ha sempre garantito un percorso formativo di elevata qualità, e il personale docente e non docente, insieme alla Dirigente, si è sempre mostrato all’altezza del proprio compito educativo verso mio figlio assicurandogli un ottimo percorso scolastico quinquennale”.
Attualità
Alessano-Specchia: fronte comune a scuola contro il bullismo
Questa mattina l’incontro, nei due plessi, con l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase
Coinvolgimento e partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse del Comprensivo di Alessano e Specchia che oggi hanno incontrato l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase, in un incontro sul delicato tema del bullismo e cyberbullismo.
Un momento di dialogo autentico, che ha contribuito a sviluppare consapevolezza e responsabilità tra le giovani generazioni, grazie anche al prezioso intervento della psicologa Marinella Martella, che ha offerto spunti concreti per riconoscere e contrastare questi fenomeni.

A impreziosire l’iniziativa, la presenza dei Sindaci dei rispettivi Comuni, segno tangibile di un’attenzione condivisa e di una comunità che sceglie di fare rete per proteggere e sostenere i propri ragazzi e le proprie ragazze.
Approfondimenti
Pompeo Maritati, “Quando i numeri si innamorano (e io ci casco)”
Oggi che sono in pensione, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo, ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”…
L’idea di questo libro nasce in un luogo che, a prima vista, sembrerebbe il meno romantico del mondo: una sala corsi di una grande banca italiana, illuminata da neon impietosi, con pile di dispense, calcolatrici scientifiche e tazzine di caffè che avevano visto giorni migliori.
Era verso la fine degli anni 90, e io, in giacca e cravatta, stavo tenendo un corso di matematica finanziaria a un gruppo di operatori bancari. L’argomento del giorno? Il calcolo delle rate di mutuo con il sistema cosiddetto “alla francese”.
Un nome che evoca baguette, bistrot e chanson d’amour, ma che in realtà nasconde una formula che farebbe piangere anche un ingegnere.
Eravamo immersi in coefficienti, tassi d’interesse, progressioni geometriche e quel misterioso “ammortamento” che, più che un piano di rimborso, sembrava una lenta agonia numerica. E proprio mentre stavo spiegando la logica dietro la distribuzione degli interessi nel tempo, uno degli uditori – un tipo sveglio, con l’aria di chi aveva già capito tutto, ma voleva vedere se anche io lo avevo capito se ne uscì con una frase che mi colpì come una freccia di Cupido: “È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Silenzio. Sorrisi. Qualche risatina. Io, ovviamente, feci il classico gesto da docente navigato: annuii con un mezzo sorriso, come a dire “bella battuta, ma torniamo seri”. E così fu. Riprendemmo la lezione, tornai a parlare di rate, di formule, di Excel. Ma quella sera, solo in albergo, mentre il minibar mi offriva una bottiglietta d’acqua a prezzo da champagne e la TV trasmetteva repliche di quiz dimenticati, quella frase tornò a bussare alla mia mente.
“È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Ma certo! Perché no? Perché non pensare che dietro le formule ci siano storie? Storie di attrazione, di repulsione, di corteggiamenti matematici, di triangoli amorosi (non solo geometrici), di numeri che si cercano, si sfuggono, si fondono. Un’idea folle, certo.
Accostare l’innamoramento, quel sentimento poetico, irrazionale, profondo, all’aridità dei numeri, che per definizione sono freddi, impersonali, astratti. Ma forse proprio per questo l’idea mi sembrava irresistibile.
Così iniziai a scrivere. A spizzichi e bocconi, tra una riunione e una trasferta, tra un bilancio e un report. Annotavo storielle, dialoghi, immagini. Immaginavo lo Zero e l’Uno in crisi di coppia, il Due che cerca equilibrio, il Pi greco che seduce tutti ma non si concede a nessuno. Poi, come spesso accade, la vita prese il sopravvento.
Gli impegni si moltiplicarono, le cartelle si accumularono, e quei fogli finirono in fondo a un cassetto. Lì rimasero, silenziosi, per anni. Fino a oggi.
Oggi che sono in pensione, e che ho tempo per ascoltare le idee che bussano piano, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo. Ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”
E così è nato questo libro. Un libro che non pretende di insegnare matematica, ma di farla sorridere. Un libro che non vuole dimostrare teoremi, ma raccontare storie. Un libro che, se tutto va bene, vi farà guardare i numeri con occhi nuovi.
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