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Abolizione Province, “Documento unitario: salvate la nostra identità”.

Erano presenti il senatore Francesco Bruni, i parlamentari Salvatore Capone e Roberto Marti, il consigliere regionale Saverio Congedo, il difensore civico emerito Giacinto Urso. Messaggi di plauso per l’iniziativa sono arrivati da Raffaele Fitto, Rocco Palese, Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli

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Un ordine del giorno, votato all’unanimità, sui disegni di legge “Abolizione delle Province” presentato da 21 consiglieri provinciali (primo firmatario Giovanni Siciliano), per dire nettamente e ancora una volta no ad un’Italia senza Provincia. E’ il risultato prodotto dal Consiglio Provinciale odierno che si è interrogato in maniera monotematica sul tema scottante del futuro dell’Ente locale. Erano presenti il senatore Francesco Bruni, i parlamentari Salvatore Capone e Roberto Marti, il consigliere regionale Saverio Congedo, il difensore civico emerito Giacinto Urso. Messaggi di plauso per l’iniziativa sono arrivati da Raffaele Fitto, Rocco Palese, Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli presidente dell’Upi regionale, assenti perchè impegnati in altre attività istituzionali. Il no all’abolizione si fonda, a scorrere il documento, su quattro certezze: ci sarebbero meno garanzie democratiche, verrebbero garantite meno opportunità a chi è più debole, diminuirebbe l’identità locale fatta di storia e cultura, le istituzioni si allontanerebbero dai cittadini. Per questi motivi i consiglieri avanzano “la richiesta alle organizzazioni sindacali di mobilitarsi contro l’abolizione o lo svuotamento delle Province, per tutelare le persone che ci lavorano, alle forze economico sociali di mobilitarsi per ristabilire un punto di riferimento istituzionale certo nel territorio, per garantire il rilancio degli investimenti per lo sviluppo locale e, infine, ai cittadini, agli uomini di cultura, alle associazioni e ai gruppi di volontariato di manifestare il loro amore per il territorio, opponendosi all’abolizione delle nostre Province, o alla loro trasformazione in enti nominati dai partiti e non eletti direttamente dal popolo”.


Tutti gli interventi si sono susseguiti puntando l’attenzione sull’imminente futuro dell’istituzione. “Come ente locale dobbiamo batterci per far giungere il governo ad un ripensamento, a far recedere da questa idea chi dovrà decretarne la fine”, ha detto il consigliere Giovanni Siciliano. “La cancellazione della Provincia, così come immaginata dalla Costituzione, è una violenza alla Costituzione stessa. Auspico che i nostri rappresentanti istituzionali non votino questo decreto che considero scellerato”. E’ poi intervenuto il capogruppo PDL Biagio Ciardo, portavoce della maggioranza in Consiglio: “E’ una decisione che appare frettolosa e che ci vuole strappare la nostra carta di identità. Noi siamo e ci sentiamo salentini ed il governo intende cancellarci dalla geografia, perchè pensa che in questo modo, eliminando le Province, ci sia un guadagno istituzionale. L’abolizione delle Province ci trascinerà in un vero e proprio ingorgo istituzionale che renderà impossibile le relazioni tra il cittadino e istituzioni che saranno lontanissime”. E’ stata poi la volta di Cosimo Durante (capogruppo Pd): “Al solo pensiero di sapere questa aula consiliare vuota mi pervade un senso di tristezza, un’aula che ha scritto pagine di storia. Sentiamo questo Ente come qualcosa di nostro, che ha concorso alla crescita sociale, civile ed economica di questo territorio. Si sta portando avanti una battaglia del nulla, quella tanto sbandierata del contenimento della spesa. Siamo convinti che l’Ente Provincia in tutti questi anni ha fatto bene ed ha dato un senso all’identità del nostro territorio”. Infine, il consigliere Aurelio Gianfreda: “Nella consapevolezza che questa aula sia stata palestra per la crescita del territorio, provo tanta amarezza e dispiacenza. L’abolizione della Provincia deve essere inquadrata in quella che è una vera e propria campagna di antipolitica per la quale siamo oggetto, in una sorta di diffuso malessere. Resto dell’avviso che la nostra opera in tutti questi anni sia stata utile per la crescita del territorio”. Nel dibattito consiliare è poi intervenuto il difensore civico emerito della Provincia di Lecce Giacinto Urso, che ha rimarcato come quella odierna “non è un’assemblea esequiale, nè si canta da parte del Governo il ‘miserere’ che, invece, è ancora tutto da cantare. Non possiamo cancellare la parola ‘Provincia’, perchè in questo modo si cancella l’identità di un territorio, di un territorio marginale e di confine come il nostro; così facendo daremo vita ad un accentramento regionale di natura gestionale e ad un pericoloso slittamento verso i Comuni, già di per sé asfissiati da tanti e tanti problemi e che non hanno necessità di avere ulteriori aggravi di compiti e servizi. Così facendo andiamo incontro ad un annullamento di coscienza di periferia”.


Ed ha proseguito: “La mia proposta è quella che, subito dopo l’approvazione dell’ordine del giorno, il presidente Gabellone si faccia garante dei sentimenti, emersi quest’oggi nell’aula di Palazzo dei Celestini, per riportarli all’intera deputazione parlamentare salentino, allargata ai capigruppo consiliari. Non intendiamo far ritirare i decreti sulle Province, ma intendiamo far nascere una presa di coscienza politica dell’intero territorio, con quello che può scaturire con questo vero e proprio salto nel buio. L’unica via possibile è quella di riportare il problema nel contesto della riforma istituzionale dello Stato, attraverso una capacitazione democratica di chi ha una responsabilità primaria sul territorio. Dunque nessuna esequia della Provincia, visto che ora resta tutto sul piano dubitativo, ma un’esaltazione del ruolo della periferia di fronte a quella che considero una inavvedutezza centrale”.

A conclusione degli interventi ha preso la parola il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone che, nel ringraziare tutti per gli interventi di merito, “si è detto soddisfatto del dibattito consiliare, dibattito che ha dato prova di un livello istituzionale di un’eccezionale qualità”. Il presidente ha, dunque, rimarcato come “i costi risparmiati dal provvedimento che intende cancellare le Province, da un punto di vista strettamente finanziario, siano estremamente irrisori. Anzi l’abolizione della Provincia renderà necessario maggiori costi per altri enti per esercitarne le funzioni. La ‘cancellazione’, difatto, porterà alla schiacciamento delle peculiarità dei singoli territori, con il gonfiarsi spropositato delle competenze regionali, tanto da moltiplicare il centralismo dei capoluoghi sugli altri territori”.


Ed ha aggiunto: “E’ in corso la devastazione della democrazia, dei servizi al cittadino, della qualità dell’offerta istituzionale nei confronti delle popolazioni che si rivolgono quotidianamente alle istituzioni. E’ impensabile ed irrazionale che la deputazione salentina la accetti, in virtù di demagogiche scelte nazionali. Siamo una Provincia di confine che vuole ed intende mantenere la sua identità: da qui partirà una proposta di difesa della nostra istituzione, che sarà sottoposta e sottoscritta dai nostri parlamentari per evitare questo provvedimento scellerato”, ha concluso.


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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria

Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club  Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»

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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.

Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.

Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.

Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.

L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.

«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»

L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.

Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.

Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.

Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.

La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.

«“Ruote nella Storia è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».

La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.

I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico

Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.

L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.

Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.

Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.

La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.

Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.

Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.

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