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Attualità

Canale d’Otranto: sequestrati 1.000 chili di marijuana!

A poche miglia al largo di Torre Sant’Andrea (Melendugno). Arrestati i due scafisti di Valona che a bordo di un gommone, trasportavano l’ingente carico di droga.

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A poche miglia al largo di Torre Sant’Andrea, località del Comune di Melendugno, nell’ambito di un articolato servizio di contrasto ai traffici illeciti via mare, una vedetta veloce della Guardia di Finanza di Otranto ha sequestrato un gommone di circa 5 metri carico di diversi quintali di marijuana.


La cattura dell’imbarcazione, carica di stupefacente è avvenuta nel corso di un’operazione scaturita da investigazioni di vari Reparti della Guardia di Finanza e che ha visto cooperare elicotteri velivoli e unità navali del Reparto Operativo Aeronavale e del Gruppo Aeronavale di Taranto, nonché pattuglie a terra dei Comandi Provinciali di Brindisi e Lecce, tutti in stretto coordinamento del Reparto Operativo Aeronavale Guardia di Finanza di Bari.


I trafficanti, provenienti dall’Albania, nelle prime ore della sera, confidando sulla complicità dell’oscurità e nell’aiuto delle condizioni meteomarine avverse che, a loro parere, avrebbero potuto tenere lontani i mezzi delle Forze dell’Ordine, navigando a luci spente, si apprestavano a prendere terra e sbarcare l’ingente carico di stupefacente in un punto della costa dell’alto leccese, tra San Foca e Torre Sant’Andrea. Purtroppo per loro, i mezzi aeronavali delle Fiamme Gialle, consapevoli delle tecniche usate dagli scafisti albanesi, intervenivano in modo rapido ed efficace, riuscendo così a neutralizzare l’illecito progetto.


Così, dopo un breve inseguimento, la veloce motovedetta della Guardia di Finanza riusciva a bloccare la corsa del gommone che, appena scoperto aveva tentato la fuga.


I finanzieri, quindi, hanno tratto in arresto i due scafisti, S.B. 42enne e D. C. 20enne, entrambi albanesi di Valona e sottoponevano a sequestro l’illecito carico ed il mezzo nautico.

Alle prime luci dell’alba, poi, in seguito a una scrupolosa ricognizione condotta con mezzi aerei e navali nell’area tra San Foca e Torre Sant’Andrea, le Fiamme Gialle hanno recuperato e sottoposto a sequestro 610 kg di marijuana, che portano a quasi una tonnellata lo stupefacente sequestrato nel corso della complessa operazione aeronavale avviata la notte prima che aveva permesso ai finanzieri di intercettare e catturare in mare, dopo un breve inseguimento, un gommone condotto da due albanesi, carico di 370 chilogrammi di analoga sostanza.


La sostanza stupefacente era ben confezionata in grossi involucri cellofanati che galleggiavano trasportati dalla corrente.


Non è da escludersi che lo stupefacente rinvenuto sia riconducibile a un carico gettato in mare da altri natanti impiegati dai trafficanti per l’illecito traffico che, trovatisi nell’area dell’operazione condotta dai mezzi aeronavali delle Fiamme Gialle pugliesi, hanno preferito liberarsi dello scottante carico e far perdere le proprie tracce.


Al riguardo sono state avviate ulteriori indagini, anche con il coinvolgimento di reparti speciali della Guardia di Finanza, non solo pugliesi ma anche di altre regioni, per individuare gli ulteriori responsabili e i potenziali destinatari dello stupefacente, il cui valore complessivo sul mercato può rendere ai criminali oltre il milione di euro.


Attualità

Genitore si scusa con la dirigente del Liceo Comi: “Rivolsi parole gratuitamente ingiuriose”

“Fu solo il frutto di un momento di forte tensione personale”: nella lettera pubblica inviata alla Redazione, l’intento di chiudere bonariamente una vicenda incresciosa risalente al 2024

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scuse giunta in Redazione dal signor Grazio De Paoli, genitore di uno studente del Liceo Comi. La lettera pubblica è indirizzata alla Dirigente del medesimo istituto. Come si evince dalla stessa comunicazione, inviata alla Redazione per tramite dell’avvocato Francesco Accoto, la presente vale quale presa di coscienza dell’errore commesso e come manifestazione della volontà di chiudere bonariamente una spiacevole vicenda, risalente al 2024. All’epoca, nel mese di settembre, lo scrivente avrebbe rivolto pubblicamente delle parole ingiuriose all’indirizzo della Dirigente e del Liceo.

“In riferimento a quanto accaduto nel settembre 2024, durante l’accoglienza nell’auditorium delle classi prime del Liceo “G. Comi” di Tricase, desidero esprimere alla Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato, e all’intera comunità scolastica, le mie più sincere scuse per le parole e i toni inappropriati usati. Riconosco che il mio intervento è stato inopportuno, errato, offensivo e non riflette il rispetto e la stima che invece avrebbe dovuto avere la Dirigente e dell’Istituto e tutti gli altri addetti, che si sono distinti per serietà, attenzione e professionalità nelle numerose attività scolastiche ed extracurriculari svolte.

Le mie parole, gratuitamente offensive, pronunciate in quella circostanza nell’auditorium del Liceo “G. Comi”, sono state solo il frutto di un momento di forte tensione personale, senza alcuna responsabilità da parte della Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato né di tutta la scuola. Per quanto ho potuto constatare il Liceo “G. Comi” ha sempre garantito un percorso formativo di elevata qualità, e il personale docente e non docente, insieme alla Dirigente, si è sempre mostrato all’altezza del proprio compito educativo verso mio figlio assicurandogli un ottimo percorso scolastico quinquennale”.

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Attualità

Alessano-Specchia: fronte comune a scuola contro il bullismo

Questa mattina l’incontro, nei due plessi, con l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase

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Coinvolgimento e partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse del Comprensivo di Alessano e Specchia che oggi hanno incontrato l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase, in un incontro sul delicato tema del bullismo e cyberbullismo.

Un momento di dialogo autentico, che ha contribuito a sviluppare consapevolezza e responsabilità tra le giovani generazioni, grazie anche al prezioso intervento della psicologa Marinella Martella, che ha offerto spunti concreti per riconoscere e contrastare questi fenomeni.


A impreziosire l’iniziativa, la presenza dei Sindaci dei rispettivi Comuni, segno tangibile di un’attenzione condivisa e di una comunità che sceglie di fare rete per proteggere e sostenere i propri ragazzi e le proprie ragazze.

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Approfondimenti

Pompeo Maritati, “Quando i numeri si innamorano (e io ci casco)”

Oggi che sono in pensione, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo, ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”…

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L’idea di questo libro nasce in un luogo che, a prima vista, sembrerebbe il meno romantico del mondo: una sala corsi di una grande banca italiana, illuminata da neon impietosi, con pile di dispense, calcolatrici scientifiche e tazzine di caffè che avevano visto giorni migliori.

Era verso la fine degli anni 90, e io, in giacca e cravatta, stavo tenendo un corso di matematica finanziaria a un gruppo di operatori bancari. L’argomento del giorno? Il calcolo delle rate di mutuo con il sistema cosiddetto “alla francese”.

Un nome che evoca baguette, bistrot e chanson d’amour, ma che in realtà nasconde una formula che farebbe piangere anche un ingegnere.

Eravamo immersi in coefficienti, tassi d’interesse, progressioni geometriche e quel misterioso “ammortamento” che, più che un piano di rimborso, sembrava una lenta agonia numerica. E proprio mentre stavo spiegando la logica dietro la distribuzione degli interessi nel tempo, uno degli uditori – un tipo sveglio, con l’aria di chi aveva già capito tutto, ma voleva vedere se anche io lo avevo capito se ne uscì con una frase che mi colpì come una freccia di Cupido: “È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”

Silenzio. Sorrisi. Qualche risatina. Io, ovviamente, feci il classico gesto da docente navigato: annuii con un mezzo sorriso, come a dire “bella battuta, ma torniamo seri”. E così fu. Riprendemmo la lezione, tornai a parlare di rate, di formule, di Excel. Ma quella sera, solo in albergo, mentre il minibar mi offriva una bottiglietta d’acqua a prezzo da champagne e la TV trasmetteva repliche di quiz dimenticati, quella frase tornò a bussare alla mia mente.

“È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”

Ma certo! Perché no? Perché non pensare che dietro le formule ci siano storie? Storie di attrazione, di repulsione, di corteggiamenti matematici, di triangoli amorosi (non solo geometrici), di numeri che si cercano, si sfuggono, si fondono. Un’idea folle, certo.

Accostare l’innamoramento, quel sentimento poetico, irrazionale, profondo, all’aridità dei numeri, che per definizione sono freddi, impersonali, astratti. Ma forse proprio per questo l’idea mi sembrava irresistibile.

Così iniziai a scrivere. A spizzichi e bocconi, tra una riunione e una trasferta, tra un bilancio e un report. Annotavo storielle, dialoghi, immagini. Immaginavo lo Zero e l’Uno in crisi di coppia, il Due che cerca equilibrio, il Pi greco che seduce tutti ma non si concede a nessuno. Poi, come spesso accade, la vita prese il sopravvento.

Gli impegni si moltiplicarono, le cartelle si accumularono, e quei fogli finirono in fondo a un cassetto. Lì rimasero, silenziosi, per anni. Fino a oggi.

Oggi che sono in pensione, e che ho tempo per ascoltare le idee che bussano piano, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo. Ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”

E così è nato questo libro. Un libro che non pretende di insegnare matematica, ma di farla sorridere. Un libro che non vuole dimostrare teoremi, ma raccontare storie. Un libro che, se tutto va bene, vi farà guardare i numeri con occhi nuovi.

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