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Compostaggio? Caprarica e Galugnano in subbuglio

In zona “Scaliddra”, la notizia scatena l’ira degli ambientalisti, del web, degli imprenditori agricoli. L’assessore Verri di Caprarica: “Scelta del sindaco di San Donato incorerente”

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di Stefano Verri


La questione rifiuti tiene sempre banco in Salento. Il problema dello smaltimento può aprire strade alternative nel tentativo di sfruttare a dovere le sostanze di rifiuto solo apparentemente non riciclabili. Ma il “sistema-spazzatura” da sempre rappresenta un’ottima fonte di guadagno (per pochi) e (storicamente e senza cenno alcuno alle vicende che stiamo per raccontare, su cui si esprimeranno il tempo e i fatti) una delle occasioni migliori per arricchire le casse di chi specula parecchio sulla salute delle persone. Premesso: compostare i rifiuti organici per ottenerne energia pulita sembra un bel modo per ovviare alla spinosa circostanza dell’accumulo di esorbitanti quantità di “monnezza”. Ma non è così semplice. O, perlomeno, non lo è sempre, se le cose non sono fatte come si deve. Come un fulmine la notizia è rimbalzata da parte a parte, percorrendo la brevissima distanza che intercorre tra San Donato e Caprarica di Lecce, 5 km e 6 minuti di automobile, passando per Galugnano, frazione del primo Comune ma separato dal secondo da pochi appezzamenti di terreno e da una lunga discesa. La popolazione è in subbuglio e c’è grande preoccupazione per l’imminente avvenire. Potremmo dire che, in fondo, la notizia era nell’aria, perché parte da lontano.

La ditta IGECO aveva inoltrato, in tempi non sospetti, la proposta della costruzione di una centrale di compostaggio per il trattamento di rifiuti organici. Il gigantesco sito si svilupperebbe in due frammenti, il compostaggio dei rifiuti e la produzione di energia elettrica, una fase aerobica e una anaerobica. L’impero dei rifiuti, che dovrebbe sorgere in zona “Scaliddra” (nelle zone rurali site nei pressi di Caprarica e Galugnano, ma in territorio di San Donato), sta scatenando l’ira degli ambientalisti, del web, degli imprenditori agricoli e di molti cittadini; non quella, però, dell’amministrazione del Comune di San Donato, che fa capo al sindaco Ezio Conte. Si mostra molto preoccupato in proposito l’assessore del Comune di Caprarica ed esponente della sezione PD locale, Oronzino Verri: “Rimaniamo stupiti: proprio il sindaco Conte, insieme al quale, in passato, abbiamo sostenuto battaglie ambientaliste contro i cattivi odori provenienti dalla discarica della vicina Cavallino, ora fa una scelta molto incoerente. E, anche se egli stesso si dice “favorevole, nel rispetto della normativa”, speriamo in un totale ripensamento”. 16 ettari di terreno, 30000 tonnellate (trenta milioni di chilogrammi) di rifiuti l’anno, un costo di realizzazione di 23 milioni di euro: solo alcune delle cifre legate a questo impianto! “Ma non è questo il punto nodale. Qui si parla di benessere dei cittadini: la cosa che non riusciamo a comprendere è come questa struttura possa sorgere a circa 400 metri dall’abitato di Galugnano e a neanche 1 Km da quello di Caprarica! La legge parla chiaro: questo tipo di centrale deve distare almeno 2000 metri dai centri abitati (da tutti: non solo da quello di San Donato!!!, ndc) e 2500 metri dai siti sensibili come scuole, asili, strutture sanitarie con degenza, case di riposo. Il fatto che addirittura i lavori stiano già iniziando –e non riusciamo a capirne i motivi- significa che qualcuno non sta rispettando la legge”. Da registrare la posizione favorevole al progetto, espressa pubblicamente dal Sindaco e da alcuni Assessori di un Comune, quello di San Donato, già circondato da centri di stoccaggio e/o trasformazione dei rifiuti come quello di Cavallino (maleodorante soprattutto in alcuni giorni dell’anno: solo discarica, non tratta l’umido, pensate se lo trattasse!) e non lontano dalla centrale a biomasse di Calimera, sorta pochi anni fa, che tratta ramaglie e risulta comunque di dimensioni ben ridotte rispetto a quello che nascerebbe a Galugnano/Caprarica. Si avrebbero in circa 12 Km tre impianti di deposito dei rifiuti: non è un’esagerazione? “Immaginate i miasmi: la puzza sarebbe eccessiva a così poca distanze dalle case. La rabbia dei cittadini sarebbe amplificata dal fatto che l’impianto non dovrebbe proprio starci in quel punto! La questione è molto seria. Ciò che è “tangibile” è l’odore, non certo un bel profumino, inevitabilmente emanato dall’umido in decomposizione, ma durante la fase finalizzata alla produzione di energia elettrica l’inquinamento dell’aria potrebbe esser tale da mettere in pericolo la salute delle persone” continua Oronzino Verri, che si aspetta “un intervento da parte della Provincia: questo tipo di cose dovrebbero essere evitate perché ledono palesemente il benessere”.


Ci pensa Dario Corsini, responsabile del Servizio Ambiente della Provincia di Lecce a rasserenare, almeno per il momento, gli animi dei battaglieri pro-salute: “Non è stato presentato alcun progetto (al giorno 26 ottobre 2013, ndc), ergo non ci sono state autorizzazioni. Quando e se questo sarà fatto si valuteranno condizioni, rischi e pericoli”.

Contrari gli uomini e le donne della sezione LILT di San Donato (alcuni dei quali hanno passato sulla propria pelle il dramma di un tumore e di certo consiglierebbero di evitare una nuova “occasione di malattia”), contrarissimo Massimo Passabì, presidente del comitato cittadino “SOS Ambiente”: “Non si discute l’importanza e necessità di questa tipologia di impianti per il completamento dei ciclo dei rifiuti, ma l’ubicazione, a soli 400 metri dalle prime case di Galugnano e appena 1 km da quelle di Caprarica. La zona su cui si vuole operare, oltretutto, è di inestimabile valore ambientale, paesaggistico e storico-archeologico. è già incredibile che il nuovo PPTR la tuteli solo in parte…”.

Molti cittadini di San Donato, Galugnano e Caprarica sono indignati e cercheranno di far sentire la propria voce su una questione così delicata e di interesse pubblico. La polemica intanto è divampata sulla rete dove tantissimi “amanti della vita” iscritti a “SOS Ambiente” (consultabile anche sul gruppo Facebook) sostengono un’agguerrita lotta per la salute e per il territorio. Sperano di dimostrare finalmente come gli interessi di poche persone (davvero una minoranza) siano nulla in confronto al vivere bene, che è sostenuto dai più, ma che purtroppo in Salento latita da parecchio. Affinché la terra “a ddu nc’è sempre lu Sule” dei Sud Sound System non sia terra oscurata dall’ombra di poco nobili interessi economici, “difendila, la terra toa, amala e difendila”: una centrale di compostaggio di quella portata e in quel punto non è certo un toccasana, oltre che espressamente vietata dai regolamenti. La situazione è ancora in fase embrionale e in continua evoluzione, qualcosa potrebbe cambiare da un giorno all’altro, perciò condannare già da ora qualcuno sarebbe fin troppo prematuro. Ci auguriamo davvero di “esserci fasciati la testa prima di rompercela”…


Il sindaco di San Donato di Lecce Ezio Conte sull’impianto

“Favorevole solo alla sua tipologia”


La replica del sindaco di San Donato di Lecce, Ezio Conte, non si è fatta attendere: “Sono stato e continuo ad essere uno strenuo difensore dell’ambiente”, dice il primo cittadino, “e le mie lunghe battaglie contro la discarica di Cavallino sono e continueranno ad essere incisive e costanti. È bene però precisare, che in questo caso non parliamo assolutamente di una discarica, bensì di un impianto di compostaggio che deve accogliere la frazione umida dei rifiuti che altrimenti andrebbe in discarica. Gli impianti di compostaggio possono costituire, oggi, una concreta soluzione. Da amministratori non possiamo continuare ad evitare il problema posponendolo di giorno in giorno e sperando che si risolva da sé; dobbiamo intervenire scegliendo una soluzione che non danneggi il nostro territorio. Il mio parere favorevole”, conclude Ezio Conte, “è quindi rivolto esclusivamente alla tipologia di impianto, fermo restando che siano rispettati tutti i parametri di legge, comprese le distanze da Galugnano e dai paesi confinanti”.


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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria

Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club  Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»

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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.

Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.

Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.

Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.

L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.

«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»

L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.

Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.

Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.

Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.

La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.

«“Ruote nella Storia è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».

La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.

I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico

Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.

L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.

Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.

Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.

La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.

Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.

Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.

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