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Taviano si spacca sui Testimoni di Geova

La crepa: la maggioranza concede un lotto nella zona industriale per “La Sala del regno” contro il parere, in Consiglio comunale, del vice sindaco ed assessore delegato

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una tipica sala del regno dei testimoni di Geova


La questione del lotto concesso nella zona industriale per un valore di 50.000,00 euro alla congregazione dei Testimoni di Geova ha creato in città un vespaio di polemiche. Quanto accaduto nel Consiglio comunale è davvero clamoroso e sembrerebbe prefigurare per Tviano una… doppia maggioranza! Quella del sindaco Carlo Portaccio e quella del suo vice Giuseppe Tanisi. Contro il parere fermo del vice sindaco, anche Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici, che tra l’altro più volte aveva sollecitato la sua Giunta e il suo gruppo di maggioranza a recedere dalla decisione con missive protocollate (parere che è stato esplicitato anche in Consiglio comunale con il voto contrario all’assegnazione del lotto ai Testimoni di Geova),  la maggioranza all’unanimità, con i voti di una parte dell’opposizione (Democratici Popolari) e l’astensione di Città Aperte ha approvato questa concessione.


Sulla questione, ormai di dominio di pubblico, dagli ambienti ecclesiastici e quindi dalle parrocchie San Martino, Addolorata, Sant’Anna nella Marina di Mancaversa che potrebbe essere così riassunta: “Non possiamo giudicare la decisione politica di questa maggioranza: se ha concesso un luogo di culto ai testimoni di Geova, avrà avuto i suoi motivi. Certo che in questo modo si rischia di creare un precedente e trasformare il territorio di Taviano in una nuova Babele”.


Ma anche gli imprenditori della Zona Industriale dove dovrebbe sorgere il luogo di culto hanno voluto dire la loro. Per tutti parla Enzo Bruno, personaggio noto dell’imprenditoria locale: “Costruire una chiesa in una zona industriale mi sembra quanto meno opinabile. Condivido la posizione del vice Sindaco che clamorosamente è stato messo in minoranza in Assise comunale. Questa Sala del Regno potrebbe creare non pochi problemi al passaggio dei tir che già hanno molte difficoltà a muoversi. Non capisco proprio cosa centri una chiesa all’interno della zona industriale volàno dell’economia locale”.


Per la maggioranza parla l’assessore Leonardo Tunno: “Non potevano, nella situazione in cui siamo, rifiutare la somma che ci hanno pagato i Testimoni di Geova per l’acquisto del lotto nella zona industriale. Non giudico l’atteggiamento del vice Sindaco, ma noi della maggioranza abbiamo pensato compatti di dare parere positivo anche perché siamo per la libertà di culto”.


L’opposizione del gruppo Città Aperte ha resa nota la propria posizione con un manifesto pubblico: “Come si può smentire in un Consiglio comunale un proprio vice Sindaco, delegato all’Urbanistica, mettendolo quasi alla berlina, nonostante avesse spiegato con una sua lettera le motivazioni del suo parere contrario? Che politica è questa? Perché tanta ostinazione da parte del Sindaco di concedere il lotto ai testimoni di Geova? Cosa ci sarà sotto? Forse qualche promessa da mantenere e assunta prima della campagna elettorale? Esprimiamo la nostra solidarietà a Giuseppe Tanisi”.


A completare il quadro propro le parole con cui Giuseppe Tanisi spiega i motivi della sua presa di posizione contro la cesisone del lotto ai testimoni di Geova: “A Taviano ognuno è libero di professare il proprio credo e le proprie convinzioni religiose. La libertà religiosa è un diritto di ogni uomo e di ogni cittadino. Ma la vera libertà religiosa implica, il riconoscimento, il rispetto e l’amore della dignità inviolabile di ogni individuo, al di là della cultura e della religione che professa, al di là del colore della pelle o delle sue idee politiche. Vivere in una comunità politica significa contribuire alla costruzione del bene comune. A uguali diritti dei cittadini, nondimeno devono corrispondere uguali doveri morali, sociali, civili e politici, verso la comunità di appartenenza. Per tali ragioni ravviso la necessità che su tale argomento si possa esprimere un voto di coscienza, rifiutando di ottemperare ad una richiesta pur liberamente espressa e considerando gli effetti che deriverebbero come conseguenza dell’atto in discussione. Effetti contrari alla mie convinzioni ideologiche, morali e religiose. Personalmente, pertanto, mi propongo quale obiettore di coscienza, e come tale mi ritengo legittimato a non promuovere l’azione di proselitismo della congregazione dei testimoni di Geova.

Esprimo il mio voto contrario alla proposta di deliberazione per motivi di coscienza. Ribadisco, senza alcun modo giudicare, il carattere di antipolitica geovista che impone di non prendere parte alla politica in nessun paese, che impone di non esercitare il diritto-dovere di voto, di non salutare la bandiera, di non riconoscere alcuna festa religiosa e civile, che scoraggia fermamente la formazione universitaria e proibisce le trasfusioni di sangue; e senza in alcun modo giudicare l’ostracismo geovista di cui è vittima chiunque decidesse di prendere le distanze dagli insegnamenti dell’organizzazione e che destruttura visibilmente i rapporti familiari.

Il mio voto contrario piuttosto è determinato dal fatto che l’argomento non ha mai fatto parte del nostro programma elettorale”, spiega ancora nella sua lettera Tanisi, “nè tanto meno è stato argomento di vivace e partecipato dibattito durante la recente campagna elettorale. Tale scelta potrebbe anzi assumere il valore di opposizione e contrarietà alle prerogative del programma elettorale, nonché allo spirito della nostra proposta politica. Questo provvedimento potrebbe ingenerare disagio ed imbarazzo nella comunità cittadina che in noi ha riposto la sua fiducia, e che anzi potrebbe non capire e bocciare del tutto simile dispositivo. La scelta è in  contrasto con i metodi di lavoro, che pur ci siamo dati per conseguire e rappresentare, attraverso le determinazioni dell’organo esecutivo, la massima condivisione con tutti i Consiglieri della maggioranza.

Si è sempre deciso di costruire, passo dopo passo, la generale condivisione dell’intero gruppo consiliare delle scelte da adottare, integrando con modifiche, rinvii, emendamenti, le soluzioni da approvare nelle sedi competenti. Fino ad oggi, ho sperimentato, e abbiamo sperimentato insieme, che, a motivo delle difficoltà di perseguire l’unanimità del consenso, si è anteposta la riflessione alla dinamicità del produrre soluzioni amministrative; è un atteggiamento ripagato dalla soddisfazione per aver fatto tesoro del parere di chi poteva anche esprimere un giustificato dissenso o una posizione minoritaria”.


Credo religioso a parte, dalle parole di Tanisi è facile evincere che all’interno della maggioranza ci sia una frattura difficilmente risanabile.


Giuseppe Aquila


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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria

Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club  Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»

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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.

Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.

Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.

Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.

L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.

«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»

L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.

Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.

Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.

Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.

La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.

«“Ruote nella Storia è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».

La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.

I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico

Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.

L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.

Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.

Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.

La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.

Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.

Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.

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