Attualità
Tricase: così ti gestisco il porto…
In attesa che si chiarisca la questione della concessione, siamo andati a trovare Riccardo Sandri, direttore del porto di Tricase per Marine Italia S.r.l., che ha in gestione
In attesa che si chiarisca la questione della concessione, siamo andati a trovare Riccardo Sandri, direttore del porto di Tricase per Marine Italia S.r.l., che ha in gestione la struttura ed ha fatto richiesta di concessione unica. Sandri esordisce con un dato: “Prima di noi il Comune incassava dall’affitto dei posti barca 90mila euro in un anno; noi ne abbiamo fatturati 144mila, senza proporre aumenti di tariffe”. Cos’è cambiato dal vostro arrivo? “Il bando che abbiamo vinto prevedeva la realizzazione di un impianto antincendio e la predisposizione di un progetto per l’ampliamento del porto. La Società ha risposto impegnandosi anche ad affettuare una serie di investimenti stabiliti in un cronoprogramma che fa parte dell’offerta agli atti di gara: dalle colonnine servizi al rifacimento dei bagni pubblici, all’allestimento di una sede di accoglienza per i clienti, videosorveglianza e sbarre, rifacimento degli ormeggi, ecc. Alcuni interventi sono stati anche anticipati rispetto al cronoprogramma. Qualcosa, in un anno e mezzo, abbiamo cominciato a fare, ma ne resta ancora molto. Tra un mese partiranno i lavori del Comune per la realizzazione di circa 200 tetrapodi per rifiorire la mantellata franata a causa della mareggiata di tre anni fa; rifaranno la banchina ovest, parte dell’illuminazione pubblica, infine sbarre e telecamere”. Per quest’estate altre novità? “I bagni rifatti con le docce calde e gli spogliatoi, speriamo anche di riuscire ad installare una rete di wi-fi per i nostri ospiti”. Continuerà la straordinaria, nel senso letterario del termine, abitudine di fare il bagno nel porto? “Sarà difficile convincere la gente finchè non ci saranno valide alternative da offrire”. Avete richiesto la concessione unica del porto: cosa cambierebbe se ve l’accordassero? “Noi siamo qui dalla mattina alla sera, tutti i giorni dell’anno, e se ce ne dessero la possibilità offriremmo i nostri servizi a tutti gli utenti del porto, aumentando anche le entrate pubbliche per la quota di canone di nostra competenza”. Cosa accadrebbe invece a quei soggetti che oggi usufruiscono della concessione di uno specchio d’acqua? “Nessuno dice che chi c’è oggi dovrà perdere i suoi posti barca. Ma il porto è un bene pubblico, ed “i principi di erogazione dei servizi pubblici” prevedono la parità di trattamento verso gli utenti. Secondo noi è giusto che tutti coloro che usufruiscono del porto, vengano trattati allo stesso modo. Non vogliamo togliere niente a nessuno, anzi sarà nostro interesse valorizzare i soggetti presenti e gli scopi che perseguono. Detto questo bisogna anche ricordare che la Comunità Europea ha stabilito che tutte le concessioni demaniali marittime, affidate senza bando, andranno a gara entro il 31 dicembre 2015”. Il futuro prossimo del porto di Tricase, secondo i vostri progetti, quale sarà? “Come da bando, abbiamo realizzato per il Comune il “progetto preliminare per la messa in sicurezza ed il ripristino del porto turistico di Tricase”. Si è svolta la prima Conferenza dei Servizi che ha prodotto una serie di prescrizioni: sulla scorta di queste abbiamo redatto una versione aggiornata del progetto preliminare che è già stata depositata in Comune. Il 29 aprile prossimo ci sarà la Conferenza dei Servizi sul nuovo preliminare”. Torniamo al presente. C’è chi dice che la presenza in banchina degli operatori sia uguale a prima, se non addirittura diminuita. “Prima lavoravano in 3-4 nel periodo estivo, adesso in 5 tutto l’anno. Gli orari sono esposti nelle bacheche del porto”. L’estate scorsa un velista di passaggio si lamentò per la cifra esosa che gli venne chiesta per la zona di transito. “Il tratto di banchina destinato al transito è demanio pubblico gestito dalla Capitaneria di Porto. Quel tratto è libero e l’ormeggio è gratuito per tre giorni. Se però si richiedono acqua, luce e altri servizi, si paga la tariffa giornaliera come accade in tutti i porti. E al signore in questione, con 13 metri di barca a vela, abbiamo fatto pure lo sconto…25 euro al giorno esoso?”. Nel canale di transito tra i due bacini ci sono due monconi di ferro che avrebbero provocato danni a delle imbarcazioni. “Beh, se avessero procurato danni, penso che a riguardo ci sarebbero esposti contro la mia Società, ma la cosa non mi risulta. Resta il fatto che ci sono ancora molte cose da sistemare, non siamo sicuramente perfetti ma il nostro impegno è costante”. Prima di congedarsi, Sandri ci tiene a specificare che “Marine Italia non ha aziende partecipate o controllate a cui affidare i lavori ma la sua attività è la gestione; la società ha uno studio di progettazione a Ravenna e le ditte che finora hanno realizzato i lavori al porto non sono certo aziende nostre”.
Marine Italia si è aggiudicato anche il bando per la gestione del porto di Torre Vado. “Abbiamo partecipato con l’avvalimento di Italia Navigando (Società controllata da Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, Ndr) l’obiettivo comune è la valorizzazione delle piccole realtà portuali, cercando di migliorare la qualità dei servizi e di sistemare quello che c’è, senza inseguire mega progetti ad alto impatto ambientale. Gestiremo Torre Vado per cinque anni con un programma di investimenti per riqualificarne strutture e servizi. L’obiettivo è creare una piccola rete di piccoli approdi con gli stessi standards nella qualità di servizi offerti, in sinergia con l’offerta turistica locale e dare l’opportunità ai nostri clienti di prenotare nel circuito dei porti salentini per più periodi in più posti”. Quali saranno gli interventi che effettuerete? “C’è tutto da sistemare: colonnine dei servizi, bagni, videosorveglianza, sbarre, sede dell’ufficio, promozione nella rete di Italia Navigando, ecc.”. Quanti i posti barca? “Circa 250”. Tempi di realizzazione? “Da uno a tre anni”.
Giampiero Baglivo con la So.Ge.Sta è concessionario, oltre che di uno specchio d’acqua di circa 25 metri del porto di Tricase, anche del piazzale davanti alla gru e del piano di sotto del famoso casotto dove nel frattempo ha realizzato, a sue spese, servizi, aggiustamenti e lavori di manutenzione. Baglivo punta il dito “sull’assenza del servizio di rifornimento carburante, vitale sia per gli utenti che per chi deve lavorare nel porto. Sono due anni che non se ne fa nulla e non si capisce se quest’anno il servizio potrà essere ristabilito. E ovviamente chi deve investire per la sua attività deve fare i conti con la gestione dei costi oltre che con le responsabilità e i rischi che comporta il trasporto del carburante. Per chi come me d’estate svolge un’attività di noleggio imbarcazioni, diventa problematico il calcolo del carburante consumato, che in genere si fa riempiendo nuovamente il serbatoio. Tra l’altro, per i rischi che si possono immaginare, tenere lì delle lattine di carburante e versarle nelle imbarcazioni è cosa non consentita dalla legge”. E l’assenza prolungata del servizio “ha già provocato danni alla mia attività. E anche quest’anno io sto realizzando delle barche nuove per il noleggio… ma se entro un mese non ho certezze in merito al ripristino del distributore di carburante, quelle barche finiranno a Santa Cesarea, a Torre Vado, alle Isole Tremiti, ecc…”. A tutt’oggi la questione del distributore è impantanata in una serie di contenziosi legali che sembrano non voler mai conoscere fine. Inevitabile la domanda sulla possibile concessione unica a Marine Italia. E Baglivo non si lascia pregare: “Secondo me occorre verificare che non vengano alterati gli equilibri nel sistema sociale locale e nello storico della gestione del porto. Nel mio caso specifico ho ancora lavori in corso, ho fatto investimenti sia nella struttura che nella logistica per realizzare barche ed ora avrei bisogno anche di rientrare dall’investimento e comunque dare un seguito alla mia attività. Bisogna verificare le condizioni e vedere se le piccole realtà esistenti potranno sopravvivere e continuare la loro opera”. Possibile che non si sia mai riusciti a fare corpo unico tra i tanti attori protagonisti del porto e si sia arrivati alla possibilità di dare tutto in mano ad una società di Ravenna? Baglivo non si nasconde: “E’ conseguenza di una paralisi politica protrattasi negli anni. Se il Comune di Tricase avesse avuto la voglia, la capacità e l’interesse, avrebbe potuto creare una delegazione per redigere nel tempo un progetto valido per la realizzazione del porto con l’intervento di privati. Ma si sa: se si gestiscono soldi pubblici si ha un certo potere, se invece si trova un privato che investe…”.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival
Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca
La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.
Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).
Protagonisti della vicenda sono: Dominique Sanda, Celeste Casciaro, Ninni Bruschetta, Ignazio Oliva, Karolina Porcari, Johanna Orsini, Francesca Ziggiotti, Dora Sztarenki, Josef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.
Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.
Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.
In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.
L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.
Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.
Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.
“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.
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Attualità
Questo non è amore
Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “…questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.
Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.
Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.
Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.
Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.
Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».
Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».
Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.
L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.
Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.
In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.
Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.
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Attualità
Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria
Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»
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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.
Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.
Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.
Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.
L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.
«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»
L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.
Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.
Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.
Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.
La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.
«“Ruote nella Storia” è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».
- L’Alfa Romeo Giulia tra i muretti a secco
- La chiesa di San Domenico fa da sfondo a Ruote nella Storia
- Un momento della manifestazione svoltasi a Tricase
La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.
I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico
Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.
L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.
Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.
Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.
La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.
Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.
Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.
- La Balilla
- L’Aurelia
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