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Cronaca

«Reddito di cittadinanza favorisce lavoro nero»

Uiltec Lecce: «Misura fallimentare, rischia di alimentare le cattive prassi». La segretaria generale del sindacato Fabiana Signore commenta l’esito dell’attività di controllo dei Carabinieri di Matino in un’azienda di abbigliamento 

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Lavoratori in nero e col reddito di cittadinanza? Quanto emerso nelle ultime ore dalla fabbrica di abbigliamento di Matino è la dimostrazione lampante del fallimento di questa misura»: entra a gamba tesa la segretaria generale del sindacato della Uiltec di Lecce Fabiana Signore.


«Pensato come strumento che doveva contribuire a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro e dare risposte alla disoccupazione di lunga durata», approfondisce, «il reddito di cittadinanza rischia di alimentare sempre di più le cattive prassi».


La segretaria generale della Uiltec di Lecce, Fabiana Signore


«Quel che fa rabbia», prosegue la sindacalista, «è che non impariamo mai dagli errori del passato.


Basti pensare a cosa ha generato nel settore tessile per anni, sul nostro territorio, il ricorso alle mobilità in deroga.


I parametri e le modalità sono ovviamente diverse da quelle del reddito di cittadinanza, ma i risultati sono i medesimi: i lavoratori andavano comunque a lavorare in nero, pur percependo i soldi dell’ammortizzatore sociale, perché alcune aziende utilizzavano questo strumento per pagare in nero ed evadere. Così si è prodotto un massacro».

«Abbiamo già subìto situazioni del genere», per la Signore, «la povertà al Sud non si combatte in questo modo.


Con questa misura non stiamo aiutando le aziende ad assumere, piuttosto stiamo favorendo il lavoro in nero.


Non solo, stiamo contribuendo ad alimentare la concorrenza sleale fra imprenditori onesti, che da anni lavorano per contribuire alla ripresa e allo sviluppo del settore.


Rafforzare i controlli per evitare queste e altre cattive prassi, a questo punto, è l’unica via per salvaguardare davvero i lavoratori».


Cronaca

L’incubo di incendi di auto nella notte: altre cinque coinvolte

I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli.

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Lecce si sveglia ancora con l’incubo delle auto incendiate: questa volta sono cinque le auto interessate.

I vigili del fuoco sono infatti intervenuti per spegnere due roghi nei quali sono stati distrutti i veicoli ed altre tre auto danneggiate.

Il primo verso le 2 e mezzo nel rione Borgo Pace, dove una Fiat 600 è stata avvolta da una fiammata; l’auto è di proprietà di una 58enne di origini brasiliane.

Oltre ai pompieri sono intervenuti anche i carabinieri, gli stessi che hanno cercato le videocamere installate in zona, per avviare le indagini e stabilire l’origine dell’accaduto.

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Cronaca

Ruba a casa di anziana vicina, donna nei guai

Aveva arraffato mobili in oro dalla cucina dell’anziana signora. Ora è ai domiciliari

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Arrestata in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Parabita, la donna ritenuta
presunta responsabile del furto perpetrato presso l’abitazione di un’anziana del posto.

La donna, di nazionalità italiana, poco prima, era entrata nell’abitazione di una vicina di casa.

Dopo alcuni minuti, all’insaputa della vittima,
la medesima iniziava a rovistare nell’appartamento, riuscendo ad arraffare alcuni monili in oro da un mobile della cucina.

I Carabinieri, in servizio di pattuglia nel centro abitato di Parabita, allertati da una segnalazione
al 112 (Numero Unico Emergenze), sono giunti sul luogo indicato e hanno individuato e bloccato la donna che usciva dalla casa.

Sottoposta a perquisizione personale è stata trovata ancora in possesso dei preziosi in oro del valore di circa 1500 Euro, nascosti
all’interno di una busta.

I militari hanno poi riconsegnato all’avente diritto tali preziosi.

La ladra è stata arrestata e, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotta presso la propria abitazione e sottoposta agli arresti domiciliari.

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Cronaca

Lavoro… cinese: 4 lavoratori in nero e 4 ditte sospese

Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati. In provincia Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese. Elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro

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È prevalentemente in nero o sottopagato il lavoro cinese in Italia.

Sono irregolari a vario titolo il 100% delle aziende guidate dai cinesi e l’80% dei lavoratori occupati.

È quanto risulta dall’operazione svolta dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Lecce unitamente a personale dell’ITL di lecce e dell’Arma territoriale nell’ambito di un’attività svolta dal 20 al 27 aprile nella provincia di lecce ed estesa a livello nazionale, coordinata dall’europol e finalizzata al contrasto dello sfruttamento del lavoro e irregolare delle imprese gestite da cittadini extracomunitari.

Le violazioni accertate hanno visto sia l’inosservanza della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che quelle di natura amministrativa.

Le prime riguardavano la mancata valutazione dei rischi, la mancata sorveglianza sanitaria dei dipendenti e la non conformità dei requisiti idonei sugli ambienti di lavoro e locali spogliatoi e igienici mentre, le seconde il lavoro nero, pagamento in contante di parte della retribuzione, la mancata tracciabilità della stessa e l’ inosservanza dell’ orario di lavoro previsto dai CCNL.

Le verifiche hanno interessato il settore edile, attività commerciali e la filiera della ristorazione presenti nel territorio della provincia di lecce.

Su 7 aziende ispezionate 4 sono state sospese e sono state elevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di centomila euro.

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