News & Salento
Lecce: al Castello Carlo V i dipinti al “Cardiopalma”
Apre i battenti domenica 21 marzo (ore 18:30) presso il Castello Carlo V, Belcore, la mostra dell’artista salentina Ada Mazzei promossa dalla Provincia di Lecce e dal Comune di Lecce e curata da Cesare Biasini Selvaggi. La mostra comprende 15 dipinti di grande formato e 3 imponenti installazioni. Belcore è il nome con il quale, nel 1873, Dante Gabriel Rossetti ribattezzò un suo quadro fino a quel momento intitolato “Monna Vanna”, la dama amata dal poeta Guido Cavalcanti. In questo dipinto, conservato alla Tate Gallery di Londra, la protagonista è una donna dalla bellezza androgina, sensuale e a tratti inquietante, che cela il suo segreto nel ciondolo indossato al collo. Un gioiello prezioso che riproduce la forma di un cuore cioè di quello che, lungi dall’essere considerato soltanto un organo, è sempre stato un simbolo gravido di “poteri”, “messaggi esoterici” che vanno ben al di là della sua funzione anatomica. Il cuore rappresenta infatti il centro dell’uomo, l’unico luogo in cui sono decriptabili i significati profondi del mistero della sua esistenza, al di là delle censure coercitive di una razionalità puramente funzionale. Belcore, nell’intendimento di Ada Mazzei, è un inedito ciclo pittorico (al “cardiopalma”) che, questa volta, realizza il suo messaggio di estraneamento meta-testuale, meta-fisico attraverso la forma, gli umori, i suoni, i significati del cuore. Dipinti quindi da intendersi come “talismani”, cioè immagini che appaiono come identità cariche di una loro arcana suggestione. Il potere emblematico, un certo senso d’imponderabile, la sapiente alchimia di soggetti metaforici e allusivi, sono infatti una cifra stilistica costante e fondante della ricerca di Ada Mazzei, sin dalla genesi del suo percorso artistico. Dalla memoria di cose viste prende sostanza l’immaginazione di Ada Mazzei che va componendo una vera e propria mitografia dell’essenza femminile, intrisa di una sanguigna emotività che de-forma, de-struttura il soggetto originario, il cuore, conservandone tuttavia il riferimento semantico, per tradurlo nei sensuali anfratti, negli umidi opercoli degli strati psichici e spirituali più profondi di ogni donna e dei suoi lancinanti particolari. All’interno delle valve che si schiudono tra gli atri e i ventricoli dei suoi cuori, matureranno quei congiungimenti misteriosi, divini, che creano la vita. La mostra resterà aperta sino al 25 aprile, ogni giorno (anche sabato e domenica) dalle 9 alle 13 e dalle 16,30 alle 20,30. Ulteriori informazioni sul sito www.adamazzei.it.
Appuntamenti
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Attualità
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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