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Santa Cesarea

Cerfignano: Presepe Vivente nel borgo antico

Anche quest’anno il piccolo borgo di Cerfignano (Santa Cesarea Terme) si trasformerà in “Cittadella dei Presepi”: dalle finestre delle strade, dalle botteghe artigiane

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Anche quest’anno il piccolo borgo di Cerfignano (Santa Cesarea Terme) si trasformerà in “Cittadella dei Presepi”: dalle finestre delle strade, dalle botteghe artigiane al percorso della Natività si potranno ammirare le più suggestive scene presepistiche e gli scrigni d’arte ispirati al mistero del Natale e al suo eterno messaggio di fede, solidarietà e pace universale. Il Presepio Vivente (terza edizione, 25 e 26 dicembre e 1° e 6 gennaio, dalle 17 alle 21), con i laboratori per la realizzazione di tanti elaborati dei bambini, che celebrano la più attesa ricorrenza spirituale, farà da corona alla 5^ Rassegna dei Presepi, curata da Enrico Cuccodoro: ormai un grande, consolidato successo di edizione in edizione. L’apertura ufficiale del Presepe Vivente è prevista domenica 25 con la benedizione del pane caldo (che sarà distribuito in ogni serata). Lunedì 26 ci sarà anche il mercatino del pane (tutto preparato dai ragazzi dell’Oratorio) mentre in serata, dalle 20, il concerto di canti natalizi in piazza con i Tamburellisti di Otranto. Domenica 1° gennaio il buon anno sarà augurato a tutti in piazza al suono delle tradizionali zampogne. Infine, venerdì 6, l’arrivo dei Re Magi alla Grotta della Natività; alle 21,30 la chiusura ufficiale del Presepe Vivente con ringraziamenti e premiazioni.

Alessano

Da domani il 112 vale per tutti

Attivo anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie quindi valido per tutti anche nella nostra provincia. Intanto sullo smartphone si può scaricare l’app “Where Are U”

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Da domani 112 NUE – Numero Unico di Emergenza Europeo sarà attivo in tutti gli Stati dell’Unione Europea.

Ovviamente, anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie e quindi varrà per tutti i paesi della provincia di Lecce.

Il servizio, completamente gratuito, garantito 24 ore su 24, 7 giorni su 7, potrà essere utilizzato per ogni tipo di richiesta di intervento o soccorso.

Il 112 NUE sostituisce tutti quei numeri di emergenza attualmente utilizzati:

  • il 112 dei Carabinieri
  • il 113 della Polizia di Stato
  • il 115 dei Vigili del Fuoco
  • il 118 del Soccorso Sanitario
  • il 1530 dell’emergenza in mare

Il 112 farà capo ad una Centrale Unica di risposta del Dipartimento di Protezione Civile che provvederà ad indirizzare le chiamate a seconda del tipo di emergenza e assistenza necessaria nonché di priorità, avendo un quadro completo delle richieste sull’intero territorio.

Per tale motivo dalla Polizia di Stato invitano gli utenti residenti nei centri che fanno riferimento ai Commissariati di Galatina, Gallipoli, Nardò, Otranto e Taurisano a non contattare il numero diretto del Commissariato competente, ma di chiamare comunque il NUE 112 che sarà in grado di intervenire più velocemente.

Stesso discorso ovviamente per le caserme dei carabinieri, quelle dei vigili del fuoco per il soccorso sanitario e per le emergenze in mare.

Il numero può essere chiamato da rete fissa o mobile, anche da cellulare sprovvisto di SIM o privo di credito o bloccato ed è disponibile inoltre il servizio multilingue.

Inoltre il 112 NUE può essere chiamato direttamente scaricando dall’App store l’applicazione dedicata “Where Are U” che si consiglia di installare sul proprio telefono cellulari, in quanto la tecnologia utilizzata permette una localizzazione della chiamata in modo più preciso e veloce, particolarmente utile nel caso di chiamate mute o di utenti non udenti.

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Attualità

Santa Cesarea Terme: lasciatemi dire…

Considerazioni a margine di Annibale Elia, consigliere d’opposizione dal 1975 al 1980 e vice sindaco in tutti gli anni ’80

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Prendendo spunto dal docufilm di Alfredo De Giuseppe, “Santa Cesarea, splendore e disperazione, Annibale Elia che ha vissuto da di dentro numerosi anni della politica del paese (consigliere d’opposizione dal 1975 al 1980 e vice sindaco in tutti gli anni Ottanta) ci ha consegnato alcune sue “considerazioni a margine” che vi proponiamo di seguito.

«Il documentario ci ha mostrato la bellezza di un posto che abbiamo sempre amato.

Splendida la fotografia perché bella è lei: Santa Cesarea dono della creazione. E poi…

Intanto un falso assoluto: nel perimetro urbano del capoluogo comunale, ossia Santa Cesarea non vi è un caso, che sia uno, di costruzione abusiva

Il Comune di Santa Cesarea Terme si è dotato di PRG nel 1970.

Lo stesso può essere oggetto di critica come lo è stato.

Chi lo ha adottato ha forse avuto una visione troppo ottimistica, tant’è che a distanza di 50 anni il maggior numero di comparti non è stato attuato.

Una visione ottimistica ed un indirizzo di scuola urbanistica, allora imperante, che ha permeato lo studio, che non è stato recepito dalla popolazione.

Anzi… il primo comparto realizzato a Vitigliano nel 1981. A Santa Cesarea intorno al 2000.

Questa forse la prima causa di una decadenza via via accentuatasi nel tempo.

Quella che possiamo definire la Santa Cesarea storica è una serie di villette, di palazzi, di abitazioni, tutte in bello stile e che formano il panorama che ammiriamo!

Poi il blocco delle costruzioni durato circa 30 anni ha fatto fuggire da Santa Cesarea quella borghesia che l’aveva resa bella e accogliente.

Aggiungasi le previsioni di PRG che privilegiavano le case o villette a schiera… e l’abbandono (da parte dei borghesi) diventa pressoché totale.

Una parola, per amor di verità, sul blocco: la colpa totale della politica.

Gli assertori del PRG convinti che poi il popolo capirà; i contrari hanno intravisto la possibilità di sostituirsi al comando, cavalcando la protesta e fomentando la paura.

Indicare però i ruderi di quelle che dovevano essere le case dei pescatori come abusivismi edilizi, è un falso storico.

Costruite negli anni 50, lasciate a metà a seguito del fallimento della cooperativa che le aveva ideate e le stava costruendo, ignorate (!) dai proprietari del terreno… non realizzato il comparto previsto nel PRG come Servizi per il turismo e la balneazione.

È sicuramente vero, come si è voluto indicare nel documentario, che le comunità di Cerfignano e Vitigliano non si sono (ancora!) amalgamate.

Ne è prova che soltanto le prime elezioni del dopoguerra hanno visto un sindaco che non fosse di Cerfignano.

Ma se all’origine la perla rifulse, vuol dire che quella causa non è così fondamentale.

Oggi quella che si è voluta chiamare disperazione è dovuta ad una mancanza di visione che, come accennato dal prof. Cuccodoro, non ha voluto tenere e non tiene conto dell’identità di una realtà territoriale.

All’origine della costruzione di Santa Cesarea era quasi obbligatorio, data la ridotta possibilità di mobilità,  trasferirsi per poter lavorare o realizzare una qualsiasi attività: nella prima metà del secolo scorso la popolazione del centro cresceva e negli anni ’50 raggiungeva circa 400 abitanti in inverno.

A conferma vi erano due pluriclassi con circa 30 ragazzi per ognuna.

Con la cresciuta mobilità, e ancor più dopo che la gestione della Terme SpA è divenuta politica (1979) l’occupazione presso le Terme non è stata precipua di chi abitava a Santa Cesarea, anzi si è passati nel tempo, all’inizio 1-1-1, vale a dire uno di Cerfignano, uno di Vitigliano e uno di Santa Cesarea, poi cambiato il segno politico 1-1 (Cerfignano – Vitigliano) ed infine nei tempi più recenti 1 sempre (C).

Una località senza popolazione naturalmente va a decadere. Gli errori della politica sono stati tanti: dalla ripartizione degli investimenti comunali sempre divisi per 3, quando andava bene; dalle case popolari costruite la prima volta a Santa Cesarea, ma poi mai più, anzi venduto un suolo di proprietà dell’ECA e che era destinato a tale utilizzo.

È mancata, in una parola, la cura della Comunità!

E non può sorprendere: oggi surrettiziamente si sta trasferendo perfino il Consiglio Comunale!

Un discorso a parte la gestione delle Terme.

Finché la gestione è stata del privato, è stato suo interesse veder crescere e sviluppare la località.

 Successivamente quando si è insediata la politica nella gestione diretta, per un primo momento ha potuto godere del trend positivo, che era anche positivo nella legislazione. I curisti erano arrivati a 35mila.

Lo studio dell’Università di Bari realizzato nel 1986 prevedeva nel giro di pochi anni un numero di curisti pari ad 80mila.

Si pensò il nuovo Centro Termale, con una possibilità di raddoppio successivo.

Ma gli effetti deleteri della politica che diventa gestione si sentirono subito: nel vecchio stabilimento lievitavano gli addetti, mentre si riducevano i curisti; il nuovo ebbe bisogno subito di una doppia gara, perché nel frattempo l’Amministrazione comunale era cambiata.

Ma se la proprietà della società Terme e quella del nuovo Centro Termale erano entrambe pubbliche, il dominio (vale a dire chi comandava) era completamente diverso.

Al che anziché sviluppare sinergie si è pervenuti alla situazione che è sotto i nostri occhi… disperati.

E quando poi è cambiata anche la legislazione riguardante le cure termali tutto è diventato più difficile.

Non è quindi la apertura ai privati dello sfruttamento delle acque termali la panacea di tutti i mali, come pare voglia suggerire il documentario.

Non riusciamo a comprendere altro suggerimento!

Negli anni ’90 fu fatto anche un tentativo in tal senso, abbandonato dagli stessi privati…

L’inversione del trend deve venire dalla politica, partendo dalla cura della comunità che insiste su Santa Cesarea, che sola può gestire quei servizi essenziali indispensabili per la comunità medesima e per tutti coloro che periodicamente si aggiungono come curisti o villeggianti».

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Alessano

Il nuovo corso del Parco

Il Parco Otranto Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase rinnova gli organi e gli obiettivi. Il sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo nuovo presidente, e Alberto Capraro, vice sindaco di Castro, vice presidente. Professionisti nel Cda per Otranto e Tricase

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 I 12 sindaci del Parco all’unanimità insieme alla Provincia di Lecce danno nuova vita agli organi direttivi, eleggendo il Comitato esecutivo e presidente e vice presidente dell’assemblea.

Dopo un confronto serrato (un eufemismo, al netto di alcune posizioni estreme nelle parole e nei fatti fortunatamente marginalizzate) e costruttivo, si è concordato un criterio di rappresentanza territoriale nel CDA estesa a tutto il Parco, e sono stati eletti all’unanimità il dott. Tenore, proposto da Otranto, di lunga esperienza amministrativa e professionale, il dott. Cataldi, proposto da Tricase, responsabile scientifico del CIHEAM Bari che porterà l’esperienza della progettazione internazionale nel Parco, e l’ing. Cristina Rizzo, ingegnere ambientale, proposta da Castrignano del Capo.

Avendo proposto professionisti nel CDA, Otranto e Tricase hanno rinunciato alla carica elettiva nell’assemblea dei sindaci che, sempre all’unanimità anche con il voto della Provincia, ha eletto il sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo presidente, e Alberto Capraro, vicesindaco di Castro, a vice presidente.

Ieri (10 maggio) si è tenuta la prima seduta dei nuovi organi del Parco, con la condivisione di visione e prospettive.

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