Taviano
Stalking: la persecuzione del XXI secolo
L’occasione era troppo ghiotta per farcela sfuggire, quella di incontrare uno dei massimi criminologi italiani ed europei in una delle sue poche presenze nella sua amata Taviano
L’occasione era troppo ghiotta per farcela sfuggire, quella di incontrare uno dei massimi criminologi italiani ed europei in una delle sue poche presenze nella sua amata Taviano. Andrea Feltri, 52 anni, vanta numerose pubblicazioni e collaborazioni con le più importanti università italiane ed europee come Londra, Bruxelles, Parigi. Attualmente è Presidente dell’Associazione “Accademia delle Scienze Psico – Criminologiche e Criminalistiche di Padova”. Esperto di sette sataniche, ha anche collaborato con le forze dell’ordine italiane su molti casi di patologia criminale come i serial killers. Con lui abbiano parlato di uno dei fenomeni maggiormente in evoluzione in questo periodo storico, lo “Stalking”, reato per il quale sono previste pene molto dure.
Professor Feltri, cos’è lo Stalking?
“Lo Stalking, ovvero la “sindrome del molestatore assillante”, è un termine di lingua anglofona che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerando stati di “ansia e paura”, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Letteralmente stalking significa “fare la posta”, si manifesta attraverso una serie di comportamenti basati sulla comunicazione e/o sul contatto, ma in ogni caso connotati dalla ripetizione, insistenza e intrusività. In altri termini, è un insieme di molestie essenzialmente psicologiche che si esplica con comportamenti persecutori, atteggiamenti minacciosi e di controllo nei confronti di una o più persone. Di conseguenza, tali agiti generano nella vittima paura, ansia e preoccupazione, ne violano la privacy e possono rappresentare un pericolo per l’incolumità personale. La persecuzione avviene solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata”.
Le vittime dello stalking sono donne o anche uomini?
“Generalmente per una persona essere amata è un bisogno superiore a quello di amare, senza però arrivare… all’ossessione”. Lo stalking può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione interpersonale e pertanto chiunque può esserne vittima. Le vittime di questi atti intrusivi e persecutori interessano chiunque e di entrambi i sessi. Ci sono persone, e intendo donne e uomini, che nel loro percorso di vita hanno, sfortunatamente, trovato chi le ha corteggiate in modo insistente, oppure, anche solo per poco tempo, importunate in autobus, al bar ed in altri luoghi pubblici, presentandosi, guarda caso, “sempre” nei momenti in cui queste erano presenti. A volte si ritiene una mera casualità trovare questi soggetti nei posti che solitamente si frequenta, come ad un bar a prendere un caffè, o magari nello stesso bus per recarsi a fare la spesa, oppure al lavoro. Ma tutto ciò che sembra all’inizio del tutto casuale, a volte cambia aspetto e diventa una vera e propria “ossessione”.
Quanto è diffuso questo fenomeno in Italia?
“Da una nota del 2009 dell’ex Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, in Italia le denunce sono state quasi cinquemila e gli arresti ottocento. Da una ricerca dell’O.N.S. (Osservatorio Nazionale sullo Stalking) un italiano su cinque ne è o ne è stata vittima. Per il 75%, le vittime sono donne, anche se sono in crescita le richieste d’aiuto da parte degli uomini. All’O.N.S le richieste di sostegno da parte di vittime maschili sono passate dal 10 al 25%. Quindi la maggioranza dei comportamenti assillanti viene messa in atto da partner o ex-partner di sesso maschile con un’età compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi) quando la causa è di abbandono o di amore respinto o superiore ai 40-45 anni quando ci si trova di fronte ad una separazione o ad un divorzio. Ad ogni modo, bisogna comunque tener conto del fatto che queste percentuali sono basate sulle denunce e segnalazioni che le vittime hanno fatto e, pertanto, non tiene conto della presenza del cosiddetto numero oscuro”.
Internet favorisce questi comportamenti ossessivi?
“Senza ombra di dubbio, anche la scelta di “colpire” attraverso internet (cyberstalking), mediante posta elettronica e Facebook, sta aumentando vertiginosamente, perché permette al molestatore di infastidire la vittima in qualsiasi momento, velocemente e a basso costo, restando nell’anonimato. Una definizione universale condivisa e codificata di questa molestia non vi è ancora, ma la caratteristica peculiare è quella di una persecuzione ossessiva che sostanzialmente ricalca i comportamenti fastidiosi o minacciosi che vengono commessi dal molestatore nella vita reale (come pedinare una persona, fare innumerevoli telefonate, ecc.) con la differenza che le succitate condotte vengono “traslate” nel mondo virtuale”.
Cosa spinge lo stalker a comportarsi cosi?
“Ripeto, le cause di questi atteggiamenti patologici possono essere diverse, ma spesso si traducono in casi di abbandono o di amore respinto (le vittime più giovani) o per separazione o divorzio. Il movente sembra essere dato dal fatto che lei/lui volesse lasciarlo e che lui/lei non accettasse questa separazione. Sicuramente da un punto di vista psicologico, una personalità debole o non ancora ben formata e che, per la paura di essere abbandonata, magari come ripetizione di esperienze infantili precoci di separazioni avvenute, si lega in maniera ossessiva a qualcuno. Lo stalker, quindi, sviluppa disturbi relazionali legati ad eventi traumatici e che manifestano un gran bisogno di affetto. Inoltre è stato constatato che circa il 58% del campione delle persone che agiscono con condotte moleste e violente ha vissuto almeno una volta nella sua vita un abbandono, una separazione o un lutto di una persona cara non elaborato. Si sottolinea quindi la possibile esistenza e persistenza nel soggetto stalker di un modello di attaccamento insicuro, per cui il soggetto non può fare a meno dell’altra persona, la quale diventa funzionale per la propria esistenza. L’attaccamento non è altro che la tendenza della persona a strutturare dei legami affettivi con persone significative, la cui perdita può produrre disagi emotivi e disturbi di personalità, sia nel bambino che nell’adulto. Lo stile di attaccamento è una relazione importante che si struttura tra il bambino e la persona che si prende cura di lui, ed è sicuramente la matrice delle relazioni che strutturerà nell’arco della sua vita”.
Pertanto, secondo lei, quale deve essere l’atteggiamento migliore per scoraggiare il “molestatore”?
“Non è possibile generalizzare facilmente delle modalità comportamentali di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori. Innanzitutto, inutile negare il problema. Spesso, dal momento che nessuno vuole considerarsi una “vittima”, si tende a evitare di riconoscersi in pericolo, finendo per sottovalutare il rischio e aiutando così lo stalker. Il primo passo è allora sempre quello di riconoscere il problema e di adottare delle precauzioni maggiori rispetto a quelle adottate dalle persone che non hanno questo problema. Occorre informarsi sull’argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti volti a scoraggiare, quando è possibile, gli atti di molestia assillante, quindi, evitare che il soggetto passivo si cristallizzi nella figura di “vittima” nei riguardi del persecutore. Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. Anche in questo caso, le frustrazioni aumenterebbero la motivazione allo stalking. È meglio cercare di ottenere una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerate la suoneria e rispondete gradualmente sempre meno. Per produrre prove delle molestie continue alle forze di polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura e raccogliere più dati possibili delle stesse. Inoltre sarebbe utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza”.
I casi di stalking riguardano solo le coppie?
“Assolutamente no. E’ una realtà di tipo “trasversale”. Sempre dai dati presentati dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, nel 55% dei casi gli “atti persecutori” si manifestano nelle relazioni di coppia, nel 25% dei casi nei rapporti di condominio, nel 15% dei casi sul lavoro, a scuola o all’università, e nel restante 5% dei casi in famiglia nel rapporto genitori-figli o tra fratelli e sorelle”.
Fino a che punto può arrivare uno stalker?
“Purtroppo la vittima, a seguito di questi eventi persecutori, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite indelebili. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate possono determinarsi stati d’ansia e problemi di insonnia o incubi, sino a giungere ad un serio quadro clinico di Disturbo Post Traumatico da Stress. Se rifiutato, lo stalker si mostra aggressivo, minaccia, inveisce contro la vittima, ne danneggia oggetti, può arrivare al punto di ledere fisicamente la stessa, sconfinando spesso con la possibilità omicidiaria”.
Cosa prevede la legislazione attuale?
“In diversi Paesi del mondo lo stalking è considerato reato. In Italia le condotte tipiche dello stalking sono punite, con la reclusione da sei mesi a quattro anni, dal reato denominato dal codice penale “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.). Tale reato è stato introdotto nel nostro Paese con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11, successivamente convertito in legge 23 aprile 2009, n. 38, promosso dal Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. Esso costituisce una sorta di completezza della già esistente norma sulla violenza privata: delinea, infatti, in modo più specifico la condotta tipica del reato e richiede che tale condotta sia reiterata nel tempo e tale da «cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura» alla vittima”.
Giuseppe Aquila
Cronaca
Colpo alla criminalità organizzata: 22 arresti
All’alba i carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno eseguito 22 arresti tra Squinzano, Trepuzzi, Racale e Taviano. Sequestrati beni per circa un milione di euro
All’alba di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, al termine di un’articolata e prolungata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione a una vasta operazione antimafia che ha portato all’arresto di 22 persone – 18 tradotte in carcere e 4 sottoposte agli arresti domiciliari – su un totale di 55 indagati, nonché al sequestro preventivo di beni per oltre 800mila euro.
Il provvedimento cautelare, composto da 23 misure (una delle quali non eseguita poiché il destinatario è deceduto), è stato emesso dal GIP del Tribunale di Lecce.
All’operazione hanno preso parte oltre 100 militari, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dal Nucleo Cinofili di Bari, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari-Palese e da personale specializzato API e SOS dell’11° Reggimento “Puglia”.
Gli indagati rispondono, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio, rapina, lesioni aggravate, usura, estorsione, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi e procurata inosservanza di pena, tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’approfondita attività d’indagine ha permesso di individuare anche ruoli operativi femminili stabilmente inseriti nei circuiti dello spaccio di droga.
Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce sono state avviate con la cattura del latitante Sergio Notaro, già condannato nel primo maxiprocesso alla Sacra Corona.
Unita per appartenenza alla frangia mafiosa guidata da Giovanni De Tommasi, attiva a Squinzano.
Notaro, deceduto nel 2022, era ricercato per numerosi reati commessi tra il 2008 e il 2013, tra cui l’associazione mafiosa ex art. 416-bis.
L’uomo fu rintracciato in una dependance nelle campagne di Melendugno, dove si nascondeva da mesi, ponendo fine al suo tentativo di fuga: da tale circostanza l’indagine ha assunto il nome convenzionale “Escape”.
Le successive attività hanno permesso di ricostruire la rete di appoggio che aveva favorito la latitanza del capo clan e di delineare struttura, ruoli, collegamenti e fonti di finanziamento di due frange operative riconducibili alla Sacra Corona Unita, attive nei territori di Campi Salentina e Squinzano: la prima guidata dal latitante arrestato, la seconda da un altro esponente vicino al clan De Tommasi.
È stata inoltre accertata la presenza di un’ulteriore organizzazione, con struttura verticistica, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti nelle aree di Campi Salentina, Novoli e Trepuzzi, nonché di un’altra associazione attiva nel traffico di droga nella zona di Casarano.
I proventi delle attività illecite venivano consegnati dai pusher ai rispettivi referenti e successivamente utilizzati sia per il sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie, sia per il mantenimento degli interessi economici del clan.
Durante la latitanza di Notaro, la gestione operativa del gruppo era stata assunta dal figlio, incaricato di riscuotere i proventi e coordinare le attività criminali, tra cui usura, estorsioni, traffico di stupefacenti e rapine.
Le indagini hanno documentato l’applicazione di tassi usurari del 10% mensile (pari al 120% annuo) ai danni di imprenditori locali in difficoltà economiche, nonché l’uso sistematico di minacce e violenze per il recupero dei crediti legati alla droga.
Sono state inoltre individuate diverse basi logistiche per la custodia e il confezionamento degli stupefacenti, denominate dagli affiliati “cd” o “stecche”.
Tra queste, una sala giochi di Novoli, considerata dagli investigatori base operativa dello spaccio, era gestita da un 49nne tratto in arresto insieme alla compagna, coinvolta stabilmente nella gestione delle forniture di cocaina.
Un’altra donna, una 42nne di Racale, ha ricevuto la misura in carcere, dove si trovava già detenuta dopo un arresto avvenuto a luglio con il sequestro di quasi 80 chili di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati numerosi arresti e sequestri per un totale di circa 70 kg di droga (cocaina, marijuana e hashish).
Tra i più rilevanti, l’arresto di due cittadini albanesi trovati in possesso di un ingente quantitativo di hashish e marijuana pari a 30 chili e il sequestro, a Racale, di 3,5 kg di cocaina e 28 kg di marijuana a carico di tre persone già note per reati legati agli stupefacenti.
Le indagini hanno anche evidenziato la disponibilità di armi da parte del gruppo, utilizzate per esercitare controllo e intimidazione sul territorio.
In particolare, nella stessa sala giochi di Novoli, due affiliati avevano esploso colpi di arma da fuoco contro un sodale, in un episodio intimidatorio legato alla gestione dello spaccio.
Durante una successiva perquisizione, i Carabinieri del Nucleo Investigativo avevano rinvenuto un arsenale composto da pistole calibro 9 e 7,65, un mitra MP5, un fucile a canne mozze, un ordigno esplosivo di circa 2,5 kg e numerose munizioni.
Le attività investigative hanno inoltre consentito di individuare uno degli autori della rapina commessa l’8 settembre 2019 ai danni di un noto avvocato penalista di Trepuzzi.
L’indagato, raggiunto dalla misura cautelare in carcere, è accusato, tra l’altro, di associazione mafiosa.
L’analisi degli elementi raccolti ha permesso di ricostruire la fase preparatoria dell’azione e le modalità di accesso all’abitazione, da parte di tre persone incappucciate e armate che avevano atteso il rientro della vittima approfittando dell’oscurità della pineta circostante.
Dopo averlo colpito al volto, gli avevano puntato un’arma alla tempia costringendolo a entrare in casa.
All’interno, l’avvocato, la moglie e i due figli minori erano stati tenuti sotto minaccia e costretti a rimanere immobili.
I malviventi avevano quindi obbligato il professionista, sempre sotto minaccia, ad aprire la cassaforte, da cui sono stati rubati denaro contante, preziosi e orologi, prima di rinchiudere la famiglia in bagno e allontanarsi.
L’operazione Escape rappresenta un significativo risultato nella costante azione di contrasto alla criminalità organizzata svolta dall’Arma dei Carabinieri, resa possibile dallo stretto coordinamento con l’Autorità Giudiziaria e dall’impegno quotidiano dei reparti sul territorio.
L’intervento, oltre a colpire la struttura operativa e finanziaria dei gruppi criminali coinvolti, contribuisce a rafforzare le condizioni di sicurezza per la comunità locale.
GLI ARRESTATI
Sono finiti in carcere: Loredana Coluccia e Clemente Manni, Daniele Papa, tutti 49nni di Trepuzzi; Giuliano Notaro, (il nano), 35 anni di Squinzano; Massimliano Leuzzi, 52 anni di Campi Salentina; Cosimo Schiavone, 57 anni di Salice Salentino; Federico Foccillo 42 anni, Simone Minutello 37 anni, Rebecca Pindinello 32 anni; Nicolas Marco Stifani 33 anni, tutti e 4 di Racale; Altin Avduramani, 52 anni nativo di Valona (Albania) e residente a Castro.
Costretti ai domiciliari: Gianfranco Grasso, 53 anni di Squinzano; Ettore Francesco Quarta 54 anni, Giuseppe Martena 47 anni e Pasquale De Michele 37anni, tutti di Campi Salentina.
Persone già detenute raggiunte in carcere da misure cautelative: Antony Notaro, 30 anni, e Massimo Scalinci, 50 anni, di Campi Salentina; Tomas Manni, 44 anni, e Sara Tafuro, 42 anni, di Racale; Carlo Coviello, 48 anni, Salvatore Perrone, 59 anni, di Trepuzzi; Ivan Perrone, 48 anni di Porto Cesareo.
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Appuntamenti
Taviano è in festa
Si celebra San Martino di Tours: tre giorni di fede, tradizione e convivialità
Taviano si prepara a vivere uno dei momenti più attesi e sentiti dell’anno: la Festa di San Martino di Tours, patrono della comunità.
Dal 10 al 12 novembre, il borgo si vestirà di luci, colori, profumi e musica per accogliere cittadini e visitatori in tre giornate dedicate alla fede, alla tradizione e alla convivialità, nello spirito autentico di condivisione che da sempre contraddistingue i tavianesi.
Nel suo messaggio alla cittadinanza, il sindaco Francesco Pellegrino ha ricordato il valore profondo di questa festa: «San Martino è il simbolo della condivisione e dell’attenzione verso il prossimo. Il suo gesto ci insegna che ogni volta che tendiamo la mano a chi ha bisogno, rendiamo più forte il legame che tiene viva la nostra comunità. La festa patronale è un’occasione per ritrovarci uniti, come cittadini e come credenti, e per guardare con fiducia al futuro».
Il sindaco ha inoltre voluto ringraziare quanti si sono impegnati nella realizzazione dei festeggiamenti: «Un grazie sincero al Comitato Festa di San Martino, guidato dal presidente Dario Meneleo, alle confraternite, alle associazioni, alle forze dell’ordine, ai volontari, e a tutti i cittadini che, con la loro partecipazione, mantengono viva questa tradizione. Un ringraziamento speciale va al gruppo dell’Infiorata Taviano, che ancora una volta ha donato alla città meravigliose opere floreali, abbellendo le nostre strade e arricchendo di bellezza e creatività anche i festeggiamenti di San Martino».
Un pensiero particolare è stato rivolto al parroco don Quintino De Lorenzis, che vive per la prima volta la festa patronale da guida della Parrocchia di San Martino, e a don Lucio che, dopo dieci anni di prezioso servizio, saluta la comunità tavianese.
«Solo unendo le forze, con la stessa umiltà e determinazione di San Martino», ha aggiunto, infine, il sindaco Pellegrino, «possiamo continuare a far crescere Taviano, migliorando la qualità della vita e il senso di appartenenza alla nostra comunità. Che San Martino protegga la nostra città e continui a guidarci nel cammino del bene comune».
Quest’anno, le bellissime luminarie firmate Luminarie Illumina di Micolani Rocco (Giurdignano) accenderanno la magia della festa, illuminando le vie del centro storico e creando un’atmosfera di luce e meraviglia che farà da cornice agli eventi civili e religiosi. Come da tradizione, accompagneranno i festeggiamenti anche la Fiera Mercato e il Luna Park, punti d’incontro e divertimento per grandi e piccini, che animeranno Taviano per tutti e tre i giorni della festa.
IL PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI
Tre giorni intensi di riti religiosi, musica, sapori e tradizioni popolari, per vivere insieme lo spirito più autentico di Taviano.
Lunedì 10 novembre
Santa processione in piazza San Martino
Gran Concerto Bandistico “Città di Taviano – Aure”
Percorso enogastronomico a cura dei ristoratori locali fino a piazza del Popolo, con piatti tipici e vino novello
From Joyfultime Live Show con Salvo Barresi, Alessia D’Urso e Fra Katame – musica, dj set, voce dal vivo e animazione
Martedì 11 novembre
Gran Concerto Bandistico “Luciano Vinelka” di Castellana
Percorso enogastronomico nelle vie del centro
Spettacolo pirotecnico serale
Mercoledì 12 novembre
Gran Concerto Bandistico “Città di Taviano – Aure”
Concerto di Antonio Amato, voce di spicco della Notte della Taranta
Giuseppe Toma, giovane artista salentino ed emergente di X Factor, aprirà la serata
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Appuntamenti
Giornate FAI d’Autunno, tutte le aperture in Salento
Una festa diffusa, organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari, per promuovere la conoscenza del patrimonio di storia, arte e natura del nostro Paese
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Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 11 e domenica 12 ottobre. Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati in 350 città in tutta Italia
Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre (anteprima sabato 4 e domenica 5) in 350 città, da nord a sud della Penisola.
Torna per la quattordicesima volta il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica.
Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione.
L’edizione di quest’anno – occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – è stata presentata a Roma, al Viminale, che sarà straordinariamente visitabile in occasione dell’evento. Voluto da Giovanni Giolitti come sede dell’Esecutivo, il palazzo – progettato nel 1911 dall’architetto Manfredo Manfredi – unisce il ricordo della Roma dei Cesari con il gusto monumentale del periodo ed è oggi sede del Ministero dell’Interno.
Un’apertura che ben rappresenta la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella valorizzazione di tanti luoghi speciali e nel coinvolgimento attivo di sempre più persone con lo scopo di educarle all’amore, alla conoscenza, alla tutela e al godimento del patrimonio storico, artistico e paesaggistico d’Italia.
IL PROGRAMMA IN SALENTO
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Cronaca2 settimane faScontro frontale sulla SS275, morta una donna
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Cronaca2 settimane faTricase, ennesimo colpo al distributore automatico
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Attualità6 giorni faDolcemente, di Tricase, eccellenza italiana della pasticceria
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Cronaca1 settimana faRitrovata a Morciano l’auto rubata al sindaco di Tricase
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Cronaca22 ore faTricase: sequestrata villa con piscina
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Attualità1 settimana fa“Prima di restaurare la piazza comunale, la ditta mette in vendita i cordoli su Facebook”
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Casarano3 giorni faLecce, Gallipoli, Casarano, Taurisano e Tricase: un arresto, denunce e segnalazioni
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Alessano3 settimane faSS 275 da Tricase a Leuca, tutto pronto










