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Cronaca

La prudenza non basta mai

Un mezzo che gli precedeva aveva frenato bruscamente facendogli perdere il controllo del mezzo a causa dell’asfalto bagnato

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Le sorprese sulle strade non finiscono mai, nemmeno quando ti vai a fare una passeggiata pomeridiana con la propria famiglia. Oggi pomeriggio intorno alle 18,00 mentre con la mia famiglia mi accingevo per fare una passeggiata nelle nostre marine, percorrendo la SP. 112 giunti all’altezza dell’incrocio semaforizzato, con la strada comunale che porta alla via Masserei, notavo una situazione anomala, un auto di traverso sulla corsia opposta al suo senso di marcia, sul posto insieme a me si fermavano altre persone che incuriosite dalla situazione si chiedevano come mai fosse finita li quell’auto e dove fossero finiti i suoi passeggeri, mentre notavamo la situazione di pericolo ci preoccupavamo di allertare le forze di polizia, io mi preoccupavo di mettere in sicurezza il luogo anche perché la parte posteriore del SUV era tutto in mezzo alla carreggiata e poteva arrecare serio pericolo alle auto che sopraggiungevano, ma che altrettanto diligentemente collaboravano nell’attesa della rimozione del mezzo, che avveniva da li a breve per tramite un carro attrezzi chiamato dai proprietari del mezzo, giunti nel frattempo sul luogo dell’incidente. Dietro  mia domanda su cosa fosse accaduto  il guidatore mi spiegava che un mezzo che gli precedeva aveva frenato bruscamente facendogli perdere il controllo del mezzo a causa dell’asfalto bagnato, ci siamo accertati delle loro condizioni di salute che grazie solo alla fortuna non hanno riportato conseguenze serie, a parte lo spavento, purtroppo per la loro auto non si può dire altrettanto, i danni riportati sono stati ingenti, ma tutto si può riparare, tranne la vita dell’essere umano e alla fine tutto sommato la Santa Pasqua la ricorderanno per un bel pezzo, ma se si guarda il lato positivo della vicenda gli è andata bene, grazie a Dio. La prudenza non è mai abbastanza, solo rispettando le norme del codice della strada ci si può salvare dagli incidenti stradali.


Walter Gabellone

Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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