Alessano
I SOPRAVVISSUTI (alla crisi)
Incazzati neri: con i politici, l’Euro, i megastipendi
La crisi economica che sta coinvolgendo quasi tutti i settori mette in pericolo la sopravvivenza di molte imprese. Tutti si chiedono quando e come si uscirà da questa tempesta ma nessuno è in grado di fare una previsione affidabile.
La crisi iniziata nel 2007 ha investito il sistema produttivo italiano nel mezzo di un processo di ristrutturazione. Il contesto competitivo in cui operano le imprese manifatturiere italiane è radicalmente mutato dalla metà degli anni Novanta. Sono entrati sullo scenario internazionale Paesi a basso costo del lavoro (in particolare la Cina) ed è venuta meno la possibilità di ricorrere a svalutazioni competitive dopo l’adozione dell’Euro. Questi fattori hanno eroso il vantaggio competitivo di molte piccole e medie imprese, abituate a competere prevalentemente sui costi di produzione. Ne è conseguito lo stallo della produttività che dura ormai da quindici anni. A questo aggiungiamoci il crollo delle potere d’acquisto della famiglie e la frittata è fatta. La situazione, inutile negarlo, resta assai critica: in tanti hanno già chiuso bottega, altri sono sul punto di farlo ma tanti altri eroicamente resistono. Li abbiamo chiamati “I sopravvissuti”, paragonandoli ai protagonisti del film cult di fantascienza degli anni ’70. Già ma essere “sopravvissuti” ad oggi cosa vuol dire? Un futuro comunque roseo? Macchè! Gli imprenditori salentini ai quali ci siamo rivolti ci hanno fatto capire di essere stufi di questa situazione perché la loro resistenza ad oltranza non sembra premiarli, né offrire loro prospettive di alcun tipo.
Daniele Maniglio (“Manufatti Maniglio”, manufatti in cemento e arredo urbano, Castrignano dei Greci e Corigliano d’Otranto) conferma: “Resistenza è forse il termine che meglio illustra questo particolare periodo storico per le imprese”. Come state riuscendo a resistere? “Agendo con grande oculatezza e mettendo in campo le risorse che, grazie a Dio, sono state risparmiate in tempi meno gravi”. Maniglio conferma di esser dovuto ricorrere a misure straordinarie come la Cassintegrazione e per il futuro dice: “Le prospettive non sono certo buone. Si naviga a vista e molto ristretta”.
Franco Vergallo (“Vergallo”, macchine utensili, Corigliano d’Otranto) come tanti altri è davvero incazzato e non lo nasconde neanche un po’: “Non c’è nessuna crisi, la crisi siamo noi, stupidi, che continuiamo a farci prendere in giro da queste persone. Viviamo in un Paese dove l’Inps è al collasso, senza più soldi ed il suo presidente (Antonio Mastrapasqua, Ndr) guadagna 1,2 milioni di euro! Vogliamo mettere un limite a questi stipendi astronomici o vogliamo continuare come pecoroni a pagare l’Inps con questi che si rubano i soldi? Vogliamo mettere, o no, un freno a questo scempio?”. Vergallo ne ha le tasche piene (e non è una battuta): “Basterebbe che si facessero poche cose per cambiare la situazione ma noi continuiamo a starcene buoni buoni. La colpa è solo nostra, ecco perché dico che non esiste una crisi del lavoro ma solo una crisi delle persone. Se non siamo capaci di dimostrare a questi soggetti il nostro dissenso, non succederà mai nulla. Il sistema lo dobbiamo cambiare noi, perché le istituzioni non ci danno alcuna garanzia né la giusta protezione. Dobbiamo fare tutto da soli e lo potremmo fare creando una società delle imprese, magari decidendo di non pagare l’Inps e farla fallire subito, senza aspettare il 2018. Se, invece,ci sta bene così è un altro discorso…”. Vergallo rincara la dose: “Le imprese della provincia di Lecce e la Confcommercio dovrebbero mettersi d’accordo e a fine mese non pagare nessuno, mandando a quel paese (non abbiamo usato il termine testuale dell’intervistato ma il senso è lo stesso) il Presidente del Consiglio Letta, la Germania e tutti gli altri che manteniamo. Quello che ci vorrebbe è un tetto per chi lavora negli Enti pubblici: lo stipendio non deve superare i 5.000 euro e nessuno deve avere cinquanta incarichi: Che differenza c’è tra il lavoro nostro e quello di uno di questi fortunati? Me lo spiegate? Una differenza ve la dico io: mentre a 60 anni noi, forse, prenderemo una pensione di 600 euro al mese dopo 40 anni di duro lavoro; altri, dopo pochi anni, prendono una buonuscita di 40 milioni di euro!”. Vergallo ne ha anche per gli Istituti di credito: “Hanno avuto un sacco di soldi in finanziamenti, ma li tengono tutti per loro, facendo strapagare a noi gli interessi”. Amara la conclusione: “In queste condizioni è meglio chiudere”. E questo nonostante “ci sia tanto lavoro. Solo che ci siamo rotti, perché non si può lavorare 12 ore invece di otto, per poi averne solo per pagare le tasse. Ma chi ce lo fa fare? Se vado al bar o a pescare forse guadagno di più…”. E quando a Vergallo gli si chiede delle prospettive per il futuro la risposta è ancora più netta: “Prospettive non ce ne possono essere se non ci diamo una mossa, non facciamo capire in tutti i modi che questa situazione non ci sta più bene. La ripresa non ci potrà essere se non cala il costo del lavoro, ci stanno impoverendo a tutti i costi volutamente, non abbiamo alcuna difesa a livello di giustizia… Il Salento potrebbe essere la zona più ricca d’Italia, siamo al centro del mediterraneo, ma se non ci muoviamo non ci faranno mai riprendere quota. E per favore basta fare i paraculi e difendere il nostro orticello, tanto poi ce lo avvelenano con i rifiuti tossici!”.
Carmelo Zappatore (“MPM Ford”, Casarano) ci parla del “mercato dell’auto che rispecchia l’andamento degli altri settori. Siamo impegnati a resistere eliminando i costi, diminuendo il parco auto e ad andare avanti stringendo la cinghia”. Prospettive? “Speriamo cambi un po’ il vento. Credo che molto dipenda dalla politica e dalle scelte che verranno effettuate nell’immediato futuro. Se riusciranno a riavviare il motore probabilmente ne beneficerà anche l’economia”.
Antonio Belfiore (Colorificio Belfiore a Salve) fa il punto della situazione: “Quest’anno è peggiore del precedente che a sua volta era peggio di due anni fa…”. Cosa si può fare? “La politica dovrebbe rimetterci al centro delle attenzioni ed aiutarci, piuttosto che continuare a maltrattarci. Cosa potremmo fare ancora noi? Sinceramente non so cosa potremmo fare di più, ci hanno ridotto ai minimi termini. I problemi aumentano ogni giorno, così come i costi, mentre di soldi in giro ce ne sono sempre meno”. E le banche? “Hanno il braccino corto, hanno paura e noi dobbiamo sopravvivere anche con questa nuova realtà”. Prospettive? “Ogni anno si dice che dovrebbe cominciare la ripresa invece va sempre peggio…”. Eppure il Colorificio Belfiore sembrava aver trovato la via giusta con l’export… “Anche all’estero di soldi non ce ne sono e il settore si sta paralizzando pure nel Nord Europa e in Brasile che erano diventati per noi Paesi di riferimento”.
Secondo Alessio Rizzello (“Rizzello Gas” di Casarano) “lamentarsi è scontato ma giustificato. Purtroppo ci stiamo quasi abituando a questa situazione che vede le famiglie con i soldi contati, dover stringere su tutte le spese. Una volta si diceva che non si arrivava a fine mese, oggi l’andamento delle vendite ci dice che per la prima metà del mese gli affari vanno bene, poi c’è il crollo… Le banche? Bah, finché non chiedi nulla va tutto bene, spero proprio di non averne bisogno!”. Rizzello è quasi rassegnato: “Sembra tutto più grande di noi che non possiamo fare altro che difenderci e resistere. Soltanto un incremento dell’occupazione potrebbe migliorare la situazione. Nell’attesa possiamo solo sforzarci di non abbatterci, se lo facciamo è finita per davvero!”.
Alessano
L’Ass. Naz. Carabinieri di Tricase a scuola contro bullismo e cyberbullismo
Domattina l’incontro con gli studenti del Comprensivo Specchia-Alessano
Domani, mercoledì 19 novembre, la Sezione Tricase dell’Associazione Nazionale Carabinieri incontrerà studenti e studentesse del Comprensivo Specchia-Alessano per discutere di bullismo e cyberbullismo.
L’evento è diviso in due fasce orarie, per permettere alle classi di entrambi dei plessi situati nei due Comuni di beneficiare dell’iniziativa.
Interventi e dettagli di seguito in locandina.

Alessano
In Cammino da Tricase ad Alessano
Il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima. Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo
In Cammino prima della Marcia.
In attesa della Marcia per la Pace sulla via di don Tonino Bello (in programma domani dalle 9,30), si è svolto il quinto cammino da Tricase ad Alessano, sulla tomba di don Tonino.
Promosso dal gruppo parrocchiale “don Tonino” della Chiesa della Natività di Tricase, in collaborazione con la Fondazione “Don Tonino Bello”, il cammino ha coinvolto gli istituti scolastici di Tricase ed Alessano, con il consueto entusiasmo dei ragazzi.
Dopo il saluto del parroco don Gianluigi, il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima.
Assistiti prima dalla Polizia municipale di Tricase e poi da quella di Alessano, grandi e piccini hanno condiviso quasi sette chilometri di strada, tra periferie e campagne, ulivi e cave dismesse.
All’arrivo, ad attendere i pellegrini sulla tomba del Venerabile, c’erano Stefano Bello, nipote di don Tonino, il sindaco Osvaldo Stendardo, il presidente della Fondazione Giancarlo Piccinni, i dirigenti Chiara Vantaggiato dell’Istituto G. Salvemini e Rina Mariano del Comprensivo Tricase – Via Apulia.
Protagonista del momento di approfondimento, l’ingegnere Vito Alfieri Fontana, testimone e pacificatore che, da produttore di armi, è diventato sminatore.
Tante riflessioni e domande da parte dei ragazzi degli istituti scolastici, che hanno trovato risposte certe nella scelta di un uomo che ha abbracciato la pace.
Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo.
In chiusura, Maria Grazia Bello, rappresentante del gruppo “don Tonino”, ha ringraziato i partecipanti e le istituzioni coinvolte, consapevole delle difficoltà di svolgere iniziative che coinvolgono gli studenti in orario extrascolastico. Ma ne è valsa la pena perché l’insegnamento di don Tonino è proprio questo: «In piedi, costruttori di pace!».
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Alessano
In Marcia per la Pace, sulla via di don Tonino Bello
In programma domani con partenza alle 9,30. Seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale dell’indimenticato “Vescovo col Grembiule”, fino alla sua tomba. Alla manifestazione promossa dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello prenderanno parte anche gli studenti di scuola media e delle superiori del territorio
Nell’ambito della “Maratona per la Pace“, iniziativa di mobilitazione nazionale, in programma una manifestazione ad Alessano, paese natale di Don Tonino Bello, indimenticato vescovo e profeta di pace.
L’evento, promosso dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello e le istituzioni scolastiche del territorio, è in programma per domani, mercoledì 6 novembre e intende lanciare un chiaro messaggio di rifiuto ad ogni forma di conflitto e violazione dei diritti umani.
Alle 9,30 prenderà il via la Marcia per la Pace che seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale di don Tonino fino alla sua tomba.
Un cammino che vuole onorare la memoria e l’eredità spirituale del Vescovo, grande testimone dei princìpi di fratellanza tra i popoli e rispetto della dignità umana.
Il tutto con la partecipazione attiva degli studenti di scuola media e delle superiori del territorio, coinvolti in prima persona in un momento di riflessione e impegno civico.
Il programma prevede: alle 9,30 l’avvio della marcia dalla casa natale di don Tonino Bello; alle 10,30 i saluti istituzionali del sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo, dei dirigenti scolastici Salvatora Accogli (Istituto comprensivo di Alessano), Anna Lena Manca (I.I.S.S. Don Tonino Bello – Liceo Artistico Nino Della Notte di Tricase –Alessano – Poggiardo) e Chiara Vantaggiato (I.I.S.S. G. Salvemini di Alessano).
Alle 11,20, introduzione all’evento a cura di Ada Chirizzi, Segretario Generale CISL Lecce e Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello.
Alle 11,30 il momento clou dell’iniziativa con la toccante testimonianza di don Salvatore Leopizzi di Pax Christi, che condividerà il suo percorso e la sua esperienza al fianco di don Tonino Bello, il pastore scomodo che marciò contro la guerra (marcia pacifista su Sarajevo 1992 – foto in fondo alla pagina), offrendo una preziosa lezione di impegno per la pace.
L’evento si pone come un momento fondamentale per costruire la pace “stando in piedi“, come ricordava Don Tonino Bello: «Occorre, forse, una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un “dato”, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il “prodotto” di un impegno. Non un nastro di partenza, ma una situazione di arrivo».
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