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Cronaca

Cani al posto delle acque piovane!

Sannicola: nella struttura comunale per la raccolta di acqua piovana è autorizzato all’accesso solo ed esclusivamente il personale tecnico addetto. Non si riesce a capire come mai fossero stati ricoverati al suo interno ben sei cani ed autorizzati all’accesso coloro che li accudivano.

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La Polizia Locale di Sannicola, il Corpo Forestale dello Stato di Gallipoli e le Guardie Zoofile A.E.O.P. di Nardò, facendo seguito ad un esposto scritto, hanno accertato che in una delle strutture comunali adibita alla raccolta delle acque piovane erano detenuti sei cani.


cagnolinoI cani randagi erano stati ricoverati nella struttura non idonea allo scopo, da un’associazione di volontari operante nel territorio comunale che aveva ottenuto tale autorizzazione, sembrerebbe, sia dalla precedente amministrazione del Sindaco Nocera sia dall’attuale amministrazione del Sindaco Piccione.


Nella struttura, adibita alla raccolta delle acque piovane è autorizzato all’accesso solo ed esclusivamente il personale tecnico addetto a quest’ultima. Non si riesce a capire come mai fossero stati ricoverati al suo interno ben sei cani ed autorizzati all’accesso coloro che li accudivano. All’interno della struttura difatti, esiste una vasca interrata per una profondità di 6 metri, con muri di contenimento laterali privi di protezione anticaduta, dove vengono fatte confluire, tramite un collettore del diametro di m. 1,40, le acque meteoriche provenienti da tutta la zona alta di Sannicola, con conseguente rischio per l’incolumità di persone ed animali.

Quando gli agenti e gli ufficiali di polizia giudiziaria sono arrivati all’interno della struttura hanno fatto intervenire immediatamente il servizio veterinario della Asl, competente per territorio, che ha verificato lo stato di salute e di benessere dei cani ivi presenti, escludendo ipotesi di maltrattamento. La polizia giudiziaria ha contattato l’Autorità Giudiziaria che ha disposto l’immediato ricovero dei cani nei canili convenzionati con il Comune di Sannicola ed ha avviato le indagini.


Cronaca

Mortale sulla litoranea: ipotesi auto pirata

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di Lor. Zito

Un tragico incidente stradale si è verificato questa mattina, intorno alle ore 9, lungo la litoranea che collega Tricase Porto alla Marina di Andrano. Il sinistro è avvenuto nei pressi della località “isola”, in corrispondenza di una delle curve della strada costiera.

Vittima un meccanico di Taurisano

A perdere la vita A. P., un uomo di 62 anni, originario di Taurisano, meccanico di professione presso un’azienda di Maglie. Viaggiava in sella alla sua moto.

Sul luogo del sinistro sono intervenuti i sanitari del 118, ma non hanno potuto nulla per salvare la vita all’uomo. Presenti i carabinieri della locale Compagnia e la polizia locale, che si è occupata di regolare la viabilità lungo il tratto interessato: il traffico è stato interdetto in entrambi i sensi.

Dinamica da ricostruire

Ancora da chiarire le esatte dinamiche dell’accaduto. Non è esclusa l’ipotesi del coinvolgimento di un altro veicolo. Sarebbe infatti al vaglio delle prime indagini avviate dalle forze dell’ordine il passaggio di un’auto pirata: un mezzo che potrebbe aver provocato la perdita del controllo della moto da parte della vittima, senza poi fermarsi a prestare soccorso.

Si tratta al momento di supposizioni che però, col passare delle ore e dopo i rilievi sul posto, iniziano a prendere quota.

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Attualità

Dopo 79 anni anni chiude la prima edicola di Tricase

Mi sarebbe piaciuto arrivare a festeggiare gli 80 anni nell’edicola”, ci confida Gigi,  “ma causa di forza maggiore mi ha spinto e convinto a chiudere…

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A giugno del 2026 avrebbe compiuto 80 anni, invece, per motivi di salute, la prima edicola di Tricase chiude con un anno di anticipo. Mi sarebbe piaciuto arrivare a festeggiare gli 80 anni nell’edicola”, ci confida Gigi,  “ma causa di forza maggiore mi ha spinto e convinto a chiudere”.

Queste le frasi emozionate di Luigi De Francesco, per tutti Gigi, scandite dall’edicolante del centro storico di Tricase, per tutti l’edicola sutta l’orologiu, che dopo 40 anni di gestione condotta prima dal papà Vito (uno dei primi tipografi di Tricase), e poi dal 1986 da lui stesso, ha segnato un punto di riferimento, di ritrovo, di scambio culturale e politico, per quasi 80 anni in città.

Il prossimo 5 giugno, continua De Francesco, saluterò “gli amici”, come ama lui stesso ama definirli e, conclude: “Sarò onorato di essere accolto nel salotto cittadino; sono certo che essendo più libero, potremo così scambiarci, senza limiti di tempo e censure, quattro chiacchiere e confidenze”.

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Cronaca

Droga ed estorsione: due arresti, coinvolto anche un incensurato

L’obiettivo? Costringerlo a introdurre sostanze stupefacenti durante i colloqui con i familiari…

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Un pregiudicato di 54 anni, Salvatore Polimeno (detto Andrea), già detenuto per omicidio, e un giovane incensurato di 19 anni, Antonio Cassiano, entrambi di Lecce, sono stati arrestati dalla Polizia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica.

I due sono gravemente indiziati di tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti, nell’ambito di una vicenda che ha preso avvio all’interno del carcere leccese.

L’indagine, condotta dalla Sezione Antidroga di Lecce, ha fatto luce su un preoccupante tentativo di infiltrazione criminale dietro le sbarre: un detenuto, per un debito maturato a seguito della cessione di droga, sarebbe stato brutalmente aggredito da altri carcerati.

L’obiettivo? Costringerlo a introdurre sostanze stupefacenti durante i colloqui con i familiari.

La violenta aggressione ha causato alla vittima lesioni tali da richiedere il ricovero ospedaliero, compresa una frattura del setto nasale e numerose contusioni.

L’attività investigativa ha portato, lo scorso 24 aprile, al sequestro di un ingente quantitativo di droga: oltre 300 grammi di cocaina e 100 grammi di hashish, destinati al traffico interno alla struttura penitenziaria.

Il carico, secondo quanto accertato, sarebbe stato recapitato ai parenti della vittima su ordine del detenuto coinvolto, che avrebbe orchestrato l’operazione dall’interno del carcere grazie a una fitta rete di contatti e all’uso illecito di telefoni cellulari di ultima generazione.

Fondamentale, per la realizzazione del piano, il coinvolgimento del diciannovenne incensurato, oggi anch’egli raggiunto dalla misura cautelare.

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