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Cutrofiano

Notte di fuoco: incendi in quattro comuni

Fiamme nei comuni di Cutrofiano, Lecce, Taviano e Ugento. A bruciare, 3 automezzi e la porta di una abitazione

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Ben quattro incendi nella notte in quattro diversi comuni salentini. Gran da fare per i Vigili del Fuoco intervenuti per domare le fiamme che avvolgevano rispettivamente tre mezzi di trasporto e la porta di una abitazione. In tutti e quattro i casi, le cause dei roghi sono ancora da stabilire.


Il primo allarme è scattato a Taviano dove, all’1,00 circa, i caschi rossi di Gallipoli sono intervenuti per spegnere le fiamme che hanno avvolto un autocarro. Sul posto sono giunti anche i carabinieri.


Un’ora dopo, attorno alle 2, i pompieri sono accorsi a Lecce, in via Siracusa, per domare un incendio che aveva colpito una Jeep.

A Torre San Giovanni invece, marina di Ugento, ha preso fuoco un escavatore. Mentre a Cutrofiano a bruciare è stata la porta di una abitazione. Assieme ai Vigili del Fuoco del distaccamento di Maglie, sul posto sono accorsi i carabinieri.


Come detto, al momento le cause dei quattro incendi sono del tutto ignote.


Attualità

Ma davvero i pugliesi sono i più infelici d’Europa?

Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime

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ALLA FINE DEL GIORNO.  SIAMO FELICI O INFELICI?

di Hervé Cavallera

   Secondo un report ISTAT del 17 aprile scorso i lavoratori italiani sono trai più infelici d’Europa e tra gli Italiani i Pugliesi. Ciò riguarderebbe la percezione delle amicizie, l’utilizzazione del tempo libero, i rapporti familiari, la condizione economica e sociale. Un quadro certamente non esaltante e che sembra contrastare, per noi Salentini, quella che è considerata l’immagine ufficiale del “tacco d’Italia”, terra del sole, dell’ospitalità, dello svago. Si tratta quasi di squarciare il velo di autoprotezione e di scorgere una realtà ben diversa. 

    E tuttavia i dati sono da valutare con una certa cautela anche perché si entra nella dimensione intima dei soggetti e in essa l’emotività ha un ruolo notevole  e gli esseri umani sono spesso portati ad accentuare ciò che di positivo e di negativo hanno incontrato o incontrano nella propria esistenza. Dipende poi dalle diverse età della vita e dalle esperienze provate nella vicinanza del report. Immaginate un giovane intervistato a pochi giorni dal suo matrimonio con aperta davanti una luminosa speranza di vita e un giovane intervistato poco dopo la scomparsa di una persona a lui cara.

D’altra parte, secondo un discutibile report del 1923 attribuito all’ONU (Where young people are the happiest ossia Dove i giovani sono più felici) si troverebbero tra i più felici i giovani del nord Europa e in primo luogo i Lituani. Altri report giudicano la Finlandia lo Stato ove si vive meglio.

E questo sempre  tenendo conto del reddito pro capite, dell’aspettativa di vita sana, della libertà sociale. E a ciò si contrappone il fatto, attestato sempre da report, che il tasso maggiore dei suicidi avviene proprio nei Paesi Baltici  dove appunto esiste un più alto tenore di vita. E il suicidio, si capisce bene, è indubbia espressione di drammatica infelicità. Non è il denaro che assicura la felicità. 

   Insomma, non è facile tradurre in fredde classifiche, che vorrebbero essere oggettive e scientifiche, quelli che sono i sentimenti delle persone, sentimenti che variano non solo secondo le età e il successo lavorativo, ma appunto secondo lo stato d’animo del momento in cui si risponde ai quesiti dei report.

Nella percezione di sé gli elementi soggettivi si intrecciano inevitabilmente con  quelli oggettivi, sì da rendere molto dubbia la possibilità di una conoscenza oggettiva di come veramente si è. Le variabili sono tante e non codificabili.

Ad esempio, può naturalmente accadere che una persona con un reddito modesto possa  essere più sereno di un’altra con un reddito più alto ma con incombenze più pesanti. A voler poi richiamare la nostra tradizione cattolica, è pressoché difficile che nelle confessioni non si dichiarino delle colpe, degli errori, sia pur veniali. E il riconoscimento del peccato mostra come l’uomo non è mai esente dalle ombre, a meno che non si tratta di figure eccezionali di cui è riconosciuta la santità, ma anche loro hanno pur sofferto le “tentazioni”. Lo stato d’animo è fatalmente soggettivo e non può che riguardare il singolo individuo.

    Ciò non vuol dire che le classifiche, le statistiche, i “dati” siano da buttar via. Essi, quando veramente ben fatti e promossi da istituti di riconosciuti meriti scientifici, sono utili per individuare “frammenti” di vita, di aspirazioni, di stati d’animo, di aspettative; frammenti che possono servire come stimolo per venire incontro alle esigenze della comunità. 

I report sono certamente oggettivi allorché indicano dei dati come, ad esempio, stipendi, natalità, emigrazione, malattie, ecc. In questi casi dovrebbero costituire un pungolo nei confronti delle classi dirigenti politiche per migliorare in modo equo la qualità della vita dei cittadini.  

   Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime. Si pensi ad un giovane che ha di fronte un futuro che è sempre, nel bene e nel male, pieno di incognite.

Nel giovane ora possono prevalere l’entusiasmo e la speranza, ora la delusione e l’incertezza.

  Ma ciò vale anche per l’anziano. Nel meriggio della propria esistenza egli può fare un bilancio di quanto accaduto e necessariamente trova gioia e dolori, vittorie e delusioni, errori e illusioni, successi e affetti.

A quali dare più peso, considerato che tutti insieme hanno costituito e costituiscono la propria vita? Vivere significa anche accettare gioie e dolori, sperando di commettere pochi errori e non gravi. 

  Ora, tornando al nostro Salento e prescindendo dai diversi problemi personali che possono riguardare le aspettative che si riscontrano nel proprio ambiente lavorativo, il quale dovrebbe essere analizzato secondo le diverse tipologie, è chiaro che in generale qualcosa non va nel mondo giovanile, e ne sono espressione oggettiva lo spopolamento e il calo demografico. La maggior parte di coloro che vanno a studiare o a lavorare fuori Terra d’Otranto non torna più. E di tale problema dovrebbe farsi carico il mondo della politica regionale e nazionale, come lo stesso mondo deve affrontare il tema della natalità che, pur connesso ad un modus vivendi che talvolta non vuole assumersi responsabilità, potrebbe essere in qualche modo modificato con agevolazioni e contributi per la nascite. 

   Importante, in ogni caso, è saper vivere insieme e  sapersi spendere per vedere crescere i propri cari, la propria terra. Questo in vario modo hanno fatto i nostri genitori, i nostri antenati e a questo compito non ci si può e non ci si deve sottrarre.   

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Cronaca

Incidente sulla Cutrofiano – Maglie

Fiat Punto finisce fuori strada e va sbattere contro un muretto a secco. L’uomo alla guida soccorso dai passanti prima e dai sanitari del 118 dopo non corre pericolo di vita

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Sembra quasi un miracolo che nessuno si sia fatto male seriamente, nell’incidente avvenuto sulla strada che collega Cutrofiano a Maglie.

Ciò che si presentava alla vista dei primi passanti dal luogo del sinistro faceva, infatti, temere il peggio

Una Fiat Punto è finita fuori strada ed ha terminato la sua corsa contro il muretto a secco nelle condizioni che potete verificare dalla foto in alto.

L’uomo alla guida è stato immediatamente soccorso dagli stessi passanti che poi hanno allertato i soccorsi.

Sottoposto alle cure dei sanitari del 118, questi ultimi hanno confermato che non corre pericolo di vita.

L’uomo è stato comunque trasportato in ospedale.

Da verificare le cause del sinistro dopo i rilievi delle autorità competenti.

 

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Cutrofiano

Scudetto Inter, festeggiamenti nel Lecce Club: è polemica

Fuochi d’artificio per i nerazzurri dinanzi al locale giallorosso, inaugurato appena pochi giorni fa dal presidente Sticchi Damiani: infiltrati o…”rinnegati”?

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Trend del giorno in Salento? Un fatto accaduto ieri sera in quel di Cutrofiano e divenuto oggi virale.
Circola sui social un video girato nella notte appena trascorsa dinanzi al locale Lecce Club.
Mancano pochi minuti alle 23 ed a Milano l’arbitro di Serie A Andrea Colombo, con il canonico triplice fischio, decreta la fine del derby della Madonnina. Inter batte Milan 2a1. E’ il successo che vale ai nerazzurri il 20esimo scudetto, quello della tanto agognata seconda stella.
Cosa c’entra tutto questo con Cutrofiano? Eccoci al dunque. Nel video suddetto, divenuto virale (e che trovate a fine articolo), viene ripreso un gruppo di persone che, come un po’ tutta l’Italia appassionata di calcio ieri sera ha fatto, segue in silenzio e con grande attenzione il match milanese alla tv, nel club giallorosso. Tra questi, qualcuno attende trepidante la fine dell’incontro, per poi uscire dal locale e dare il là ai festeggiamenti per lo scudetto interista, proprio dinanzi al Lecce Club, esplodendo anche dei fuochi d’artificio.
Ebbene ora sì, potete intendere come e perché il video sia diventato virale. La datata dicotomia “giallorossi vs rinnegati” non attendeva altro per gonfiarsi e tornare ad esplodere in tutta la sua retorica. E questa volta, che dire, come dar torto a chi si stupisce?
Il Lecce Club di Cutrofiano è fresco di inaugurazione. Appena pochi giorni fa ha ospitato il presidente dell’Unione Sportiva Lecce per il taglio del nastro. E, diciamocelo, la dirigenza giallorossa di tutto si sarebbe aspettata men che di vedere scene di giubilo nerazzurro tra le mura giallorosse.
Tuttavia, il Lecce Club di Cutrofiano si difende, con una nota pubblicata nel pomeriggio: “Ci teniamo a precisare come sono andati i fatti nella giornata di ieri. Quello che si vede nel video che in maniera goliardica è stato pubblicato su un profilo, rappresentante si i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto, ma nulla ha a che fare con il Lecce Club e i nostri colori. Come sapete nei comuni i tifosi strisciati sono tanti e come successo anche poco più avanti del nostro club, alcuni concittadini hanno voluto festeggiare. Ci riteniamo tifosi del Lecce e di questa terra e legati al nostro Presidente. Come dice proprio lui: chi tifa Lecce, tifa Lecce e basta“.
In verità, una spiegazione non accolta da tutti di buon grado: in tanti sostengono che la pezza sia peggiore del buco. Ma c’è anche chi spezza una lancia in favore: “Che siano interisti, milanisti, juventini se lo Scudetto l’avesse vinto chiunque avrebbero avuto tutto il diritto di socializzare, stare lì, sfottersi sulla “fede” calcistica diversa e mandare avanti la vostra attività con i soldi delle consumazioni o delle altre cose. Il frutto del vostro sudore che qualcuno si è permesso di schizzare di fango. Lunga vita al Lecce Club di Cutrofiano“.
Insomma, giallorossi o rinnegati resta certa una cosa: i tifosi di calcio, anche a campionato quasi concluso, trovano sempre il modo di non annoiarsi…

Il video

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