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Cronaca

Mafia: confiscati beni per 3 milioni

Decreto di confisca notificato agli esponenti del clan Padovano nel gallipolino

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I Finanzieri del Gico di Lecce ed i Carabinieri del Ros hanno effettuato una confisca di beni mobili e immobili e di complessi aziendali di proprietà dei principali esponenti della Sacra Corona Unita di Gallipoli.


Un sequestro dal valore approssimativo di 3 milioni di euro, notificato al capo clan della Scu gallipolina Pompeo Rosario Padovano, 43enne, agli eredi del defunto boss Salvatore Padovano, deceduto nel 2008, nonché ai sodali Giorgio Pianoforte, 51enne, e Cosimo Cavalera, 38enne.


L’operazione condotta dalle forze dell’ordine rientra nel contesto delle indagini patrimoniali derivanti dalle operazioni “CANASTA” (Nucleo P.T.) e “GALATEA” (R.O.S.). Per le parti interessate ed i difensori, il “Decreto di confisca ed applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno” emesso dal Tribunale di Lecce, Misure di Prevenzione, non è un fulmine a ciel sereno, in quanto lo stesso tribunale si era già espresso con una convalida nel dicembre 2012 in ordine ad un sequestro d’urgenza allora effettuato ai sensi del “codice antimafia”.


Alla convalida alla confisca effettuata all’epoca, era seguita una ulteriore operazione, da parte del Ros e del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, che aveva portato al sequestro di una somma contante di 155 mila euro e di un deposito bancario di 110 mila euro.

Con il provvedimento odierno vengono di fatto confiscati tutti i beni già sottoposti a sequestro il 20 dicembre 2012 ed il 4 gennaio 2013, ossia: 7 fabbricati; 4 terreni; 2 società di capitali; 2 società cooperative; 6 autocarri; 3 motocicli; 1 autovettura; 9 rapporti bancari; 1 polizza vita e denaro in contanti pari a 265 mila euro.


In più, è stata applicata la Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 3 anni nei confronti di Cosimo Cavalera, appartenente al medesimo Clan Padovano.


Il provvedimento di confisca ha trovato applicazione anche nei confronti dei beni del deceduto reggente del clan, Padovano Salvatore. Tale possibilità, non contemplata dal codice di procedura penale, è invece espressamente prevista dal vigente Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione che, all’art 18 consente di avviare il procedimento di prevenzione anche nei riguardi degli eredi entro il termine di cinque anni dal decesso.


Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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