Connect with us

Attualità

Rai: canone entro fine mese per tutti

Anche chi non ha ricevuto la bolletta, deve pagare entro ottobre. La Rai lo comunichi nei telegiornali: troppa incertezza normativa. Per avere informazioni ricordiamo che sono attivi gli sportelli Unc e Udicon sui siti delle associazioni

Pubblicato

il

Chi non ha ancora ricevuto il canone Rai nella bolletta della luce deve pagarlo in unica soluzione entro il 31 ottobre con modello F24. Una scadenza che pochissimi italiani ancora conoscono. Per questo l’Unione Nazionale Consumatori e Udicon chiedono alla Rai di darne immediatamente notizia alla fine dei telegiornali, come si faceva negli anni passati a gennaio e a febbraio. Il rischio, se non si paga entro fine mese, è che siano addebitate sovrattasse.


Il decreto n. 94 del 13/5/2016 del ministero dello Sviluppo economico, infatti, stabilisce:  “Nei  casi  in  cui  la  tardività (del pagamento del canone) non  dipenda  da cause imputabili all’utente non si procede all’applicazione di  sanzioni  e interessi a suo carico“.


Non è ancora chiaro, però, quali siano le cause imputabili al contribuente. Ovviamente l’utente non è colpevole se l’impresa elettrica non gli ha ancora inviato il canone in bolletta. Ma fino a quando? Fino al 31 ottobre o fino a fine anno?  Quando si diventa ritardatari?


L’Agenzia delle entrate, nelle Faq del sito, riporta che: “In caso di mancato addebito, occorre verificare il tipo di contratto e controllare se il canone viene addebitato nella bolletta successiva. In caso contrario, l’importo dovuto deve essere versato entro il 31 ottobre 2016 utilizzando il modello F24”.


Ecco perché l’Unione Nazionale Consumatori e l’Udicon consigliano ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione entro il 31 ottobre.


canoneDi seguito, l’elenco di chi, avendo un apparecchio televisivo, deve pagare il canone di abbonamento con modello F24, entro il 31 ottobre (o tutti i 100 euro in unica soluzione o una quota residua del canone):


1) Chi non ha ancora ricevuto il canone in bolletta. Se nessun componente della famiglia anagrafica ha ancora ricevuto il canone in bolletta e si detiene una tv, si deve provvedere al pagamento, in unica soluzione, di tutti i 100 euro, entro il 31 ottobre.


2) La famiglia anagrafica senza alcun componente titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale (decreto del ministero dello Sviluppo economico n. 94 del 13 maggio 2016).


Ad esempio:


a)    Case multifamiliari dove c’è un solo contatore e abitano più famiglie (genitori e figli sposati oppure fratelli vari). In questo caso la famiglia titolare di contratto elettrico paga mediante bolletta, le altre famiglie versano il canone, se dovuto, mediante modello F24.


b)    Inquilino, con luce intestata al proprietario. Gli inquilini che risiedono in una casa in affitto e l’utenza elettrica risulta ancora intestata al proprietario. Ricordiamo che gli inquilini devono pagare il canone anche se la tv è del proprietario dell’appartamento. Conta, infatti, la detenzione dell’apparecchio tv, non la proprietà.


c)     Bidelli che vivono nelle scuole.


d)    Portieri che risiedono nella casa data a disposizione dal condominio, titolare dell’utenza elettrica.

e)    Figli che abitano nella seconda casa dei genitori e hanno lì la residenza, ma la luce è intestata ad uno dei genitori. I figli, avendo la residenza anagrafica nella seconda casa dei genitori, costituiscono un’autonoma famiglia anagrafica e sono, quindi, tenuti al pagamento del canone. Ma essendo la luce intestata ai genitori, devono pagare in unica soluzione.


3) Chi abita nelle isole non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale, ossia: Ustica, Tremiti, Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filucudi, Capraia, Ventotene.


4) Chi ha variato l’utenza elettrica da “residente” a “non residente” entro il 30 giugno. In questi casi, infatti, il canone non arriva nella fattura elettrica.


5) Chi ha disattivato una utenza elettrica residente in corso d’anno e non ha attivato alcuna nuova utenza elettrica residente nel corso dello stesso anno. In questo caso, dato che nella fattura  di conguaglio non sono addebitate tutte le rate di canone mancanti sino a fine anno, occorre che la somma residua sia pagata direttamente dal contribuente con il modello F24.


6) Chi ha volturato l’utenza elettrica ad un terzo, e non ne attiva una nuova entro la fine dell’anno, deve pagare le rate mancanti con modello F24.


7) A chi è stata volturata una utenza elettrica in corso d’anno, il canone è addebitato dal mese di voltura della fornitura. L’addebito avviene nella prima fattura elettrica utile, nella quale sono addebitate le rate scadute. Dato che in questo caso l’importo non è 100 euro, ma è variabile a seconda della data di attivazione, se il televisore era già posseduto prima dell’attivazione dell’utenza l’eventuale importo non addebitato deve essere pagato mediante modello F24.


8) A chi ha attivato una nuova utenza elettrica, il canone è addebitato dal mese di attivazione della fornitura. L’addebito avviene nella prima fattura elettrica utile, nella quale sono addebitate le rate già scadute. Dato che in questo caso l’importo non è 100 euro, ma è variabile a seconda della data di attivazione, se il televisore era già posseduto prima dell’attivazione dell’utenza l’eventuale importo non addebitato deve essere pagato mediante modello F24.


9) In linea generale, in tutti i casi in cui l’importo complessivamente addebitato in fattura è inferiore al canone dovuto per l’anno di riferimento, occorre versare la differenza mediante modello F24.


10) Chi ha erroneamente scorporato la quota canone dalla bolletta elettrica, pagando con un bollettino “bianco”, è bene, invece, che non paghi con modello F24, ma che versi il canone con la stessa modalità, ossia all’impresa elettrica, per consentire all’impresa di riconciliare il pagamento e di rendicontare correttamente all’Agenzia delle entrate l’avvenuto versamento. Questo anche per evitare che l’impresa elettrica solleciti il pagamento, a fronte di un versamento già avvenuto con modello F24.


attentiL’Agenzia delle entrate, con la risoluzione n.53/E del 7 luglio 2016, ha istituito i codici con i quali i contribuenti, tramite il modello F24, dovranno pagare il canone Rai nei casi in cui non è stato possibile l’addebito sulla bolletta della luce. I codici tributo da inserire nel modello sono: “TVRI” (per rinnovo abbonamento) e “TVNA” (per nuovo abbonamento).


Ricordiamo ai consumatori che volessero informazioni o avessero bisogno di assistenza che l’Unione Nazionale Consumatori e Udicon, grazie al progetto “Canone tv in bolletta. Assistenza ai consumatori”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della legge 388/2000 art. 148, mettono a disposizione di tutti i cittadini i propri esperti che offriranno la consulenza in materia e aiuteranno coloro i quali volessero far richiesta di rimborso.


Per avere assistenza è possibile contattare l’Unione Nazionale Consumatori al numero 06-32600239 o mandare un’email all’indirizzo canonetv@consumatori.it e l’ Udicon al numero verde 800305503 o inviare la tue richieste all’email canonetv@udicon.org.


Attualità

“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”

La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.

Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.

Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.

La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.

Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.

Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.

Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.

E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.

Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.

Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.

Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.

Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.

Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.

Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.

L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.

Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.

Enrico Giuranno

Francesca Sodero

Continua a Leggere

Attualità

“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

Pubblicato

il

La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere

Attualità

Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

Pubblicato

il

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti