Attualità
Fotovoltaico da accatastare? “Un abuso!”
Giovanni D’Agata, presidente Sportello dei Diritti. “Come sempre sono i cittadini a pagare le colpe d’imprese che pur di accaparrarsi un cliente omettono d’indicare elementi essenziali”

Pannelli fotovoltaici: conviene ancora? In questi giorni a chi ha istallato un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione, sta arrivando la comunicazione dell’obbligo di accatastamento dell’impianto stesso, ovviamente con spese a carico dell’ignaro (al momento della decisione di fare l’impianto) cittadino.
In Redazione abbiamo raccolto lo sfogo di tanti lettori che si sentono raggirati: quello che si profilava come un intervento che favorisse la produzione di energia pulita e garantisse anche un certo tornaconto o comunque un discreto risparmio a chi si accollava le spese per la realizzazione dell’impianto, si sta rivelando solo come un orpello costoso ed anche (burocraticamente) faticoso. “Le spese sono sempre a carico nostro!”; “Non si possono cambiare le carte in tavola a partita in corso”; “Ma lo sanno lor signori che l’accatastamento dei pannelli aumenta il volume dell’abitazione e può far aumentare le tasse?”; “Perché chi ha un grande impianto su un terreno agricolo finirà col pagare in proporzione molto meno di chi ne ha uno piccolo sul tetto della propria casa?”; “Che convenienza abbiamo ad aver messo i pannelli?”; “Perché non organizziamo un class action contro l’Enel?”.
Questi sono solo alcuni degli sfoghi dei nostri lettori, che noi abbiamo “girato” a Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti. “La richiesta del pagamento degli oneri di accatastamento degli impianti fotovoltaici a privati cittadini, se vi era stato un accordo con la ditta appaltatrice”, attacca senza giri di parole D’Agata, “ci pare un vero e proprio abuso che potrebbe essere oggetto di un’autonoma azione nei confronti delle imprese che si erano assunte l’impegno di procedervi o che non avevano comunicato al proprietario dell’immobile la necessità di accatastamento nei casi previsti dalla normativa vigente”.
Cosa dice la normativa
Il Presidente dello Sportello dei Diritti ricorda la normativa che regolamenta la materia. L’Agenzia delle Entrate, a seguito dell’ultima circolare n. 36/E che nei fatti conferma quanto aveva già esplicitato in materia l’Agenzia del Territorio già a partire dal 2012, ha chiarito, infatti, i casi nei quali vi sia obbligo di accatastamento per gli impianti fotovoltaici.
Impianti fotovoltaici a terra: obbligo di accatastamento solo se superano un volume di 150 metri cubi.
Impianti fotovoltaici su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili: obbligo di accatastamento solo se, la rendita dell’immobile su cui gli impianti sono installati, aumenta del 15%.
Impianti fotovoltaici installati su unità abitative sono esonerati dall’obbligo di accatastamento se non superano una potenza di 3 kw per unità immobiliare (esempio se un’abitazione è composta da un abitazione più garage accatastato separatamente, la potenza non deve superare i 6 kw, 3 kw per unità abitativa).
Impianti fotovoltaici costruiti in forza di diritto di superfice devono comunque essere accatastati dal proprietario dell’impianto in forma autonoma, vedi Impianti fotovoltaici a terra. In ogni caso la circolare in questi casi esonera gli impianti di “modesta entità”.
Altra casistica per gli impianti fotovoltaici rurali i quali potranno essere accatastati in modo differente a seconda della grandezza del fondo e della potenza dell’impianto.
Come detto, già con una nota esplicativa n. 31892 del 22 giugno 2012, indirizzata ad uffici provinciali e direzioni regionali, aveva in precedenza evidenziato i casi in cui un impianto fotovoltaico deve essere accatastato in maniera indipendente:
gli impianti di piccola entità sono classificati come pertinenza delle unità abitative singole, in quanto utilizzano l’energia prodotta solo per autoconsumo domestico;
gli impianti di potenza rilevante sono classificati come una piccola centrale elettrica e per questa tipologia è necessario avviare la procedura di iscrizione all’apposito catasto dell’immobile sul quale sono installati i pannelli solari, ovvero nella categoria D1 – opifici industriali. I pannelli fotovoltaici vanno inclusi nella determinazione dellarendita catastale.
L’accatastamento è necessario se…
I casi in cui è necessario procedere con l’accatastamento dell’immobile con impianto fotovoltaico:
impianto fotovoltaico che deve essere trasferito di proprietà o edificio, si prevede il frazionamento dell’immobile (individuando le porzoni immobiliari che comprendono l’unità abitativa) e si avvia l’accatastamento separato, immobile e impianto fotovoltaico singolarmente.
Quando non è necessario
I casi in cui non è necessario l’accatastamento dell’immobile con un impianto fotovoltaico.
Come già sottolineato non tutti gli immobili che ospitano un impianto fotovoltaico necessitano di essere accatastati e questi sono i casi tipo in cui, in realtà, una registrazione al catasto vi è già: impianto fotovoltaico architettonicamente integrato o parzialmente integrato, secondo l’art.2 del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 19 febbraio 2007;
impianto fotovoltaico realizzato su aree di pertinenza di un comune;
impianto fotovoltaico realizzato su aree esclusive di fabbricati già censiti al Catasto edilizio urbano, considerati unità immobiliari autonome;
impianto fotovoltaico fino a 3 kW;
impianto fotovoltaico con potenza in kW non superiore a tre volte il numero delle strutture abitative servite;
impianto fotovoltaico installato a terra che non occupa una superficie superiore ai 150 m3.
Carattere di ruralità
Requisiti previsti per gli edifici che ospitano impianti fotovoltaici per ottenere il riconoscimento del carattere di ruralità
Per ottenere il riconoscimento del requisito di ruralità dell’immobile che ospita un impianto fotovoltaico realizzato su un fondo agricolo, con categoria D/10 – fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole, è necessario persista almeno una di queste situazioni tipo: impianto fotovoltaico installato su una reale azienda agricola con terreno e beni atti alla produzione agricola; impianto fotovoltaico collocato nel medesimo comune o limitrofe in cui sono i terreni agricoli; l’energia deve essere generata dal soggetto proprietario dell’azienda agricola nell’ambito della sua attività. In seguito a una produzione elettrica di 200kW, l’energia deve derivare esclusivamente da impianti fotovoltaici integrati e, per ogni 10 kW, entro 1 Mw, l’azienda agricola deve avere almeno un ettaro di terra; il volume d’affari derivante dalla produzione agricola deve essere superiore di quello del fotovoltaico.
La conclusione di Giovanni D’Agata è amara e tagliente: “Come al solito, sono sempre i cittadini a pagare le colpe d’imprese che pur di accaparrarsi un cliente omettono d’indicare elementi essenziali. Ovviamente, bisogna individuare i casi in cui il cittadino consumatore abbia agito con leggerezza e quelli nei quali le aziende non hanno agito con la dovuta diligenza”.
Giuseppe Cerfeda
Appuntamenti
Aeronautica: un salentino al comando a Galatina
Il Col. Fabrizio Beccarisi, originario proprio di Galatina, subentrerà al Colonnello Roberto Ambra nell’incarico di Direttore del 10° Reparto Manutenzione Velivoli

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Si svolgerà domani, mercoledì 24 settembre, all’interno dell’hangar Nord dell’Aeroporto “F. Cesari” di Galatina, la cerimonia di avvicendamento alla Direzione del 10° Reparto Manutenzione Velivoli.
Il Colonnello Fabrizio Beccarisi (nella foto in alto), galatinese, sostituirà l’uscente Colonnello Roberto Ambra.
La cerimonia sarà presieduta dal Brigadiere Generale Roberto Lo Conte, Comandante della 2^ Divisione del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare.
Il 10° Reparto Manutenzione Velivoli è l’Ente dell’Aeronautica Militare Italiana che produce capacità operativa per le flotte di competenza.
In particolare: assicura il supporto tecnico-logistico sui Sistemi d’Arma T-339 in tutte le sue versioni, inclusa quella utilizzata dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale, T-345, T-346, alianti e sulle Barriere d’Arresto per garantirne la massima efficienza; esercita le funzioni attribuite su delega dal Comando Logistico relativamente alla gestione tecnica, logistica ed amministrativa sui sistemi predetti ed alla sola gestione tecnico-amministrativa sul Sistema T-260; addestra il personale specialista alla manutenzione sui sistemi d’arma T-339,T-346 e sulle Barriere d’Arresto e rilascia la Licenza di Manutentore Aeronautico (MAML); opera nell’ambito di una sinergica integrazione all’interno della Base di Galatina e del contesto salentino per garantire elevata utilità complessiva al sistema Paese.
Il Colonnello Roberto Ambra, Direttore uscente, durante il suo intenso periodo di comando ha permesso al Reparto di gestire con successo l’incremento della produzione di ore volo del velivolo T-339.
Contestualmente, è stato assicurato il costante supporto alla Pattuglia Acrobatica Nazionale, sia durante la trasferta in Nord America (NAT 24) sia nelle stagioni in Italia.
Nel corso del suo mandato, nonostante le criticità legate alla vetustà della flotta T-339, il Reparto è riuscito sempre a mantenere un numero di velivoli disponibili sufficiente a sostenere il numero di ore volo da produrre.
Il Colonnello Fabrizio Beccarisi, originario di Galatina, proviene dai Corsi Regolari dell’Accademia Aeronautica, è laureato in Ingegneria Aerospaziale ed ha conseguito la qualifica di Ingegnere Sperimentatore di Volo.
Nel corso della carriera ha prestato servizio presso il Reparto Sperimentale di Volo del Comando Logistico, l’agenzia NETMA di Hallbergmoos e alla Direzione Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità dove ha svolto importanti incarichi nell’ambito di diversi programmi di sviluppo della Forza Armata.
Alessano
Sea & Rivers, Puglia e Salento Plastic Free
Sabato 27 e domenica 28 settembre volontari in azione per la tutela di mari, fiumi e corsi d’acqua. Oltre 260 eventi in tutta Italia. In Salento appuntamenti ad Alessano, Campi Salentina, Casarano, Cutrofiano, Guagnano, Taurisano e Castro

Torna l’onda blu dei volontari Plastic Free: sabato 27 e domenica 28 settembresi svolgerà in tutta Italia “Sea & Rivers”, il grande evento dedicato alla tutela di mari, fiumi e corsi d’acqua,promosso da Plastic Free Onlus, con il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e in collaborazione con MINI Italia.
Saranno ben 28 gli appuntamenti in Puglia, uno dei numeri più alti a livello nazionale, distribuiti tra sabato e domenica, grazie all’impegno della rete capillare di referenti territoriali e all’entusiasmo dei volontari.
«Il nostro è ormai un appuntamento ricorrente e siamo felici di vedere coinvolti un numero sempre maggiore di referenti», dichiara Luigi Schifano, referente regionale Plastic Free Puglia (è di Castro, NdR), «ancora più importante è poter contare sulla collaborazione di amministrazioni comunali, associazioni locali e volontari: un segnale concreto della crescente sensibilità ambientale del nostro territorio. Il nostro obiettivo resta quello di non dover più intervenire, perché significherà che non ce ne sarà più bisogno. La strada è ancora lunga, ma il percorso che stiamo seguendo è quello giusto.
Sabato 27 settembre si terranno iniziative di clean up ad Alessano, Bisceglie, Francavilla Fontana, Campi Salentina, Putignano, Fasano, Bitonto, Laterza, Gravina in Puglia, e in Castellana Grotte, dove è prevista una passeggiata ecologica.
A Monopoli si svolgerà invece una raccolta mozziconi.
Domenica 28 sarà una giornata di mobilitazione ancora più ampia.
Nella provincia di Lecce sono previste attività a Casarano, Cutrofiano, Guagnano, Taurisano e Castro (passeggiata ecologica).
«In un momento storico in cui i mari stanno soffocando sotto il peso dei nostri scarti, Sea & Rivers rappresenta un grido collettivo di speranza e di azione», dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus, «le nostre iniziative dimostrano che invertire la rotta è ancora possibile. In appena sei anni, abbiamo organizzato più di 8.800 appuntamenti in Italia, rimuovendo oltre 4,6 milioni di chili di plastica e rifiuti. Ora è il momento di fare ancora di più».
Al centro dell’azione di Plastic Free c’è la lotta alla plastica: secondo le previsioni, entro il 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesci, con conseguenze devastanti per la biodiversità marina e per la stessa catena alimentare umana.
Si stima che l’80% della plastica presente nei mari provenga da fonti terrestri, in particolare dai fiumi, che ogni anno riversano tra 1,15 e 2,41 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.
In Italia, un monitoraggio condotto su 12 fiumi ha rivelato che l’87% dei rifiuti fluviali contiene plastica, di cui oltre il 38% è plastica monouso.
Non si tratta solo di un problema visibile e ambientale. Studi scientifici recenti hanno rilevato la presenza di microplastiche e nanoplastiche nel sangue, nei polmoni, nel latte materno e nei tessuti umani, a conferma della pervasività di un’emergenza che riguarda non solo l’ambiente ma anche la salute pubblica.
Anche quest’anno MINI Italia rinnova il suo supporto all’iniziativa con il progetto “MINI for the Planet”, che esprime l’impegno concreto del brand per la salvaguardia dell’ambiente, condividendo con Plastic Free i valori di responsabilità e partecipazione attiva.
«Invitiamo tutti i cittadini, le famiglie, le associazioni, le scuole e le imprese a unirsi a noi», aggiunge De Gaetano, «basta andare su www.plasticfreeonlus.it/eventi, scegliere l’appuntamento più vicino e iscriversi gratuitamente. Ogni singola azione conta, ogni persona può fare la differenza. Il nostro Pianeta ci sta chiedendo aiuto: è tempo di rispondere».
Plastic Free Onlus è un’associazione di volontariato nata nel 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare cittadini e istituzioni sul pericolo dell’inquinamento da plastica. In pochi anni è diventata una delle realtà più attive in Italia in ambito ambientale, grazie a una rete capillare di referenti territoriali, progetti educativi nelle scuole, collaborazioni istituzionali e campagne di pulizia in tutto il Paese.
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Attualità
Lavori da remoto? Ecco tutta la tecnologia che ti serve nel 2025
Vediamo insieme gli strumenti indispensabili per rendere il lavoro da remoto davvero produttivo, sicuro e – perché no – anche più piacevole

Il lavoro da remoto non è più un esperimento nato durante la pandemia: è diventato la normalità per milioni di professionisti. L’ufficio, oggi, può essere ovunque – una baita di montagna, un bar nel centro città o il tavolo della cucina. Ma per sfruttare davvero libertà e flessibilità, serve un kit tecnologico intelligente, capace di semplificarti la vita e proteggerti dalle insidie digitali.
Vediamo insieme gli strumenti indispensabili per rendere il lavoro da remoto davvero produttivo, sicuro e – perché no – anche più piacevole.
VPN: il passe-partout digitale di cui non puoi fare a meno
In un mondo in cui i caffè diventano sale riunioni e gli aeroporti uffici improvvisati, la VPN gratis resta lo strumento numero uno. Non si tratta solo di connessioni criptate: pensa a una VPN come al tuo scudo digitale.
Che tu stia inviando documenti riservati da un coworking o leggendo email sul Wi-Fi dell’hotel, una VPN crea un tunnel privato che tiene lontani occhi indiscreti e hacker. E non solo: ti permette anche di aggirare restrizioni geografiche, dandoti accesso a strumenti e piattaforme fondamentali ovunque ti trovi.
In breve? La VPN è il compagno di viaggio che ti serve sempre.
Produttività smart o caos digitale? La scelta è tua
Ogni giorno spuntano nuove app che promettono miracoli. Ma attenzione: riempire il tuo laptop di strumenti inutilizzati non ti renderà più produttivo.
La strategia giusta è scegliere con criterio:
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Calendari intelligenti che incastrano riunioni tra fusi orari senza mille email.
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Trello o ClickUp per gestire i progetti in squadra.
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Notion, la piattaforma tutto-in-uno amata da chi vuole ordine e chiarezza.
E ricordati: meno è meglio. Spesso un’app leggera e ben fatta batte sistemi complessi e pieni di funzioni superflue. A questo aggiungi uno storage cloud aziendale affidabile: così i tuoi file saranno sempre al sicuro e accessibili, senza intoppi.
Benessere e concentrazione: i veri alleati del lavoro da remoto
Non tutti gli strumenti utili al lavoro da remoto sono software professionali. Alcuni ti aiutano a restare concentrato e in salute:
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Krisp, che elimina i rumori di fondo durante le call.
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Playlist e suoni ambientali che trasformano le ore di focus in momenti davvero produttivi.
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Piccole pause di mindfulness che ti proteggono dal burnout digitale.
E non dimenticare l’ergonomia: un supporto per il laptop, un poggiapolsi o un poggiapiedi regolabile possono sembrare dettagli, ma sul lungo periodo fanno la differenza tra lavorare bene e lavorare soffrendo.
Un toolkit su misura per te
Il segreto del lavoro da remoto nel 2025 è semplice: non esiste una soluzione universale. Il tuo kit tecnologico deve rispecchiare le tue esigenze. Sicurezza dei dati, strumenti che ti fanno risparmiare tempo e piccoli accorgimenti che migliorano il benessere: questo mix è la vera formula vincente.
Essere sicuri – scegliere cosa serve davvero e cosa no – è la chiave per lavorare meglio, ridurre lo stress e godersi al massimo i vantaggi del lavoro da remoto. Perché l’ufficio, ormai, è dove decidi tu.
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