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Attualità

Montesano riscopre il Santuario di San Donato

Prevista un’opera di rigenerazione riguardante un’area di circa 9000 metri quadri e interventi di recupero attraverso pavimentazioni, parcheggi, verde attrezzato e illuminazione

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Anche in questo paese risuona forte e chiara la coscienza della necessità di proteggere, conservare, valorizzare il patrimonio storico-architettonico, inteso quale responsabilità tanto indispensabile quanto imprescindibile nei confronti dei suoi cittadini e non solo. Rilanciare l’immagine di un paese significa dare nuova forza ai suoi luoghi simbolo che permettano di proiettarlo al futuro, restando però saldamente legati alle radici del territorio attraverso il recupero del patrimonio materiale e culturale. In quest’ottica il “Santuario San Donato” è di certo più di un luogo simbolo per gli abitanti di Montesano. In estate, infatti, si svolge in tale spazio la tradizionale fiera all’interno della festa patronale particolarmente cara alla comunità che in tale occasione esprime tutta la sua devozione al Santo Patrono.

L’intervento previsto perseguirà gli obiettivi di rivalutazione funzionale del complesso dell’area di San Donato, che potrebbe essere considerata un po’ la porta del Sud Salento per chi arriva da Maglie, con sviluppi pratici e efficienti di collegamento di quest’area periferica con il resto del centro urbano: saranno realizzate alcune strade ed altre già esistenti saranno adeguate in modo da poter usufruire di percorsi alternativi alla strada statale 275.Il progetto (finanziato nell’ambito del P.O. FERS – Azione 7.2.1. – Lavori di Rigenerazione Urbana e Territoriale – per un importo di circa 600.000 Euro), è entrato, dopo diverse vicissitudini, nella sua fase esecutiva. Esso prevede un’opera di rigenerazione riguardante una vasta area, di circa 9000 mq, in cui sono previsti interventi di recupero attraverso pavimentazioni, creazione di parcheggi, sistemazione a verde attrezzato e illuminazione che renderanno fruibile l’area in oggetto e amplieranno in maniera consistente gli spazi attrezzati destinati alla Fiera di S. Donato. Si  realizzerà una nuova viabilità dell’area che permetterà di raccordare al meglio la Fiera con la parte ovest (uscita per Ruffano) e collegare con il centro abitato una zona periferica ormai altamente urbanizzata denominata “ Pitine”.  “Con la realizzazione di questo progetto”, commenta il Sindaco Eusebio Ferraro, “si raggiunge un duplice obiettivo; da un lato si sistema e si valorizza una grossa area che crea i presupposti logistici per il definitivo decollo della Fiera di San Donato, già divenuta in questi anni Fiera Regionale, dall’altro creerà una nuova viabilità che permetterà agli abitanti della zona “Pitine” di raggiungere il centro abitato attraverso una via comunale senza dover necessariamente, come succede adesso,  percorrere la S.S. 275, i cui rischi, purtroppo, son ben noti alla nostra comunità. È una grande opportunità che si concretizza per il nostro Comune che, a breve, si coniugherà con l’altro progetto di Rigenerazione Urbana, già finanziato e prossimo alla cantierizzazione, riguardante il completamento del centro storico, ovvero la pavimentazione in basolato di parte di via S. Donato, dei Palmenti e delle vecchie corti. Come Amministrazione Comunale siamo davvero orgogliosi di questi risultati”, conclude il Sindaco.


In sostanza il progetto prevede di operare sui quattro sub sistemi principali individuati all’interno dell’ambito “Santuario San Donato”.

Largo Fiera: posta a nord-est dell’area interessata. Questa zona, adiacente al Santuario di San Donato e al cimitero comunale, si trova in pessime condizioni, non essendo fornita di adeguata pavimentazione. Gli interventi riguardano la realizzazione di zone per gli espositori in pavimentazione in prato carrabile in grigliato, mentre per i percorsi che collegano tali spazi saranno utilizzati dei masselli autobloccanti.  Il resto dell’area sarà realizzato con apporto di stabilizzato naturale. Davanti alla chiesa si pavimenterà con basoli di pietra di Soleto unito ad una zona fornita di terreno vegetale seminato con un tappeto erboso.

Zona Teatrino (a sud del Largo Fiera). In tale area di competenza del teatrino comunale all’aperto, vista la buona manutenzione della struttura e l’utilizzo frequente che se ne fa, non si prevede nessun tipo di intervento.

Villetta comunale a confine col centro abitato. In tale area il degrado è molto evidente e necessita, in sostanza, di adeguato ripristino a verde della parte centrale (piantumazione di diverse specie autoctone), vista la scarsa vegetazione arborea in modo da poter realizzare uno spazio sufficiente per lo sviluppo di rapporti sociali. Verranno installate panchine con schienale, fioriere di forma circolare e portabiciclette.

Pineta campo di calcio (sud-ovest, nord-ovest dell’ambito). In tale area sono previsti percorsi pedonali nella zona pinetata in modo da raggiungere, con un unico percorso, tutte le varie funzioni dell’ambito, dal teatrino, al largo fiera, al chiosco esistente e il tutto verrà realizzato con apporto di stabilizzato naturale. L’intervento da realizzare nel largo del campo sportivo riguarda la realizzazione di parcheggi in pavimentazione carrabile comprensivi di percorsi pedonali. L’area sarà attrezzata anche di idoneo arredo urbano con panchine, tavoli pic-nic e portabiciclette.

d.v.


Attualità

“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”

La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero

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Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.

Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.

Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.

La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.

Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.

Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.

Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.

E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.

Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.

Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.

Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.

Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.

Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.

Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.

L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.

Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.

Enrico Giuranno

Francesca Sodero

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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Attualità

Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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