Attualità
Tribunale di Lecce: attività a rischio
Disastri annunciati: la cancrenosa situazione dell’immobile giudiziario di viale De Pietro. Il presidente Giardino paventa la necessità di sospendere l’attività giudiziaria
Sull’incredibile situazione del Palazzo di giustizia di viale De Pietro a Lecce interviene senza giri di parole il segretario regionale di Confsal-Unsa Giovanni Rizzo. La notizia dell’arresto dell’ultimo ascensore funzionante dell’ala del Tribunale penale di Lecce, in viale De Pietro, “rappresenta non la goccia che fa traboccare il vaso, ma la dimostrazione di una crisi ormai incancrenita del sistema della funzionalità, della prevenzione e della sicurezza”.
Rizzo fa poi riferimento alla lettera Presidente del Tribunale, Francesco Giardino, che preannuncia la fatale sospensione dell’attività giudiziaria penale, qualora non si rimediasse subito all’insostenibile inefficienza: “Vanno assicurati pieno sostegno e piena adesione”, dichiara.
“Si susseguono ormai da un decennio”, continua, “le invasioni ricorrenti di ogni genere di parassiti negli archivi e negli stessi uffici aperti al pubblico, nonché le infestazioni di piccioni e di ratti finanche tra i fascicolo e tra i mobili degli uffici.
Infatti, dopo il Tribunale per minorenni, si apprende che nei locali del Casellario giudiziario, dove si svolge attività di fotocopiatura e di consultazione di registri, sono abitualmente presenti escrementi di ratto in piena evidenza, tra montagne di carte e scatole in precaria sistemazione. Il dissesto statico del palazzo di viale De Pietro è ormai conclamato e forse sottovalutato se non appannato dalla carenza di notizie ufficiali”.
Secondo il segretario regionale della Confsal Unsa, “la logistica è pessima sin dalla progettazione, poiché le tre ali degli uffici sono collegate tra loro solo fino al secondo dei sei piani e costringono all’uso continuo dell’ascensore, peraltro essenziale alla movimentazione dei fascicoli. Gli ascensori da parte loro dovrebbero essere quattro per l’ala del Tribunale, due per ogni estremità dell’ala stessa. In realtà i due di servizio, che dovrebbero assicurare i movimenti del personale e funzionare da montacarichi per i carrelli di movimentazione dei fascicoli, sono guasti da circa vent’anni e non sono mai stati riparati, talché dovrebbero essere ormai sostituiti. Il blocco alternato dei due ascensori superstiti è diventato negli ultimi mesi uno scandalo al quale sembrava essersi persino abituati, vista la sostanziale inerzia nel risolvere definitivamente il problema. Non occorreva essere esperti tecnici per capire che un blocco totale, con coinvolgimento di persone rimaste rinchiuse, sarebbe stata questione di ore”.
La Segreteria Generale della Confsal-Unsa preannuncia il rinnovo di forti iniziative riguardo alla materia in questione, “poiché l’incuria verso le condizioni di lavoro dei pubblici dipendenti e verso la resa dei servizi pubblici si nutre ormai solo di proclami irresponsabili, di tagli e di restrizioni, all’insegna del più lavoro con sempre meno personale, meno retribuzione e meno sicurezza”.
Attualità
Consorzio di bonifica e gli inutili sprechi
Pagliaro: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò…”
Anche Paolo Pagliaro, consigliere regionale di FdI, si scaglia contro l’obolo del Consorzio di Bonifica: “Per gli agricoltori una brutta sorpresa sotto l’albero di Natale: le ingiunzioni di pagamento del famigerato tributo 630. Un chiaro tentativo di fare cassa a spese dei consorziati, nonostante le opere di bonifica continuino a restare ferme. E intanto, si allunga il bollettino degli sprechi del Consorzio, che ho piu volte denunciato nella passata legislatura.
L’ho fatto per evidenziare l’ingiustizia della pretesa del tributo 630, a fronte di interventi di bonifica fermi anche da anni. Dal governo regionale si è alzato un muro alle mie reiterate richieste di sospendere le cartelle, che continuano a piovere a raffica benché non dovute. Sono stati respinti i miei emendamenti, e sono stati umiliati gli agricoltori che nell’aula del Consiglio regionale hanno manifestato la loro rabbia per questo vero e proprio sopruso. Durante la campagna elettorale per le regionali il Pd, campione di testacoda, ha messo nero su bianco nel suo programma l’azzeramento del tributo 630. L’ennesimo inganno, l’ennesima bugia che ho smascherato fin da subito e di cui chiederò conto al neo presidente Antonio Decaro e al futuro assessore all’agricoltura, non appena partirà la nuova legislatura”.
E condanna alcune scelte del consorzio: “Ma intanto, veniamo a sapere che il Consorzio di bonifica spenderà quasi un milione e mezzo di euro in 48 mesi per noleggiare 98 Panda ibride. Una inutile flotta di auto gialle, ferme in un parcheggio a Nardò. Questo è solo l’ultimo spreco di una lunga serie: continuano le consulenze pagate a peso d’oro, gli affidamenti di incarichi legali per contenziosi spesso perdenti, le nomine illegittime come quella di un biologo marino come responsabile dell’area agraria,.senza le necessarie competenze, guarda caso ex consulente Arif.
E qui tornano le storture dei vasi comunicanti tra Arif e Consorzio, figlie del conflitto d’interessi del commissario Francesco Ferraro, al tempo stesso direttore Arif. Due ruoli dirigenziali accentrati nelle mani di una sola persona, cosa che abbiamo denunciato senza mai ricevere risposta. Intanto, però, Ferraro viene condannato per una consulenza inutile all’ex sub commissario, e dovrà risarcire per 140mila euro”.
E chiude con: “Sugli sprechi e sulla mala gestione del Consorzio di bonifica faremo un’opposizione ancora più dura, perché questo bubbone venga finalmente affrontato, e si riparta con le bonifiche del territorio agricolo in abbandono. Solo allora, a fronte di benefici effettivi, ad agricoltori e cittadini potrà essere richiesto il tributo 630. Su questo continueremo a batterci“.
Attualità
Il sindaco di Maglie revoca la nomina di assessore ad Antonio Fitto
Rottura storica con l’ex primo cittadino magliese con cui Toma ha avuto un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni
Il sindaco di Maglio Ernesto Toma comunica di aver disposto, con proprio decreto, la revoca della nomina di assessore ad Antonio Fitto, ponendo fine a un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni.
La spiegazione nelle parole del primo cittadino: “Antonio Fitto ha guidato la città come Sindaco per dieci anni con questa maggioranza e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Assessore nelle Giunte da me presiedute. In questo lungo arco temporale ha partecipato in modo diretto e continuativo a tutte le principali scelte politiche, amministrative e finanziarie del Comune, assumendosene pienamente la responsabilità.
Appare pertanto doveroso ristabilire la verità dei fatti di fronte ai cittadini: le recenti dichiarazioni con cui Antonio Fitto invoca oggi un “rilancio dell’attività amministrativa” risultano politicamente contraddittorie e poco credibili, poiché rivolte contro un’azione di governo che egli stesso ha contribuito a costruire, sostenere e approvare per due decenni. Non più tardi di pochi giorni fa, lo stesso Assessore ha votato in Giunta il Bilancio comunale, condividendone senza riserve contenuti, scelte e indirizzi strategici.
La scelta di candidarsi, senza nemmeno discuterlo con la propria maggioranza, alla carica di Sindaco di Maglie, con un progetto politico alternativo e dichiaratamente in contrapposizione all’attuale Amministrazione rappresenta una legittima ambizione personale, ma segna una rottura politica netta e non più compatibile con il ruolo di Assessore. Non è possibile, soprattutto in una fase pre-elettorale, amministrare una città e al contempo condurre una campagna politica contro l’Amministrazione di cui si fa parte. La revoca del decreto di nomina è quindi un atto di chiarezza politica, di rispetto istituzionale e di correttezza nei confronti dei cittadini, chiamati a scegliere tra progetti alternativi senza ambiguità, doppiezze o operazioni di scarico di responsabilità.
L’Amministrazione comunale continuerà il proprio lavoro fino alla conclusione naturale del mandato con coerenza, serietà e senso delle istituzioni, rivendicando con orgoglio il percorso compiuto e rimettendo, come è giusto che sia, il giudizio finale agli elettori”.
Attualità
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