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Alessano

Tricase, il tragico racconto di chi ha vissuto e subìto l’alluvione

Abitazioni, seminterrati e garage allagati, auto sott’acqua e sballottate da veri e propri fiumi. Come riportato in tempo reale con tanto di foto…

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ESCLUSIVA


Una serata da dimenticare


Quella del 13 ottobre scorso è una data che difficilmente molti salentini dimenticheranno.  L’eccezionale quantità di pioggia venuta giù sull’ultimo lembo dello Stivale ha lasciato il segno soprattutto in alcune porzioni della città: Zona Lama, quella dell’ospedale e Zona Draghi in particolare.


Abitazioni, seminterrati e garage allagati, auto sott’acqua e sballottate da veri e propri fiumi. Come riportato in tempo reale con tanto di foto e video su www.ilgallo.it, lo scenario è stato per lunghi tratti drammatico, con tante famiglie in apprensione, anche per la loro incolumità, fino a notte fonda, quando ha smesso di piovere.


Passato lo spavento, restano i danni e la rabbia delle vittime. Perché, seppur si sia trattato di una bomba d’acqua clamorosa per la sua intensità e la quantità d’acqua piovuta dal cielo, ora ci si chiede se tutto ciò poteva essere evitato e fino a che punto si sia stati incauti nell’antropizzazione del territorio.


Una delle frasi più gettonate del post diluvio in riferimento ad una delle zone più colpite, per intenderci, è stata: «Se l’hanno sempre chiamata “Lavari” un motivo ci dovrà pur essere…».


Restano le ferite, fortunatamente per questa volta solo morali ed economiche, che in tanti hanno dovuto subire. Come evidenziato dalle testimonianze che abbiamo raccolto.


Paolo Gemma, titolare del negozio Kasanova, in via Pertini.


«Nell’area vendita l’acqua ha raggiunto un livello di 30-40 centimetri, giù nei garage è arrivata ad una altezza di 1,60-1,70 metri tanto che sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco che hanno provveduto a tirare l’acqua finché non è scesa a 20-30 centimetri. Quel che è rimasto è il disastro totale, sia sopra che sotto. È franato tutto: elettrodomestici scaraventati a terra e bagnati, scatole intere da buttare con tutto il loro contenuto.


Con quel poco che siamo riusciti a recuperare, abbiamo promosso una svendita. Si tratta di merce invendibile a prezzo normale perché danneggiata, scheggiata o perché la confezione era zuppa e da buttare. I danni? Alcune migliaia di euro, almeno credo. Sinceramente ancora non riusciamo a quantificare. Non sappiamo neanche quando l’umido andrà via dal garage e riusciremo a rimetterci la merce.


Distrutti o semidistrutti anche i mobili che hanno imbarcato acqua; nel locale sottoposto addirittura galleggiavano: sono praticamente tutti da buttare, abbiamo recuperato davvero poco».


Francesco Iacobelli (ex ristorante Coquus in via Giolitti).


«Solo l’intervento dei Vigili del Fuoco arrivati da Lecce alle 2,28 della notte, dopo circa tre ore e mezza, ha reso possibile svuotare almeno in parte gli oltre 200 mq di locali pieni d’acqua per oltre 1,30 metri di altezza. I danni li stiamo ancora contando, considerata la grandezza del locale e il materiale depositato oltre il basculante scardinato dall’acqua che è entrata ovunque».


Giuseppe Ponzetta abita in via Pertini.


«Sono uscito da casa verso le 19,30 per pulire la griglia proprio davanti casa. Poi la pioggia è aumentata di intensità fino al punto in cui il tubo di smaltimento sottostante si è riempito e la griglia si è di nuovo intasata di detriti. L’acqua ha cominciato così ad superare la griglia ed a scorrere lungo la strada. Solo dopo avremmo capito perché: a valle il tubo era tappato.


E poi, quando hanno fatto i lavori in via Thaon de Revel, hanno abbassato la strada. Se si guarda da via Roma in direzione bar Maori, si vede che all’angolo della macelleria, la via si abbassa. Prima l’acqua andava per il 70% verso via Domenico Caputo e per la restante parte scendeva verso via de Revel. Ora invece converge tutta lungo via Caputo. Se le griglie non fossero state ostruite per la sporcizia, forse l’acqua sarebbe defluita bene.


Ritornando a quella maledetta sera, ad un certo punto l’acqua scorreva lungo tutta la strada a filo di marciapiede. Allarmato ho tirato fuori l’auto dal garage e… meno male! Poi il livello ha superato quello del marciapiede di almeno 30 cm e l’acqua è entrata in cantina. Vicino casa, in via Pertini, il livello ha superato il metro perché si incontrava con il “fiume” che scendeva da via de Revel e via Aldo Moro.


Quando ha smesso di piovere, non so come, si è disostruito il tubo a valle e l’acqua in un minuto e mezzo si è ritirata portando via anche un materasso che era in garage. È rimasta solo, si fa per dire fino al livello dello scivolo. Non riuscivo a mettermi in contatto con i vigili del fuoco immagino perché ricevevano chissà quante chiamate di soccorso, così ho contattato la protezione civile di Montesano di cui faccio parte.

Dopo aver chiesto il permesso alla sala operativa sono arrivati alle 23,15. Alle 23,30 hanno iniziato a tirare l’acqua dalle cantine di casa mia e di quella di mio fratello tra loro comunicanti (la porta che le divideva era stata sfondata dall’acqua). Un’altra pompa, più piccola, l’hanno messa in una casa vicina dove una signora che vive sola era in difficoltà. Hanno tirato acqua con le idrovore fino alle sette del mattino».


Ippazio De Iaco è titolare de “Il Drappeggio”, (tendaggi e tappezzeria).


«Ero appena uscito per chiudere il negozio e mi sono accorto che l’acqua era arrivata al marciapiede. Nonostante la griglia proprio di fronte allo scivolo della cantina, ho notato che non riusciva a defluire. Così ho cercato subito di correre ai ripari, mettendoci dei mattoni che avevo in giardino e formando due file in altezza per circa 50 cm. L’acqua comunque continuava a salire e ad un certo punto, preso dallo sconforto ho avuto timore che una vita di sacrifici potesse essere resa vana da quel che accadeva.


Dopo circa un’ora di battaglia contro l’acqua, invece, in pochi minuti la via si è improvvisamente svuotata come se fosse stato tolto un tappo. Il sospetto, mio e di tanti altri, è che tutto ciò sia accaduto anche a causa delle griglie che non hanno funzionato a dovere perché non pulite… I danni?


Per quanto mi riguarda sono limitati a ciò che era al di sotto dei 30 cm. Tessuti, spugne, scaffali, computer e la sala prove, dove i ragazzi con il loro gruppo musicale avevano tutta la strumentazione».

De Iaco, infine, non nasconde «il sospetto che abbia contribuito anche la costruzione del nuovo Eurospin in un posto considerato da sempre zona verde. Una zona in cui sarebbe dovuta confluire l’acqua che le griglie non riescono a scaricare temporaneamente in caso di piogge eccezionali come quella del 13 ottobre».


ALTRA ZONA ALTRO SFASCIO


T.M., dalla Zona Draghi («Quartiere dimenticato da Dio»), affida il suo sfogo ai social.


«All’improvviso è arrivato un fiume in piena che prepotentemente si è impadronito di cantine e garage, distruggendo in un attimo sacrifici e ricordi! Sarebbero bastati altri 10 minuti di pioggia e di paura e avremmo avuto anche la casa devastata».


La sensazione di vivere sempre più nella periferia della periferia: «Qui non è stato messo a disposizione nessun container, nessun vigile del fuoco si è presentato, né qualcuno della protezione civile. Eppure l’amministrazione ha visto… Nessuno ha suonato alle nostre case per dare indicazioni o una parola di conforto. Nessuno! Ce la siamo dovuta cavare da soli in una notte lunga e devastante e stiamo ancora contando i danni.. Accanto alle nostre cose, impastate di pioggia e sudore, ormai dallo scorso inverno ci sono le transenne che proteggono i passanti dalle grate rotte dei canali per la raccolta pluviale, canali intasati da pietre e sporcizia. Sono state messe lì per evitare che qualcuno cadesse e si facesse male, ma la pioggia ci è caduta su quei canali intasati e malgrado le transenne qui ci siamo fatti tutti tanto male! Da quasi un anno», la denuncia, «nessuno si è preoccupato di ripararle: il degrado assoluto! Ora ci chiediamo se tutto questo si sarebbe potuto evitare, se qualcuno verrà a contare i danni con noi, e quanto tempo dovrà passare prima che portino via tutti quei rifiuti! Tristezza delusione e rabbia», conclude sconfortata, «questa è la zona Draghi!»


I DUBBI RESTANO


Quello de13 ottobre è stato un evento atmosferico eccezionale anche se, a sentire gli esperti del meteo, sarebbero episodi estremi ai quali, coi cambiamenti climatici in atto, dovremo cominciare ad abituarci. Ovvio chiedersi, però, se tutto ciò poteva essere evitato.


Al netto dell’antropizzazione più o meno incauta del territorio, vorremmo che, chi di dovere ci dicesse se le griglie che aprono ai sistemi di scolo delle acque vengono regolarmente pulite. Se, chi è stato incaricato di farlo, controlla regolarmente che tutto ciò avvenga: le foto pervenute in redazione dimostrano il contrario. Allo tesso modo: è mai possibile che gli sfalci, residui delle pulizie, restino sine die, insieme all’immondizia, sui cigli delle nostre strade?


Ovvio che quando piove, anche con intensità minore rispetto a quella maledetta sera, il frutto di quell’abbandono finisca nei tombini. Che puntualmente si intasano e saltano. Quando va bene… altrimenti accade come il 13 ottobre.


Questa volta è successo a Tricase, Alessano, Acquarica-Presicce, la prossima potrebbe toccare a qualunque paese del Salento. Perchè il fenomeno è diffuso, basta guardarsi intorno.



Alessano

In Cammino da Tricase ad Alessano

Il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima. Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo

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In Cammino prima della Marcia.

In attesa della Marcia per la Pace sulla via di don Tonino Bello (in programma domani dalle 9,30), si è svolto il quinto cammino da Tricase ad Alessano, sulla tomba di don Tonino.

Promosso dal gruppo parrocchiale “don Tonino” della Chiesa della Natività di Tricase, in collaborazione con la Fondazione “Don Tonino Bello”, il cammino ha coinvolto gli istituti scolastici di Tricase ed Alessano, con il consueto entusiasmo dei ragazzi.

Dopo il saluto del parroco don Gianluigi, il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima.

Assistiti prima dalla Polizia municipale di Tricase e poi da quella di Alessano, grandi e piccini hanno condiviso quasi sette chilometri di strada, tra periferie e campagne, ulivi e cave dismesse.

All’arrivo, ad attendere i pellegrini sulla tomba del Venerabile, c’erano Stefano Bello, nipote di don Tonino, il sindaco Osvaldo Stendardo, il presidente della Fondazione Giancarlo Piccinni, i dirigenti Chiara Vantaggiato dell’Istituto G. Salvemini e Rina Mariano del Comprensivo Tricase – Via Apulia.

Protagonista del momento di approfondimento, l’ingegnere Vito Alfieri Fontana, testimone e pacificatore che, da produttore di armi, è diventato sminatore.

Tante riflessioni e domande da parte dei ragazzi degli istituti scolastici, che hanno trovato risposte certe nella scelta di un uomo che ha abbracciato la pace.

Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo.

In chiusura, Maria Grazia Bello, rappresentante del gruppo “don Tonino”, ha ringraziato i partecipanti e le istituzioni coinvolte, consapevole delle difficoltà di svolgere iniziative che coinvolgono gli studenti in orario extrascolastico. Ma ne è valsa la pena perché l’insegnamento di don Tonino è proprio questo: «In piedi, costruttori di pace!».

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Alessano

In Marcia per la Pace, sulla via di don Tonino Bello

In programma domani con partenza alle 9,30. Seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale dell’indimenticato “Vescovo col Grembiule”, fino alla sua tomba. Alla manifestazione promossa dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello prenderanno parte anche gli studenti di scuola media e delle superiori del territorio

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Nell’ambito della “Maratona per la Pace“, iniziativa di mobilitazione nazionale, in programma una manifestazione ad Alessano, paese natale di Don Tonino Bello, indimenticato vescovo e profeta di pace.

L’evento, promosso dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello e le istituzioni scolastiche del territorio, è in programma per domani, mercoledì 6 novembre e intende lanciare un chiaro messaggio di rifiuto ad ogni forma di conflitto e violazione dei diritti umani.

Alle 9,30 prenderà il via la Marcia per la Pace che seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale di don Tonino fino alla sua tomba.

Un cammino che vuole onorare la memoria e l’eredità spirituale del Vescovo, grande testimone dei princìpi di fratellanza tra i popoli e rispetto della dignità umana.

Il tutto con la partecipazione attiva degli studenti di scuola media e delle superiori del territorio, coinvolti in prima persona in un momento di riflessione e impegno civico.

Il programma prevede: alle 9,30 l’avvio della marcia dalla casa natale di don Tonino Bello; alle 10,30 i saluti istituzionali del sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo, dei dirigenti scolastici Salvatora Accogli (Istituto comprensivo di Alessano), Anna Lena Manca (I.I.S.S. Don Tonino Bello – Liceo Artistico Nino Della Notte di Tricase AlessanoPoggiardo) e Chiara Vantaggiato (I.I.S.S. G. Salvemini di Alessano).

Alle 11,20, introduzione all’evento a cura di Ada Chirizzi, Segretario Generale CISL Lecce e Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello.

Alle 11,30 il momento clou dell’iniziativa con la toccante testimonianza di don Salvatore Leopizzi di Pax Christi, che condividerà il suo percorso e la sua esperienza al fianco di don Tonino Bello, il pastore scomodo che marciò contro la guerra (marcia pacifista su Sarajevo 1992 – foto in fondo alla pagina), offrendo una preziosa lezione di impegno per la pace.

L’evento si pone come un momento fondamentale per costruire la pace “stando in piedi“, come ricordava Don Tonino Bello: «Occorre, forse, una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un “dato”, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il “prodotto” di un impegno. Non un nastro di partenza, ma una situazione di arrivo».

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Alessano

SS 275 da Tricase a Leuca, tutto pronto

La Giunta regionale ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica necessaria per il secondo lotto dell’opera, ponendo così le basi per la conclusione dell’intero procedimento tecnico-amministrativo…

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di Lorenzo Zito

Dopo anni di stop, ricorsi e revisioni progettuali, la Maglie–Leuca comincia ad assumere contorni reali: con l’autorizzazione paesaggistica del 22 ottobre e la chiusura della Conferenza dei servizi il 4 novembre, il progetto del secondo lotto è pronto per la gara d’appalto.

L’iter per il completamento della Statale 275 Maglie–Leuca compie, dunque, un passo decisivo.

Lo scorso 22 ottobre la Giunta regionale ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica necessaria per il secondo lotto dell’opera, ponendo così le basi per la conclusione dell’intero procedimento tecnico-amministrativo.

L’atto, corredato da alcune prescrizioni, consente di procedere verso l’approvazione del Progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte), che sarà formalmente ratificata a chiusura della Conferenza dei servizi il 4 novembre, sotto la guida del commissario straordinario Vincenzo Marzi.

Il via libera paesaggistico rappresenta il tassello che mancava per chiudere un percorso lungo e complesso. Dopo anni di sospensioni, ricorsi e revisioni progettuali, il secondo lotto della Statale 275, quello compreso tra la zona industriale di Tricase e Santa Maria di Leuca, può dunque imboccare la strada dell’approvazione definitiva.

La firma del commissario, attesa al termine della Conferenza, segnerà il passaggio conclusivo della fase preliminare e consentirà ad Anas di predisporre il bando di gara per l’affidamento dei lavori.

Il progetto del secondo lotto è stato corredato da tutte le valutazioni ambientali e paesaggistiche previste dalla normativa.
La Valutazione d’impatto ambientale è stata rilasciata il 17 agosto, e il successivo via libera paesaggistico del 22 ottobre ha completato il quadro delle autorizzazioni, sbloccando un procedimento rimasto fermo per oltre un decennio.

LE ALTERNATIVE

Dopo l’annullamento in autotutela da parte di Anas (nel 2016) della precedente gara (indetta nel 2009), furono prese in considerazione tre possibili alternative.

Scartate le prime due (dette Alternativa Est e Alternativa Ovest, con riferimento al lato da cui circumnavigare Tricase), fu scelta la cosiddetta Alternativa 3, descritta dagli studi come quella con performance migliori dal punto di vista ambientale e funzionale, nonché per la sostenibilità dell’opera.

Va ricordato, inoltre, come il progetto inizialmente proposto da Anas prevedesse una statale a due corsie per senso di marcia (quindi quattro corsie) da Maglie sino a Leuca. Soluzione che è stata conservata per il solo lotto nord e scartata per quello a sud, non solo per ridurne l’impatto ambientale ma anche per rispondere adeguatamente alla vera priorità dell’opera in questo tratto: portare il traffico verso il Capo di Leuca fuori dai centri abitati di Montesano Salentino, Lucugnano, Alessano, Montesardo e Gagliano del Capo, tutt’oggi tagliati in due dalla SS275.

Ultimo (ma non ultimo) l’elemento rifiuti: il nuovo progetto toglie Anas dall’imbarazzo delle discariche abusive emerse lungo il vecchio percorso tra Alessano e Tricase.

La scelta di allontanarsi da quelle aree ha un duplice effetto: da un lato scongiura il rischio di un sequestro dell’opera da parte della magistratura, dall’altro ha del tutto distolto i riflettori dal tema bonifica.

I NUMERI

Il valore complessivo dell’intervento ammonta a 257 milioni di euro, risorse già stanziate nell’ambito dell’Accordo di Coesione.
Il nuovo tracciato interesserà i comuni di Montesano Salentino, Miggiano, Specchia, Tricase, Tiggiano, Alessano, Gagliano del Capo e Castrignano del Capo, con opere di adeguamento della sede stradale e interventi di messa in sicurezza.

Il progetto punta a migliorare la fluidità della circolazione e la connessione tra l’entroterra e la fascia costiera, sostenendo al tempo stesso i flussi turistici e lo sviluppo economico del basso Salento.

Il nuovo tragitto lungo circa 19 chilometri che, secondo le previsioni, dal giorno in cui verrà cantierizzato (non prima di un anno e mezzo/due), richiederà circa 1.350 giorni per essere portato a termine (poco più di 3 anni e mezzo).

Per una spesa, riferita ai soli lavori, di 140 milioni di euro.

Una lingua d’asfalto con una carreggiata a due corsie, una per senso di marcia, costituita per il 71% circa da tratti in rilevato, per il 24,5% da tratti in trincea e, per restante parte, da opere in sottopasso (3,5%) e in sovrappasso con viadotti e ponti (0,4%).
22 curve, 28 rettifili, 9 intersezioni e 6 immissioni/diversioni per un percorso tecnicamente suddiviso in cinque tratti (che, come sta accadendo col primo lotto, non saranno realizzati all’unisono, ma con cantierizzazioni indipendenti, uno dopo l’altro).

LA SVOLTA

L’iter ha conosciuto una svolta nell’estate 2025, quando due sentenze gemelle del Consiglio di Stato hanno chiarito definitivamente le questioni contenziose che bloccavano la procedura.

Da quel momento, Anas e il commissario straordinario hanno potuto riprendere l’istruttoria e aggiornare gli elaborati progettuali alle più recenti disposizioni del Codice degli appalti, in vigore dal 2016 e successivamente modificato.

In parallelo sono stati rivisti i parametri economici, adeguati ai costi aggiornati tra il 2019 e il 2023.

Il cronoprogramma aggiornato prevede che, una volta approvato il progetto di fattibilità, Anas bandisca la gara entro il 2026.
L’avvio dei cantieri del secondo lotto potrebbe quindi avvenire tra la fine del 2026 e i primi mesi del 2027, nella migliore delle ipotesi.

L’obiettivo è affiancare l’intervento già in corso sul primo lotto, quello tra Maglie e l’area industriale di Tricase, inaugurato un anno e mezzo fa e attualmente in fase di realizzazione.

Con l’autorizzazione paesaggistica dello scorso 22 ottobre e la chiusura imminente della Conferenza dei servizi il 4 novembre, la Statale 275 torna dunque al centro dell’agenda infrastrutturale del Salento.

Dopo anni di attese, ricorsi e stop burocratici, il completamento dell’arteria che unisce l’entroterra leccese a Santa Maria di Leuca si avvicina a un punto di svolta: la prospettiva, finalmente concreta, di un’opera strategica per la sicurezza, la mobilità e lo sviluppo del territorio.

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