Attualità
Tricase: ordinanza del sindaco per gli ambulanti. La parola ora passa al Prefetto
Francesca Sodero (MoVimento 5 Stelle): “Ringraziamo il sindaco di Tricase per aver accolto la nostra proposta di emettere un’ordinanza che consenta ai produttori agricoli locali di vendere i prodotti del raccolto anche in forma itinerante”
Sulle nostre colonne avevamo sollevato l’opportunità di consentire l’attività ai commercianti ambulanti anche per tutelare le produzioni locali e il commercio di prossimità, certamente assicurando le condizioni di sicurezza previste dalle norme”.
Attraverso i “faq” pubblicati sul sito del Ministero delle politiche agricole restava comunque il dubbio se la cosa fosse consentita dalle prescrizioni anticontagio.
Lo scorso 27 aprile con una nota pec indirizzata al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle Francesca Sodero (Tricase), Francesco Ciardo (Gagliano del Capo) e Antonio Orlando (Corsano) avevano chiesto la ripresa delle attività per i commercianti ambulanti che effettuano la vendita mediante posizionamento di bancarelle su strada
Passato il 4 maggio, dopo la prima “pallida” riapertura anche alle attività produttive, qualcosa sembra muoversi con l’ordinanza sindacale emessa da Carlo Chiuri.
Lo conferma con una nota la consigliera comunale tricasina Francesca Sodero: “Ringraziamo il sindaco di Tricase per aver accolto la nostra proposta di emettere un’ordinanza che consenta ai produttori agricoli locali di vendere i prodotti del raccolto anche in forma itinerante”.
È il primo passo formale anche se “ora la parola passa al Prefetto, cui si è ritenuto di chiedere cortese riscontro preventivo”.
Anche perché proprio una nota prefettizia della scorsa settimana aveva “di fatto posto un blocco generale delle attività di vendita in forma ambulante, senza distinzioni fra produttori agricoli e commercianti. Per i primi il blocco della vendita itinerante rischia di diventare fatale perché il raccolto non attende i tempi dell’emergenza ed i prodotti agricoli sono altamente deperibili”.
“Riteniamo che sia fondamentale difendere le produzioni agricole locali”, aggiunge la Sodero, “tutelando uno sbocco commerciale che non può essere sostituito facilmente da altre forme di vendita”.
“Chiediamo al Prefetto di ascoltare il territorio e porre il sigillo su un’interpretazione delle norme che consenta di allentare i divieti sui produttori agricoli”, conclude la consigliera, “in attesa che vengano ripristinati i mercati in condizioni di sicurezza”.
L’Istanza presentata da Francesca Sodero
“A seguito della nota prefettizia del 23 aprile u.s. si è creata incertezza al riguardo della possibilità di consentire la prosecuzione delle attività di vendita diretta, anche itinerante, da parte degli imprenditori agricoli. Insieme ad altri colleghi consiglieri, col supporto del Senatore Iunio Valerio Romano, abbiamo sollecitato un chiarimento da parte delle Autorità interessate, a partire dalla Prefettura, in modo che sia esplicitamente esclusa l’attività di vendita diretta itinerante, o comunque su area pubblica, dal campo di applicazione del divieto di commercio ambulante al di fuori delle aree mercatali, introdotto e mantenuto dai diversi DPCM anti Covid-19 che si sono susseguiti negli ultimi due mesi.
Purtroppo ad oggi non è ancora pervenuto alcun riscontro ed anche se siamo fiduciosi che presto arriverà, riteniamo di somma urgenza mettere i piccoli produttori agricoli che operano sul nostro territorio nelle condizioni di continuare a vendere i prodotti del raccolto, per scongiurare il più possibile il rischio che la chiusura cautelativa dei nostri mercati, loro principale sbocco commerciale, comporti l’abbandono delle attività di coltivazione. Tali attività sono già in periodi “normali” fondamentali e preziose, anche perché troppo poche e limitate rispetto a quanto sarebbe opportuno e necessario per la comunità locale, ma oggi, per motivi che non serve neppure esplicitare, lo sono ancora di più.
Riteniamo che sussistano i presupposti normativi e di prassi per sostenere l’esclusione di queste attività di vendita diretta dal campo di applicazione del divieto di commercio ambulante al di fuori delle aree mercatali, introdotto e mantenuto dai diversi DPCM anti Covid-19. Ragion per cui Vi chiediamo di valutare l’opportunità di emanare un atto, sotto forma di ordinanza o di altro atto che sia da Voi ritenuto maggiormente idoneo, che con urgenza e nelle more della riattivazione delle attività mercatali, consenta la prosecuzione delle suddette attività. Alleghiamo a tal fine una bozza parziale di ordinanza con tutti i riferimenti da noi considerati utili a sostenere l’intervento qui richiesto, restando a disposizione per qualsiasi esigenza legata alla presente richiesta”.
Attualità
Santa Cesarea, 18 milioni di motivi per recuperare il Polo Termale Sportivo
Finanziamento destinato al recupero e al rilancio della più grande opera incompiuta del Salento, in stato di abbandono da quasi 25 anni
«Santa Cesarea è nelle mie radici e nel mio cuore: aiutarla a rinascere sarà il mio orgoglio più grande».
È con queste parole l’on. Andrea Caroppo, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha annunciato nella conferenza stampa tenuta assieme al sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve, l’arrivo di 18 milioni di euro destinati al recupero e al rilancio del Polo Termale Sportivo di Santa Cesarea Terme, la più grande opera incompiuta del Salento, in stato di abbandono da quasi 25 anni.
Il finanziamento, reso possibile grazie al progetto “Turismo delle Radici” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, rientra nell’Accordo di Coesione sottoscritto nei giorni scorsi tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito della programmazione nazionale 2021-2027 per la coesione territoriale.
Con questi fondi si realizzerà un intervento di recupero che consentirà di restituire vita e funzione pubblica al complesso termale e sportivo, da anni abbandonato, trasformandolo in un polo di benessere, accoglienza e sviluppo economico al servizio dell’intero Salento.
«Un risultato concreto», sottolinea Caroppo, «reso possibile grazie alla straordinaria sensibilità del Ministro Antonio Tajani, che ringrazio per aver voluto destinare risorse così importanti a un territorio che da troppo tempo attende di poter rinascere
«Il Polo Termale Sportivo», ha aggiunto Caroppo, «è il simbolo di un’occasione perduta che oggi torna a essere una grande opportunità per tutto il territorio. È la prova che, con visione e collaborazione tra istituzioni, anche le pagine incompiute possono diventare storie di rinascita».
Dello stesso avviso anche il sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve, che ha espresso profonda soddisfazione per il risultato conseguito: «Quella di oggi è una giornata storica che consente alla nostra Santa Cesarea Terme di guardare al futuro con fiducia e rinnovato ottimismo. Non è un punto di arrivo, ma neppure un punto di partenza: rappresenta una tappa fondamentale di un percorso iniziato oltre dieci anni fa, che sta restituendo alla nostra città la possibilità di rinascere in tutti i sensi».
Il sindaco ha anche ricordato il lungo cammino che ha interessato il complesso del Nuovo Centro Termale e dell’area degli impianti sportivi P.I.M., evidenziando come si tratti di «un passato da superare che oggi diventa occasione di nuova ricchezza, di crescita turistica e di opportunità di lavoro per le nostre famiglie. È doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo: dai colleghi amministratori agli uffici comunali, fino a chi, come l’onorevole Andrea Caroppo, si è impegnato in prima persona per il futuro e il benessere del nostro territorio. Senza impegno, dedizione e gioco di squadra», ha concluso Bleve, «questi risultati non sarebbero possibili».
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Appuntamenti
Santa Cesarea: 18 milioni per il Polo Termale Sportivo
Finanziamento stanziato dal Ministero degli esteri nell’ambito de il “Turismo delle Radici”. Domattina la conferenza stampa di presentazione
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Una conferenza stampa per illustrare il finanziamento di 18 milioni di euro stanziato dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, rientrante nella strategia nazionale per promuovere il “Turismo delle Radici”.
Il finanziamento è destinato al recupero e alla riqualificazione del Polo Termale Sportivo di Santa Cesarea Terme.
Alla Conferenza, in programma domani, a partire dalle ore 10,30, presso la sala consiliare del Comune di Santa Cesarea Terme (via Roma, 159), interverranno il sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve e l’on. Andrea Caroppo.
Attualità
Natale di disagi in 20 uffici postali
Comunità senza sportelli e Atm, lavoratori sotto stress. Tra novembre e aprile si succederanno ben 14 chiusure nel Salento: ma le difficoltà saranno ben più diffuse. La Cgil chiede l’intervento del Prefetto. Ristrutturazioni in contemporanea per il progetto Polis, alle quali si sommano le chiusure per eventi criminosi. Cgil, Slc e Spi chiedono un tavolo prefettizio e fanno appello ai sindaci per pretendere l’apertura di uffici mobili.
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Si preannuncia un Natale… di passione per utenti e lavoratori degli uffici postali salentini.
Nel periodo festivo e in quello prenatalizio Poste Italiane chiuderà undici uffici postali, il cui carico di lavoro sarà riversato su sei sedi extra comunali (oltre che in due container ed in altri uffici nel medesimo Comune).
La nuova organizzazione riguarderà complessivamente 20 uffici postali.
I disagi si avvertiranno in 18 centri abitati.
Le chiusure sono disposte quasi tutte nell’ambito di “Polis”, progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha come obiettivi ammodernamento e digitalizzazione degli uffici postali nei piccoli centri abitati d’Italia.
In provincia di Lecce i disagi provocati da questi lavori di ristrutturazione vanno però a sommarsi a quelli prodotti dagli assalti ai postamat degli ultimi mesi, che hanno causato lunghi lavori di ristrutturazione e l’attivazione degli Atm solo nell’orario di apertura degli uffici.
Cgil, Slc e Spi chiedono la convocazione di un tavolo al Prefetto e fanno appello ai sindaci affinché pretendano l’apertura di uffici mobili nei comuni interessati dalle chiusure.
LE CHIUSURE
Nelle prossime settimane Poste Italiane, nel solco del completamento del progetto Polis, procederà, dunque, alla totale chiusura dei seguenti uffici postali (tra parentesi il periodo di chiusura e l’ufficio postale che prenderà in carico l’attività): Acquarica del Capo (dal 20 novembre al 7 aprile, con appoggio su Presicce), Castro (fino al 7 aprile, su Vignacastrisi), Galatina 1 (fino al 10 dicembre, su Galatina), Leverano (fino al 29 dicembre per evento criminoso, su container), Melendugno (dal 17 novembre al 7 gennaio, su Calimera), Sanarica (dal 26 novembre al 13 aprile, su Minervino), Spongano (dal 4 novembre al 15 dicembre, su Diso), Squinzano (dal 9 dicembre al 28 gennaio, su Campi Salentina), Surbo (fino all’11 dicembre, su un container nella stessa Surbo in piazza Aldo Moro), Trepuzzi (dal 24 novembre al 13 gennaio, su Novoli), Vernole (dal 25 novembre al 13 aprile, su Castrì di Lecce).
A queste chiusure, che attraversano il periodo natalizio o lo sfiorano, si aggiungono anche quelle di Tiggiano (fino al 17 novembre, su Alessano), Sogliano (fino al 26 novembre, su Cutrofiano).
DANNI A COMUNITÀ, ANZIANI E LAVORATORI
Le comunità servite dagli uffici chiusi (tranne dove è stato attivato l’ufficio mobile nel container) per utilizzare i servizi postali e per i prelievi dagli Atm dovranno spostarsi, perciò, in altri comuni.
Dal canto loro le comunità che ospiteranno il carico derivante dalle chiusure dovranno sicuramente fronteggiare rallentamenti ed attese finora sconosciute.
Come evidenziano i segretari generali Tommaso Moscara (Cgil Lecce), Monia Rosato (Slc Cgil Lecce) e Fernanda Cosi (Spi Cgil Lecce), «L’impatto sarà forte soprattutto sulla popolazione più anziana, a lungo sensibilizzata a rivolgersi agli sportelli per evitare scippi e furti, e che ora devono fare i conti con un’oggettiva difficoltà a spostarsi da un comune all’altro. Il tutto avviene nell’ambito dell’accordo Polis, firmato da Slp Cisl, ConfsalCom, UglCom e Failp Cisal, ma non sottoscritto da Slc Cgil e UilPost. Soprattutto avviene senza tenere in alcuna considerazione i disagi causati a cittadini e dipendenti, quando di norma Poste Italiane dovrebbe prevedere l’installazione di appositi container che suppliscono alla chiusura temporanea dell’ufficio».
«Siamo consapevoli che il completamento del progetto Polis serva a migliorare i servizi nelle piccole comunità», spiegano i segretari generali territoriali di Cgil, Slc e Spi. «esprimiamo, però, dissenso su una programmazione dei lavori calata piramidalmente dalla Direzione Lavori di Poste Italiane. Un modus operandi che viola la normativa e che non tiene il polso della situazione locale, soprattutto in un periodo di per sé critico come quello prenatalizio, in cui è facilmente prevedibile un vero e proprio assalto dei cittadini per le scadenze di fine anno, per gli invii dei pacchi postali o ancora per il pagamento delle mensilità e delle tredicesime ai pensionati. Il tutto aggravato dalle limitazioni sull’uso degli Atm per disposizioni di ordine pubblico. Chiediamo al prefetto l’apertura di un tavolo alla presenza delle organizzazioni sindacali e si fa appello ai sindaci di pretendere l’installazione di un ufficio mobile».
CONSEGUENZE SUL LAVORO
«Da non sottovalutare inoltre le ripercussioni sul benessere del personale, come sottolinea Monia Rosato: «La nuova organizzazione del lavoro crea una serie di conseguenze di carattere logistico e di trasporto. Questa situazione rende precaria la condizione lavorativa dei lavoratori postali interessati. Oltre a subire le crescenti pressioni commerciali dall’azienda, nelle prossime settimane saranno sottoposti anche ad un evidente e pesante carico di lavoro aggiuntivo, allo stress lavorativo costante, alla mobilità sul territorio e ad una flessibilità operativa dovuta alla mancanza di spazi»
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