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Cronaca

Così rapinavamo i supermercati

Le rapine risalgono alla scorsa estate. I malviventi rapinarono numerosi centri commerciali in tutta la provincia di Lecce. Uno dei due riuscì a mettere a segno sei colpi in un solo giorno

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Sono stati traditi dalle telecamere dei supermercati incriminati i due malviventi che durante la scorsa estate hanno messo a segno un gran numero di rapine in tutta la provincia di Lecce. Si tratta di Antonio De Luca, 26enne residente a Carmiano, già noto alle forze dell’ordine e Alessandro Cirfeta, 25enne, anche lui di Carmiano, incensurato.


Il gip presso il Tribunale di Lecce, Dott. Carlo Cazzella su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica D.ssa Francesca Miglietta ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la banda. I due sono accusati di rapina e tentata rapina in concomitanza tra di loro.


Ed è proprio assieme che nella scorsa estate i due malviventi hanno colpito più di 5 centri commerciali in provincia.


Il primo colpo è avvenuto presso il supermercato “Mello” di Carmiano, i due irruppero nel negozio armati e sotto minaccia si fecero consegnare l’incasso della giornata: 2225 euro. il secondo colpo, alla “Dok” di Copertino, questa volta l’incasso fu di 981 euro. Il terzo ed il quarto colpo si svolsero nello stesso giorno e nella stessa città: infatti, i due rapinarono il supermercato “DiMeglio” e il supermercato “Eurospin” di Veglie dove ottennero in totale un ingente somma di denaro: 4935 euro. L’ultimo colpo condotto assieme fu al supermercato “DiMeglio” di Copertino, con un incasso di 1530 euro. 


A carico solo di De Luca, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di rapine ci sono ben sei episodi, tutti commessi in un solo giorno: la sera del 2 agosto scorso ha tentato di rapinare il supermercato Dok di Novoli e il Simply di Novoli e poi, non contento, riuscì a mettere a segno il colpo alla farmacia Greco di Novoli, al supermercato Conad di Campi Salentina, al supermercato Lidl di Campi Salentina e al Di Meglio di Trepuzzi. La raffica di rapina gli fruttò un bottino di quasi 6000 euro.


Un provento di 16.116 euro, nel giro di pochi mesi. I provvedimenti sono scaturiti da una articolata attività investigativa dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina con i colleghi della stazione di Carmiano e della tenenza di Copertino che, attraverso la visione delle immagini delle telecamere degli stessi esercizi commerciali e di quelle delle abitazioni private posizionate sulle vie adiacenti, sono risaliti all’identità dei due rapinatori.

ECCO COME RAPINAVANO I SUPERMERCATI


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Inoltre, la mattina del 5 agosto, i militari della stazione di Carmiano e Veglie, hanno eseguito una perquisizione domiciliare  nell ’abitazione di De Luca (di proprietà della nonna paterna e di cui aveva la diponibilità) finalizzata alla ricerca di una pistola utilizzata il giorno precedente minacciare un 52enne pensionato di Carmiano, hanno trovato un giubbotto con cappuccio di colore rosso, riconosciuto come quello indossato durante la rapina al supermercato “Mello” di Carmiano.


 


Cronaca

Incendio nella marina, intervenuti due Canadair

Sul posto stanno intervenendo anche le squadre dei Vigili del Fuoco di Lecce ed è stata attivata una pattuglia dei Carabinieri Forestali…

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È in corso, dalla tarda mattinata, un incendio boschivo di chioma nella zona di San Cataldo, in provincia di Lecce.

L’intervento, particolarmente complesso, vede impegnata la Sala Operativa Integrata regionale di protezione civile che ha disposto l’invio di una squadra di Volontari e un ulteriore mezzo AIB “Unimog” da 3000 litri insieme ad una Squadra ARIF.

Sul posto stanno intervenendo anche le squadre dei Vigili del Fuoco di Lecce ed è stata attivata una pattuglia dei Carabinieri Forestali.
Tutte le squadre a terra sono coordinate dal DOS (direttore operazioni di spegnimento) dei Vigili del Fuoco, in raccordo con la Sala operativa regionale. La Prefettura di Lecce è stata informata prontamente sulla situazione in atto.

Le fiamme, alimentate da un vento sostenuto che agevola innesco e propagazione, stanno interessando un’area di macchia mediterranea prossima a diversi complessi turistici e abitativi, che sono tuttavia in sicurezza. Non si registrano situazioni di pericolo per la popolazione al momento.

Alle squadre a terra si sono affiancati due Canadair del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco attivati dalla Sala Operativa Regionale su indicazione del DOS, che stanno effettuando lanci d’acqua per contenere il fronte del fuoco e favorire le operazioni di bonifica.

La Sezione Protezione Civile, attraverso la Sala Operativa, continuerà a monitorare costantemente l’evoluzione della situazione, assicurando il massimo coordinamento delle forze impegnate sul campo.

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Cronaca

Irregolari e pericolosi: espulsi

La Polizia di Stato opera cinque espulsioni con accompagnamento in frontiera di altrettanti cittadini extracomunitari irregolari ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica

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La Polizia di Stato ha eseguito l’espulsione di due cittadini extracomunitari, gravati da diversi precedenti penali, oggetto di indagini eseguite dalla polizia giudiziaria durante la loro permanenza in Salento.

Si tratta di un cittadino di nazionalità albanese e di uno di nazionalità tunisina.

Il primo tratto in arresto il 30 settembre scorso, dopo 19 anni di latitanza e una condanna mai espiata a 10 anni di reclusione per sfruttamento della prostituzione, immediatamente scarcerato per prescrizione del reato.

Il secondo, più volte denunciato dal commissariato di Nardò, per reati contro il patrimonio e destinatario di avviso orale emesso dal Questore di Lecce. Ques’ultimo è stato colto il 1° ottobre scorso in flagranza del reato di ricettazione, cui è seguita una perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono stati rinvenuti svariati monili in oro, ciotole, piatti in argento e orologi.

Nelle settimane appena precedenti erano stati espulsi, con accompagnamento in frontiera, altri tre cittadini irregolari pericolosi per l’ordine e la sicurezza collettiva, nello specifico: un cittadino americano, un cittadino albanese ed una cittadina moldava.

I provvedimenti espulsivi emessi dal Sig. Prefetto della provincia di Lecce, e sottoposti a convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria, sono stati messi in esecuzione coattiva dal Questore Lionetti, stante la necessità di garantire in maniera certa l’abbandono del territorio nazionale da parte dei cittadini extracomunitari colpiti dai provvedimenti di espulsione.

Le espulsioni con accompagnamento alla frontiera di soggetti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica sono il risultato di un iter procedurale scandito dalla collaborazione tra i diversi uffici della Polizia di Stato, tra i quali la Divisione Immigrazione che, oltre alla quotidiana e consueta valutazione della posizione dei cittadini stranieri sul territorio nazionale, “chiude il cerchio” delle attività della polizia giudiziaria che riguardano i cittadini extracomunitari irregolari pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Le espulsioni sono state accompagnate, così come previsto dalle norme vigenti in materia di immigrazione, dal divieto di reingresso sul territorio nazionale per un periodo di tempo non inferiore a 5 anni ma che, talora, giunge sino ai 10 anni.

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Casarano

Fnsi e Assostampa: «Vicini a Marilù Mastrogiovanni»

Domani è prevista la discussione finale per due procedimenti unificati in unico processo. La casaranese sarà difesa dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto dello studio FPS di Bari. La solidarietà del sindacato alla giornalista

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Calvario giudiziario infinito per la giornalista di Casarano Marilù Mastrogiovanni, direttrice de Il Tacco d’Italia.

«A seguito dell’omicidio del boss Augustino Potenza nell’ottobre 2016», ricordano da Fnsi e Assostampa, «Mastrogiovanni pubblicò un’ampia inchiesta a puntate nella quale ne ripercorreva le gesta, dimostrando l’ampio consenso sociale e politico di cui godeva. Articoli a quanto pare non graditi dall’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Gianni Stefàno (Fratelli d’Italia) che mise la giornalista nel mirino, affiggendo decine di manifesti per la città contro la giornalista, destinataria di numerose querele a firma del sindaco e della giunta comunale».

Tutta la comunità giornalistica locale e nazionale stigmatizzò duramente l’iniziativa, «sia perché l’episodio in sé rappresentava un concreto pericolo per la sicurezza della giornalistatra i commenti sulla pagina Facebook ufficiale del sindaco, che aveva pubblicato il testo del manifesto come comunicato stampa, numerose offese e minacce dai sodali del boss, tra cui la stessa vedova»), sia perché quelle affissioni rappresentavano, secondo la categoria, un pericoloso punto di non ritorno, ossia l’interruzione della normale dialettica democratica tra stampa e politica, nella cornice garantista della legge sulla Stampa».

Sono state così attivate alcune misure di protezione, poi rafforzate nel tempo.

«Ora siamo alle strette finali di un processo paradossale», evidenziano dal sindacato, «la giornalista sotto protezione, a seguito di querela dell’ex sindaco di Casarano, ha dovuto dimostrare a processo che le procedure di protezione siano state effettivamente attivate».
Domani (mercoledì 8 ottobre) è prevista la discussione finale per due procedimenti unificati in unico processo, celebrato dalla giudice di Lecce, dott.ssa Elena Coppola.

Marilù Mastrogiovanni, sarà difesa dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto dello studio FPS di Bari.
«Siamo vicini a Marilù Mastrogiovanni e siamo sicuri che saprà dimostrare dinanzi ai giudici la bontà del suo lavoro e la sua buona fede, come ha fatto finora, vedendo archiviate tutte le querele o vincendo tutti i processi con assoluzione piena», affermano Fnsi e Associazione della Stampa di Puglia, «per contro, non possiamo che denunciare pubblicamente il calvario che non solo Mastrogiovanni, ma i cronisti vittime di querele temerarie devono subire in Italia, sulla propria pelle e spesso senza alcuna tutela, come nel caso dei freelance. È il tempo di arginare il fenomeno delle querele temerarie perché come segnalato da tutti gli osservatori internazionali e dalla Ue sono una vera e propria minaccia alla democrazia e alla partecipazione democratica».

 

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